“AMICI” DI MARIA O RACCOMANDATI DAGLI INSEGNANTI?

amici_di_maria_de_filippiChissà perché il sabato pomeriggio, mentre tento di schiacciare il solito pisolino davanti alla TV, m’imbatto inesorabilmente in qualche programma di Maria De Filippi. Se non è “Il ballo delle debuttanti”, fortunatamente concluso anzi tempo, è “Amici”.

Ricordo la prima edizione: il titolo, secondo me più appropriato, era “Saranno Famosi”, ed era veramente una fucina di talenti, ragazzi normali che sapevano a mala pena canticchiare, ballicchiare e recitacchiare. Non l’ho visto tutto, ammetto, anche perché non è il mio genere di trasmissione, ma mi sono appassionata verso la fine quando ho scoperto che uno dei partecipanti era un mio concittadino. Dennis Fantina vinse e ne fui felice, anche se non l’ho granché apprezzato come cantante. Nemmeno ora, che qualche migliaio di CD è riuscito a vendere, può essere definito uno dei miei cantanti preferiti. Allora per lo meno apprezzai questo tipo di video – scuola in cui si poteva realmente vedere crescere dei “piccoli” artisti. Negli anni, di qualcuno si è continuato a sentir parlare, su altri è calato il silenzio, ma visto che hanno tutti potuto godere di un momento di celebrità, si può dire che l’obiettivo primario l’hanno raggiunto. Se poi aggiungiamo il fatto che hanno perfezionato ciascuno la propria “arte”,anche se la trasmissione in sé poteva sembrare alquanto costruita su cliché visti e stravisti, l’intento poteva essere comunque lodevole.
Non so come sia successo, ma ad un certo punto, con il procedere delle edizioni, la trasmissione si è trasformata in una specie di arena in cui la dote primaria pare essere diventata l’urlare più forte. Certo ci sono sempre i cantanti, gli attori e i ballerini, tutti accomunati, però, al di là della propria specialità, dall’arroganza, dalla presunzione, dalla saccenteria, dalla maleducazione …. Dall’altra parte, insegnanti che litigano fra loro, che si contendono i “banchi”, che s’insultano, sporgono denunce … E hanno il coraggio di chiamarla scuola? Io che ci vivo, in una scuola vera, m’immagino cosa potrebbe succedere se davvero noi insegnanti ci comportassimo così di fronte agli allievi e se permettessimo loro di rivolgersi in modo così arrogante e maleducato, o soltanto se ci lasciassimo guardare con quell’aria di superiorità e tollerassimo che ragazzi diciottenni o ventenni, che potrebbero essere nostri figli, ci diano del “tu”. Inconcepibile.

La cosa che mi ha più colpito nelle ultime edizioni, anche se non seguo le puntate e più che altro ne sento parlare, è la serietà e la franchezza con cui esprime le sue opinioni Alessandra Celentano. Lei è davvero l’insegnante più vicina al modello reale, quella che, anche a costo di deludere le aspettative dell’allieva, le dice in faccia quello che pensa. Ballerine, lo so, si nasce ed è poco probabile che lo si diventi. Lo so perché ho studiato danza classica da ragazzina e avevo un’insegnante ancora più crudele della Celentano. Bisogna capire, innanzitutto, che non si può prescindere dal fisico. È come se si dicesse ad uno stonato come una campana che può diventare un novello Frank Sinatra. Se la voce c’è, si può imparare la tecnica, perfezionarsi e diventare cantanti, altrimenti no.

A prescindere dal fatto che chiamare “scuola” quella di “Amici” è un eufemismo, tuttavia si presume che, visti i provini e le rigorose selezioni, vi accedano quei ragazzi che realmente hanno le doti e, quindi, qualche speranza di migliorare magari arrivando fino alla fine del programma. Personalmente, però, sentendo le esibizioni degli allievi e osservando i balletti, ho notato che arrivano sempre più bravi e preparati, come se studiassero anni prima di presentarsi alle selezioni. Insomma, quella che manca, secondo me, è la spontaneità, l’ingenuità e anche l’impreparazione dei ragazzi delle prime edizioni. Ed era proprio quella la condizione che rendeva il programma interessante.
Sabato pomeriggio ho sentito una ragazza (non ricordo il nome e da ciò si evince che la trasmissione proprio non la seguo)cantare “Se telefonando”. Un brano non proprio semplice, come ha ammesso lo stesso Vessicchio, che a me è sembrato cantato più che bene, tanto che, ricordando l’interpretazione di Mina, mi sono venuti pure i brividi. Eppure, la poveretta è stata stroncata dal maestro Palma che ha contato ben diciotto errori! Figuriamoci se l’interpretazione fosse stata perfetta. Magari sono io che non so giudicare. Mah.

