ZERO IN CONDOTTA A BRIGA, RAPPER DI AMICI

Mattia-Briga
Amici è una delle poche trasmissioni delle reti Mediaset che seguo. Quest’anno, a dire il vero, non l’ho seguita con costanza e comunque sono solita guardare solo il serale. Ad ogni modo, anche se so che qualche lettore arriccerà il naso, devo confessare che Amici mi piace. Negli ultimi anni ancora di più, per l’esattezza da quando, almeno nel serale, hanno tappato la bocca ai cosiddetti insegnanti che spesso si accanivano contro i ragazzi della squadra avversaria solo nel tentativo di mettere in risalto i pregi dei propri pupilli.

Devo ammettere che i talentuosi del ballo e del canto che si contendono la vittoria sono sempre più bravi e preparati. La trasmissione perde certamente in spontaneità ma mette in luce le capacità dei giovani che ben sanno quanto il palcoscenico di Amici possa essere un’occasione unica per sfondare nel mondo dello spettacolo.

Ma la fama, si sa, è effimera. Bisogna innanzitutto meritarsela e mantenerla facendo emergere le proprio doti ma anche il carattere. E a volte nemmeno il successo ottenuto nell’immediatezza è garanzia di fama duratura. Lo sanno bene alcuni degli ex allievi di Amici: Marco Carta, ad esempio, che dopo la vittoria di Sanremo non mi pare abbia concluso granché; Valerio Scanu che, a mo’ di equilibrista, cerca di rimanere in piedi sulla ribalta che sembra più sdrucciolevole che mai, passando da un talent (Tale e quale show) a un reality (L’isola dei famosi) e accontentandosi dei fedelissimi fan (tra i quali le famose zie) su cui sa di poter contare sempre.

Non a caso ho citato proprio Marco e Valerio, personaggi alquanto arroganti, trasgressivi e pieni di sé (almeno ai tempi della loro partecipazione ad Amici), per arrivare al topic di questo post.

Nell’ultima edizione del popolare talent show dell’inossidabile Maria, si è distinto in particolare un concorrente, poi arrivato – fortunatamente – secondo: Mattia Briga. Più che le virtù canore, che non mi pare siano così eccelse (ma è anche vero che il rap non è la mia passione), ha messo in luce un pessimo carattere, grazie anche ai continui battibecchi avuti con Loredana Bertè, che partecipava come giudice.

Ammetto che mi sono stupita della cultura in ambito musicale e della saggezza della cantante. Molto meno stupore ha destato in me il suo carattere sanguigno, la spontaneità condita con un pizzico di turpiloquio – che male non fa – con cui ha tenuto testa al giovane Briga che ha manifestato, nel confronto con la Bertè, tutta la sua arroganza, la sua poca educazione (una signora va trattata con rispetto, anche se t’insulta) e la pienezza di sé.

Eppure pare che il rapper abbia uno stuolo di fan. Non so se grazie alla sua musica – se così si può definire – o al fatto che è un belloccio, con sguardo penetrante e aria di sfida che evidentemente fa colpo sulle ragazzine. Fatto sta che, qualche giorno fa, mentre era intento a firmare autografi, naturalmente sulle copertine del cd che è ai vertici delle classifiche, ha dimostrato che oltre al talento bisogna sfoggiare anche un po’ di diplomazia. Sempre che si voglia mantenere in futuro la celebrità acquisita in poche puntate del serale di Amici.

Sarà pure una scuola, quella di Maria De Filippi, ma è evidente che le lezioni dei classici sono trascurate. Altrimenti Briga avrebbe imparato la lezione dal Sommo Poeta Dante Alighieri che, nell’XI canto del Purgatorio – a proposito, guarda un po’, dei superbi – riferendosi alla gloria terrena scrive:

Non è il mondan romore altro ch’un fiato
di vento, ch’or vien quinci e or vien quindi,
e muta nome perché muta lato
.

Il mondan romore, la fama, è un alito di vento e come tale ha vita breve. A meno che chi l’ha ottenuta, per qualche merito o soltanto per simpatia, non sappia gestirla al meglio. E come si fa a mantenere il successo? Trattando bene i fan, per prima cosa.

Mattia Briga non ha studiato il canto del Purgatorio, o se l’ha studiato a scuola, quella “normale”, ha dimenticato la lezione.

Ma veniamo ai fatti. Una ragazzina, che per vendicarsi del trattamento avuto da parte dell’adorato – ormai ex – rapper ha postato sul profilo Facebook anche un filmato, racconta che dopo otto ore di fila per riuscire ad avvicinarsi al suo idolo, non solo non è riuscita ad ottenere l’autografo, perché non recava con sé il cd, irreperibile a suo dire, ma è anche stata allontanata a malo modo da Briga e dalle guardie che cercavano di trattenere l’esultanza delle orde di fan.

Così Federica Fusco, la fan delusa, racconta l’accaduto: L’uomo [la guardia, NdR] gli spiega che ero priva di cd e lui, con una faccia schifata, gli dice di “No, non posso” e mi fa andare avanti. Provo ancora a chiedere una foto ma la guardia, sotto suo ordine, mi spinge e mi fa uscire.

Non so se dopo quanto esternato dalla giovane, Mattia si sia concesso un sano momento di riflessione. Certamente Federica gli ha impartito una lezione che non è inclusa nei programmi della scuola di Maria. Il testo pubblicato sulla pagina Fb si conclude con queste parole:

Caro Briga, con tutti i soldi che stai guadagnando comprati un po’ di umiltà.

Eh no, cara Federica, l’umiltà non si compra. Non c’è mastercard che tenga.

[foto e fonte della notizia da questo sito]

SCHETTINO ATTACCATO DALLA “RETE” PER L’INTERVISTA A “QUINTA COLONNA”.

