PIERDAVIDE CARONE: IL SUO CD È GIÀ AL TOP SU I-TUNES


Clamoroso: il cd di Pierdavide Carone, ormai ex concorrente di “Amici 9”, al suo primo giorno di vendita ha già scalato la classifica di iTunes. Non solo, ha spodestato la vincitrice Emma Marrone che stava saldamente ancorata alla prima posizione e che mantiene il predominio solo nella classifica dei singoli con il gettonatissimo “Calore”. Insomma, potrebbe scapparci anche un disco d’oro in sole 24 ore.

Pierdavide non è comunque uscito dal talent di Maria De Filippi a bocca asciutta: i giornalisti presenti alla finale gli hanno, infatti, attribuito il Premio della Critica per l’originalità delle sue canzoni. Il cantautore pugliese ha dichiarato di avere una tal quantità di pezzi già pronti nel cassetto da poter pubblicare un sacco di album senza tanti sforzi. Non solo, le sue canzoni, tutte originali, presenti nell’ep appena pubblicato, sono state interpretate talmente tante volte nel corso dei sei mesi di trasmissione che i suoi fan le conoscono a memoria e anche quelli che non sono proprio degli estimatori qualche brano qui e là lo riconoscono di certo.

Un sicuro successo è la sua “Di notte” che ha scalato la classifica dei singoli. Un brano più melodico degli altri, sullo stile di “Per tutte le volte che”, canzone che ha portato il suo interprete, Valerio Scanu, alla vittoria nel 60esimo Festival di Sanremo.

Ma anche gli altri finalisti di “Amici 9” stanno godendo di un discreto successo nella classifica di i Tunes: il singolo di Matteo Macchioni (il cui album uscirà solo il 9 aprile) “Guarda sempre più in là”, firmato da Tricarico che è anche l’autore de “La promessa”, ha conquistato la quarta posizione nella classifica dei singoli.
Loredana Errore, che alla finale ha perso l’ultima sfida contro Emma Marrone, è seconda, sempre su i Tunes, con l’album “Ragazza occhi cielo” e decima fra i singoli con “La voce delle stelle”.

L’altro ieri Maria ha ironizzato sul fatto che c’è ancora chi snobba i talent show come “Amici” e X Factor”, sottolineando che sono proprio i ragazzi che partecipano a queste trasmissioni a risollevare le sorti delle case discografiche. Certo, ha ragione, solo che si è dimenticata di dire che, quest’anno in particolare, la trasmissione ha decretato la vincitrice grazie al lancio del suo album con largo anticipo rispetto agli altri concorrenti e che alla fine più che un talent “Amici” sta diventando un’agenzia di collocamento per giovani talentuosi.

Ovviamente, la mia riflessione nulla ha a che vedere con il talento di Pierdavide Carone al quale auguro una carriera brillante da cantautore, o quello di Matteo che si è già avviato, grazie alla proposta fatta dal teatro Verdi di Salerno, tramite il direttore Daniel Oren, di interpretare Nemorino nell’ Elisir d’amore, verso il palcoscenico dell’opera lirica. Dal canto suo, Loredana è un’interprete talmente originale da trovare presto la sua strada.

SU PIERDAVIDE HO SCRITTO ANCHE QUI, QUI E QUI.

[per le informazioni sulle vendite, questa è la FONTE]

EMMA MARRONE VINCE LA NONA EDIZIONE DI “AMICI”


Dopo una serata alquanto monotona, mancando fra i finalisti almeno un ballerino, la gara canora che ha caratterizzato questa finale di “Amici 9” è stata vinta da Emma Marrone.
Il premio della critica messo in palio da Tezenis (50 mila euro) è assegnato a Pierdavide Carone
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La puntata si apre con un RVM celebrativo dei più virtuosi talenti usciti dal programma delle De Filippi: Marco Carta, di cui è in uscita il prossimo cd, Valerio Scanu, che non ha vinto la scorsa edizione ma si è rifatto con il successo ottenuto al Festival di Sanremo, e Alessandra Amoroso che, dalla vittoria dello scorso anno, ha collezionato dischi di platino ed è stata protagonista, a fianco di Gianni Morandi, di un show su Rai 1 che l’ha definitivamente consacrata agli occhi del grande pubblico, anche quello che di solito snobba i talent show come “Amici”.

Maria ricorda anche il successo ottenuto dai ballerini di questa edizione, seppur esclusi dalla finale: Rodrigo, destinatario di un contratto con il Boston Ballet, Elena D’Amario, scelta da David Parsons per la sua compagnia di ballo, e l’ultimo eliminato dalla gara, Stefano De Martino, che farà parte della compagnia Complexions con un contratto di un anno.

A contendersi la vittoria scendono in campo, dunque, quattro cantanti: Emma Marrone, Loredana Errore, Matteo Macchioni e Pierdavide Carone. Questo è l’ordine di classifica con il quale sono stati ammessi alla finale lunedì scorso. Ma quando Maria rende nota la classifica settimanale, che sarà determinante per le sfide di stasera, c’è una sorpresa: Matteo riconquista la vetta, seguito da Loredana, Emma scende dalla prima alla terza posizione mentre Pierdavide mantiene la quarta ed ultima, avendo il diritto di scegliere per primo chi sfidare.

Se c’è una cosa che ha caratterizzato questa edizione di “Amici” è stata la proposta quasi perenne dei soliti confronti: limitandoci ai quattro cantanti rimasti in gara, Emma contro Loredana e Pierdavide contro Matteo. Ma se la prima coppia di antagoniste è plausibile, in quanto entrambe interpreti originali, ognuna con le sue peculiarità, lo scontro tra un cantautore e un tenore lirico appare un po’ forzato e non del tutto appropriato. D’altra parte, Matteo, essendo l’unico cantante lirico in gara, si è sempre trovato di fronte a competizioni improbabili e si è dovuto adattare a cantare il pop, non potendo pretendere che i suoi compagni di scuola si esibissero nella lirica. Per questo, secondo me, si dovrebbe in ogni caso considerare lo sforzo e l’impegno dimostrato.

La prima sfida, dunque, è quella fra Pierdavide, ultimo in classifica, e Matteo, suo antagonista di sempre e stimato apertamente dal tenore. Inizia la gara, che consiste in cinque sfide, di cui una sola prevede l’esibizione di un brano in comune, per ovvi motivi. Da parte dei giornalisti presenti in sala, com’è ovvio, quasi esclusivamente parole di elogio. D’altra parte, entrambi sono bravissimi, ognuno nella propria specialità: la voce di Matteo, anche quando canta il pop, è fantastica e supera di parecchi decibel quella di Pierdavide che, tuttavia, riesce a coniugare abilità interpretativa, quando canta pezzi non suoi, e originalità creativa nell’esibizione delle sue canzoni. Tutti sono concordi nel prevedere il successo di entrambi. Mangiarotti azzarda il confronto tra Macchioni e Bocelli – che poi è esattamente ciò su cui punta la sua casa discografica, la Sugar – e dice che la voce del tenore è calda ed emotiva, pronta per fare un percorso verso il successo non solo italiano. Matteo ribatte: “posso augurarmi timidamente di seguire i suoi passi”.
Tra gli elogi di tutti, spicca la battutaccia di Balestri che, rivolto a Maria De Filippi, osserva l’assenza dell’unica radio che potrebbe rappresentarla: “radio maria”. Beh, anche questo serve per smorzare la tensione.
L’unica cosa che non mi è piaciuta, in questa prima parte di gara, è stata la pubblicità del libro scritto da Pierdavide “I sogni fanno rima” che viene lanciata in esordio al primo stacco. Ma tanto sappiamo che il Carone di pubblicità ne ha avuta molta in passato, specie dopo la vittoria di Scanu a Sanremo, con un pezzo di sua creazione. D’altra parte, la bravura del cantautore è innegabile e, proprio per questo, non ha bisogno di conferme né di esaltazioni.