Rimanendo sulla puntata di sabato pomeriggio, c’è stata pure un’espulsione, quella di Arturo. Pare, anzi è sicuro perché lui stesso ha ammesso la colpa, che ancor prima di aver notizia dell’ammissione alla scuola e, presumibilmente, senza essene certo, avesse fatto delle esibizioni canore sfruttando, durante lo spettacolo, il logo di “Amici”. Non entro nel merito della questione, tuttavia ritengo che, nonostante la faccia seria, contrita, quasi basita della commissione, tutti gli insegnanti fossero consapevoli che quell’Arturo potesse avere la certezza di entrare nella scuola, anche prima che l’ammissione fosse ufficiale. Perché? Ve lo spiego subito.

Qualche giorno fa ho incontrato un mio ex allievo. Ricordo che, appassionato dell’arte canora, attendeva con ansia i diciotto anni per presentarsi alle selezioni di “Amici”. Nonostante, come s’è capito, io non sia una fan del programma, non espressi parere negativo e lo incoraggia a rincorrere il suo sogno. Bisogna considerare, infatti, che le aspirazioni personali non devono essere stroncate e che anche un provino per partecipare ad una trasmissione televisiva può servire da stimolo, specie per le persone con un’autostima non proprio alta.
Poi, con il passare del tempo, pensai che, acquisita una maggiore maturità, il ragazzo avesse accantonato quel proposito. E invece no. Infatti, mi ha detto di aver fatto i provini la scorsa estate. Una delusione, e non soltanto perché non era stato preso. Mi ha raccontato che i provini durano trenta secondi, al massimo un minuto. Un tempo decisamente esiguo per poter dimostrare le proprie capacità. I cantanti, ad esempio, vengono provinati a gruppi di sei, accomunati dalla scelta della stessa canzone, ciascuno tiene in mano il microfono qualche secondo e poi lo passa al vicino. Per i ballerini idem: entrano a gruppi di otto, quattro avanti e quattro dietro e dopo pochi secondi si scambiano la posizione. Alla fine vengono scelti due o tre che vanno avanti. Gli altri a casa.
Il mio allievo, poveretto, è tornato a casa. Prima di ripartire, però, ha incontrato una sua amica che aspettava di entrare. Lui, già esperto, le ha raccontato com’era andato il suo provino, come per dirle “non farti tante illusioni”. Lei, però, sembrava non essere particolarmente preoccupata.
Qualche tempo dopo, incontra il padre della sua amica e gli chiede l’esito del provino. L’uomo, seccato, riferisce che la figlia non era stata presa, eppure aveva pagato un bel po’ di soldi. Peccato, però, che nello stesso gruppo in cui si trovava la ragazza, qualcuno avesse pagato più di lui. E poi c’erano tutti i “protetti” degli insegnanti, gente che faceva gli stages con loro, pupilli che se non proprio per le doti, almeno per le quote elargite, avevano dei diritti in più rispetto ai comuni mortali come il mio ex allievo.

Mentre il ragazzo mi parlava, ho pensato ad un episodio che avrebbe dovuto farmi capire come stanno realmente le cose. Qualche tempo fa, sempre nella puntata di sabato pomeriggio, avevo assistito ad una diatriba tra l’insegnante di danza hip-pop, Maura, e una ragazza che rischiava di perdere il “banco” di classica: questa rinfacciava alla prof di privilegiare l’altro allievo in quanto lo conosceva da tempo, erano vicini di casa e aveva frequentato dei corsi con lei. Lì per lì non ci avevo fatto caso, anzi avevo cambiato canale perché ero proprio disgustata dall’atteggiamento di entrambe.
Ora capisco. Prima di tutto perché i ragazzi sono sempre più bravi e preparati, poi l’astio che gli insegnanti sembrano provare gli uni nei confronti degli altri, infine perché c’è gente così brava in giro e non riesce a superare i provini nonostante li tenti ogni anno.

Allora, prima di spendere soldi per il viaggio, perdere un sacco di tempo, studiare tanto per prepararsi …. consiglio ai ragazzi di coltivare le loro passioni senza sogni di gloria. Se succede anche nelle scuole private che agli allievi vengano consegnate le risposte dei test d’esame, non meravigliamoci se ad “Amici” entrino solo i raccomandati dagli insegnanti. C’est la vie!

6 pensieri riguardo ““AMICI” DI MARIA O RACCOMANDATI DAGLI INSEGNANTI?