Stasera il comandante della nave da crociera Costa Concordia, naufragata a pochi passi dal porto dell’isola del Giglio, nell’arcipelago toscano, il 13 gennaio scorso, causando la morte di 32 persone, sarà intervistato in esclusiva all’interno della trasmissione di attualità “Quinta Colonna, su canale 5.

Già la scorsa settimana, durante la prima puntata, al comandante della Concordia, appena liberato dagli arresti domiciliari, era stata data la possibilità di diffondere un memoriale. Ora, però, l’annuncio della sua esclusiva a Mediaset ha provocato una sorta di insurrezione in rete (leggi QUA). Si parla, infatti, di un compenso di 50mila euro offerto all’ex comandante Schettino, notizia smentita dallo stesso Salvo Sottile, il conduttore della trasmissione. Addirittura pare che l’Ascom abbia chiesto la confisca preventiva della somma pattuita.

Ora, il mio parere sulla vicenda l’ho espresso più volte e non voglio ripetermi. Quel che mi preme è ricordare ai “signori della rete” che la nostra Costituzione recita: “L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva” (comma 2, articolo 27). Anche se la responsabilità di Schettino su quanto accaduto è fuori da ogni ragionevole dubbio, non capisco l’accanimento dei media su una persona che, a quanto pare, non ha nemmeno diritto di difendersi e di dire la sua. E non si obietti, ora, che le indagini hanno appurato la sua incontrovertibile colpevolezza, perché, fino a prova contraria, non è ancora iniziato un processo (anzi, Schettino non è nemmeno stato rinviato a giudizio) e, comunque, i gradi di Giudizio in Italia sono tre e ci vorranno anni prima di poter definire Schettino davvero colpevole e, nel caso, in relazione a quali reati.

Che poi abbia o non abbia ricevuto un compenso per me è del tutto indifferente. Se i media hanno veicolato l’attenzione dell’opinione pubblica sul caso non vedo con quale diritto abbiano il coraggio di obiettare in tal senso. Sono loro ad aver creato il “fenomeno Schettino”, fin dalla pubblicazione e divulgazione della famosa telefonata con il Comandante De Falco.

QUI potete leggere il testo dell’intervista … a proposito di esclusive! [dallo stesso sito è tratta l’immagine]

“BACIATI DALL’AMORE”: L’ULTIMA FICTION DI TARICONE A NOVEMBRE IN TV

Pietro Taricone è morto il 29 giugno 2010, appena un mese dopo aver girato la serie tv in sei puntate Baciati dall’amore. Recentemente, alla IV edizione del Galà del Cinema e della Fiction in Campania l’ultima fiction girata da Pietro Taricone ha vinto il premio come miglior serie tv. Per espressa volontà di tutto il cast, Baciati dall’amore, che andrà in onda su Canale 5 a metà novembre, sarà dedicata all’attore scomparso ad appena trentacinque anni in un incidente di lancio con il paracadute, sport nel quale Taricone era espertissimo e per il quale nutriva una grande passione, trasmessagli dalla moglie, l’attrice polacca Kasia Smutniak, madre della sua Sophie.

Forse potrà stupire la messa in onda così tardiva, ad un anno e mezzo dalla fine delle riprese. Ma, come spiega il regista della fiction, Claudio Norza, è stata una scelta meditata: «Va in onda adesso per rispetto alla sua famiglia: tanti squali non si sarebbero certo fatti scrupolo di cavalcare l’emozione a ridosso del tragico evento.»

Certamente, però, gli estimatori dello sfortunato attore campano, già concorrente del Grande Fratello 1, non mancheranno di seguire l’ultima fatica del Guerriero. Molti, infatti, sono i fan che non l’hanno dimenticato e lo rimpiangono. Secondo Norza, inoltre, questa serie premia il talento comico di Taricone che nelle fiction girate in precedenza non era emerso in modo così prepotente: «Pietro era sottoutilizzato. Ne La Squadra era il coattello, nella serie Tutti pazzi per amore faceva il bello un po’ ignorante, ma è qui che è emerso il suo talento comico. Sarebbe uscito rinnovato da questa esperienza, lui lo sapeva e ci teneva tantissimo. Per il pubblico sarà una rivelazione».


Nel backstage che ho seguito nel primo pomeriggio su Canale 5 ho potuto constatare che il cast è notevole (certo, per chi segue questo genere di spettacolo) a partire dai protagonisti Giampaolo Morelli e Gaia Bermani Amaral; e poi Marisa Laurito e Lello Arena, Alessandra Berzaghi, Marco Columbro e Carola Stagnaro … per citare solo gli attori che ho riconosciuto nel trailer. Quello che colpisce è la mistura tra Nord e Sud, lo scontro-incontro tra due mondi così diversi che sembra di gran moda negli ultimi tempi.

La fiction, girata nella sua Campania, ha consacrato Taricone nel vero ruolo da star. Il regista di Baciati dall’amore lo conferma: «La star era lui. La gente lo amava, era Pietro quello che firmava più autografi di tutti. Era una persona generosa e piena di talento: dopo averlo visto in questa interpretazione, nessuno potrà più dubitarne».

Un’ultima osservazione: nella fiction, oltre a Taricone, recita anche un altro ex Grande Fratello: Flavio Montrucchio. Se fosse stata prevista anche la partecipazione di Luca Argentero (ormai lanciatissimo tra cinema e tv, dove presenta Le Iene), avremmo potuto vedere recitare insieme gli unici ex concorrenti del reality più amato dagli Italiani, che possano vantare una carriera artistica degna di chiamarsi tale.
Per Pietro finita troppo presto, purtroppo.