Il momento più divertente della serata è stato il confronto nel genere del Musical: Hairspray, interpretato da Matteo, in un improbabile ma delizioso travestimento da donna oversize, davvero spiritoso e bravissimo, e American graffiti, con protagonista un Pierdavide irriconoscibile, con tanto di parrucca rossa e occhialoni, allegro, spigliato, perfetto nell’interpretazione canora, sciolto nei movimenti, al contrario del solito, e bravissimo nella recitazione.
Dopo questa parentesi spensierata, ricomincia la gara che, alla fine delle sfide, vede vincitore Pierdavide, com’era prevedibile. Il momento più emozionante, secondo me, di questa prima fase della gara, è l’interpretazione da parte di Pierdavide della canzone “Di notte”, già scaricatissima su I-Tunes, mentre la sua ragazza Grazia , presente fra il pubblico insieme agli altri concorrenti eliminati, piange a dirotto.
Matteo, che punta più sulla carriera teatrale che sulla scalata della classifica delle vendite con il suo album che, tra l’altro, uscirà appena il 9 aprile, appare comunque soddisfatto. Quando si ritrova tra le mani la copertina del suo disco quasi non crede ai suoi occhi e non fa che ringraziare, dicendo pure “siete matti” con quel suo incantevole accento emiliano. Il giovane tenore ringrazia tutti, in particolare il suo –aggiungerei “adorato” – maestro La Stella, Vessicchio e la Martinez che hanno creduto in lui. E come avrebbero potuto fare diversamente, con un talento come il suo?

La gara prosegue con Pierdavide che sceglie di sfidare, come era scontato, Loredana Errore. A questo punto, tra i dj presenti in sala, si scatena La Pina, che fin da subito dichiara apertamente la sua adorazione per la cantante siciliana, esibendosi in sorrisi che un po’ assomigliano a quelli che il maestro La Stella ha riservato a Matteo durante le sue esibizioni. Poteva, a parer mio, evitare di esibire le braccia tatuate, ma proprio questa caratteristica rivela la trasgressività de La Pina che ben si sposa con l’eccentricità di Loredana.
Degna di nota un’osservazione di Gnocchi su Pierdavide che ha interpretato un pezzo dei Queen: “mi fa incazzare che canti una canzone rock e non ti muovi”. Protesta di Platinette e replica di Giordano: “è esagerato chiedere a Pierdavide di muoversi, non si può chiedere a un artista di cambiare, ci sono grandi cantanti che stanno immobili sul palco”. In effetti ha ragione, ma mi chiedo dove sia finita tutta la verve manifestata nell’esibizione del musical.
Menzoni, di Libero, chiede a Loredana “quando la rabbia uscirà che cosa succederà?”. Lei risponde “Si colorerà di arcobaleno”. Una delle più belle cose sentite in trasmissione. Un elogio particolare le arriva da Giordano al termine della sua interpretazione di “Anche per te”: “ha raggiunto livelli di eccellenza assoluta, dando quel tocco in più che trasforma una cover”. Insomma, condivisibili o meno, i commenti mettono chiaramente in evidenza come sia difficile, stasera, decidere chi meriti la vittoria. Più volte, da parte di tutti, si è osservato che i vincitori di questa edizione di “Amici” sono quattro. Purtroppo, però, la gara prosegue e al termine della sfida, Loredana prevale su Pierdavide il quale, tuttavia, lascia la competizione soddisfatto, guardando il futuro da cantautore e pregustandosi magari anche il successo bis a Sanremo come autore. Meglio sarebbe, ammette lui stesso, parteciparvi in prima persona. Eh, già, dopo la vittoria di Carta due anni fa e di Scanu quest’anno, pare che il festival sia uno degli obiettivi obbligati dei talenti di “Amici”.

Rimasta in gara, Loredana si deve ovviamente scontrare con Emma. La cantante pugliese, fresca come una rosa essendo stata seduta fino a questo momento sullo sgabello, può confrontarsi al meglio delle sue forze, per l’ennesima volta, con la rivale, per la verità un po’ affaticata e già messa a dura prova dal punto di vista emotivo. Questo è quello che si doveva evitare: si preannuncia lo stesso epilogo dello scorso anno quando l’Amoroso, benché non favorita, ha superato lo Scanu già reduce dallo scontro con il Napolitano. Ma non è solo questione di “freschezza”. Certo Emma parte avvantaggiata da questo punto di vista, ma la cosa che maggiormente può influire sull’esito dello scontro è il televoto: i fan di Loredana, infatti, hanno già votato per lei (ai fedelissimi, poi, si sono aggiunti anche i fan di Matteo, non tutti, ma buona parte sì) una volta, quindi devono affrontare una spesa supplementare per televotarla anche in questa sfida. Non so quanto ciò possa influire sulla vittoria di Emma, ma credo che abbia almeno una parte non del tutto insignificante.

Lo scontro tra le due cantanti si svolge come altre decine di sfide: appare, in verità, un po’ noioso e dall’esito scontato. Emma è brava, ha un potenziale di voce notevole ma si esibisce in modo tecnico, infilando dappertutto quel non so che di soul, ma risultando, a livello emozionale, paradossalmente quasi senz’anima. Riesce ad emozionarmi solo quando interpreta “Calore”, ma quando poi la sento esibirsi anche in “Davvero” e “Meravigliosa”, alla fine mi sembrano tutte uguali. La differenza con Loredana è che da quest’ultima non si sa mai cosa ci si debba aspettare, perché una stessa canzone viene eseguita in modo diverso passando da una performance all’altra. Emma, invece, è sempre uguale, monotona. Mannucci, de Il Tempo, paragonando le esibizioni delle due ragazze nei loro brani, osserva: “Loredana le canzoni se le strappa dall’anima: si vede che ha delle ferite che sono diventate cicatrici. Sarebbe bello se la trasmissione finisse qui”. Concordo pienamente e devo ammettere che il resto non riesco nemmeno a godermelo. Il finale è scontato ed inizio a credere che le voci messe in giro da Paolini, il noto tele-disturbatore, siano vere: la vittoria di Emma era già decisa da tempo ed organizzatissima, a cominciare dalla scelta compiuta dalla Universal di far uscire il suo ep prima di tutti gli altri. Le sue canzoni sono in vetta alle vendite sul web e si sentono alla radio già da tempo: come si poteva prevedere un altro epilogo?

Si va verso la fine. Prima, però, si esibisce Biagio Antonacci, autore e produttore di Loredana. Ma la sua presenza sul palco, ormai a tarda notte, non serve a svegliare i fan di Loredana che, com’era già scritto sul copione tipico della trasmissione di Maria, lascia il podio ad Emma che vince i 200 mila euro in palio. A Pierdavide, come già anticipato, va il premio della critica, consistente in 50 mila euro. Forse se lo sarebbe meritato maggiormente Matteo, visto che il Carone di glorie ne ha già avute molte, dal successo sanremese alle vendite super del suo libro “I sogni fanno rima”. Ma in fondo per Matteo si prospetta una carriera brillante da tenore: in un rvm il maestro Daniel Oren, direttore artistico del Teatro Verdi di Salerno, tra le lodi per il suo talento gli annuncia la scrittura per tre rappresentazioni dell’ “Elisir d’amore” di Donizetti, nella parte del protagonista Nemorino. Noi lo sapevamo già ma per Matteo è una vera e propria sorpresa (e non c’è motivo di dubitarne, viste le lacrime con cui il tenore accoglie la notizia). Alla fine, ha vinto anche lui. (ulteriori notizie QUI)

Si conclude, quindi, un’edizione contrassegnata da una vera e propria pianificazione: ormai la trasmissione di Maria è diventata quasi un’agenzia di collocamento. Lo spettacolo ne ha guadagnato, grazie ai talenti messi in mostra. Forse manca quel pizzico di improvvisazione e anche di imperfezione che caratterizzava le edizioni precedenti; in un certo senso, la vittoria inaspettata di Marco Carta a Sanremo 2008 ha messo in moto una vera e propria macchina da guerra: quella tra discografici, prima di tutto, e quella dell’audience.
Ma è inutile fare polemiche: davvero i quattro finalisti meritavano tutti di vincere e avranno comunque il successo che meritano. Rimane il sospetto sul televoto, la cui regolarità è stata più volte messa in discussione, anche nelle precedenti edizioni. Ma questa è un’altra storia.

VIOLENZA DI GRUPPO IN CLASSE MENTRE IL PROF INTERROGA

A leggere la notizia si rimane a dir poco basiti. Non tanto per il fatto in sé – le cronache, infatti, ci riportano spesso fatti del genere, purtroppo – , quanto per l’assoluta incredibilità di quanto è successo, in una scuola media, in aula, durante la lezione, senza che l’insegnante in cattedra si accorgesse di nulla.
È successo a Salò, in provincia di Brescia. La vittima di una violenza di gruppo è una ragazzina; i carnefici sono poco più che bambini: un tredicenne (presumibilmente, visto che uno dei colpevoli ha meno di quattordici anni), un quattordicenne e un quindicenne; complici sono altri dodici compagni di classe più o meno coetanei.

