SANREMO 2012: UN DUE TRE … EMMA! LE COPERTINE DI “TV SORRISI E CANZONI”

FEBBRAIO 2009

FEBBRAIO 2010

FEBBRAIO 2012

IN ATTESA DELLA COPERTINA DI SORRISI. 😉

Mi rendo conto che il mio giudizio sia ininfluente ma giusto per fare un commento: a me Emma non piaceva prima e non piace nemmeno adesso. Il televoto l’ha premiata, come volevasi dimostrare, ma non significa che la sua fosse la canzone più bella del Festival. A me sono piaciuti di più Renga e la Zilli. Oltre a Pierdavide, naturalmente. Ma come ha fatto notare qualcuno, Emma ha più fans.

[la foto di Emma è di Frezza La Fata per Sorrisi]

AGGIORNAMENTO DEL POST, 20 FEBBRAIO 2012

ECCO LA COPERTINA DELL’EDIZIONE SPECIALE IN EDICOLA OGGI.
L’immagine di copertina è stata scattata alle 3.10 di sabato notte/domenica mattina nella redazione sanremese di Sorrisi all’Hotel Royal. Nel giornale troverete tutto quello che non si è visto in tv di conduttori, cantanti e ospiti (Celentano compreso). Inoltre, i giudizi di Arisa alla quale abbiamo chiesto di esprimere, alla “X Factor”, un parere sui colleghi in gara come se fossero dei debuttanti in cerca di gloriaCONTINUA A LEGGERE >>>

SANREMO 2011: VITTORIA MANCATA PER EMMA MARRONE


La vincitrice di Amici 9, Emma Marrone, si è unita alla rock band milanese, i Modà in occasione di Sanremo 2011. Per la ragazza è la prima esperienza su un palco così importante, mentre i Modà avevano partecipato a Sanremo Giovani nel 2005. Entrambi sono stati protagonisti delle hit parade dell’estate e dell’autunno e il brano Arriverà si è rivelato un successo di pubblico fin dalla prima serata. Eppure non ha avuto la meglio sul brano Chiamami ancora amore, magistralmente interpretato dal veterano della canzone d’autore italiana Roberto Vecchioni.

Quest’anno, dunque, a Sanremo ha vinto la poesia in musica. Avesse ottenuto la vittoria, per la terza consecutiva dopo le vittorie di Marco Carta e Valerio Scanu, un’altra cantante ex di “Amici” di Maria De Filippi, sarebbe stato decisamente troppo. A dispetto di chi dice che i cantanti usciti dai Talent Show non sono cantanti veri, loro possono contare su migliaia di fan e fanno lievitare i proventi delle case discografiche. Il secondo posto guadagnato da Emma e i Modà conferma questi presupposti, anche se i giovani, almeno questa volta, hanno dovuto chinare il capo di fronte ad un maestro della canzone italiana che, pur non avendo fan avezzi al televoto come gli ex amici di Maria, ha avuto la meglio.

Il posto d’onore, comunque, se lo sono meritati. La canzone è gradevole, la voce di Francesco Silvestre, leader dei Modà, è davvero possente e in certi punti sovrasta quella di Emma. Lei in ogni caso si difende, anche se a me non è mai particolarmente piaciuta.
Molto bella, inoltre, la versione presentata, nella serata dei duetti, con il contributo della splendida voce di Francesco Renga che ha indubbiamente valorizzato il pezzo.

Un’unica cosa: ma a quale sarta si è rivolta Emma? Un abbigliamento terribile e poi … la pettinatura della seconda serata (vedi video sotto) era inguardabile: sembrava avesse in testa una verza ossigenata. Poveretta.

Piangerai come pioggia tu piangerai e
Piangerai come pioggia tu piangerai
te ne andrai come le foglie col vento d’autunno triste tu
Te ne andrai … certa che mai ti perdonerai
Ma si sveglierà … il tuo cuore in un giorno
[d’estate rovente in cui sole sarà
E Cambierai … la tristezza dei pianti in
sorrisi lucenti tu sorriderai
E arriverà … il sapore del bacio più dolce
e un abbraccio ti scalderà…
Arriverà … una frase e una luna di quelle
che poi ti sorprenderà
Arriverà … la mia pelle a curar le tue
voglie … la magia delle stelle
Penserai … che la vita è ingiusta e
piangerai … e ripenserai alla volta in
cui ti ho detto no…
Non ti lascerò mai…
Poi di colpo il buio intorno a noi…
Ma si sveglierà … il tuo cuore in un giorno
d’estate rovente in cui sole sarà
E cambierai … la tristezza dei pianti in
sorrisi lucenti tu sorriderai
E arriverà … il sapore del bacio più dolce
e un abbraccio che ti scalderà
Arriverà … una frase e una luna di quelle
che poi ti sorprenderà
Arriverà … la mia pelle a curar le tue
voglie … la magia delle stelle …
La poesia della neve che cade e rumore non fa…
La mia pelle a curar le tue voglie …
La poesia della neve che cade e rumore non fa
te ne andrai come le foglie col vento d’autunno triste tu
Te ne andrai … certa che mai ti perdonerai
Ma si sveglierà … il tuo cuore in un giorno
d’estate rovente in cui sole sarà
E Cambierai … la tristezza dei pianti in
sorrisi lucenti tu sorriderai
E arriverà il sapore del bacio più dolce
e un abbraccio ti scalderà
Arriverà una frase e una luna di quelle
che poi ti sorprenderà
Arriverà … la mia pelle a curar le tue
voglie … la magia delle stelle
Penserai … che la vita è ingiusta e
piangerai … e ripenserai … alla volta in
cui ti ho detto no…
Non ti lascerò mai…
Poi di colpo il buio intorno a noi
Ma si sveglierà … il tuo cuore in un giorno
[d’estate rovente in cui sole sarà
E cambierai … la tristezza dei pianti in
[sorrisi lucenti tu sorriderai
E arriverà … il sapore del bacio più dolce
[e un abbraccio che ti scalderà
Arriverà … una frase e una luna di quelle
che poi ti sorprenderà
Arriverà … la mia pelle a curar le tue
[voglie … la magia delle stelle
La poesia della neve che cade e rumore non fa
La mia pelle a curar le tue voglie
La poesia della neve che cade e rumore non fa

[LINK]

UN RAP SU YOU TUBE IN OMAGGIO A DIANA DEL BUFALO, ULTIMA ELIMINATA AD AMICI 10


Credo sarà difficile dimenticare lo show in cui si è esibita l’indignata Platinette alla notizia dell’eliminazione di Diana Del Bufalo al serale di Amici 10 andato in onda domenica scorsa. Uno spogliarello per esternare tutta la contrarietà di Mauro Coruzzi alla decisone dei giudici secondo i quali Diana era la meno meritevole degli allievi della squadra dei blu.