Oggi è il giorno di Ognissanti. Mi è sembrato carino ricordarlo con questo post.

[fonte: Leggo.it]

AGGIORNAMENTO DEL POST, 17 NOVEMBRE 2011

Baciati dall’amore» è una commedia sentimentale, tanto garbata quanto fragile, tanto convenzionale quanto gradevole. Scritta da Carlotta Ercolino, diretta da Claudio Norza sarà soprattutto ricordata perché è l’ultima interpretazione di Pietro Taricone, nella parte di un cantante napoletano neomelodico (Canale 5, martedì, ore 21.20, sei puntate).

Pietro è Antonio Gambardella, figlio «bamboccione» di Lello Arena e Marisa Laurito con una grande passione per il canto che esercita tra matrimoni, comunioni e serenate. Ma il protagonista principale della serie è Carlo Gambardella, il fratello di Antonio interpretato da Giampaolo Morelli, che abbandonato dalla moglie con cinque figli, vive un amore travolgente per la biologa marina Valentina, interpretata da Gaia Bermani Amaral. Poi c’è lo scontro fra le due famiglie (Nord contro Sud), e poi c’è la commedia degli equivoci (Arena viene scambiato per il temibile boss Tano Bambardella) e poi… E poi non c’è più Pietro. E ci manca. Quel suo sorriso, quella sua spavalderia, quella voglia di imporsi in un mondo che lo guardava con molta diffidenza e cercava gli fargli scontare il peccato originale del «Grande Fratello». Eppure Pietro ha dimostrato di saperci fare: con «Distretto di polizia», «Don Gnocchi», «Codice rosso», «La nuova squadra», «Tutti pazzi per amore». E poi il cinema, la pubblicità, il teatro.

Dietro la scorza dura del palestrato o dello sciupafemmine c’era un ragazzo sensibile che si interrogava sul significato della sua esplosione mediatica: il successo si raggiunge così facilmente? Come faccio a non restare prigioniero di questa macchina infernale? Sarò capace di vivere sotto i riflettori senza restare accecato? Si poneva delle domande, inseguiva consigli, cercava di sfuggire alla spietatezza del baraccone televisivo. Vederlo nelle vesti di un cantante neomelodico fa un certo effetto, ma fino all’ultimo ha voluto sorprenderci.

di Aldo Grasso per Il Corriere

IL NUOVO REALITY MEDIASET, UFFICIO DI COLLOCAMENTO PER PROF PRECARI

Si sa, Silvio Berlusconi ha un cuore grande e aiuta chi ne ha bisogno. Se non lui direttamente, il suo network televisivo, Mediaset, ha messo in cantiere un nuovo reality show, il cui titolo dovrebbe essere “Non è mai troppo tardi” (ripreso dalla vecchia trasmissione tv anni Sessanta, condotta dal celebre maestro Manzi), e sta cercando precari della scuola. E non c’è da stupirsi che lo spot vada in onda al mattino, quando i disoccupati, della scuola e non, si trovano in casa, in attesa della telefonata o della mail che pare non arrivino mai.

Ma i precari della scuola, decisamente contrariati dalla situazione venutasi a creare in seguito alla legge 133 firmata dalla Gelmini, Tremonti e Brunetta, sarebbero interessati a lavorare per il “nemico”? L’offerta è allettante: chi viene selezionato incassa in un sol colpo 150 mila euro, dieci anni di stipendio come ricorda crudelmente lo spot. Ma tutti questi soldi per fare che?

Dunque, l’idea è questa: reclutare i concorrenti dei vecchi reality Mediaset, scelti fra i più ignoranti (il che pare non essere tanto difficile), che sarebbero preparati dai prof precari a superare un quiz. L’obiettivo dei concorrenti è quello di arrivare primi, mentre agli insegnanti basta partecipare, visto che i 150 mila euro sono garantiti comunque.

Ora, tutti sanno che il problema dei precari della scuola è serio; è un problema di non facile soluzione che, solo qualche giorno fa, il ministro Gelmini ha definito enorme. Un problema ereditato dalle precedenti legislature e determinato da scelte irresponsabili, con politiche che hanno fatto lievitare fino a 240mila il numero degli insegnanti abilitati e iscritti nelle graduatorie, a fronte di soli circa 30mila posti vacanti l’anno. (LEGGI QUA)

Stando così la situazione, un bel premio di 150 mila euro dovrebbe essere ambitissimo e invece … Protesta Brunello Arborio, fondatore del Forum precari scuola: «Prima il governo mette gli insegnanti in mezzo alla strada con i tagli agli organici poi le televisioni della famiglia del premier sfruttano la loro disperazione con la solita lotteria della fortuna». A ruota lo segue Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd: «Il governo ignora i precari e loro diventano persino fenomeni da baraccone degli show, una vergogna». E non poteva mancare il dissenso dell’IdV che, per voce di Felice Belisario, fa sapere che il berlusconismo taglia i fondi a scuola, università e cultura per ridurre gli operatori di questi settori a prostituirsi moralmente per un tozzo di pane.

Potrei continuare ma mi fermo qua. Sono concorde con chi protesta, al di là dello schieramento politico e indipendentemente dal fatto che sia Mediaset (l’idea poteva essere anche partorita dalla Rai, non sarei stata comunque d’accordo) a proporre questo programma che, dopo le proteste, rischia di essere rinviato. Eppure per Massimo Donelli, direttore di canale 5, il progetto è valido: «Trovo quantomeno singolare che si faccia il processo a un programma non ancora andato in onda» e aggiunge che lo scopo è quello di «valorizzare una professione che è troppo spesso sottovalutata». Ma che nobile intento! Certo che in una trasmissione televisiva, sotto gli occhi di tutti, alla luce del sole, anzi dei riflettori, si potrebbe provare che i precari a spasso sono degli «insegnanti preparati e disposti a colmare, in una dimensione insieme seria e ludica, le lacune degli alunni-star».