I fatti sono andati così, almeno stando a quanto riportato da Il Corriere: durante un’ora di lezione, mentre il professore stava interrogando (presente in classe, dunque!!!), tre alunni si sarebbero denudati di fronte ad una compagna di classe e l’avrebbero costretta ad un rapporto orale (in realtà, secondo quanto detto dai genitori della vittima, non consumato). Per “passare inosservati”, i violentatori hanno ottenuto la complicità di altri dodici ragazzini che avrebbero fatto da paravento. E ci sarebbero riusciti così bene che il professore, interrogato dai carabinieri, ha ammesso di non essersi accorto di nulla.

L’episodio di violenza, accaduto a febbraio ma reso noto solo ora, è stato scoperto grazie ad un tema che un insegnante ha fatto svolgere: un espediente per capire se le voci, che nel frattempo si erano diffuse, fossero vere. E infatti sono state confermate dando l’avvio alle indagini.
I ragazzi di quattordici e quindici anni sono stati arrestati, mentre il più giovane è a piede libero. Naturalmente i complici la faranno franca in sede penale, ma si devono aspettare quanto meno un provvedimento disciplinare dal Dirigente Scolastico. Discutibile, poi, la decisione della preside di sospendere anche la vittima dell’abuso, in attesa che sull’episodio sia fatta chiarezza. Per quanto riguarda l’insegnante, gli investigatori hanno informato l’autorità giudiziaria affinché valuti l’opportunità di un provvedimento nei suoi confronti. A questo punto, voglio sperare che, oltre ad una denuncia penale (non dimentichiamo che i ragazzi sono affidati alla tutela degli insegnanti durante la permanenza a scuola), il docente in questione sia sospeso dall’insegnamento.

Non smetterò mai di chiedermi cosa facciano certi docenti in classe. Forse io sono troppo esigente se pretendo attenzione continua anche durante le interrogazioni? Sono addirittura un mostro se punisco chi non sta attento alle interrogazioni e non corregge i compiti svolti a casa? Non credo di fare nulla di eccezionale: svolgo semplicemente il mio lavoro, stando attenta che i ragazzi non si facciano del male e, attraverso il mio atteggiamento rigoroso, offro un esempio che ritengo possa contribuire ad una corretta formazione degli adolescenti.

Certo, nessuno è perfetto e nemmeno io lo sono. Ma non credo sia tanto difficile evitare di essere presi per i fondelli da una masnada di ragazzini.

AMICI 9. EMMA MARRONE, LOREDANA ERRORE, MATTEO MACCHIONI E PIERDAVIDE CARONE: QUATTRO VOCI PER UNA VITTORIA

ATTENZIONE: POTETE LEGGERE L’ULTIMO POST SUL SECONDO POSTO DI EMMA E I MODA’ A SANREMO 2011 CLICCANDO QUI

POTETE LEGGERE IL RESOCONTO DELLA FINALE DI “AMICI 9”, IN CUI HA TRIONFATO EMMA MARRONE, CLICCANDO QUI.

È iniziato il conto alla rovescia per la finalissima di “Amici 9”, il programma della signora di Mediaset, Maria De Filippi: lunedì 29 marzo si proclamerà il vincitore di questa edizione. Eliminato l’unico ballerino che ha resistito quasi fino alla fine, Stefano Di Martino, nell’ultima serata del programma si contenderanno la vittoria (un premio di 200 mila euro, più il premio della critica sponsorizzato da Tezenis) quattro tra le più belle voci che hanno caratterizzato la gara quest’anno.

La classifica di lunedì scorso ha riservato delle sorprese, prima fra tutte l’assenza del nome di Matteo Macchioni dalla vetta. Più che una classifica di merito sembra un elenco in ordine alfabetico: Emma, Loredana, Matteo e Pierdavide.
Che le due ragazze andassero forte si sapeva già da tempo; tuttavia il successo del cantautore Pierdavide Carone, specie in virtù dell’effetto-Sanremo, pareva potesse condizionare la classifica della semifinale. Inoltre, nelle ultime 5 puntate la classifica di gradimento settimanale ha sempre visto Loredana superare Emma, quindi non era poi così scontato che la cantante pugliese prendesse il sopravvento.

Ma vediamo chi sono i quattro finalisti.

EMMA MARRONE: vero nome Emmanuela, nata a Firenze il 25/05/1984, vive ad Aradeo in provincia di Lecce. Non è nuova ai talent show: nel 2003 ha vinto Superstar tour, programma di Italia 1, e con altre due concorrenti ha fondato il gruppo “Lucky Star”, incidendo il singolo “Style” nel 2003 e un cd in inglese nel 2006. Il gruppo poi si è sciolto e attualmente canta con i “Mjur”, gruppo rock, con cui ha inciso un album e si esibisce in giro per l’Italia. Alla sua ammissione, onde prevenire le intuibili proteste, la commissione ha precisato che “la qualità del talento rende ininfluente la partecipazione ad altri programmi televisivi, ritenuti di scarsa rilevanza rispetto alla popolarità acquisita”. Fortemente voluta da Charlie Rapino, mentre Loretta Martinez esprime dei dubbi specie considerando la sua “voce disfonica”.
Ad Emma è stato attribuito dalla Sony il primo degli inediti contenuti nel cd Sfida: “Davvero”. Altri inediti: “Folle Paradiso”, “Meravigliosa” (contenuto nel nuovo cd dei talenti di Maria De Filippi intitolato “9”) e “Calore”. Il 7 marzo è uscito il suo album, “Oltre”, per l’etichetta Universal, che contiene sette canzoni, tra cui altri inediti: “Sembra strano”, “L’esigenza di te” e “Un sogno a costo zero”.
Durante la trasmissione, ha legato con Stefano De Martino, ballerino uscito la scorsa settimana dalla gara. Chissà se la love story continuerà anche dopo; magari resteranno solo … amici!
Vincitrice annunciata, non solo dalla prima posizione in classifica durante la semifinale; secondo il tele-disturbatore Paolini, la sua vittoria è già stata decisa fin da febbraio. Come annuncia Davide Maggio nel suo blog, Paolini ha sporto denuncia contro Mediaset.
Sulle pagine del sito di Maria de Filippi, in un’intervista, alla domanda “Di che cosa ti vergogni?”, lei risponde “Del seno, è troppo rispetto a tutto il resto”. Beh, in effetti è alquanto vistoso ma sembra strana quest’affermazione visto che in tutti questi mesi Emma è stata quasi l’unica ad esibirsi sempre in canotta. Mi sa che, vergogna o non vergogna, ha capito fin da subito che gli uomini in una donna non apprezzano solo la voce!
Per la finale ha scelto la tuta nera, perfettamente in sintonia con la sua grinta da … pantera.

LOREDANA ERRORE: nata a Bucarest, nel 1984, vive ad Agrigento con i suoi genitori adottivi che l’hanno conosciuta in un orfanotrofio in Romania e portata in Italia quando aveva otto mesi.
Ha un curriculum di tutto rispetto: finalista al Festival di Napoli nel 2001; nel 2003 è finalista alla Accademia di Sanremo; si classifica seconda al festival Cantamare nel 2004; finalista al Premio Mia Martini nel 2005-rinunciataria per altri impegni; nel 2006 è impegnata nella stagione live in un noto locale di Lampedusa; nello stesso anno fa la corista di Antonie Michel in “O’SCIA” (nota manifestazione musicale diretta da Claudio Baglioni); sempre nel 2006 partecipa, fra le dieci migliori voci, alla “Gondola d’Argento” in occasione del XXV del Festival Leone d’oro di Venezia; nel 2008 è finalista del Cantagiro, con un brano di sua composizione; nello stesso anno partecipa alla finalissima del Tour Music Fest, vincendo una borsa di studio-master in canto, assegnato dal maestro Luca Pitteri.
È anche compositrice e cantante del jingle “house of joy”, per una campagna pubblicitaria della nota marca Bialetti (2005). (FONTE).
Il suo ultimo inedito è “L’ho visto prima io”, scritto da Biagio Antonacci, come il precedente brano,“Ragazza occhi cielo”, composto per Loredana, pensando a lei. Nella stessa canzone, alla fine si sente la voce di Antonacci che pronuncia la frase “questa ragazza occhi cielo ha conquistato anche me”. Antonacci è anche il produttore dell’ep di Loredana Errore, uscito il 19 marzo, che contiene l’altro inedito di grande successo “La voce delle stelle”. Nel disco la cantante siciliana ha voluto inserire la cover “Oggi tocchi a me”, come ringraziamento a Biagio . L’ep comprende altri tre pezzi: “La vedova nera”, “L’inventario” e “Ti amo”.
Ragazza dall’incontestabile talento, negli ultimi tempi è stata attaccata dalla commissione e dai giornalisti per la sua monotonia e per l’alternanza vocalica, che la caratterizza, come se non riuscisse a decidere con quale voce cantare. Eppure, proprio questa peculiarità fa di Loredana una cantante unica.
Fortemente voluta da Charlie Rapino, viene poi scaricata dallo stesso nelle mani semidistruttive di Loretta Martinez. Lo stesso Rapino, negli ultimi mesi, è stato il suo più acerrimo critico, esattamente da quando il discografico ha riposto tutte le speranze in Emma.
Nell’intervista pubblicata sul sito di “Amici”, alla domanda “quando hai capito che il canto era la tua strada?”, la cantante risponde: “da quando ho visto e sentito la vibrazione di Dio che mi ha spinto a non mollare mai”. Ed è proprio questa sua tenacia che l’ha portata, nonostante i momenti di sconforto, ad andare avanti, dritta dritta fino alla finale, conquistandosi la seconda posizione in classifica nella puntata di lunedì scorso.
Durante la finale indosserà la tuta lilla: un colore pastello, delicato come lei.