Le uniche lacrime che Diana ha versato, sono finite sulle spalle di una Platinette seminuda, stretta in un abbaraccio consolatore alla sua preferita. Per il resto, abbiamo potuto osservare una Diana che, con la consueta pacatezza ed educazione, ha accettato il verdetto e anzi ha ringraziato tutti, anche quelli che l’avevano appena “bocciata”.

Come si fa a dimenticare la ragazza un po’ tondetta, con un’improbabile gonnellina a fiori e una maglia con su disegnata la lettera C, resa ancor più grande dall’abbondante quarta naturale, infilata dentro. Persino Maria, che di solito non prende in giro i “suoi” ragazzi, non è riuscita a trattenersi quando, da aspirante, si è presentata alla selezione per il banco da titolare. Diana, come ha osservato Platinette, non è una strafiga, come tante altre, ma solo una ragazza sincera e bene educata. Una ragazza intelligente, allegra, spigliata, con un’ottima conoscenza della lingua italiana – il che, ad Amici, non è affato poco – e una pronuncia inglese assolutamente invidiabile. Forse l’intonazione della voce non è perfetta, ma le sue capacità interpretative sono una dote davvero rara, se consideriamo che gli altri cantanti, chi più chi meno, si sforzano di assomigliare a qualcuno già noto. Diana no. Lei è Diana Del Bufalo, ragazza un po’ svampita, forse, ma che con il microfono in mano e davanti all’immensa platea dello studio di Cinecittà sa essere lei, soltanto Diana.

Le voci di protesta si rincorrono in molti siti web. C’è chi grida all’ingiustizia, chi, giustamente, osserva che non meritava di uscire considerando anche il fatto che il suo duetto con Marco Carta è stato il migliore della serata. Diana non si è limitata, infatti, ad interpretare la canzone “Dentro ad ogni brivido” con Marco, l’ha pure recitata, messa in scena evidenziando doti recitative non comuni. C’è, nelle squadre attualmente in gara, chi fa fatica a mantenere il microfono in mano, figuriamoci muoversi.

Insomma, qualcuno invoca il ripescaggio, cosa assai improbabile ma non del tutto esclusa visto il pongo-regolamento che caratterizza Amici in questi ultimi anni, per cui non si sa bene che cosa dobbiamo aspettarci di serata in serata. Qualcun altro, però, ha voluto fare un omaggio speciale a Diana Del Bufalo: un certo punicacee ha, infatti, pubblicato su You Tube un video in cui interpreta un Rap Freestyle per Diana. Un modo se non altro originale per dirle “mi dispiace” e per incoraggiarla ad andare avanti per la sua strada. Il pezzo rap si conclude con queste parole: “Ti dedico questo freestyle anche se tu forse non lo ascolterai mai”. Io spero, invece, che Diana lo ascolti e che segua il giusto consiglio: “non ti curar di chi ti dice se ci fai o ci sei …”

AGGIORNAMENTO DEL POST, 27 GENNAIO 2011

Riporto parte dell’intervista rilasciata da Maria De Filippi a Deejay Chiama Italia:

Una riflessione sul clamore suscitato per l’eliminazione di Diana da Amici: “C’è un plebiscito su Internet, molti chiedono il suo ripescaggio“. E ci sarà? Sembrano ci siano delle possibilità dal momento che il regolamento potrebbe consentirlo intanto “la Gialappa’s sta ideando qualcosa su Amici e vogliono Diana, mentre ho ricevuto la telefonata di una importante signora della musica che è molto interessata a lei”. Linus e Nicola azzardano “Claudia Mori“, trovando conferma. [LINK della fonte]

Che dire? In bocca al lupo, Diana! E incrociamo le dita.

MARCO CARTA, IL RITORNO. NUOVO CD, “IL CUORE MUOVE”, E VECCHIE PAURE


Ho temuto di perdere tutti i fan”. Con questo titolo viene proposta in esclusiva l’ultima intervista di Tv Sorrisi e Canzoni a Marco Carta (numero 23/2010, pag. 60 sgg, articolo firmato da Antonio Mustara).
I mesi di assenza gli avevano fatto temere di essere dimenticato. Questo è il destino dei nuovi talenti. Al contrario, personaggi ormai noti e affermati nell’ambito della canzone italiana, con un successo consolidato da anni e anni di esperienza, possono permettersi di stare lontani dalle “scene” –ma talvolta non dalla classifiche- per lungo tempo: Tiziano Ferro, Claudio Baglioni, la stessa Pausini che ha annunciato uno stop prolungato, ne sono esempi eclatanti.

Il successo di Carta ha, tuttavia, decretato un cambiamento nel mondo delle sette note e della musica leggera in particolare: prima snobbati, i talenti usciti dalla trasmissione “Amici” di Maria De Filippi, e più recentemente da XFactor, ora sono osannati dal pubblico televisivo che li segue ovunque nei tour e compra gli album, facendoli svettare nella Top Ten, in corsa per scippare il primo posto a dei mostri sacri della canzone internazionale: Madonna, Ligabue, Antonacci, Zero, Rolling Stones, AC/DC … solo per citare quelli presenti nelle classifiche attuali. C’è da scommetterci che anche il nuovo Cd di Marco Carta, “Il cuore muove”, farà una superscalata nella superclassifica nei prossimi giorni.

Il timore di essere dimenticati, tuttavia, è più che comprensibile: fa parte dell’intima incertezza di chi non ha ancora saldamente in mano, forse perché ha incominciato a praticarlo troppo in fretta e senza un’adeguata preparazione, non solo canora, il mestiere del cantante. Ma proprio per queste intime insicurezze, per l’apparente fragilità che queste nuove voci trasmettono, i fan sono numerosissimi e certamente non li dimenticano ma li supportano incessantemente nel percorso di crescita professionale.
Questo può bastare a far diventare Marco, Emma, Loredana, Pierdavide e gli altri “amici di Maria” dei veri cantanti? Forse sì, ma non per tutti. Carta, infatti, sulle pagine del settimanale diretto da Alfonso Signorini, si sfoga ripensando ai torti subiti da parte dei “colleghi”, quelli affermati che ritengono questi nuovi cantanti degli intrusi nel panorama musicale dei giorni nostri: «Prima di me la scena era dominata da artisti non giovani. Oggi invece c’è più spazio per i cantanti della mia età e finalmente in radio si sentono delle belle cose. Peccato che molti colleghi non giovani abbiano cercato di mettermi i bastoni tra le ruote. Con me si sono comportati con una cattiveria ingiustificata». Cattiveria ingiustificata o meno, è vero che certi “colleghi”, come osserva Marco, «a chi partecipa ai talent show attribuiscono per partito preso uno spessore artistico spesso inferiore a quello degli altri cantanti». Insomma, i pregiudizi ci sono, eccome.

