
Cari amici (e lettori occasionali), in questo periodo sto trascurando il blog (dovrei dire i blog, compreso quello di cui pochi sanno che è in attesa dell’estate 😉 ). Non sono a corto di idee, anzi. Nella mia testa ne frullano molte. Il tempo è poco, considerato che alla fine delle lezioni ci sono un sacco di cose burocratiche da sbrigare e le 24 ore della giornata mi stanno decisamente strette.
Pensa che ti ripensa, ho ricordato l’invito rivoltomi tempo fa dall’amica Diemme: quello di ripubblicare a puntate un vecchio post sugli uomini in casa. Probabilmente la maggior parte di voi lettori abituali lo conosce già, ma ci sono sempre i recenti “acquisti” che ne ignorano l’esistenza.
Ecco quindi la prima puntata: L’UOMO IN CUCINA.
Premetto che si tratta di un post ironico, basato esclusivamente sulla mia esperienza, che non ha alcuna presunzione di essere un trattato scientifico né di dire cose universalmente valide. Lo sottolineo perché allora qualcuno si è offeso …
L’intento è, dunque, quello di farsi due risate (sempre che ci riesca a suscitarle ma i riscontri allora sono stati più che buoni) in questa tarda primavera che sembra più estate avanzata, con i 33 gradi che il termometro esterno segna, e i 29 e mezzo interni … non vi dico che allegria lavorare davanti al pc!
Non mi resta che augurarvi una buona lettura … o rilettura, naturalmente.
Per chi proprio non ce la fa ad attendere le altre puntate – ovviamente chi non ha letto il post intero pubblicato qualche anno fa), può continuare a leggere QUI.

PREMESSA
Gli uomini in casa? Che palle! Certi uomini, non tutti, a vederli girar per casa, ti fanno venire due palle così anche se non le hai, altri, invece, sanno essere disponibili a darti una mano cosicché li perdoni quando, per caso, le palle te le fanno girare lo stesso.
Detto questo, si sarà capito che ho esperienza di entrambi i generi. Esperienza diretta, intendo. E posso fare dei confronti molto esemplificativi prendendo in esame il comportamento degli uomini che fanno parte della mia famiglia, parenti diretti e acquisiti, giovani e vecchi.
Prima di tutto bisogna dire che c’è sempre un uomo che si propone come esempio, giusto o sbagliato che sia, e qualche altro che lo emula, nel bene e nel male. Poi ci sono le donne: quelle sanno esattamente come raddrizzare gli uomini nel caso in cui non si comportino a dovere. Ma è anche vero che c’è qualche uomo che se ne frega del buon intento della donna in questione, anche se i modi magari possono apparire un po’ bruschi ma lo scopo è quasi umanitario. Quello è il genere uomo-che-non-si-piega-fossi-matto-manco-per-sogno-che-hai-ragione-tu. E questa è la specie peggiore perché difficilmente addomesticabile. Che si fa allora? Quello che non si dovrebbe fare con gli amici animali d’estate: li si abbandona. Sempre che, presa da un rimorso improvviso o dominata, a sua volta, da un opportunismo incontrollabile del tipo me-lo-tengo-così-com’è-tanto-c’è-di-peggio, la donna in questione non rinunci ad addomesticare il suo uomo. Probabilmente se ne pentirà per tutto il resto della vita.
Prima di elencare i pregi e difetti degli uomini in casa, mi faccio una domanda: perché una donna in casa trova sempre qualcosa da fare e l’uomo no? Perché una donna gira come una trottola cercando di sbrigare le faccende domestiche o anche di portarsi un po’ avanti con il lavoro, mentre l’uomo vive in simbiosi con il telecomando della TV, stravaccato sul divano, oppure si fionda davanti al pc a cazzeggiare? La risposta è: non l’ho mai capito. Però bisogna dire che certi uomini, anche se hanno la tendenza a non fare nulla, se correttamente sollecitati, rinunciano a cazzeggiare e danno una mano. In questo caso, la differenza fra un uomo e una donna è che il primo ha bisogno di istruzioni, la seconda no. E non si tratta per nulla di un particolare insignificante.
L’UOMO IN CUCINA.