MATTEO MACCHIONI: nato 26 anni fa a Sassuolo, in provincia di Modena, fin dalla prima infanzia si è appassionato al bel canto e ha studiato sia musica, diplomandosi in pianoforte, sia canto (per il curriculum invio i lettori al sito ufficiale di Matteo ). È in assoluto il primo concorrente di “Amici 9”, avendo ricevuto la maglia già nel maggio dello scorso anno, a casting ancora aperto. Fortemente voluto dal maestro Peppe Vessicchio, che lo ha affidato alle speciali “cure” del maestro Sergio La Stella, è il primo tenore partecipante alla trasmissione di Maria De Filippi. Consegnandogli la maglia, la conduttrice ha detto che il suo ingresso avrebbe suscitato l’interesse del pubblico più giovane nei confronti dell’opera. In effetti, però, Matteo ha avuto poche occasioni di cimentarsi nei brani lirici, dovendo piuttosto mettersi alla prova nel pop, in occasione delle numerose sfide, specie contro Pierdavide. Ha dimostrato comunque una grande versatilità ed un impegno instancabile per migliorarsi sempre più. Il pubblico, infatti, l’ha premiato determinando, con il televoto settimanale, la permanenza per quasi tutto il tempo nella prima posizione della classifica.
Dato per vincitore dai compagni che lo hanno sempre visto come un osso duro da affrontare, in realtà lui non ha mai dato per scontato di vincere, temendo addirittura di non essere ammesso alla finalissima. Tradito dal televoto del serale di lunedì scorso, perdendo tre sfide contro Stefano, Pierdavide e Loredana, si è classificato solo terzo.
Il suo disco, su cui si sa ben poco, uscirà il 9 aprile e di certo conterrà i due inediti che Tricarico ha scritto per lui: “La promessa”, già incluso nell’album “Sfida”, e il nuovissimo “Guarda sempre più in là”. La sua casa discografica, la Sugar di Caterina Caselli, ha evidentemente adottato una strategia diversa rispetto alle altre due etichette, la Universal (che produce Emma) e la Sony (che Pierdavide e Loredana si dividono), che hanno già lanciato sul mercato i cd dei concorrenti finalisti. Forse la Sugar punta di più sul dopo-amici, sperando di bissare il successo ottenuto da Andrea Bocelli. In questo caso, non resta che affidarsi al fiuto di una talent-scout come Caterina che, non dimentichiamo, ha scoperto e lanciato artisti di grande spessore come Elisa, oltre allo stesso Bocelli.
Sul sito di Amici, Matteo alla domanda “quali sono le tue qualità?”, ha risposto: “quando mi pongo un obiettivo cerco sempre di raggiungerlo con tenacia”. Beh, sembra che abbia mantenuto la … promessa!
Per la finale ha scelto la tuta blu, rimanendo fedele al colore della sua squadra.

PIERDAVIDE CARONE: cantautore, ha ventun’anni, è nato a Roma ma vive in provincia di Taranto. Dice di scrivere da quando era un bambino, ma non risulta avere un curriculum. Praticamente sconosciuto prima dell’avventura di Amici, non possiede una grande presenza scenica: perlopiù impacciato, assume delle movenze sempre uguali mentre interpreta le sue canzoni: sopracciglio sinistro alzato, insieme alla mano, e occhi chiusi. Ma la sua voce e i testi delle canzoni che compone sono di sicuro impatto. Ai provini ha presentato “La ballata dell’ospedale”, nata da una sua esperienza di malasanità, e ha conquistato tutti. Parecchi suoi pezzi sono orecchiabili, specie una canzone recente destinata a diventare il classico tormentone estivo: “Il ballo dell’estate”. La fama gli è arrivata, quando ancora non era nemmeno sicuro di approdare alla finalissima, in occasione del festival di Sanremo: la canzone che ha vinto, “Per tutte le volte che”, cantata da Valerio Scanu, è infatti scritta, parole e musica, da Pierdavide.
Nonostante la timidezza, che gli fa arrossare le guance ogni volta che viene interpellato, ha dimostrato un carattere energico in difesa delle “fidanzata” Grazia, ballerina in gara e uscita alla sesta puntata del serale, attaccata in modo alquanto spietato dall’insegnante Alessandra Celentano. Proprio Grazia è stata la “sorpresa” che la produzione ha riservato a Pierdavide alla vigilia della finalissima: la ragazza l’ha raggiunto in studio venerdì pomeriggio e Maria De Filippi ha commentato che, come nella fiaba del soldatino di piombo, il giovane cantautore ha trovato la sua ballerina.
Il cd di Pierdavide è uscito il 26 marzo, con il titolo “Una canzone pop”, che è anche uno dei suoi più orecchiabili successi. Gli altri pezzi, oltre a quelli citati, sono: “Mi Piaci…Ma Non Troppo”, “Di Notte”, “Jenny”, “ Superstar”, “Ciò che non sai”, “Trullallero Rullalà” e “Guarda Caso”.
Ammesso alla scuola di Maria de Filippi con il consenso unanime di tutta la commissione, è apprezzato in particolare da Grazia Di Michele, sua insegnante, che vede in lui un genio creativo raro e la possibilità di diventare un cantautore di successo.
Nell’intervista pubblicata sul sito di “Amici”, alla domanda ” ti piace la tua vita?” risponde: “No, fin quando la gente passando per strada non dirà quello fa dischi e dice anche cose interessanti”. Credo che ora risponderebbe in modo diverso.
Lunedì prossimo indosserà la tuta bianca; anche lui, come Matteo, è rimasto fedele al colore della sua vecchia squadra.

In attesa della finalissima, un in bocca al lupo ai quattro cantanti: comunque andrà, sarà un successo … per tutti! 🙂

“AMICI 9”: MATTEO MACCHIONI SPODESTATO DALLA PRIMA POSIZIONE IN CLASSIFICA NEL SERALE DEL 22 MARZO. SOSPETTI SUL TELEVOTO

Nel serale di lunedì scorso c’è stata una brutta sorpresa per Matteo Macchioni: solo terzo in classifica, mentre per tutti questi mesi era stato quasi sempre primo.
Un sospetto si è insinuato fin da subito tra i suoi fan: che abbia influito il fatto che per quasi l’intera puntata era disabilitato il televoto dal telefono fisso? Ammetto di aver pensato che questo inghippo, per cui la produzione non ha dato spiegazioni, non sia stato casuale. Ma si tratta, ovviamente, solo di un’illazione.

Ricambiando il “favore” di vip.it (che ha pubblicato sul suo sito questo mio post), riporto un interessante articolo pubblicato oggi. Poi, ognuno farà le sue considerazioni.

Amici il tenore Matteo boicottato dal televoto?

Lunedì scorso nella semifinale di amici a sorpresa la classifica è cambiata con prima Emma e solo terzo Matteo, il tenore che fin lì era quasi sempre stato in testa . Ma soprattutto a sorpresa Matteo ha perso tutte le sfide della serata , rimanendo terzo solo grazie al televoto settimanale che probabilmente lo vedeva primo.

