2010: UN ANNO DI SCUOLA, MESE PER MESE

Ecco, in riepilogo, i principali avvenimenti che hanno caratterizzato, nel 2010 appena trascorso, il mondo della scuola. (I LINK rimandano agli articoli che trattano gli argomenti in questione pubblicati in questo blog).

GENNAIO
Il ministro Gelmini introduce per via amministrativa il tetto del 30% per la quantità massima di alunni stranieri per classe (cioè per scuola). Severe critiche vengono mosse, da destra e da sinistra, soprattutto in considerazione del fatto che da questo calcolo dovrebbero essere esclusi gli stranieri nati in Italia (seconda generazione).
Alcuni esponenti del mondo giudiziario avanzano dei dubbi sulla costituzionalità del provvedimento e chiamano in causa pure la Convenzione dell’Onu sui diritti dei fanciulli. Inoltre, si sottolinea l’impossibilità di rispettare il “tetto” in alcune realtà geografiche (specie del nord) dove gli immigrati sono numerosi e molto più prolifici degli Italiani stessi. Tuttavia, secondo i dati del ministero, gli sforamenti del “tetto” risultano esigui.

Nello stesso tempo, un’indagine di Bankitalia insinua che la scuola pubblica stia scadendo a causa del massiccio numero di immigrati presenti nelle nostre aule scolastiche. Ciò potrebbe portare ad un rilancio della scuola privata con conseguente riduzione dei finanziamenti elargiti dallo Stato per la scuola statale a vantaggio degli istituti privati. (LINK)

Vengono resi noti i risultati di un’indagine condotta dall’InValsi che ha incaricato dei docenti esperti di visionare 6000 temi svolti all’Esame di Stato di due anni fa. Ebbene, parrebbe che errori di ortografia, uso inappropriato della punteggiatura, periodi senza senso: sono sbagli che ricorrono con preoccupante frequenza. Le polemiche non mancano. (LINK)

Alla mezzanotte del 23 gennaio, il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini ha detto sì al fidanzato, l’imprenditore Giorgio Patelli. Il rito civile è stato celebrato nell’incantevole Sirmione, sul lago di Garda, dal sindaco Alessandro Mattinsoli, alla presenza dei fratelli e testimoni Cinzia e Giuseppe e di alcuni parenti dello sposo. È la prima volta, nella storia della Repubblica, che un ministro in carica si sposa. (LINK )
Il matrimonio della Gelmini, che è già in attesa della figlia primogenita, con un divorziato suscita inutili polemiche. (LINK )

FEBBRAIO
Il 4 febbraio, il Consiglio dei Ministri approva i Regolamenti presentati dal MIUR nel giugno del 2009, già oggetto di discussione nelle Commissioni Cultura della Camera dei Deputati e del Senato, su cui anche il Consiglio di Stato ha dato parere favorevole, seppur richiedendo degli aggiustamenti.
La riforma della Secondaria di Secondo grado partirà, come previsto, dall’anno scolastico 20010/2011, per le sole classi prime e non, come annunciato in precedenza, dall’intero biennio. Per la Gelmini si tratta di una svolta epocale: la scuola secondaria di II grado, infatti, non era mai stata riformata dalla legge Gentile del 1923. Il ministro non si prende, tuttavia, ogni merito, precisando che per elaborarla abbiamo attinto sia dalla riforma messa a punto a suo tempo dal ministro Moratti sia per l’istruzione tecnica e professionale da quanto realizzato dal precedente Governo. (LINK)

La Fondazione Agnelli presenta un rapporto in merito allo stato di salute della scuola italiana. L’indagine si basa sui dati Ocse-Pisa che si riferiscono ai quindicenni italiani: al sud sono “indietro”, mediamente, di un anno e mezzo rispetto agli studenti del nord Italia. Un dato poco confortante, considerato che “rovinano” la media nazionale, anche se certamente non per colpa loro. (LINK)

MARZO
Il crocifisso rimane in aula (per ora): la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo accoglie il ricorso presentato dall’Italia contro il parere favorevole espresso dalla stessa Corte nei riguardi della richiesta inoltrata dalla signora Soile Lautsi Albertin, cittadina italiana originaria della Finlandia, che nel 2002 aveva chiesto all’istituto comprensivo statale Vittorino da Feltre di Abano Terme (Padova), frequentato dai suoi due figli, di togliere i crocifissi dalle aule in nome del principio di laicità dello Stato. (LINK)

A seguito della pubblicazione di una lettera riservata, inviata dal direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Marcello Limina, a tutti i dirigenti scolastici della regione Emilia-Romagna, con la quale si invita il personale scolastico ad evitare critiche a mezzo stampa nei confronti del Ministero, infuriano le polemiche. Il ministero si difende invocando l’obbligo di lealtà, cui sono tenuti gli insegnanti, verso lo Stato e l’Amministrazione da cui dipendono, come, del resto, tutti i pubblici dipendenti. È un problema delicato che, con riferimento alla Costituzione, chiama in causa contemporaneamente i principi di libertà di opinione del cittadino (art. 3) e gli obblighi di servizio esclusivo verso la Nazione dei dipendenti pubblici (art. 98).