In fondo, che male c’è? Milly Carlucci nel suo “Ballando con le stelle” recluta i vip e li fa addestrare da maestri selezionati, spesso campioni italiani, se non del mondo, di danza sportiva. Bravissimi e preparati, senza dubbio. Peccato, però, che, pur avendo anche il ballo un certo spessore culturale, dar lezioni di cha cha cha o di jive non sia esattamente come trattare Dante o Einstein in classe. E poi il dubbio che possa nascerne una trasmissione di propaganda pro governo c’è, ed è legittimo. Arborio, il professore che ha lanciato l’allarme, sostiene che magari faranno come a Forum: Finti insegnanti figuranti che parleranno bene della riforma Gelmini, oppure che infilano un errore dopo l’altro per dipingerci come una massa di ignoranti e preparare il terreno ad altri tagli.

A pensar male si fa peccato, ma senza essere così maliziosi e sospettosi, a me non pare che la didattica possa essere soggetto di uno show, anche se il fine di acculturare dei vip ignoranti è nobile. Tuttavia, per loro c’è sempre Cepu, o no?

[fonte: Il Corriere]

AGGIORNAMENTO DEL POST, 16 APRILE 2011

Niente più show per giovani docenti bisognosi di denaro. E’ stato cancellato «Non è mai troppo tardi», lo show di Canale Cinque che era inizialmente previsto per maggio.

Lo spettacolo, i cui i conduttori erano già stati individuati in Federica Panicucci e Alfonso Signorini, si riproponeva di far tornare alcuni vip sui banchi di scuola, con i giovani docenti precari che avrebbero dovuto colmare le loro storiche lacune preparandoli a partecipare ad un quiz finale. L’indiscrezione arriva dal blog di Davide Maggio, e sembra essere stata confermata anche dalla direzione del settimanale «Sorrisi e Canzoni». I motivi della soppressione non sono ancora chiari, ma senza dubbio dovrebbe avere influito la polemica scatenata dalla presenza nel programma di professori precari, a cui era stato promesso un premio di dieci anni di stipendio. [da Il Corriere]

Come volevasi dimostrare.

DIANA DEL BUFALO PRONTA AL DEBUTTO CON I NUOVI AMICI DELLA GIALAPPA’S


Questo pomeriggio, durante la trasmissione del sabato di “Amici” di Maria De Filippi, abbiamo assistito ad un gustoso anticipo del prossimo appuntamento dell’ormai ex concorrente Diana Del Bufalo con i nuovi amici della Gialappa’s. (CLICCA QUI per guardare il VIDEO)

In attesa del debutto di mercoledì 9 febbraio (in seconda serata, alle ore 23 circa, su Canale 5) di Mai dire Amici, abbiamo visto una Diana strepitosa e del tutto naturale, nel senso che ormai è del tutto assodato che lei ci è, non ci fa. Riposta nell’armadio la tuta blu, Diana si è presentata nel suo old style, con gonnellona a fiori, una mise che aveva già sfoggiato nella puntata di “Amici” in cui da aspirante conquistò la maglia da titolare per il canto.

Lo scambio di battute fra Diana e i suoi nuovi “amici” ha intrattenuto il pubblico per una decina di minuti. Un ritorno in grande stile, dopo l’eliminazione, forse ingiusta, avvenuta due settimane fa, per una concorrente che, qualora non dovesse sfondare come cantante, ha già aperte davanti a sé, anzi spalancate le porte del mondo dello spettacolo.

In bocca al lupo, Diana. Nella storia decennale di “Amici” hai già lasciato un segno indelebile.

[foto tratta da questo sito]

AGGIORNAMENTO DEL POST, 10 FEBBRAIO 2011

Il debutto di Diana e i suoi amici della Gialappa’s non è andato poi così male, essendo un programma trasmesso in seconda serata: 2.529 telespettatori per il 14,03% di share.
Va un po’ meglio per Matrix, trasmesso di seguito su Canale5 (1.118 15,21%), ma la wowissima Diana riesce a battere Parla con me, trasmesso su Rai3 (1.734 12,85%).
Secondo qualcuno, di quelli della Gialappa’s si sarebbe potuto benissimo fare a meno, ma di Diana assolutamente no. E intanto si ricomincia a parlare di ripescaggio

I BAMBINI FANNO O… DIENS


Guardare qualcosa di originale in Tv, di questi tempi, è diventato quasi impossibile: dai talk show pomeridiani e serali, alle fiction, ai programmi di intrattenimento le trasmissioni si assomigliano un po’ tutte. Clamoroso è, in particolare, il caso di due programmi che vedono come protagonisti dei bambini canterini che si rincorrono, nei palinsesti televisivi, sfidandosi a suon di audience (letto odiens, se volete, così si capisce il titolo del post!).

Di questo tipo di spettacolo ho già parlato altrove (QUI e QUI) e ribadisco che non mi piace. Non mi piace vedere la continua competizione cui sono costretti dei bambini, a volte molto piccoli, e degli adolescenti che si affacciano al mondo dello spettacolo con chissà quali aspettative. Sia la Clerici, che presenta “Ti lascio una canzone” su Rai 1, sia Gerry Scotti, che conduce “Io canto” su Canale 5, difendono i propri show asserendo che per i bambini si tratta, innanzitutto, di un gran divertimento. Io non ci credo. Dietro questi bambini così divertiti ci sono dei genitori che li spingono a mettere in luce il loro talento e, applaudendo dalla platea con tanto di lacrime agli occhi, coltivano l’intima speranza che il proprio pargolo ce la faccia perché è in assoluto il più bravo. Al confronto, Anna Magnani di “Bellissima” appare una dilettante.