Molti leggono la défaillance di Matteo nella semifinale sia dovuta al blocco della telefonia fissa per televotare e implicitamente accusano Matteo di comprarsi i voti .
Ma tutto ciò ad una minima analisi dei fatti non regge.
Matteo è sempre stato in testa in virtù di due fatti:
• primo, in partenza era il più conosciuto dai provini di Amici in quanto usato e lodato dal maestro Vessicchio, nell’intento di inserire la lirica nel talent ed apprezzato per le indubbie qualità ;
• secondo, se guardiamo i televoti delle altre trasmissioni nel tempo, a partire dalla mitica Corrida , o anche da Italian’s got talent ci accorgiamo che basta un tenore con una discreta performance per vincere a mani basse qualsiasi televoto.
Il bel canto evidentemente ancora viene forse inconsciamente riconosciuto come nostro patrimonio culturale.
Per quanto riguarda Amici invece purtroppo il meccanismo ora è sicuramente fuorviato dall’intervento delle case discografiche che hanno messo sotto contratto i cantanti: la Sony ha Pierdavide Carone e Loredana Errore, quindi due cavalli su cui dividere lo sforzo pubblicitario; la Universal invece è concentrata unicamente su Emma e si sta muovendo con rapidità ( ha fatto uscire nel momento migliore il disco e, se ricordate o avete visto, ha pubblicizzato il cd di Emma Marrone durante la semifinale di Amici, a televoto aperto e gara in corso, definendola la nuova star di Amici).
Per quanto riguarda Matteo invece la sua casa discografica sembra avere una strategia diversa: la Sugar infatti non partecipava ad Amici ed è intervenuta proprio per mettere sotto contratto il tenore di Sassuolo . E ad occhio a loro non interessa tanto vincere Amici quanto giocarsi la possibilità di replicare anche solo in parte l’operazione Bocelli, che nel mercato internazionale ha venduto dischi a milioni.
Quindi la verità è che non sappiamo se e quanto le case discografiche abbiano affittato i call center per i propri cavalli. Ricordiamo che i call center sono capacissimi di votare anche tramite sms grazie ad una strumentazione adatta.
A parte tutto il blocco delle telefonate da cas sicuramente danneggia di più Matteo che ha sicuramente anche un pubblico più avanti negli anni e meno avvezzo all’uso di SMS; inoltre vi è una notevole massa silenziosa sicuramente poco interessata ad esprimere le proprie preferenze nei social network quali Facebook e Twitter….raramente chi ha un po’ di esperienza mette i propri dati personali alla mercè del web.
Quindi il talent probabilmente ha espresso la sua vera classifica tre o quattro settimane fa: Matteo Macchioni alla fine ha cominciato a perdere dopo la firma dei cantanti con le case discografiche.
Comunque è solo un programma televisivo, the show must go on….

Dal sito vip.it

LA PROF È SEVERA? E NOI CI CREIAMO UNA CLASSE AD HOC


Che ci siano studenti particolarmente ansiosi, che si facciano venire malesseri di tutti i tipi per non andare a scuola, che ci siano insegnanti che incutono particolarmente timore, tanto da costringere gli allievi sensibili a saltare compiti e interrogazioni, entra perfettamente nella norma. Ma che in un’unica classe si verifichi, ad anno scolastico inoltrato, la fuga di ben nove allievi sembra la classica eccezione che conferma la regola.

È successo a Trieste, al Liceo Classico “Dante Alighieri” (il mio ex liceo e pure la stessa sezione, la C). Il gruppo nutrito di studenti frequentanti la II liceo (penultimo anno) ha lamentato disturbi psicosomatici vari, regolarmente certificati, tanto da costringere le famiglie a ritirare i figli da scuola. Il caso strano, però, è che i nove studenti si sono organizzati ed hanno costituito una classe ad hoc che viene istruita da diversi docenti privati che li prepareranno per l’ammissione all’Esame di Stato del prossimo anno scolastico.

La notizia è riportata sul quotidiano del capoluogo giuliano, Il Piccolo, in cui si legge: I genitori degli alunni coinvolti sono molto uniti: si incontrano, si confrontano ma per ora preferiscono non rilasciare dichiarazioni a tutela dei loro figli. «A gennaio, quando i genitori sono venuti a segnalarmi questa situazione di disagio, io ho offerto la mia collaborazione – sottolinea la preside del Dante – ma le mie proposte non sono state accolte e a febbraio i ragazzi se ne sono andati».
Da parte sua, la preside del Dante, Patrizia Saina, manifesta delle perplessità, pur non dubitando delle testimonianze portate dalle famiglie. La professoressa in questione (d’Italiano, naturalmente!) è severa ma nella stessa classe ci sono ragazzi che non hanno problemi, una studentessa ha addirittura la media del 10. Il resto della classe, d’altra parte, ha espresso solidarietà nei confronti dell’insegnante “incriminata”.

Tanti sono gli interrogativi su questo strano caso, interrogativi destinati a non avere risposte visto che nessuna delle due parti interessate ha rilasciato dichiarazioni.
Io ho solo una domanda da fare: come cresceranno questi ragazzi? Forse con l’idea che se qualcosa o qualcuno non piace, si può sempre scappare?

MATTEO MACCHIONI E IL SUO MAESTRO SERGIO LA STELLA


Quest’anno c’è una presenza discreta sul “banco” della commissione, ormai esautorata, di “Amici”. Un maestro che non si esibisce in lodi sperticate del suo pupillo, né mescola la sua alle voci polemiche che hanno caratterizzato anche questa edizione del programma di Maria De Filippi. Per la verità, bersagli delle polemiche più accese sono stati i ballerini, quest’anno. Colpa dei loro insegnanti, incapaci di apprezzare apertamente anche gli allievi degli altri. Ma si sono potuti notare degli elogi un po’ esagerati nei confronti di cantanti, sì bravi, ma nulla di eccezionale, tutto sommato. Un esempio per tutti: le lodi che Charlie Rapino ha sempre rivolto ad Emma Marrone, brava ma ancora “immatura”, tanto da coniare l’ormai famoso motto “Emma rules”. Non sono contro le lodi o gli apprezzamenti a prescindere, ma penso che degli allievi siano comunque sempre tali e abbiano bisogno di una guida per migliorarsi. Le lodi vanno bene, se elargite con moderazione; solo così aiutano a crescere. Così come non dovrebbero mai mancare i “rimproveri” quando le performance appaiono deludenti. In questo caso, anche l’abusato “puoi fare meglio”, centellinato come si fa con il vino più pregiato, va sempre bene.

Un cantante davvero eccezionale c’è, quest’anno, ad “Amici”, uno che a volte sembra essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, poiché la sua voce mette in secondo piano qualsiasi altra esibizione, anche quando non appare del tutto in forma, anche quando le critiche, ingiuste, lo avviliscono, anche quando tenta, sempre con molta educazione e talvolta addirittura con ironia, di difendersi. Lui sì, sarebbe degno di lodi sperticate e invece il suo maestro, l’unico veramente degno di questo nome, gliele risparmia.
Il cantante così speciale è Matteo Macchioni; la presenza discreta sul “banco” della commissione è quella del suo maestro: Sergio La Stella.
(curriculum). L’ho spesso osservato durante le esibizioni di Matteo: a volte pensieroso, altre con lo sguardo corrucciato, altre ancora con un sorriso quasi serafico che esprime nei confronti del suo allievo una sincera ammirazione. Sempre pronto ad applaudirlo, battendo vigorosamente le mani una contro l’altra, sfoderando un sorriso smagliante che mette in mostra una dentatura non proprio perfetta. Talvolta l’applauso è tanto energico da fargli scuotere pure i capelli, che ondeggiano di qua e di là, per ritornare fermi in maniera un po’ scomposta. L’agile mano del maestro La Stella si muove premurosamente verso il ciuffo ribelle e con grande cura rimette a posto la chioma scomposta.