La vittoria di Carta al Festival di Sanremo 2009, seguita da quella di Valerio Scanu nella scorsa edizione, ha effettivamente scatenato una querelle che pone in primo piano, soprattutto, il televoto e i suoi supposti “trucchi”. Ma anche quando non si mette in dubbio la correttezza dello strumento di voto, pare che la vittoria decretata dalle telefonate dei telespettatori abbia minor valore rispetto ad una votazione appannaggio di una giuria, di esperti e non.

Ma i sospetti, i dubbi, le illazioni possono essere facilmente demoliti. Da che cosa? Dal successo che i nuovi cantanti talentuosi hanno nella vendita dei dischi. Ormai la discografia è nelle loro mani, anzi “voci”, dobbiamo farcene una ragione. Che c’è di male? Nulla, a parer mio, anche se personalmente non sono una fan dei cantanti usciti dalla “scuola” di Canale 5. L’importante è che capiscano che lo studio, l’impegno, la volontà di migliorare sempre di più sono indispensabili per rimanere sulla cresta dell’onda: i fan non sono stupidi e si aspettano sempre qualcosa di più, ad ogni nuovo disco. Insomma, la strada da percorrere è ancora tanta, per Marco e gli altri. Non sono arrivati, hanno semplicemente iniziato un cammino che auguro a tutti essere lungo e ricco di soddisfazioni.

LINK per l’intervista a Marco Carta sul sito di Tgcom

[Fonte, oltre al numero citato, il sito di Tv Sorrisi e Canzoni ]

EMMA MARRONE VINCE LA NONA EDIZIONE DI “AMICI”


Dopo una serata alquanto monotona, mancando fra i finalisti almeno un ballerino, la gara canora che ha caratterizzato questa finale di “Amici 9” è stata vinta da Emma Marrone.
Il premio della critica messo in palio da Tezenis (50 mila euro) è assegnato a Pierdavide Carone
.

La puntata si apre con un RVM celebrativo dei più virtuosi talenti usciti dal programma delle De Filippi: Marco Carta, di cui è in uscita il prossimo cd, Valerio Scanu, che non ha vinto la scorsa edizione ma si è rifatto con il successo ottenuto al Festival di Sanremo, e Alessandra Amoroso che, dalla vittoria dello scorso anno, ha collezionato dischi di platino ed è stata protagonista, a fianco di Gianni Morandi, di un show su Rai 1 che l’ha definitivamente consacrata agli occhi del grande pubblico, anche quello che di solito snobba i talent show come “Amici”.

Maria ricorda anche il successo ottenuto dai ballerini di questa edizione, seppur esclusi dalla finale: Rodrigo, destinatario di un contratto con il Boston Ballet, Elena D’Amario, scelta da David Parsons per la sua compagnia di ballo, e l’ultimo eliminato dalla gara, Stefano De Martino, che farà parte della compagnia Complexions con un contratto di un anno.

A contendersi la vittoria scendono in campo, dunque, quattro cantanti: Emma Marrone, Loredana Errore, Matteo Macchioni e Pierdavide Carone. Questo è l’ordine di classifica con il quale sono stati ammessi alla finale lunedì scorso. Ma quando Maria rende nota la classifica settimanale, che sarà determinante per le sfide di stasera, c’è una sorpresa: Matteo riconquista la vetta, seguito da Loredana, Emma scende dalla prima alla terza posizione mentre Pierdavide mantiene la quarta ed ultima, avendo il diritto di scegliere per primo chi sfidare.

Se c’è una cosa che ha caratterizzato questa edizione di “Amici” è stata la proposta quasi perenne dei soliti confronti: limitandoci ai quattro cantanti rimasti in gara, Emma contro Loredana e Pierdavide contro Matteo. Ma se la prima coppia di antagoniste è plausibile, in quanto entrambe interpreti originali, ognuna con le sue peculiarità, lo scontro tra un cantautore e un tenore lirico appare un po’ forzato e non del tutto appropriato. D’altra parte, Matteo, essendo l’unico cantante lirico in gara, si è sempre trovato di fronte a competizioni improbabili e si è dovuto adattare a cantare il pop, non potendo pretendere che i suoi compagni di scuola si esibissero nella lirica. Per questo, secondo me, si dovrebbe in ogni caso considerare lo sforzo e l’impegno dimostrato.

La prima sfida, dunque, è quella fra Pierdavide, ultimo in classifica, e Matteo, suo antagonista di sempre e stimato apertamente dal tenore. Inizia la gara, che consiste in cinque sfide, di cui una sola prevede l’esibizione di un brano in comune, per ovvi motivi. Da parte dei giornalisti presenti in sala, com’è ovvio, quasi esclusivamente parole di elogio. D’altra parte, entrambi sono bravissimi, ognuno nella propria specialità: la voce di Matteo, anche quando canta il pop, è fantastica e supera di parecchi decibel quella di Pierdavide che, tuttavia, riesce a coniugare abilità interpretativa, quando canta pezzi non suoi, e originalità creativa nell’esibizione delle sue canzoni. Tutti sono concordi nel prevedere il successo di entrambi. Mangiarotti azzarda il confronto tra Macchioni e Bocelli – che poi è esattamente ciò su cui punta la sua casa discografica, la Sugar – e dice che la voce del tenore è calda ed emotiva, pronta per fare un percorso verso il successo non solo italiano. Matteo ribatte: “posso augurarmi timidamente di seguire i suoi passi”.
Tra gli elogi di tutti, spicca la battutaccia di Balestri che, rivolto a Maria De Filippi, osserva l’assenza dell’unica radio che potrebbe rappresentarla: “radio maria”. Beh, anche questo serve per smorzare la tensione.
L’unica cosa che non mi è piaciuta, in questa prima parte di gara, è stata la pubblicità del libro scritto da Pierdavide “I sogni fanno rima” che viene lanciata in esordio al primo stacco. Ma tanto sappiamo che il Carone di pubblicità ne ha avuta molta in passato, specie dopo la vittoria di Scanu a Sanremo, con un pezzo di sua creazione. D’altra parte, la bravura del cantautore è innegabile e, proprio per questo, non ha bisogno di conferme né di esaltazioni.