Ma non bastavano, evidentemente, ben due trasmissioni clonate trasmesse in prima serata nell’arco della stessa settimana (fortunatamente non nella medesima giornata). No, non era sufficiente esibire i piccoli campioni alle prese con le gare canore. Da giovedì, infatti, parte lo show di Paolo Bonolis, “Chi ha incastrato Peter pan?”.
Nella trasmissione di Bonolis i bambini non devono dimostrare altra dote che la spontaneità. Almeno, così pare. Ma chi ha visto le passate edizioni, si sarà reso conto che anche in questo caso, benché non esista una gara tra i fanciullini, tutto sa di costruito. Come in “Io canto” e “Ti lascio una canzone” i concorrenti scimmiottano i grandi, nel modo di atteggiarsi e di vestirsi (senza parlare dei testi delle canzoni, per nulla adatti a dei bambini), in “Chi ha incastrato Peter Pan?” i piccoli protagonisti sono abilmente guidati a fare e dire ciò che viene loro suggerito. Ai limiti della decenza, talvolta. Mi vengono in mente, ad esempio, le domande rivolte dai piccoli intervistatori a Ilary Blasi, la dolce metà di Francesco Totti: decisamente maliziose. Troppo per essere farina del loro sacco.

Bonolis, tuttavia, garantisce che i bambini non recitano a copione: Siamo riusciti a trovare bambini spontanei e non bambini che recitano giocando a fare i bambini. Ma non è facile. La cultura dominante è quella dell’immagine, dell’apparire, e i bambini non sono esenti da questo gioco al massacro. Di conseguenza è più difficile rintracciarne di spontanei, dichiara a TV Sorrisi e Canzoni (numero 41/2010, pagina 15; si può leggere parzialmente l’intervista a questo LINK ).
A me, sinceramente, sembra che anche lui non sia esente dal gioco al massacro, di quella guerra all’audience in cui se perdi, ti cancellano il programma, E Bonolis questo non se lo può permettere. Quindi, si prepara pure lui a questa guerra il cui trofeo è costituito dalle percentuali di share, proprio in questo periodo, proprio in concomitanza con alte due trasmissioni animate da piccoli protagonisti.

Evidentemente sono i bambini a confezionare una trasmissione vincente. Scopro con piacere di essere nuovamente d’accordo con Alfonso Signorini, direttore di TV Sorrisi e Canzoni, che nel suo editoriale (LINK ), osserva: «facendo zapping in queste settimane mi sono accorto di quanti bambini ci siano in tv. Bambini canterini a «Io canto» e a «Ti lascio una canzone». Bambini attori, da «I Cesaroni» a «Ho sposato uno sbirro». Tra poco ci saranno anche i bambini involontari filosofi di ‘Chi ha incastrato Peter Pan?’. Strana considerazione: a una progressiva diminuzione del tasso delle nascite, assistiamo alla proliferazione del bambino come personaggio del piccolo schermo». Prosegue, quindi, la riflessione sulla mancanza di giovani conduttori e quasi per compensare questa lacuna, ecco che «in una tv di questo tipo i bambini rappresentano indubbiamente una ventata di aria fresca.».

Aria fresca, sì. Ma alla fine, con queste trasmissioni sempre uguali che si ripetono negli anni, mi sa che l’aria è anche un po’ fritta.
Io, sinceramente, sento la mancanza dei bei quiz del giovedì sera condotti dal mitico Mike Bongiorno. Ma oramai i quiz sono relegati al preserale e fanno da aperitivo. Mentre le trasmissioni delle Clerici, di Scotti e di Bonolis, venendo dopo cena, potrebbero essere considerate un digestivo. A me, però, fanno sentire il bisogno di un buon Alcaselzer.

I FUNERALI DI SANDRA MONDAINI GIOVEDI’ MATTINA IN DIRETTA SU CANALE 5


Le esequie di Sandra Mondaini si terranno giovedì mattina (23 settembre) alle 11 nella chiesa di Milano 2 dove il 17 aprile è stato dato l’ultimo saluto al suo Raimondo. La rete cui è stata legata per tanti anni, Canale 5, le renderà omaggio trasmettendo in diretta il suo funerale, come già accaduto per il suo compagno di vita e di spettacolo. La cronaca, condotta da Elena Guarnieri, partirà in diretta al termine di “Mattino Cinque”.

Da domani, a partire dalle 16 fino alle 20, sarà aperta la camera ardente negli studi Mediaset di Cologno Monzese, a pochi passi dall’appartamento in cui Sandra e Raimondo hanno vissuto insieme, per molti anni, fino alla scomparsa di lui, avvenuta il 15 aprile scorso.
Un mazzo di fiori è stato deposto, con un bigliettino di condoglianze, sotto casa della Mondaini nel condominio Acquario a Milano 2. Il portinaio lo ha consegnato ai collaboratori domestici dell’attrice.

A proposito della famiglia di filippini che sono stati vicini a Sandra e Raimondo per molti anni e che la coppia ha sempre detto di aver adottato, ieri la nipote di Vianello, Virginia, ha denunciato il fatto di essere sempre stata tenuta all’oscuro delle reali condizioni di salute della zia e che i domestici non le hanno mai permesso di visitare la parente dopo la morte di Raimondo.
Stando alle parole di Virginia Vianello, inoltre, la famiglia filippina, costituita da Edgar e Rosalie, con i due figli Raymond e Gianmarco, non sarebba mai stata adottata: ‘Non è mai stata formalizzata nessuna adozione nei confronti dei domestici filippini e lo hanno riconosciuto anche loro in una recente intervista’, fa sapere Virginia e aggiunge che nessuno mette in dubbio ciò che quella famiglia ha fatto per i nostri zii. Sia zio Raimondo che zia Sandra erano molto affezionati a loro, i due domestici e i loro figli, soprattutto il più piccolo, Raymond, che era praticamente nato in casa, ma è stato accertato che non c’è stata alcuna adozione.