Il maestro di Matteo l’ha spesso accompagnato al pianoforte, specie durante le esibizioni della fase scuola: in quei frangenti lo seguiva con lo sguardo attento, quasi volesse scongiurare un errore d’intonazione, mentre le labbra si muovevano intente a pronunciare, mute, le parole del testo. Dal canto suo, Matteo è sempre così concentrato sul canto che nemmeno si accorge, credo, dell’adorazione con cui il suo maestro lo guarda. Solo appena prima di iniziare, rivolge lo sguardo dietro alle spalle, in cerca del cenno d’avvio del maestro Vessicchio. Ieri sera, quando ha sbagliato la tonalità della canzone “I migliori anni della nostra vita”, ha lanciato uno sguardo quasi sbigottito a Vessicchio che, con aria sconsolata, ha osservato che l’errore era suo e non dell’orchestra. Dal suo “banco” il maestro La Stella assisteva all’esibizione così improbabile per uno come Matteo, scuotendo il capo e confrontandosi con il discografico che gli sedeva accanto. Un errore che certo conferma il detto, tramandato dagli antichi, che errare humanum est e non c’è nessuno più umano di Matteo in quella scuola.

La sua avventura è quasi arrivata al capolinea: iniziata anzi tempo, fin dai casting in cui ha sbaragliato tutti gli altri tenori, con la consegna della maglia, ha visto Matteo crescere nel canto e nella vita di tutti i giorni, facendo emergere, a volte in modo prepotente, altre quasi timidamente il carattere mite ma allo stesso tempo determinato. Sempre educato, mai sopra le righe, Matteo è un ragazzo abituato a sudarsi tutto ciò che ottiene e a rinunciare a tanto per ottenere quel poco cui veramente aspira. Come quella volta in cui, appena quattordicenne, ha scelto il pianoforte al posto del motorino, pur consapevole che molti suoi coetanei non avrebbero mai fatto quella rinuncia e ne avrebbero avuto indubbi vantaggi, primo tra tutti quello di “rimorchiare” le ragazze. Beh, con il pianoforte appare un po’ improbabile.

Matteo è diverso dagli altri concorrenti, a cominciare dalla specialità di canto scelta, ma non credo abbia obiettivi differenti: lui stesso ha ammesso che “Amici” è una vetrina. La sua ammissione alla scuola a casting ancora aperto, la sua presenza fissa (credo solo una volta sia stato superato da Pierdavide) al primo posto in classifica, la sua indubbia superiorità vocale rispetto a qualsiasi altro cantante in gara, hanno fatto spesso pensare che Matteo fosse il vincitore annunciato di questa edizione del programma di Maria De Filippi. Eppure nell’ultimo periodo, complice forse la tensione che accompagna sempre le fasi finali della competizione e le incomprensioni con i compagni, di squadra e non, e con qualche giornalista che l’ha criticato, la sua strada sembra quasi in discesa, più che in salita. Nella classifica di ieri sera è stato superato da Emma e Loredana, scendendo al terzo posto. Per qualche attimo, sono sincera, ho pensato e temuto che dovesse lasciare la gara. Ma non sarebbe cambiato nulla, comunque. Gli urli di Emma, il trasformismo vocale di Loredana, l’eccentricità del cantautore Pierdavide hanno miglior presa sul pubblico più giovane che preferirà gli altri talenti al suo. Mai come quest’anno la finalissima sarà sofferta perché i concorrenti rappresentano davvero, tutti, il meglio di questa edizione, nonostante altri talenti siano stati eliminati nelle serate precedenti. Ultimo, fra tutti, il ballerino Stefano, la cui eliminazione renderà equa, ma allo stesso tempo monotona, l’ultima puntata di “Amici 9”.

Mi chiedo come mai, dopo le celebrazioni un tantino esagerate dei cd di Emma Marrone e Loredana Errore, del disco di Matteo non si parli. Ho sentito che uscirà il 9 aprile, quindi nemmeno in tempo per la finalissima! Ritengo che ciò sia altamente discriminante, considerato che anche quello di Pierdavide Carone uscirà in tempo, credo proprio lunedì.
So che il tenore sassolese ha un sacco di sostenitori (clicca QUI ), ma basteranno a farlo trionfare? Io ci spero, anche se sono un po’ scettica, ma ad “Amici” le sorprese non si fanno mai attendere, soprattutto quelle della produzione che cambia regolamento ad estro e che palesemente favorisce alcuni concorrenti rispetto ad altri, nonostante Maria si premuri sempre di sottolineare che a ciascuno viene concesso lo stesso spazio per l’esibizione ed il televoto. Quest’ultimo, poi, ha spesso stravolto ogni previsione e, specie in occasione delle finali (vedi le polemiche che sono seguite all’ultima edizione del festival di Sanremo), è stato oggetto di legittimi sospetti e dubbi sull’effettiva regolarità.
Insomma, il televoto che settimana dopo settimana ha premiato Matteo Macchioni, ieri l’ha “tradito”. Sarà così anche lunedì prossimo?

AGGIORNAMENTO DEL POST del 26 MARZO 2010

Una bella notizia per i fan di Matteo Macchioni: il concorrente di “Amici 9” è stato scelto dal maestro Daniel Oren, direttore artistico del Teatro Verdi di Salerno (ironia della sorte: Oren è stato a lungo direttore d’orchestra e poi artistico del Teatro Verdi di Trieste e l’ho potuto ammirare innumerevoli volte sul podio!), per intepretare la parte di Nemorino nell’Elisir d’Amore di Donizetti, per la regia di Michele Mirabella. Il maestro Oren è un ammiratore del tenore sassolese e di lui dice: Ho sentito Matteo durante la trasmissione, che ogni tanto guardo, e ho sentito subito che aveva un grande talento. Con la sua presenza voglio portare la lirica anche tra i giovani che non hanno ancora avuto modo di conoscerla.

Questa notizia conferma il fatto che la trasmissione Mediaset è una vetrina e che, indipendentemente dalla vittoria, i veri talenti hanno delle ottime chance di fare strada. Un in bocca al lupo a Matteo, allora! 🙂

[FONTE]

RILEVAZIONI INVALSI SULLA SCUOLA E IL “GIOCO DEI PACCHI”

Sul sito sussidiario.net si ritorna a parlare dei recenti dati pubblicati dall’INValSI, relativamente alle rilevazioni sugli apprendimenti degli studenti italiani nel 2009. Ne parla Roberto Stefanoni, ispettore tecnico del Miur, in servizio presso l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria. La sua è una riflessione in gran parte condivisibile non solo dai docenti che sono i principali interessati, ma anche dai comuni cittadini che sulla carta stampata hanno letto più volte commenti poco edificanti sullo stato di salute della scuola italiana.

Sul banco degli imputati, secondo Stefanoni, dovrebbero stare non solo gli studenti che nei test somministrati hanno fatto emergere tutte le loro lacune in Italiano, Matematica e Scienze, ma anche e soprattutto quegli insegnanti che, con un comportamento scorretto tenuto nel sorvegliare gli alunni durante lo svolgimento dei test, hanno falsato i risultati. Nell’analisi dell’ispettore il dito è puntato anche contro i docenti che, alla fine dello scorso anno scolastico, hanno somministrato la terza prova all’esame di licenza media, unica e uguale per tutti i licenziandi. In quest’ultimo frangente, infatti, non sono stati pochi gli “aiutini” dati ai ragazzi per fare bella figura. Il motivo di tale atteggiamento è facilmente intuibile: in questo modo, la preparazione degli esaminandi è risultato di gran lunga migliore rispetto alla situazione reale, quindi anche i docenti sono risultati essere più bravi. In effetti sono stati davvero bravi … a suggerire!

Secondo Stefanoni, molti insegnanti vedono con sospetto questo tipo di prove: Vari sono i segni rivelatori di questo strisciante e diffuso timore che, alla fin fine, il “gioco dei pacchi” nasconda un’insidia certamente molto poco gradita ai più: valutare, attraverso gli esiti delle varie prove, non solo gli alunni, ma anche l’operato degli insegnanti, mettendone allo scoperto le inadeguatezze didattiche, evidenziandone le inefficienze e la scarsa produttività. Eh già, la classe insegnante manifesta sempre una sorta di diffidenza in tutte quelle situazioni che potrebbero mettere in discussione l’efficacia della loro azione didattica. È molto facile, infatti, scaricare la responsabilità sui ragazzi che studiano poco, sono scarsamente motivati, per nulla disposti al sacrificio, tanto da risultare degli studenti mediocri per esclusiva loro colpa. Dall’altro lato, i loro “maestri” devono godere di una sorta di immunità che li trasforma in degli “intoccabili”, partendo dal presupposto che chi insegna sa farlo e non ha bisogno di nessun insegnamento. Guai, poi, a valutare il loro operato: ne fanno una questione d’onore.