Il momento più divertente della serata è stato il confronto nel genere del Musical: Hairspray, interpretato da Matteo, in un improbabile ma delizioso travestimento da donna oversize, davvero spiritoso e bravissimo, e American graffiti, con protagonista un Pierdavide irriconoscibile, con tanto di parrucca rossa e occhialoni, allegro, spigliato, perfetto nell’interpretazione canora, sciolto nei movimenti, al contrario del solito, e bravissimo nella recitazione.
Dopo questa parentesi spensierata, ricomincia la gara che, alla fine delle sfide, vede vincitore Pierdavide, com’era prevedibile. Il momento più emozionante, secondo me, di questa prima fase della gara, è l’interpretazione da parte di Pierdavide della canzone “Di notte”, già scaricatissima su I-Tunes, mentre la sua ragazza Grazia , presente fra il pubblico insieme agli altri concorrenti eliminati, piange a dirotto.
Matteo, che punta più sulla carriera teatrale che sulla scalata della classifica delle vendite con il suo album che, tra l’altro, uscirà appena il 9 aprile, appare comunque soddisfatto. Quando si ritrova tra le mani la copertina del suo disco quasi non crede ai suoi occhi e non fa che ringraziare, dicendo pure “siete matti” con quel suo incantevole accento emiliano. Il giovane tenore ringrazia tutti, in particolare il suo –aggiungerei “adorato” – maestro La Stella, Vessicchio e la Martinez che hanno creduto in lui. E come avrebbero potuto fare diversamente, con un talento come il suo?

La gara prosegue con Pierdavide che sceglie di sfidare, come era scontato, Loredana Errore. A questo punto, tra i dj presenti in sala, si scatena La Pina, che fin da subito dichiara apertamente la sua adorazione per la cantante siciliana, esibendosi in sorrisi che un po’ assomigliano a quelli che il maestro La Stella ha riservato a Matteo durante le sue esibizioni. Poteva, a parer mio, evitare di esibire le braccia tatuate, ma proprio questa caratteristica rivela la trasgressività de La Pina che ben si sposa con l’eccentricità di Loredana.
Degna di nota un’osservazione di Gnocchi su Pierdavide che ha interpretato un pezzo dei Queen: “mi fa incazzare che canti una canzone rock e non ti muovi”. Protesta di Platinette e replica di Giordano: “è esagerato chiedere a Pierdavide di muoversi, non si può chiedere a un artista di cambiare, ci sono grandi cantanti che stanno immobili sul palco”. In effetti ha ragione, ma mi chiedo dove sia finita tutta la verve manifestata nell’esibizione del musical.
Menzoni, di Libero, chiede a Loredana “quando la rabbia uscirà che cosa succederà?”. Lei risponde “Si colorerà di arcobaleno”. Una delle più belle cose sentite in trasmissione. Un elogio particolare le arriva da Giordano al termine della sua interpretazione di “Anche per te”: “ha raggiunto livelli di eccellenza assoluta, dando quel tocco in più che trasforma una cover”. Insomma, condivisibili o meno, i commenti mettono chiaramente in evidenza come sia difficile, stasera, decidere chi meriti la vittoria. Più volte, da parte di tutti, si è osservato che i vincitori di questa edizione di “Amici” sono quattro. Purtroppo, però, la gara prosegue e al termine della sfida, Loredana prevale su Pierdavide il quale, tuttavia, lascia la competizione soddisfatto, guardando il futuro da cantautore e pregustandosi magari anche il successo bis a Sanremo come autore. Meglio sarebbe, ammette lui stesso, parteciparvi in prima persona. Eh, già, dopo la vittoria di Carta due anni fa e di Scanu quest’anno, pare che il festival sia uno degli obiettivi obbligati dei talenti di “Amici”.

Rimasta in gara, Loredana si deve ovviamente scontrare con Emma. La cantante pugliese, fresca come una rosa essendo stata seduta fino a questo momento sullo sgabello, può confrontarsi al meglio delle sue forze, per l’ennesima volta, con la rivale, per la verità un po’ affaticata e già messa a dura prova dal punto di vista emotivo. Questo è quello che si doveva evitare: si preannuncia lo stesso epilogo dello scorso anno quando l’Amoroso, benché non favorita, ha superato lo Scanu già reduce dallo scontro con il Napolitano. Ma non è solo questione di “freschezza”. Certo Emma parte avvantaggiata da questo punto di vista, ma la cosa che maggiormente può influire sull’esito dello scontro è il televoto: i fan di Loredana, infatti, hanno già votato per lei (ai fedelissimi, poi, si sono aggiunti anche i fan di Matteo, non tutti, ma buona parte sì) una volta, quindi devono affrontare una spesa supplementare per televotarla anche in questa sfida. Non so quanto ciò possa influire sulla vittoria di Emma, ma credo che abbia almeno una parte non del tutto insignificante.

Lo scontro tra le due cantanti si svolge come altre decine di sfide: appare, in verità, un po’ noioso e dall’esito scontato. Emma è brava, ha un potenziale di voce notevole ma si esibisce in modo tecnico, infilando dappertutto quel non so che di soul, ma risultando, a livello emozionale, paradossalmente quasi senz’anima. Riesce ad emozionarmi solo quando interpreta “Calore”, ma quando poi la sento esibirsi anche in “Davvero” e “Meravigliosa”, alla fine mi sembrano tutte uguali. La differenza con Loredana è che da quest’ultima non si sa mai cosa ci si debba aspettare, perché una stessa canzone viene eseguita in modo diverso passando da una performance all’altra. Emma, invece, è sempre uguale, monotona. Mannucci, de Il Tempo, paragonando le esibizioni delle due ragazze nei loro brani, osserva: “Loredana le canzoni se le strappa dall’anima: si vede che ha delle ferite che sono diventate cicatrici. Sarebbe bello se la trasmissione finisse qui”. Concordo pienamente e devo ammettere che il resto non riesco nemmeno a godermelo. Il finale è scontato ed inizio a credere che le voci messe in giro da Paolini, il noto tele-disturbatore, siano vere: la vittoria di Emma era già decisa da tempo ed organizzatissima, a cominciare dalla scelta compiuta dalla Universal di far uscire il suo ep prima di tutti gli altri. Le sue canzoni sono in vetta alle vendite sul web e si sentono alla radio già da tempo: come si poteva prevedere un altro epilogo?