Una questione sollevata nel momento meno opportuno, quando invece di pensare all’eredità (oltre alle proprietà, c’è anche in ballo la gestione dei diritti d’immagine), da buona nipote potrebbe concentrarsi sul vuoto che Sandra ha lasciato e sul dolore che sta provando chi, pur senza conoscerla, le ha voluto bene.

Dopo le puntate speciali, andate in onda ieri sera, di Striscia la notizia, su Canale 5, e di Vite straordinarie, condotta da Elena Guarnieri su Rete 4, questo pomeriggio si continua a parlare di Sandra e Raimondo sia ne La vita in diretta su Rai 1 sia in Pomeriggio 5 sulla rete ammiraglia Mediaset.
In entrambi i programmi vengono trasmesse le immagini riprese dalle telecamere situate all’interno dello Studio 4 di Cologno Monzese che indugiano su una bara chiara, ricoperta da rose bianche e rosa, i fiori preferiti da Sandra.

Tutti, indistintamente, non fanno che ripetere che Sandra ha smesso di lottare per vivere nel momento in cui Raimondo l’ha lasciata. Una vita insieme, contrassegnata dal celebre motto “che barba che noia” che Sandra ripeteva spesso nel lettone della sit-com Casa Vianello, ma che probabilmente ha ripetuto ancora, incessantemente, nei cinque mesi di vita senza l’adorato marito. Una barba e una noia ben peggiori di quelle provate, per fiction, assieme a lui. Ora spero che lassù ci sia solo gioia e felicità per la coppia ritrovata.

Quello che riporto di seguito è uno scritto di Henry Scott Holland ((1847-1917), canonico della cattedrale di St. Paul di Londra. Uno scritto che Raimondo ha lasciato a Sandra come testamento morale:

La morte non è niente

Sono solamente passato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole
cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare
di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente,
solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano,
sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere,
se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Ora Sandra non piange più. Ha ritrovato il cuore del suo Raimondo.

AGGIORNAMENTO, 23 SETTEMBRE 2010: L’ULTIMO SALUTO A SANDRA MONDAINI

Alle 11, come annunciato, è iniziata la funzione religiosa nella chiesa di Dio Padre a Segrate. Il feretro, ricoperto di fiori bianchi, è stato posizionato di fronte all’altare dove il parroco Walter Magni e il prete amico di famiglia don Gabriele hanno officiato il rito funebre. Numerose le personalità presenti: in prima fila si sono seduti il sindaco di Milano e quello di Segrate, Letizia Moratti e Adriano Alessandrini, il presidente della Provincia di Milano Guido Pedestà e Felice Confalonieri, presidente di Mediaset. Al loro fianco gli amici di sempre di Sandra e Raimondo: Pippo Baudo e Gerry Scotti. Attorno alla bara la famiglia di domestici filippini che ha assistito fino all’ultimo prima Raimondo Vianello e poi Sandra Mondaini.
Assente, per impegni istituzionali, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi; in rappresentanza della famiglia, il figlio Pier Silvio Berlusconi.

Entrando in chiesa Gerry Scotti ha osservato che “i personaggi dello spettacolo hanno ricordato Sandra con frasi di circostanza e le cose più belle su di lei le ho sentite dire dal pubblico, il che dimostra che lei è entrata nelle loro case”. Già, perché quando guardavamo i bisticci televisivi dei coniugi Vianello alla Tv, era un po’ come stare insieme a loro. Tutti ci sentivamo un po’ dei vicini di casa di quella straordinaria coppia televisiva che sapeva mantenere anche nella finzione la spontaneità che caratterizzava la loro vita quotidiana.
Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha annunciato l’intenzione di dedicare ai Vianello una piazza o un giardino, un tributo doveroso per ricordare anche il forte legame che Sandra e Raimondo sentivano per la loro città.
Toccante la conclusione dell’omelia: “”Cara Sandra – ha detto il sacerdote – a passi di danza con Raimondo ti sei messa a danzare con Dio”.

Alla fine del rito, la salma di Sandra è stata trasportata nel cimitero di Lambrate, lasciando tutti un po’ spiazzati. I domestici filippini hanno reso noto che questa era la volontà della Mondaini, essere sepolta accanto alla madre. I fan, invece, erano convinti che lei volesse riposare accanto al suo Raimondo, a Roma, nel cimitero del Verano. Ora seicento chilometri li dividono. Per molti non è giusto.

Per protestare contro questa decisione è stata aperta una petizione on line sul sito del Tgcom, in cui si legge: La coppia più tenera e innamorata della tivù rischia di essere separata per sempre dalla cecità della burocrazia funeraria. E’ stato decretato che al cimitero romano del Verano, dove Raimondo è sepolto nella tomba di famiglia, chi non porta il cognome Vianello non è ammesso a entrare. Nemmeno se si chiama Sandra Mondani. Punto e basta.
Un affronto nel giorno del dolore. E poi perché Sandra non è stata tumulata nel famedio del Cimitero Monumentale, insieme ai grandi artisti milanesi?
E’ giusto che finisca così? Secondo noi Sandra e Raimondo devono riposare come hanno vissuto: insieme. Per sempre.