Detto questo, è lecito porsi una domanda: a che servono, dunque, le rilevazioni dell’INValSI? La risposta più semplice sarebbe: a nulla. Quella più sensata è: ad offrire un quadro della situazione. Certo, ma leggere i rapporti dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione non è come leggere un elenco telefonico, di fronte al quale, attraverso una lettura selettiva, ci limitiamo ad individuare l’informazione che ci serve. I dati sulla scuola, invece, devono portare ad una riflessione seria che rappresenta il punto di partenza per migliorare la situazione. Che senso ha esultare felici se la preparazione degli allievi della propria regione è ai massimi livelli europei e abbattersi di fronte ad esiti deludenti? Prendere atto di una situazione e basta non porta da nessuna parte.

Stefanoni ritiene che sia necessario disinnescare il potenziale pericolo del pacco, con nutrite batterie preventive di test (ormai se ne trovano in giro di varia natura e qualità), che – anche se in barba alla programmazione didattica di classe – portino gli alunni a confrontarsi e a esercitarsi con tipologie di quiz verosimilmente simili a quelli che salteranno fuori dai plichi il giorno della prova. In effetti, non ha alcun senso far svolgere agli alunni dei test cui non sono abituati, senza un’opportuna esercitazione. Ma è anche vero che una didattica moderna e innovativa si serve proprio di quella tipologia di esercizi e che i recenti libri di testo contemplano un apparato operativo abbastanza vicino a quella tipologia di esercizi. Quello che manca, secondo me, è la capacità di alcuni insegnanti –i più pigri o i più restii al cambiamento, quelli che, in altre parole, si appellano alla “libertà di insegnamento” per non cambiare mai metodologia didattica- di adattarsi all’evoluzione che la nuova “utenza” presuppone. I ragazzi sono cambiati: perché mai gli insegnanti dovrebbero rimanere sempre uguali, fortemente ancorati ad un modello di didattica standarizzato che poteva andar bene vent’anni fa ma ora è assolutamente obsoleto e inadatto alle nuove generazioni?

Nel suo articolo Stefanoni riflette anche sui cattivi comportamenti di alcuni insegnanti che tenderebbero ad aggirare l’ostacolo, incentivando (per le rilevazioni degli apprendimenti, ovviamente, non per la prova nazionale) l’assenza dalla scuola nel giorno fatidico di quegli alunni un po’ troppo debolucci, che potrebbero far abbassare le prestazioni medie della classe sotto il livello di guardia. Se davvero esistono insegnanti così, a parer mio si comportano esattamente come quegli allievi che, per non affrontare un compito senza un’adeguata preparazione, marinano la scuola o fingono di stare male per rimanere a casa. Il problema, evidentemente, non si risolve: ci saranno altre occasioni in cui dovranno scontrarsi con una realtà che non piace.
Ma non basta: ci sono anche quegli atteggiamenti “opportunistici”, fatti di risposte sussurrate a voce un po’ troppo alta, tolleranza di occhiate furtive (ma neanche tanto), che cerchino di carpire risposte probabilmente giuste dal compagno più bravo. Addolcire il prodotto finale, intervenendo d’autorità con qualche “correttivo” nella trascrizione sul foglio risposte delle scelte di qualche alunno, «che certamente s’è distratto un momento, perché lui questa cosa la sa benissimo!». Così facendo, certi docenti si mettono allo stesso livello dei loro allievi che suggeriscono o passano bigliettini ai compagni: se va bene, l’allievo che ha goduto di tale beneficio prenderà un bel voto, ma così facendo non avrà colmato le sue lacune. Prima o poi i nodi verranno al pettine!

Insomma, se per l’università si è parlato tanto di “baroni”, per la scuola secondaria si può parlare di “bari”. Ma barando di certo non si migliora la situazione perché falsare i dati comporta una visione distorta della realtà scolastica della nostra povera Italia. Tuttavia, Stefanoni sostiene che non abbia molto senso prendersela con i docenti che hanno barato; una soluzione potrebbe essere quella di infondere una condivisa consapevolezza che non si tratta di difendere il buon nome di una scuola, ma di utilizzare un’opportunità che viene data alla scuola stessa di fare una necessaria azione di autoanalisi del proprio operato. Si impone, quindi, di rivedere le metodologie di insegnamento, che devono essere opportunamente ricalibrate in rapporto alle reali esigenze di apprendimento degli alunni e trovare le strategie più efficaci per consentire a ogni alunno di acquisire migliori livelli di abilità e di competenze. Solo così i risultati delle prove INValSI, previste anche per quest’anno scolastico per la classe prima della secondaria di 1° grado ed estese dal prossimo anno anche la seconda classe delle scuole superiori, potranno avere un senso.

Rimane il problema della valutazione dell’insegnamento: il ministro Gelmini ha, infatti, più volte annunciato un criterio, anche se non esplicitato, per valutare la qualità dell’insegnamento. Saranno, quindi, premiati con un incentivo economico i docenti più meritevoli, penalizzati con la sospensione della progressione economica quelli più scarsi. Se uno degli indicatori per la valutazione dovesse essere costituito dai risultati delle prove INValSI, siamo certi che i “bari” non colpiranno ancora? Con tutto il rispetto, pur condividendo la riflessione di Stefanoni, non credo che in questo caso sarà di primaria importanza stabilire, sulla base dei risultati, quali siano le mosse strategiche per migliorare la situazione.
Insomma, a me pare che il “gioco dei pacchi”, con tanto di sospetta fregatura, sia destinato a durare nel tempo, un po’ come l’intramontabile quiz televisivo.

RAZ DEGAN LASCIA “BALLANDO CON LE STELLE” PER PROBLEMI ALLA SCHIENA. VINCE L’EDIZIONE 2010 VERONICA OLIVIER

Mentre si sta svolgendo la finale di “Ballando con le stelle”, Raz Degan lascia la gara per seri problemi alla schiena. Alla Carlucci preme sottolineare che l’attore di origine israeliana è stato ricoverato in una clinica specializzata che cura gli sportivi, rimettendoli “in piedi” il più presto possibile. Ha dovuto sottoporsi a delle infiltrazioni direttamente nella colonna vertebrale per poter essere presente alla serata della finalissima.
Nonostante i dolori, Raz vuole ballare un paso doble con la sua maestra Samantha Togni; ma appena finita la sua esibizione informa di volersi ritirare. Fra le lacrime ringrazia tutti quelli che l’hanno sostenuto e si dichiara vincitore comunque per essere riuscito a riunire i suoi genitori, che non si vedevano da 37 anni, presenti in sala per assistere allo spettacolo.

Sinceramente dispiaciuti tutti, a cominciare da Milly Carlucci; anche i giurati si rammaricano e qualcuno osserva che il busto alla schiena gli ha permesso di mantenere una postura ottimale per il paso doble. Guillermo Mariotto, visibilmente commosso, donando a Raz la sua sciarpa arancione, esclama: “Ha vinto l’anima”, mentre più sarcastico Ivan Zazzaroni gli assegna il “premio della giuria” per non essersi mai lamentato dei voti assegnatigli.
Presente in sala anche la compagna di Degan, la soubrette italiana Paola Barale, che accoglie la notizia del ritiro con le lacrime agli occhi.

La coppia Degan-Togni viene, quindi, rimpiazzata dall’ultimo escluso dalla competizione la scorsa settimana: Stefano Masciolini con la sua mestra Alessandra Mason. I due sono evidentemente fuori allenamento e la maestra porta ancora una vistosa fasciatura ad un piede, causa un’infrazione ad un dito che si era procurata qualche settimana fa. Ma, come dice anche la presidente della giuria Carolyn Smith, anche con una gamba rotta, si va in pista.
La gara continua: ora che il principale rivale dell’invidioso nonché ritirato Lorenzo Crespi è out, che mai potrà succedere a Ron Moss? Il vincitore annunciato da Crespi, che aveva addirittura accusato gli autori di averlo “fatto fuori” perché, se avesse continuato la gara, avrebbe oscurato Moss che invece doveva vincere, ce la farà o dovrà lasciare lo scettro a qualcun altro?