Si va verso la fine. Prima, però, si esibisce Biagio Antonacci, autore e produttore di Loredana. Ma la sua presenza sul palco, ormai a tarda notte, non serve a svegliare i fan di Loredana che, com’era già scritto sul copione tipico della trasmissione di Maria, lascia il podio ad Emma che vince i 200 mila euro in palio. A Pierdavide, come già anticipato, va il premio della critica, consistente in 50 mila euro. Forse se lo sarebbe meritato maggiormente Matteo, visto che il Carone di glorie ne ha già avute molte, dal successo sanremese alle vendite super del suo libro “I sogni fanno rima”. Ma in fondo per Matteo si prospetta una carriera brillante da tenore: in un rvm il maestro Daniel Oren, direttore artistico del Teatro Verdi di Salerno, tra le lodi per il suo talento gli annuncia la scrittura per tre rappresentazioni dell’ “Elisir d’amore” di Donizetti, nella parte del protagonista Nemorino. Noi lo sapevamo già ma per Matteo è una vera e propria sorpresa (e non c’è motivo di dubitarne, viste le lacrime con cui il tenore accoglie la notizia). Alla fine, ha vinto anche lui. (ulteriori notizie QUI)

Si conclude, quindi, un’edizione contrassegnata da una vera e propria pianificazione: ormai la trasmissione di Maria è diventata quasi un’agenzia di collocamento. Lo spettacolo ne ha guadagnato, grazie ai talenti messi in mostra. Forse manca quel pizzico di improvvisazione e anche di imperfezione che caratterizzava le edizioni precedenti; in un certo senso, la vittoria inaspettata di Marco Carta a Sanremo 2008 ha messo in moto una vera e propria macchina da guerra: quella tra discografici, prima di tutto, e quella dell’audience.
Ma è inutile fare polemiche: davvero i quattro finalisti meritavano tutti di vincere e avranno comunque il successo che meritano. Rimane il sospetto sul televoto, la cui regolarità è stata più volte messa in discussione, anche nelle precedenti edizioni. Ma questa è un’altra storia.

STRISCIA LA NOTIZIA: TELEVOTO DAL CALL CENTER PER IL TRIONFO DI PUPO E IL PRINCIPE A SANREMO?

Ci sono andati vicino. Per poco Pupo, il principe Emanuele Filiberto e il tenore Luca Canonici non hanno vinto il Festival di Sanremo. In solo 53 minuti si è deciso tutto, in 53 minuti c’è stato il sorpasso da parte dell’ex Amico di Maria De Filippi, Valerio Scanu. Accidenti, mi vien da pensare, l’abbiamo scampata bella.

Oggi su L’Avvenire sono stati pubblicati tutti i dati del televoto di sabato sera: Scanu ha raccolto 235.105 televoti, pari al 37,01% dei votanti, 56.066 voti dalla rete fissa e 180.039 dai cellulari. Pupo e i due compagni d’avventura ne raccolgono 113.284 dai telefoni fissi e 100.582 dai cellulari, in tutto 213.866, pari al 33,53%. Marco Mengoni, terzo classificato, ha raccolto 34.866 dai telefoni fissi e 153.047 dai cellulari, per un totale di 187.913, pari al 29,46% dei voti.
Percentuali a parte, vediamo di fare i conti dei soldi spesi dagli italiani per sostenere i propri pupilli: 2.705.212,50 euro, considerando anche le preferenze espresse per i Giovani in gara. Un bell’affare, non c’è che dire. Sono sempre più d’accordo con Nino D’Angelo che, avrà pure il dente avvelenato per l’eliminazione, ma ha fatto un’osservazione più che legittima: se il voto è democratico non bisogna pagare. (ne ho parlato in quest’altro post ).

Ieri sera a Striscia la notizia il bravo Staffelli, nel consegnare il tapiro a Pupo e al principe, proprio per il loro piazzamento d’onore sospetto, ha chiesto a Pupo se avesse fatto ricorso al call center. Il cantante ha negato, assumendo un atteggiamento piuttosto sdegnato. Eppure qualche settimana fa aveva ammesso che nel 1994, quando le preferenze per le canzoni in gara avvenivano per mezzo del Totip, aveva comprato pacchi di schedine: “Eppure –ha dichiarato- sono arrivato quarto. Evidentemente qualcuno ne ha acquistate più di me”.

Insomma, davanti ad una smentita così decisa e senza alcuna prova, bisogna credere a Pupo. Tuttavia, perché la stessa domanda non è stata rivolta al principe? Lui, con quell’aria sempre alquanto stralunata, forse avrebbe potuto fugare definitivamente i dubbi. Non solo, avrebbe potuto difendersi dalle insinuazioni che qualcuno ha fatto circa la sua vittoria nella scorsa edizione di “Ballando con le stelle”.

Pensare che il televoto non sia in qualche modo inquinato è impossibile: la testimonianza di una direttrice di un call center ieri a Striscia (vedi video sotto l’articolo) ha confermato che le supposizioni sono una realtà, non un’invenzione dei maligni. La signorina ha, infatti, confermato che viene spesso richiesto un “pacchetto telefonate” per i televoti; si parla di 20mila o 40 mila euro al colpo, non di bruscolini. Eppure nessuno fa nulla per impedire che ciò avvenga. Quello che poi fa più male è che il sospetto si allarga e alla fine non sappiamo quanti siano gli onesti e quanti gli imbroglioni. Le case discografiche, in fondo, sono in grado di investire delle belle cifre pur di far emergere i loro cantanti: perché puntare il dito solo contro Pupo che, secondo me, è onesto? Lo è sempre stato, anche quando ha pubblicamente ammesso di essere “poligamo” e di essersi rovinato giocando d’azzardo.

PUBBLICO, INFINE, UN COMUNICATO CHE L’ADOC MI HA INVIATO IERI, COMMENTANDO UN ALTRO POST:

L’Adoc si unisce alla protesta, basta alla farsa del televoto.

“Il televoto per l’Adoc va abolito in tutte le trasmissioni almeno fino ad una nuova regolamentazione del sistema, che sia più corretto, trasparente e verificabile dai telespettatori. La farsa durante la serata finale del Festival di Sanremo è l’ennesima prova delle debolezze di un sistema di voto che non garantisce la veridicità della partecipazione popolare. Siamo solidali con la protesta degli orchestrali e del pubblico dell’Ariston, il voto deve essere reso pubblico, per eliminare qualsiasi dubbio sulla sua regolarità. Si è verificata una profonda mancanza di correttezza e trasparenza nei confronti dei telespettatori, televotanti o meno. Vorremmo fosse fatta chiarezza in merito alla computazione dei voti ricevuti, al numero dei votanti e alla ripartizione dei voti tra i concorrenti: tutti aspetti su cui, finora, non è stata resa una corretta informazione e pubblicità. L’Adoc chiede che vi sia da parte della polizia postale e dell’Autorità delle comunicazioni la verifica della provenienza dei voti.”