  1. Ciao zia ;-)…innanzitutto complimenti, non avevo mai avuto occasione di leggere un tuo scritto ed ora che ne ho avuta l’opportunità devo dire davvero: complimenti!!!
    Venendo all’articolo, mi ritrovo molto nel tuo punto di vista e credo che non ci sia molto da aggiungere.
    Trovo giusto ed obiettivo il tuo commento finale ma ne carpisco un non so che di triste e malinconico, c’è un forte retrogusto di rassegnazione.
    Voglio perciò sottolineare alcuni aspetti positivi del programma ed alcuni risvolti, che ci sono stati negli anni, che non solo ti danno ragione ma ti dovrebbero ridare un po’ fiducia in quello che è l’opinione pubblica.
    Metaforicamente credo che “Amici” sia un po’ coma la vitamina C, forse non serve a nulla ma di sicuro non fa male a nessuno. Ci guadagnano tutti: chi ci lavora dentro e attorno, i ragazzi, i paesi di provenienza dei ragazzi, la tv, le compagnie telefoniche, e chi più ne ha più ne metta. Ovvio che come in tutte le grandi organizzazioni/manifestazioni/eventi c’è chi ci marcia e chi fa il furbo, ma questa è una regola universale che vale ovunque, chi più chi meno tutti usufruiamo di amici e parenti e dispensiamo piaceri quando possiamo, se zio carabiniere mi ferma da che mondo è mondo non mi darà la multa. A questo si aggiunge che le raccomandazioni possono valere per l’ingresso, forse per gli esami di sbarramento ma una volta al serale, vale solo l’opinione del pubblico sovrano. Qui viene il bello, perché, mentre tutti potrebbero aspettari che vinca il più figo il più duro o il più vivace, sbuca fuori da un paesino della carnia Ivan D’andrea che, nonostante un livello tecnico ed una preparazione sotto la media, con educazione, umiltà, applicazione, senso di responsabilità e impegno, vince un’insperata finale e riscuotendo consensi e complimenti da insegnanti opinionisti e stampa, nessuna polemica sulla sua vittoria, anzi tutti i giornali sottolinearono la grinta con cui affrontò ed eliminò uno ad uno i suoi compagni “urlatori”, una delle pagine più belle della tv…Comunque anch’io voglio dare un consiglio che non si allinea molto con il tuo: …mandi zia

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  2. sognate pure ragazzi e non abbiate paura delle delusioni, perchè fanno anch’esse parte della meravigliosa varietà della vita, fate i provini se ve lo sentite i biglietti del treno non sono un problema, l’esito non è importante ma non permettetevi mai di perdere le speranze e la capacità di sognare. Avrai perso solo quando smetterai di tentare

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  3. Ciao Luca e benvenuto sul mio blog!
    Grazie per i complimenti e per aver letto il post … spero tu legga anche gli altri. 😉

    Innanzitutto concordo con te quando dici che spesso nella vita si va avanti con le raccomandazioni. Tuttavia quello che proprio non mi va giù è il messaggio che si da ai giovani: non importa come, l’importante è raggiungere l’obiettivo. Se quella di Maria si chiama “scuola”, allora dovrebbe essere un luogo dove si trasmettono delle conoscenze, attraverso le quali gli allievi possono migliorare le proprie capacità, ma anche educazione, nel senso che si contribuisce alla formazione dell’individuo. Fatta questa analisi, si capisce facilmente che “Amici” non è una scuola, è solo spettacolo e risponde alle leggi dello spettacolo.

    È giusto che i ragazzi inseguano dei sogni, tuttavia non è corretto far capire loro che spesso vale più il dio denaro della loro bravura. Anche se, come tu dici, una volta arrivati al serale, sarà il pubblico a decidere. Proprio per questo qualche anno fa è stato premiato Ivan: quello che ha colpito è stata proprio la sua spontaneità, la sua educazione, la sua modestia … Alla fine l’educazione “paga”, ma non sempre, altrimenti la scorsa edizione non sarebbe stata vinta da Marco Carta, persona arrogante e maleducata.

    Secondo me è giusto coltivare delle passioni e fare di tutto per migliorarsi. Quello che è sbagliato, però, è il sogno di celebrità che i ragazzi hanno e che è determinato dai modelli proposti. A chi piacerebbe passare la vita cantando per gli amici alle feste e nel frattempo lavorare onestamente con un modesto stipendio, sapendo che “apparendo in TV” e avendo un certo successo si può vivere facendo serate lautamente retribuite? 😦

    Io, comunque, resto dell’idea che qualche volta sia meglio lasciare i sogni nel cassetto, piuttosto che essere consapevoli che la loro realizzazione sia in parte frutto di una “spinta”.

    A presto. 😀

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