Raz Degan non è il solo acciaccato in questa finalissima che sembra una gara a chi sta più male: Barbara De Rossi, infatti, si lamenta per una costola rotta ma stoicamente decide di continuare a ballare. Nelle performance appare un tantino rigida e il suo sorriso sembra alquanto stentato, tuttavia se la cava egregiamente fino al termine della gara: nell’ultima sfida per l’assegnazione del terzo posto stravince sulla più giovane e scattante Benedetta Valanzano. Con il trofeo in mano, raggiante ma comunque sofferente, Barbara può finalmente ammettere di aver passato la serata con l’impressione di avere una spada conficcata nel fianco (o qualcosa del genere). Brava comunque e soprattutto ammiratissima: in tutte le puntate i giurati hanno speso parole di encomio nei confronti dell’attrice quarantanovenne che, oltre ad aver conquistato tutti con la sua grazia e signorilità, è stata particolarmente lodata per il suo impegno che l’ha portata, nell’arco dei tre mesi e grazie alle otto ore di sala prove al giorno, a dimagrire in modo notevole. Un esempio per tutte le donne che, avvicinandosi ai cinquant’anni, si lasciano un po’ andare. La De Rossi, entusiasta per questa esperienza, ha dichiarato che non smetterà di ballare perché è una cura per il corpo e lo spirito.

Un momento particolarmente intenso della puntata vede protagonista la bella e brava Natalia Titova, rimasta senza ballerino dopo il ritiro di Lorenzo Crespi. Un ospite meraviglioso le fa da cavaliere in due balli: l’étoile Giuseppe Picone, trascina Natalia in due balli che rappresentano la fusione tra ballo classico e danza latina. Una meraviglia!
Anche quando i ballerini professionisti scendono in pista ballando fra di loro, lo spettacolo è entusiasmante. Guardarli volteggiare, intenti in mille acrobazie e prese, fa comprendere quale abisso ci sia tra i veri ballerini e i vip in gara. Certo, l’impegno delle “stelle” è da premiare, ma per essere definiti ballerini ci vorrebbero anni e anni di allenamento.

Arriviamo alla fase finale della serata: lo scontro tra Ron Moss, famosissimo attore americano interprete della fortunata nonché infinita soap opera Beautiful, dato per vincitore da tutti, o quasi, e la sconosciuta ai più Veronica Olivier. Il televoto, a sorpresa, premia la giovanissima attrice in coppia con il suo maestro Raimondo Todaro. La ventenne Veronica Olivier, scelta da Federico Moccia per il suo film Amore 14, ha sbaragliato gli altri concorrenti ammessi alla finale, con la sua freschezza e l’indubbia bravura. Ma Ron Moss merita i complimenti se non altro per aver affrontato, a 57 anni, una vera e propria maratona di ballo, fino alle ultime battute. E se qualcuno ha da ridire sull’esoso compenso di 900 mila euro, per me se li è sudati proprio tutti.

Che dire infine di Raimondo Todaro? Il giovane ballerino (ha solo ventitrè anni!) è alla sua quinta edizione di “Ballando con le stelle”. Nel 2005, al suo debutto, vince in coppia con la Miss Italia 2004 Cristina Chiabotto; nel 2006 partecipa nuovamente e porta alla vittoria anche la campionessa di salto in lungo Fiona May; quella attuale è la sua terza vittoria nell’arco di cinque edizioni.
A parte l’indubbia bravura (nonostante la giovanissima età, è stato diciotto volte campione italiano in varie categorie e specialità), non sarà anche la sua bellezza ad attirare l’attenzione delle ragazze che votano più lui che le “stelle”? Il dubbio è lecito e poi quest’anno la sua presunta storia d’amore con la sua allieva ballerina ha alimentato il gossip per tre mesi. Sono giovani e carini, hanno tutta la vita davanti, amore o non amore, la coppa di “Ballando” rimarrà sempre nei loro cuori e nella memoria del pubblico affezionato alla trasmissione.

[foto di Veronica Olivier da chronica.it]

È PRIMAVERA


Guardando fuori dalla finestra non sembrerebbe, ma la primavera ha inizio oggi (anche se tradizionalmente la data dovrebbe essere il 21 marzo). Il tempo è incerto, una lieve foschia mi impedisce di allungare, come sono solita fare, lo sguardo fino in fondo, attraversando la pianura, quasi a raggiungere il mare. Forse più tardi pioverà, ma si sa che il mese di marzo è un po’ pazzerello: ti illude che la nuova stagione sia alle porte, ma poi ti riserva delle sorprese poco gradevoli, a volte persino la neve, l’ultima della fredda stagione che ci lasciamo alle spalle.

La primavera non è la mia stagione preferita: io amo l’estate, non solo perché associo ad essa il periodo delle vacanze; amo il mare, i tuffi nell’acqua, la spiaggia con la sua sabbia dorata, il sole che brucia sulla pelle scaldando anche l’animo.
Ma la primavera da sempre è sinonimo di rinnovamento: la lunga stagione grigia, in cui la natura sembra addormentata, è terminata. A breve rivedremo gli alberi fiorire, l’erba verdeggiare sui cigli delle strade, i campi arati pronti ad accogliere i nuovi semi. Il seme della vita rinasce. I nostri pensieri si fanno meno tristi, dopo la forzata chiusura nella cupezza dell’inverno. Nuove speranze vengono accolte e cullate nei nostri cuori, e poco importa se poi irrimediabilmente l’attesa verrà delusa e la nostra vita scorrerà sempre uguale a se stessa, nel medesimo vortice frenetico di cui siamo prigionieri.

La primavera è anche la stagione dei buoni propositi, primo fra tutti quello di mettersi a dieta. Ci guardiamo allo specchio e ci chiediamo se mai troveremo il coraggio di infilare il bikini la prossima estate, a meno che non ci decidiamo a smaltire i chili di troppo, generoso e mai gradito regalo dell’inverno ormai passato. La primavera dura solo tre mesi, in fondo; i propositi non possono rimanere tali a lungo, quindi non conviene rimandare.
Quando, poi, pensiamo che con la bella stagione il movimento ci aiuterà a raggiungere con un certo successo e celerità il peso forma, ecco che l’effetto-primavera non si fa attendere. Quella incontenibile voglia di rimanere a letto più a lungo è esattamente il primo ostacolo ai buoni propositi. La sveglia suona sempre alla stessa ora ma mentre durante l’inverno eravamo pronti a scattare, ora vorremmo buttare quell’aggeggio insopportabilmente strillante fuori dalla finestra. D’altra parte, la maggior durata delle ore di luce ci consola: una passeggiata verso sera si potrà sempre fare.

La primavera è soprattutto il periodo degli amori, specie per i più giovani che confidano nella complicità del tempo favorevole allo sbocciare di sentimenti a volte ancora sconosciuti, quasi rispondendo ad un perpetuo desiderio di cambiamento. I vecchi amori rifioriscono, rallegrati da quella tavolozza multicolore che è la primavera e rinvigoriti dai raggi del sole che ritorna a splendere. Un nuovo slancio porterà i cuori sopiti a chiedere ed ottenere una nuova vita. Chi l’amore l’ha perduto può nutrire la speranza di un nuovo incontro: i battiti del cuore ritorneranno a correre veloci, dopo il lungo letargo invernale.

La primavera, insomma, è un inno alla vita. Per celebrare la nuova stagione ed il suo arrivo silenzioso, preannunciato da un venticello tiepido che ci accarezza dolcemente, mi piace ricordare i versi di un poeta lontano, Guglielmo d’Aquitania (esponente della poesia provenzale del XII secolo) che con la sua Come il ramo del biancospino celebra la dolcezza della primavera e in cuor suo si augura che l’amore ritorni a fiorire come il ramo del biancospino riprende vita allo sciogliersi del gelo, scaldato dai raggi del sole mattutino:

COME IL RAMO DEL BIANCOSPINO

Nella dolcezza della primavera
i boschi rinverdiscono, e gli uccelli
cantano, ciascheduno in sua favella,
giusta la melodia del nuovo canto.
E’ tempo, dunque, che ognuno si tragga
presso a quel che più brama.

Dall’essere che più mi giova e piace
messaggero non vedo, né sigillo:
perciò non ho riposo né allegrezza,
né ardisco farmi innanzi
finché non sappia di certo se l’esito
sarà quale domando.

Del nostro amore accade
come del ramo del biancospino,
che sta sulla pianta tremando
la notte alla pioggia e al gelo,
fino a domani, che il sole s’effonde
infra le foglie verdi sulle fronde.

Ancora mi rimembra d’un mattino
che facemmo la pace tra noi due ,
e che mi diede un dono così grande:
il suo amore e il suo anello.
Dio mi conceda ancor tanto di vita
che il suo mantello copra le mie mani
!

(traduzione di A. Roncaglia)