Il 28 dicembre 2014, nel commento al post in cui festeggiavo i 2 milioni di visualizzazioni di questo blog, l’amico frz40 scriveva:
E non c’è il 2 senza il 3…
Ed eccomi qui, a quasi quattro anni di distanza, a comunicare ai lettori il raggiungimento del traguardo del 3 milioni di click. Una cifra impensabile, dal momento che negli ultimi anni questo spazio, che è stato a lungo un vivace “salotto di conversazione”, è pressoché abbandonato.
Negli ultimi tempi ho pensato più volte di chiudere. Spesso mi ritrovo a leggere vecchi post e devo dire onestamente che non butterei via nulla.
Qualche anno fa, rovistando nella soffitta dei miei genitori, ritrovai il manoscritto del mio primo romanzo. Avevo 15 anni e una scritturina perfettina e quasi infantile. Pagine e pagine di un quadernetto ad anelli a quadretti, scritte fitto fitto a matita. E dire che a scuola ogni volta sbraito se vedo che i compiti di Italiano o Latino sono scritti a matita (“Se usate la matita significa che siete insicuri. MAI usare la matita, anche se è più facile cancellare. Gli errori devono essere evidenti e non semplicemente cancellati!”) o sui fogli a quadretti (“I quadretti si usano per fare i conti!”). Chissà perché a scuola a me non l’avevano insegnato.
Insomma, ritrovando quel manoscritto mi sono ricordata che scrivere è sempre stata una passione. Alle elementari componevo brevi testi poetici, poi mi sono data alla prosa. 🙂
Quando ho aperto questo blog, nel lontano 2008, l’ho fatto principalmente per i miei studenti. Infatti, se leggete la pagina info, si capisce che quello era lo scopo primario. Ho, però, subito compreso che su queste pagine virtuali avrei potuto coltivare la mia passione e così il blog è diventato un contenitore di pensieri, opinioni, notizie… alla fine, per non confondere i due piani – personale e professionale – è nato, nel luglio del 2011, il blog laprofonline.
Tenere attivi e aggiornati i due blog non è stato facile ma per alcuni anni ce l’ho fatta senza grossi sforzi. Poi è subentrata una certa apatia di cui onestamente non conosco né l’origine né la causa.
La domanda che spesso mi ponevo era: “Perché scrivere?” mentre più recentemente, anche ammesso che ne abbia tempo e voglia, mi chiedo: “Per chi scrivere?”. Il “perché” è presto detto: mi piace scrivere. Il “per chi” mi ha messo spesso in crisi.
Ai miei allievi, quando tratto autori della Letteratura Italiana che non hanno avuto un successo immediato pur essendo oggi dei grandi “classici”, ripeto sempre che nessuno scrive solo per se stesso. Forse un tempo, quando si tenevano i cosiddetti “diari segreti”, ma ora anche i classici “diari on line” ovvero i blog che nascono come sfogatoi e contenitori di confidenze, presuppongono che ci siano dei lettori, altrimenti la condivisione non avrebbe proprio senso. Un blog senza lettori, soprattutto senza commenti, è come un corpo senza l’anima. Devo averlo già scritto da qualche parte e scusate se mi ripeto.
Quindi, per chi scrivere? Certamente tutti noi abbiamo in mente dei lettori ideali ma il pubblico reale può essere composto da lettori molto diversi da quelli che ciascuno di noi ha in mente. Quando scrisse la Divina Commedia forse Dante Alighieri pensava agli studenti liceali degli anni Duemila? Il problema è, almeno per me, il non essere compresa. E’ chiaro che non voglio aver “ragione” a tutti i costi, il bello di un blog e della discussione che può scaturire dai post pubblicati è anche lo scambio di idee e di opinioni diverse. Talvolta, però, mi sono imbattuta in lettori troppo polemici, a volte anche non troppo educati, e ciò ha causato in me una sorta di disagio. Se un “perché” ce l’ho, il “per chi” mi condiziona.
Mi ritrovo sovente a pensare “se scrivo questo sarà compreso il mio pensiero?” e questa semplice domanda fa sì, almeno nella maggior parte dei casi, che io rinunci a scrivere. Da questa rinuncia e dalla consapevolezza che questo blog langue da troppo tempo, scaturisce un’altra domanda: “non sarà forse meglio chiudere?”.
Ma ogni volta che ci penso – e con questo ritorno alla riflessione iniziale – mi dico che no, non è necessario chiudere. Ci sono nella blogosfera molti siti abbandonati, a volte senza un perché, altri non più pubblici, e ciò fa pensare che la chiusura non sia definitiva. Alcune amiche blogger ci sono passate: qualcuna ci ha ripensato, qualche altra ha continuato a pubblicare (nonostante il “post d’addio”) di tanto in tanto, altre hanno cambiato dominio e altre ancora hanno trasformato il vecchio in qualcosa di nuovo.
Se considero, poi, che questo blog vive di vita propria (nella top ten dei post più letti il più “recente” è del 2013!) e il proprio servizio continua a farlo, non vedo proprio un valido motivo per chiudere. Infatti, è proprio questo aspetto che continua a caratterizzare le mie pagine: offrire un servizio, far sì che le persone abbiano delle risposte alle proprie domande.
Il post più letto in quasi 10 anni di attività è dedicato al “primo amore” (90mila visualizzazioni e 120 commenti, un record assoluto). Chi riscopre un’antica passione amorosa può semplicemente leggere il post o lasciare un commento. Ce ne sono di bellissimi e ho sempre cercato di rispondere. Questo è il senso della condivisone: sapere di non essere soli.
Poi ci sono gli appassionati di Omero e Virgilio che si soffermano a leggere le mie pagine d’Epica che spero sempre diventino un libro.
Non manca poi la curiosità nei confronti delle mamme-nonne (un argomento che vorrei tirar fuori nuovamente ma il “per chi” mi blocca, dato che spesso nei vecchi post sono stata ferocemente criticata) e non mancano nemmeno i lettori nostalgici delle poesie antiche, quelle che un tempo imparavamo a memoria fin dalla scuola elementare.
Infine, molti lettori sono alla ricerca di temi legati alla scuola che ormai tratto esclusivamente nell’altro blog ma anche le notizie non proprio fresche di giornata vengono lette tuttora.
Rileggendo quanto scritto finora (una buona abitudine che cerco di trasmettere ai miei studenti che non rileggono MAI quanto scritto nei temi!), mi rendo conto che mi sono “bruciata” molti argomenti che sarebbero stati più adatti al post “celebrativo” del 10° compleanno. Pazienza, vuol dire che a fine settembre troverò l’ispirazione giusta per scrivere qualcos’altro.
Devo ammettere che se non ci fosse stata questa coincidenza (i 3 milioni di click) oggi avrei scritto un post di tutt’altro tenore perché è un periodo di grande crisi su molti fronti. Non è escluso che il post che avevo in mente prima o poi lo scriva ma per ora posso affermare di aver trovato un altro “perché”: scrivere mi ha fatto bene, ora sono rilassata e per un’ora almeno ho allontanato i tanti pensieri che affollano la mia mente. Un motivo in più per non chiudere: tenere un blog è terapeutico!
GRAZIE DI CUORE A TUTTI VOI CHE AVETE RESO POSSIBILE IL RAGGIUNGIMENTO DI QUESTO TRAGUARDO.
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