AGGIORNAMENTO DEL POST: 24 FEBBRAIO 2010

A proposito dei dati sul televoto diffusi da L’Avvenire, nel suo blog sul sito di Repubblica, Ernesto Assante ha abilmente smentito i calcoli fatti dal quotidiano, sulla base dei quali negli ultimi 53 minuti di televoto Valerio Scanu avrebbe avuto un notevole recupero, prendendo le distanze dai secondi classificati, cioè Pupo e co.
Siccome per la matematica non ci sono tagliata, vi rimando alla lettura dell’articolo (questo il LINK), così ognuno può trarne le dovute considerazioni. Da parte mia, voglio solo fare un’osservazione sul presunto “acquisto di voti” fatto da Pupo tramite call center (cosa su cui non sono affatto d’accordo): il maggior numero di telefonate proveniente dalla rete fissa, rispetto ai voti ottenuti dagli altri concorrenti, può essere giustificata tenendo presente che i fan di Pupo, da oltre trent’anni sulla breccia dell’onda, nonché gli estimatori di Emanuele Filiberto, probabilmente monarchici nostalgici, sono forse meno abituati all’uso del cellulare e all’invio degli sms. Tutto qui. I call center rimangono una pura illazione.

Infine, nonostante il successo tanto sbandierato di quest’edizione del festival e gli elogi sperticati alla conduttrice Antonella Clerici, i televoti sono stati complessivamente molti di meno: lo scorso anno, Marco Carta aveva ottenuto 800mila voti (ma nell’edizione di “Amici” ne aveva collezionato addirittura un milione e mezzo!); quest’anno, Valerio Scanu ha vinto con solo 235.105 preferenze da casa: un segnale che la gente si fida sempre meno del televoto. Quindi, concordo con l’adoc che su questa pratica “popolare” ci debba essere maggior chiarezza e trasparenza. E a fronte di una spesa di 2.705.212,50 euro, ritengo sia il minimo che si possa chiedere.

SANREMO 2010: PRIMI ELIMINATI PUPO, CUTUGNO E D’ANGELO

Stando alle prime eliminazioni (provvisorie, c’è sempre il ripescaggio), il 60esimo Festival della Canzone di Sanremo si annuncia come il festival dei giovani. Non so quali aspettative avessero i primi tre eliminati (in realtà cinque, visto che Pupo si presentava con due “compari”), in ogni caso dovrebbero capire che il mondo musicale è cambiato, specie dopo l’avvento dei talent-show. Le nuove generazioni di cantanti prendono il sopravvento, con buona pace dei veterani e ottimi auspici per i discografici.

Non metto in discussione la qualità delle canzoni eliminate -non sono un critico musicale e i gusti sono comunque sempre personali-, ma credo che si sia un po’ stufi di vedere sempre le stesse facce. Pupo ha ormai una fulgida carriera di conduttore ben avviata, Cutugno, come dice, fa concerti all’estero, D’angelo avrà sempre i suoi estimatori nell’ambito della canzone partenopea … si ritirino, una buona volta e lascino spazio ai giovani.

L’unico tra i veterani a tener duro pare sia Ruggeri, ma lui è giovane di spirito e, nella veste di conduttore televisivo, ha messo in luce la sua capacità di affrontare anche delle tematiche care ai giovani. Dovesse andar male, ha sempre un’occupazione alternativa.
Che dire dei fischi impietosi che ha dovuto subire il principe Emanuele Filiberto? Forse lui di colpe non ne ha: è stato Pupo a tirarlo in ballo … però, visto che come ballerino ha dimostrato delle doti, poteva limitarsi a mettere in mostra quelle!

I pronostici sono dalla parte del new talent Marco Mengoni, già vincitore di XFactor. Se l’anno scorso la vittoria è andata a Marco Carta, trionfatore della precedente edizione di “Amici”, non sarà che per la par condicio fra Rai e Mediaset faranno vincere proprio Mengoni?

LEGGI ANCHE L’ARTICOLO CORRELATO: Sanremo 2010: il festival del revival, dei talenti e dei misteri.

MARIA DE FILIPPI PARLA DEI SUOI “AMICI” SU TV SORRISI E CANZONI

Alla vigilia del serale di “Amici9”, Maria de Filippi concede un’intervista a TV Sorrisi e Canzoni e parla dell’edizione di quest’anno, dei suoi “amici”, dei progetti futuri e dei “talenti” scoperti dalla sua trasmissione che si stanno facendo strada nel mondo dello spettacolo.

Una cosa, in particolare, tiene a precisare riguardo ai discografici: Prima facevano gli snob perché ci consideravano “solo” un prodotto televisivo. Oggi non è più così, ma devo anche ammettere che col tempo si è alzata la qualità del programma e dei suoi partecipanti. Insomma, un sassolino dalla scarpa se l’è tolto. Poi, è orgogliosa del fatto che la sua trasmissione sia per molti un trampolino di lancio: Quelli venuti ai nostri provini mi hanno raccontato di aver provato prima con le case discografiche, ma senza mai ottenere alcuna risposta: con la crisi nessuno rischia più sui giovani. Be’, certo, si sa che la crisi investe tutti i settori, ma chissà perché i discografici non esitano a pubblicare le compilation di “Amici”. Il primo album, quest’anno, ha anticipato i tempi e, secondo me, non ha raccolto il meglio dei talenti perché i ragazzi non erano ancora pronti per la sala d’incisione. Ma tant’è, ha venduto e vende moltissimo. Quindi, la De Filippi giustamente ne è orgogliosa, anche perché fra poco uscirà un’altra compilation e, ne sono certa, bisserà il successo della prima.

Che dice, poi, degli ex amici? Di certo non può nascondere la soddisfazione per la partecipazione di Valerio Scanu al prossimo Festival di Sanremo. Tiene a precisare che ci va con una canzone scritta e arrangiata da un concorrente di quest’anno, Pierdavide Carone, il cantautore che fa impazzire il pubblico di “Amici” con la sua “Ballata dell’ospedale”. Ci aspettiamo, quindi, una rivincita del giovane Scanu, rimasto a bocca asciutta dopo che la vittoria ad “Amici8” gli è stata scippata da Alessandra Amoroso. Riuscirà a bissare il successo di Marco Carta, anche lui allevato dalla materna Maria? Chissà! Un’osservazione, però, me la concedo: conoscendo lo stile di Pierdavide, una sua canzone in bocca allo Scanu proprio non me la vedo. Anzi, non la sento. Non resta che attendere il Festival e mi sa che tutta questa pubblicità che gli arriva da Mediaset avrà l’effetto sperato: un trasferimento in massa degli spettatori fan di “Amici” su Rai 1. Come l’anno scorso, del resto. Poi, quello è esattamente il pubblico più avvezzo al televoto, particolare non privo di significato in questo contesto.