Se per caso qualcuna ha la fortuna di avere un marito disponibile a preparare qualche manicaretto, o semplicemente a cucinare il rancio quotidiano, allora sa perfettamente che l’uomo-cuoco non sa fare nulla autonomamente: lui ha sempre bisogno di un aiuto cuoco e di una sguattera che gli corre dietro con lo straccio per evitare che la cucina diventi una sorta di palude o un campo di battaglia con tanto di cadaveri abbandonati sul terreno. La donna-cuoca, invece, fa tutto da sola: prepara gli ingredienti che le servono, tagliando, sminuzzando, sbucciando, battendo, aprendo e più verbi si elencano più si rende l’idea, cucina, senza aver bisogno che nessuno le passi la padella o il sale o le spezie o l’olio e via dicendo. Poi, dopo aver cucinato e servito a tavola –quindi fa anche la cameriera-, pulisce la cucina e carica la lavastoviglie, se ce l’ha, altrimenti lava i piatti a mano.
L’uomo, invece, che fa? Se cucina ha bisogno sempre di una mano, non serve a tavola, tantomeno pulisce. Ricordo che tanti anni fa, quando ero in attesa del secondogenito e dovevo stare a riposo, mio marito lavava i piatti ma mai il fornello. Avendoglielo fatto notare, mi fu riposto: “se domani si deve cucinare di nuovo a che serve pulire oggi?” Poi non stupiamoci che qualche fornello che viene esibito negli spot che pubblicizzano gli spray supersgrassanti sia in condizioni pietose: vi avrà di certo cucinato un uomo per settimane senza mai pulire.
Mio marito cucina solo quando non ci sono oppure ho 38 di febbre … se ho 37 e mezzo e mi vede girar per casa pensa che io stia bene (in realtà sto già malissimo visto che la mia temperatura normale si aggira sui 35 e 8). Quando cucina, sporca dappertutto e se a casa ci sono i figli, li arruola subito. Loro sbuffano ma gli danno una mano, ovvero lo aiuta perlopiù il secondogenito perché il primo figlio deve aver preso tutto da suo nonno paterno.
Mio suocero era un buon uomo, molto generoso, mi voleva bene come ad una figlia, spesso mi invitava al ristorante ma in casa non sapeva fare assolutamente nulla. Lui si vantava di non saper mettere sul fuoco nemmeno la caffettiera –preventivamente preparata da qualcun altro-, non sapeva nemmeno dove si trovassero i piatti e i bicchieri. Lui in casa non ha mai fatto nulla e quando gli facevamo notare che avrebbe potuto imparare a far qualcosa, per non dipendere dalle sue “donne” (leggi badanti), rispondeva che i soldi per andare al bar a bere il caffè e al ristorante per cenare non gli mancavano.
La colpa non era tutta sua, naturalmente.
Mia suocera era una santa donna, ma ha sbagliato a viziare a questo modo suo marito. Era, però, una donna d’altri tempi: lasciò il lavoro non appena messa al mondo la prima figlia e dedicarsi alla famiglia fu l’unica occupazione che svolse finché ne ebbe le forze.
Ma le donne ora lavorano quasi tutte –al sud un po’ meno perché gli uomini evidentemente sono come mio suocero- e hanno bisogno di aiuto, così gli uomini s’ingegnano anche se, come dicevo, devono essere debitamente istruiti. Io mio marito l’ho istruito benino, ma mai come mia mamma ha fatto con mio papà.
Mio papà, per iniziare, è un bravo cuoco. Rimasto orfano di padre da bambino, stava sempre attaccato alla gonna di mia nonna e guardandola ha imparato a cucinare. Lui, nonostante mia mamma brontoli lo stesso, non ha bisogno di aiuto cuochi né di sguattere: la cucina è il suo regno, quindi sa esattamente dove trovare le stoviglie che gli servono, e, una volta cucinato, mette tutto a posto e pulisce. Sa caricare la lavastoviglie, anche se non c’è nessuno che lo fa meglio di mia madre, e, se necessario, lava tutte le pentole a mano.
Mio figlio minore ha ereditato da mio padre la passione per la cucina: s’inventa pietanze strane, guarda, quando può, “La prova del cuoco” e prende degli spunti, ha estro e non si perde mai d’animo, nemmeno quando il frigorifero è semivuoto. Lui in cucina mi sostituisce a meraviglia e, se me ne devo andar via per qualche giorno, posso stare tranquilla. Dipendesse da suo fratello, si mangerebbero solo kebab e BigMc. Il mio “piccolo”, però, una cosa da suo padre l’ha presa: non lava il fornello. Anche lui è convinto che sia fatica sprecata.
[to be continued; immagine sposi da questo sito]
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