[fonte delle notizie Tgcom e Il Giornale; foto da Leggo.it e notizie.it]

ADDIO SANDRA. UN ABBRACCIO AL TUO RAIMONDO


Sandra Mondaini non ce l’ha fatta: a cinque mesi di distanza dalla perdita del suo Raimondo si è spenta a Milano, al San Raffaele dov’era ricoverata da dieci giorni.
La sua salute già cagionevole, prima del lutto che l’ha colpita, è stata messa a dura prova dal dolore per la scomparsa dell’uomo con cui ha condiviso una vita intera. Il fisico provato dalla vasculite, una grave malattia che l’aveva costretta all’immobilità e alla sopportazione di atroci dolori, non ha retto di fronte ad una vita che, nonostante la presenza costante dei “nipoti” Raymond e Gianmarco e dei loro genitori, fin da subito era sembrata vuota all’attrice. Si era fatta vedere in pubblico, per l’ultima volta, in occasione di un premio che il comune di Milano aveva dedicato a Raimondo Vianello. In quell’occasione aveva detto di non essere l’unica vedova al mondo e che non era giusto si piangesse addosso. Ma il dolore privato non ha mai cessato di tormentare il suo animo ed il cuore non ha retto alla separazione dal marito con cui aveva diviso la vita di tutti i giorni nella casa di Milano 2 e in televisione, negli studi Mediaset dove girava la sit-com più nota della Tv.

Ora su “Casa Vianello” è calato definitivamente il sipario. Mi piace pensare che adesso, lassù, Sandra abbia ritrovato l’amore della sua vita e l’abbraccio forte e rassicurante del suo Raimondo. Che possa abbracciarlo anche da parte di tante persone che non l’hanno mai dimenticato e mai dimenticheranno lei.

ADDIO SANDRA. CI MANCHERAI ANCHE TU.

CLICCA QUI PER VEDERE L’ULTIMA INTERVISTA TELEVISIVA ANDATA IN ONDA, LA SCORSA ESTATE, ALL’INTERNO DELLA RUBRICA “BIKINI”

[foto da Il Corriere]

DAI BAMBINI DI “TI LASCIO UNA CANZONE” ALLE “VELONE”: ESTREMI GENERAZIONALI IN TV

Lo dico subito, senza tanti giri di parole: sono contraria all’esibizione dei bambini, o comunque minori, in Tv. Sia che cantino sia che ballino. Da “Ti lascio una canzone”, passando per “Io canto”, che poi ne è un clone, e arrivando alla gara nella gara di “Ballando con le stelline”, non trovo né spettacolare né educativo fare esibire i bambini o i ragazzini in trasmissioni serali di intrattenimento.

Una volta c’era lo Zecchino d’oro, solo lui, e andava in onda nel pomeriggio per un pubblico prevalentemente di giovanissimi. I bambini che concorrevano per la canzone più bella (non dimentichiamo che non erano mai i bambini a vincere) erano spesso piccolissimi e incoscienti. Non miravano al successo anche se forse un po’ le loro famiglie ci speravano; prova ne sia che dei bambini che hanno partecipato, e in qualche caso ottenuto la vittoria, allo Zecchino d’oro pochi sono noti. L’unica di cui mi ricordi è Cristina D’Avena che poi si è fossilizzata nel genere e non ha saputo o potuto percorrere altre strade.
La trasmissione dell’Antoniano c’è sempre, ovvio, ma non la seguo da molto tempo. Non so, quindi, quale sia il clima che si respira e quanto i bimbi siano coscienti di ciò che fanno. Spero continui ad essere per loro, come per le centinaia di bimbi che li hanno preceduti, sempre e solo un gioco che come tutti quelli belli, deve durar poco.

Ma partecipare al programma della Clerici e di Scotti è un’altra cosa: tutti bravi, naturalmente, tutti applauditi dal pubblico ma soprattutto dai genitori che tifano per i propri figli e sperano di vederli un giorno cantare nei migliori teatri e stadi del mondo. Per carità, non c’è nulla di male nel nutrire delle ambizioni per i propri pargoli talentuosi, ma questo spettacolarizzare l’infanzia non mi piace e ritengo sia scarsamente educativo. È inevitabile che questi cantanti in erba si creino delle aspettative esattamente come quei ragazzini che giocano a calcio e sognano di diventare Totti: loro, però, non vengono esibiti in Tv e la loro bravura può essere apprezzata solo da chi fa parte di quel mondo.

La televisione, invece, è nelle case di tutti. Quanti bambini dotati dal punto di vista canoro staranno già sognando di partecipare alla prossima edizione del programma? Quanti genitori si staranno già preparando per farli partecipare al casting? A proposito, quelle poche volte che ho visto qualche spezzone di “Io canto” o “Ti lascio una canzone”, ho avuto l’impressione di assistere al casting per “Amici”: già mi chiedo, specie quando sento cantare i più grandicelli, quante edizioni del programma di Maria De Filippi dovrò aspettare per vederli nella scuola di talenti più famosa d’Italia.

Ogni età ha le sue prerogative: ai bambini dev’essere lasciato il tempo di giocare, di crescere confrontandosi con i coetanei ma senza creare delle pericolose rivalità. Anche se poi vediamo tutti i partecipanti abbracciati e felici per la vittoria degli altri, la competizione è competizione e la mancata vittoria lascia sempre un sapore amaro in bocca. Non bisogna farli crescere con l’idea che devono essere i più bravi e ottenere un premio per dimostrare il proprio valore. La competizione esasperata già caratterizza la vita delle nuove generazioni: a scuola, nello sport … ora anche nelle trasmissioni televisive. È un impegno troppo alto e si rischia di vedere bambini stressati, grazie al carico di responsabilità, già a otto anni.