E i ballerini? C’è posto anche per loro nel cuore di mamma Maria: I produttori americani del musical “La Bella e la Bestia”, che a Milano sta avendo un successo pazzesco, verranno da noi per trovare i protagonisti del loro prossimo spettacolo, Flashdance. C’è da scommetterci che li troveranno. Tuttavia a me questo sembra un business che conferma il potere della TV: ma vi sembra che in Italia non ci siano ballerini altrettanto o addirittura più validi dei concorrenti di “Amici” e magari con maggiore esperienza di spettacolo? Ci sono, ci sono. Ma purtroppo resteranno a casa e lo spettacolo se lo andranno a vedere a teatro.

Chiedere a Maria quali siano, tra gli allievi di quest’anno, i preferiti, è una specie di mission impossibile: lei non si sbilancia ma ammette che i diretti interessati percepiscono le sue preferenze. Quando è in onda, però, cerca di essere distaccata. Ci riesce? A me pare di no, ma che importa? La De Filippi è come una mamma: tutti i figli so’ piezz e core!

UN FENOMENO (CL)AMOROSO CHIAMATO ALESSANDRA

alessandra amorosoPer caso ho riletto la mia replica ad un commento che aveva lasciato Marinella al post Amici 8: televoto truccato? Allora la legittimità della vittoria di Alessandra Amoroso era stata messa in dubbio: per tutti i fan di Valerio Scanu appariva alquanto sospetta. Lui stesso pareva sicuro di avviarsi verso la vittoria dell’ottava edizione di Amici già dopo la sfida con Luca Napolitano. Ma Alessandra era là, pronta alla sfida, probabilmente sicura di non farcela ma almeno fresca e riposata, al contrario di Valerio. Alla fine lei ha vinto e sui forum disseminati nel web i fans dello Scanu delusi gridavano all’ingiustizia, al tradimento, al televoto truccato. Così doveva essere, non c’era altra spiegazione.
La lettrice mi aveva scritto che la vittoria di Alessandra era stata già pianificata mesi prima. Mi aveva lasciato anche un link ed io, dopo la lettura del post cui mi rimandava, le avevo risposto:

Non apprezzo Valerio – e anche questo l’ho detto a chiare lettere in questo e in altri post sull’argomento- ma credo che, indipendentemente dal fatto che non abbia vinto, se merita il successo, lo avrà. Da parte sua, Alessandra deve fare i conti con una vittoria, forse non determinata dal televoto, che il successo non lo garantisce. Dovrà essere brava a sfruttare bene l’occasione perché, come spesso succede, il gusto del pubblico è mutevole.

Questo scrivevo il 1 aprile 2009. A sei mesi e mezzo da quel commento, Alessandra Amoroso è diventata una star. Dopo aver occupato per mesi i posti più alti delle classifiche di vendita con “Stupida” ed aver guadagnato due dischi di platino, a pochi giorni dall’uscita del secondo album “Senza nuvole” bissa il successo scalando la classifica e superando niente meno che Lady Madonna. Incredibile! Mi viene da dire: brava, ha sfruttato davvero quella occasione, la vittoria del talent show più famoso d’Italia, e si è tenuta stretta il suo pubblico, non l’ha deluso. Il tutto rimanendo la ragazza semplice che era al suo ingresso nella “scuola” di Maria De Filippi. Ora in quello studio entra da star e si fa consegnare dal suo pigmalione i dischi di platino. Ora canta davanti agli “studenti” non ancora famosi che guardano a lei come ad una musa ispiratrice del bel canto. La voce le trema ancora, però, dall’emozione tanto da sembrare incerta su qualche nota o troppo urlante nell’esecuzione del ritornello. Ma che importa: meglio semplice e imperfetta piuttosto che una che si è già montata la testa e magari esige di esibirsi in playback.

Una carriera in ascesa che, ci scommetto, la porterà dritta dritta a Sanremo nel tentativo di bissare il successo di un “amiciano” dopo la vittoria di Marco Carta nell’ultima edizione. Vedremo. Per ora si prepara ad affrontare la prima fatica televisiva: ospite fissa dello spettacolo di Gianni Morandi “Grazie a tutti”, quattro puntate in onda dal 1 Novembre su Raiuno. Un’impresa ardua ma che sembra non scalfirla, a parte l’emozione di un debutto in prima serata sulla rete ammiraglia della TV nazionale. Da “mamma” Maria a “papà” Gianni: un bel percorso, non c’è che dire.

Ma non basta: Federico Moccia ha scelto il suo pezzo “Estranei a partire da ieri” per la colonna sonora del suo prossimo film “Amore 14”. Immagino che Alessandra sia al settimo cielo … anzi, secondo me sta vivendo questo momento magico come se camminasse sospesa nell’aria, tre metri sopra il cielo.

SULLE NOTE DI UN’ALTRA EMOZIONE

mare-inverno
Le canzoni, quelle che ci piacciono particolarmente, rimangono indelebili nella nostra mente e, nota dopo nota, vanno a comporre la colonna sonora della nostra vita.

Dopo l’inattesa onda di emozioni che mi ha colpita ascoltando, in modo del tutto casuale, la canzone di Marco Carta “Dentro ad ogni brivido”, un’altra emozione questa volta me la sono andata a cercare. Devo essere proprio stanca, visto che vado alla ricerca di “evasione”. Anche questa volta corro indietro nel tempo: l’estate del 1975. Ero “piccola”, ma già molto intraprendente visto che stavo assieme a Guido, il mio primo vero boy friend. Almeno non era un amore platonico, considerato che già alle elementari avevo iniziato ad innamorarmi, sempre delle persone sbagliate, comunque.

Torno indietro a quella lontana estate. Ero a Lignano Sabbiadoro, dove passavo un mese di vacanza con la mia famiglia. Il mio boy friend mi aveva raggiunto, in compagnia di un amico –allora, evidentemente, anche i ragazzi di buona famiglia, non solo le ragazze, andavano in giro solo se accompagnati- e aveva trascorso una settimana in campeggio. Avevo perso di vista per un po’ le mie amiche e, una volta partito Guido, guarda chi mi ritrovo! La mia amica Elena che nel frattempo si era messa assieme ad un ragazzo milanese. Niente di male, aveva pur diritto anche lei di divertirsi. La cosa più triste per me era, però, il fatto che il milanese si trascinava appresso un bresciano, Angelo, che inizia a farmi una corte spietata. Ricordo che feci di tutto per sottrarmi a quell’assedio e alla fine lui capì e desistette. Meno male!

Come capita quando si incontra gente nuova in vacanza, ci scambiamo gli indirizzi. Io sinceramente non credevo che quei due li avrei più rivisti. Elena sì, dal momento che viveva nella mia stessa città. Ma non avevo fatto i conti con la mia assidua frequentazione milanese; almeno un paio di volte all’anno me ne andavo a Milano, ospite di una zia, e vi rimanevo per un po’ di tempo, durante le vacanze di Natale e Pasqua. Io adoravo Milano e la giravo tranquilla in lungo e in largo, anche da sola. Non avevo paura, ma forse allora le grandi città erano più sicure, e le linee della metropolitana non avevano segreti: avendo amici a Cinisello, Cologno e Sesto San Giovanni, dovevo per forza spostarmi un bel po’.
Quando durante le vacanze di Natale del 1975 mi recai a Milano, rispolverai il foglietto con l’indirizzo di Roberto, il boy friend di Elena, e andai a cercarlo. Sorrido pensando che oggi non ci si perde mai di vista. Cellulare e computer facilitano i contatti. Ma allora non c’erano e, non avendo il suo numero di telefono, mi recai a casa sua, vicino all’Arco della Pace, praticamente alla fine di Corso Sempione.

Non riesco a descrivere la sua sorpresa ma anche la sua gioia nel vedermi. Non riusciva a credere che fossi lì, a Milano, e che mi fossi ricordata di lui. Sapevo che con Elena era finita, ma d’altra parte quando hai quindici anni e abiti a 400 chilometri di distanza l’amore, se mai c’era stato davvero, se ne va … come una candela, a poco a poco si consuma fino a spegnersi. Non sapevo, allora, che la nostra amicizia appena iniziata era destinata a durare a lungo. In pratica siamo rimasti in contatto per sei anni prima di perderci di vista … causa il suo matrimonio. Per dire la verità lui non mi aveva avvisata, l’ho saputo dalla madre al telefono. Che tristezza!

Il legame che si era instaurato tra me e Roberto sembrava la classica eccezione che conferma la regola: l’amicizia tra un “uomo” e una “donna” può esistere davvero. Ne eravamo convinti e ne andavamo fieri. Io continuavo a stare assieme a Guido, lui preferiva flirtare con ragazze diverse. Sembrava allergico ai legami. Ci scrivevamo: la posta a quei tempi era l’unica soluzione, e sto parlando di posta posta, quella fatta di fogli di carta, a volte colorati e con dei disegni più o meno bizzarri, di buste e francobolli, oltre che di una settimana d’attesa tra la spedizione e l’arrivo a destinazione. Altro che e-mail! Facevamo i calcoli: ognuno rispondeva subito, la lettera partiva al massimo il giorno dopo, sette giorni più tardi si trovava nella cassetta della posta dell’altro.

L’amicizia si consolidò l’estate successiva … almeno così pareva. Avevamo un intero mese davanti, da passare sempre insieme. Io che ero abituata ad avere compagnie numerose, preferivo stare con Roberto. Di giorno in spiaggia, la sera in giro tra piano bar, discoteca, luna park … mai un momento di noia, mai un rimpianto nei confronti delle vecchie amicizie. Più che un’amicizia sembrava un idillio e fu questa strana alchimia a cambiare le cose. A poco a poco mi accorsi che non era più come prima. Stavamo distesi sulla sabbia dorata, all’ombra delle cabine; ci divertivamo a criticare la gente che passava: guarda quello, guarda quella … le note del juke box del bar della spiaggia, la classica “rotonda sul mare” alla Fred Bongusto, allietavano le nostre ore. Ricordo che una canzone in particolare era il tormentone dell’estate: “Donna amante mia” di Umberto Tozzi. Era ancora lontano il tempo di “Gloria” o di “Si può dare di più”. Credo che Tozzi fosse praticamente ai suoi esordi, ma quel motivo era davvero un successo.

Roberto iniziò a guardarmi con occhi diversi: il suo sguardo era più eloquente di qualsiasi parola. Io per lui avevo iniziato ad essere “quella donna”, “quell’amante”. Nella sua mente non ero più l’amica di prima e la consapevolezza di ciò mi mandò in crisi. Perché, nonostante cercassi di respingere quell’ipotesi, che noi due potessimo amarci e non più soltanto come amici, i dubbi c’erano, eccome. Ma fui determinata: l’amicizia poteva e doveva durare, altro non era possibile. Insomma, i risvolti alla “Harry ti presento Sally” non li tenevo in nessun conto. A costo di soffrire e di procurare in lui un dolore tale da fargli rischiare un esaurimento nervoso.

Non ci fu più nessuna estate insieme, ma non perdemmo i contatti. Lui ogni tanto tornava alla carica, ma io rimanevo ferma nella mia decisone. A Milano non tornai per un paio d’anni, almeno non tornai da lui. Pensavo che la cosa migliore fosse mantenere le distanze, non incontrarsi. Lo capii quando in una lettera mi informò che se non avessi deciso di stare con lui, e non solo come amica, naturalmente, avrebbe tentato il suicidio. Rimasi sconvolta e informai il padre. Lui avrebbe capito e avrebbe saputo aiutare suo figlio. La madre no, troppo ansiosa, troppo presa a difendere la sua creatura. Credo che avesse intuito qualcosa e già avesse iniziato ad odiarmi.

La crisi passò, l’amicizia continuò almeno fino a quando qualcosa cambiò nuovamente. Nel frattempo, dopo due anni, il mio rapporto con Guido si era concluso. Non ero libera, però, perché avevo incontrato un’altra persona. Non avrei mai creduto che da quel nuovo legame sarebbe sorta una grande sofferenza. Così, a Natale, di nuovo sola, tornai a Milano, tornai da lui. Forse cercavo un po’ di consolazione e basta, ma mi convinsi che fosse arrivato il momento di dirgli di sì, di tentare una nuova avventura. Se l’amicizia aveva sfidato gli ostacoli del cuore e la lontananza, l’amore avrebbe reso giustizia alla sofferenza passata. Nel mio egoismo e, perché no, egocentrismo, non avevo fatto i calcoli con i suoi sentimenti: io avevo rifiutato il suo amore sincero ed ora ero pronta a dirgli di sì solo perché mi sentivo libera d’amarlo; lui, però, non poteva accettarlo, non voleva essere un ripiego o forse l’orgoglio gli impediva di confessare che mi amava ancora. Disse di no. Il no più doloroso della mia vita. Un no che mi schiacciò come un macigno, perché era stato la conseguenza di un atto d’amore, mai provato prima con lui, e che avevo considerato il preludio di una nuova unione.

Ancor oggi, dopo tanti anni, quando ripenso a Roberto, nella mente risuonano le note di “Donna amante mia”. Ora le ho riscoperte e ho ritrovato l’antica emozione … finalmente libera di ammetterla.