All’estremo opposto, ci sono i nonni. Le persone anziane sono, nella nostra società spesso tutt’altro che edificante, le depositarie delle tradizioni e dei valori che troppo spesso finiscono nel dimenticatoio. Devono essere un esempio per i più giovani, affinché essi possano, attraverso l’imitazione, crescere sani e moralmente integri. Ma quando vediamo in Tv degli esempi esattamente contrari al compito che dovrebbe essere affidato alle persone di una certa età, non ci resta che … piangere.
È il caso dell’annunciato programma di Antonio Ricci, che ci intratterrà presumibilmente e sfortunatamente per tutta l’estate, “Velone”. Da qualche anno non se n’era più sentito parlare e ne ero felice. Non ho mai avuto la costanza di seguire il programma di Ricci tutte le sere, ma quel che ho visto mi è bastato per farmi un’idea.
Oggi come oggi, è vero, le generazioni di over60 invecchiano meglio e resistono agli acciacchi dell’età sfoderando uno spirito invidiabile. Ma che cosa spingerà mai delle arzille vecchiette, spesso tutt’altro che “ben conservate”, ad esibirsi sul palco di “Velone” in improbabili siparietti, improvvisati spesso pur senza avere “arte né parte”? Forse lo spirito della competizione, lo stesso che anima i “loro” nipoti? Forse. O magari la voglia di sentirsi vive, non fossilizzate nel ruolo di casalinghe attempate, una volta raggiunta l’età della pensione? Magari. Può essere l’incapacità di accettare un degrado fisico cui nessun intervento di chirurgia estetica può porre rimedio e quindi riderci su? Può essere.

La molla che spinge le arzille vecchiette a mettersi in mostra davanti a milioni di telespettatori potrebbe essere semplicemente costituita dall’esibizionismo. Ma possiamo credere che siano tutte così esibizioniste, anche quando non hanno davvero nulla da esibire? No, non lo possiamo credere. E allora non c’è che una risposta: la molla è solo la magra pensione di cui dispongono e la speranza di arrotondare in qualche modo le misere entrate. Lo spot che in queste settimane annuncia la prossima messa in onda del programma ne è la conferma: la vincitrice dell’ultima edizione, ripresa nella sua cucina, forse recentemente acquistata proprio grazie al premio ottenuto, in cui è ritornata a rinchiudersi, cenerentola attempata e senza principe azzurro, invita le sue coetanee a partecipare dicendo apertamente che con i soldi “guadagnati” ha messo a posto le sue “cosette” .

“Velone” è la dimostrazione di quanto sia a volte difficile “tirare a campare” per i nostri vecchi. Purtroppo, però, non è un programma in cui si faccia di necessità virtù. Perché mettere in mostra rughe, doppi menti, pance prominenti, gambotte ben tornite o al contrario magre come manici di scopa, capelli bianchi che spesso contrastano con l’abbigliamento non proprio consono all’età? Perché, invece, non creare un programma in cui vengano messe in risalto delle vere doti, o quantomeno dignitose, dell’età d’argento? Chessò, l’esibizione di ex attrici o ex cantanti, la cui fama non è mai stata tale da poter essere conosciute da tutti, o di chi ha l’hobby della pittura, della scultura o della ceramica? Perché non mettere in mostra delle abilità ormai fuori moda ma che potrebbero essere d’insegnamento per le nuove generazioni, come il ricamo, ad esempio?

Non ho nulla contro la gara in sé e nemmeno contro il premio finale. Duecentocinquantamila euro non solo fanno gola ma fanno comodo a tutte. Ma non vorrei vedere uno spettacolo così degradante che non è lo specchio della realtà: per fortuna la maggior parte delle nostre nonne e bisnonne sono diverse e non hanno nulla da mettere in mostra soprattutto perché una dote in particolare è la negazione stessa dell’esibizionismo: l’umiltà.

Ma se il pubblico vuole vedere le “velone”, evidentemente sono io a sbagliare. Suggerisco, quindi, ad Antonio Ricci di creare una serie televisiva che si adatterebbe perfettamente alla situazione attuale: “Le pensionate disperate”.

ELENA D’AMARIO E STEFANO DE MARTINO A “DOMENICA 5”: PICCOLI AMICI CRESCONO


Questo pomeriggio a “Domenica 5“, spettacolo condotto da Barbara D’urso, si è alzato il sipario su un assaggio dello spettacolo teatrale che vede, tra i protagonisti, due ex Amici di Maria De Filippi: i ballerini Elena D’Amario e Stefano De Martino. Esclusi entrambi dalla finalissima del talent show di Canale 5, oggi hanno dimostrato di essere davvero cresciuti. Bravi e sicuri di sé, tanto da non sfigurare al confronto con i ballerini professionisti che sono attualmente in tour con lo spettacolo Let’s dance, nato da un’idea di Patrick Rossi Gastaldi e Alberto Alemanno, con le coreografie di Garrison Rochelle e per la regia dello Patrick Rossi Gastaldi, già insegnante ad Amici, almeno fin quando erano ammessi alla gara gli attori.

Ospite di Barbara D’Urso l’intera compagnia che ha eseguito qualche coreografia di gruppo, ma abbiamo potuto godere anche di un passo a due eseguito da Elena in coppia con Amilcar Moret Gonzales ed un assolo (quello con il secchio e il mocio, già visto durante la gara di Amici 9) di Stefano. Nell’ensamble Elena e Stefano hanno ballato in coppia: che diranno Enrico Nigiotti, il cantautore ribelle, ed Emma Marrone, la vincitrice dell’ultima edizione di Amici?

Let’s dance è in scena a Milano al TEATRO VENTAGLIO SMERALDO dal 4 al 16 maggio 2010. Per altre informazioni, clicca QUI, sito da cui è tratta anche l’immagine riportata in alto.