Aumentano i 5 in condotta: in un Comunicato Stampa il MIUR rende noti gli esiti degli scrutini del I quadrimestre nelle scuole secondarie italiane. I dati riguardano l’80% delle scuole di I e II grado e non sono per nulla confortanti: 63.525 allievi (su un totale di scrutinati pari a 3.875.987) hanno riportato l’insufficienza nel comportamento, 11.181 in più rispetto allo scorso anno. (LINK)

I Regolamenti per la Riforma della scuola secondaria superiore vengono firmati dal Capo dello Stato, sotto forma di DpR, al termine di una lunga e travagliata procedura consultiva durata circa dieci mesi.
Dopo la firma di Napolitano, il Miur provvede, comunque, a emanare alcuni provvedimenti necessari all’avvio della riforma, come, ad esempio, l’ordinanza degli organici, senza attendere la pubblicazione dei Regolamenti in Gazzetta Ufficiale (e la conseguente entrata in vigore), provocando la reazione di alcuni sindacati che impugnano alcuni atti amministrativi davanti al Tar.

APRILE
Il 10 aprile alle 10:53 a Brescia nasce Emma, la primogenita del ministro del MIUR Mariastella Gelmini. La bambina, nata con il parto cesareo, pesa 2,9 chilogrammi e gode di buona salute, come la mamma. (LINK) Il ministro ritorna presto all’ordinaria attività politica, confermando i propositi di comportarsi come qualsiasi mamma che lavora. Le dichiarazioni avevano a suo tempo sollevato un coro di polemiche. (LINK)

Ad una settimana dal parto, la Gelmini partecipa ai lavori del tavolo delle Infrastrutture per l’Expo al Pirellone e incontra il presidente Formigoni per parlare delle novità in materia di istruzione. Si dimostra favorevole alle graduatorie regionali per il reclutamento degli insegnanti, proposta avanzata, con insistenza, dalla Lega. Il ministro dichiara di voler porre fine al “balletto degli insegnanti” che, nominati “fuori sede”, fanno di tutto per essere trasferiti più vicino al luogo di residenza l’anno successivo. (LINK)

MAGGIO
Il trattamento di fine servizio (TFS), meglio noto come liquidazione o indennità di buonuscita per i dipendenti pubblici, non esisterà più e verrà sostituito dal TFR, trattamento di fine rapporto.
Lo prevede la manovra finanziaria del decreto legge 78/2010, poi convertito in legge, che estende a tutti i dipendenti statali il TFR (già applicato dal 2000 ai nuovi assunti e al personale a tempo determinato) e, come è noto, in vigore da sempre per i dipendenti del settore privato.
Nel cambio il dipendente non ci guadagna, soprattutto se durante la carriera ha cambiato profilo professionale, come nel caso dei docenti diventati per concorso dirigenti scolastici (per quelli più anziani e di recente nomina lo svantaggio economico può essere pari ad un terzo e più).

Il 22 maggio, all’Assemblea Nazionale del Pd, Per Luigi Bersani esterna le proprie impressioni in maniera piuttosto esplicita, e nello stesso tempo offensiva, sul ministro Gelmini. Il leader del Pd, rivolto parlando degli insegnanti osserva: “Io sono per fare uscire da questa assemblea una figura eroica, i veri eroi moderni, gli insegnanti che inseguono il disagio sociale in periferia, lottano contro la dispersione”, peccato, però, che subito dopo dia una sua interpretazione personalissima, sulle relazioni che intercorrono tra il ministro e gli insegnanti asserendo che “la Gelmini gli rompe i coglioni”. (LINK)

Il 26 maggio viene reso noto il testo definitivo delle Indicazioni nazionali per il riordino dei percorsi liceali. (LINK)

GIUGNO
Con decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del 15 giugno, vengono individuati percorsi triennali di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) per il conseguimento di qualifica professionale regionale (ne sono previste 21).
Con l’Intesa tra Stato e Regioni del 16 dicembre 2010 si prevede che presso gli istituti professionali statali, a cominciare dal 2011-12, i ragazzi iscritti ai normali corsi quinquennali per il conseguimento del diploma possano chiedere anche di conseguire la qualifica professionale regionale al termine del triennio.

LUGLIO
Il 15 luglio l’Ufficio stampa del MIUR rende nota la collaborazione di Roger Abravanel al PQM (Piano Nazonale di Qualità e Merito), un progetto attraverso il quale il ministro Mariastella Gelmini si propone di migliorare la qualità della scuola italiana, estendendo l’esperienza dei test predisposti dall’INValSi a 50 mila alunni, contro i 17.600 che hanno partecipato all’esperienza nello scorso anno scolastico. (LINK)

Dal quotidiano La Stampa viene pubblicata una lettera aperta al ministro Gelmini scritta da una studentessa la cui iscrizione è rifiutata, per mancanza di posti, dal liceo cui l’aveva inoltrata. La ragazza attribuisce la responsabilità dell’accaduto ai “tagli” operati dal ministro con la Riforma. (LINK).
Sulle pagine del medesimo quotidiano la Gelmini replica alla ragazza: “I miei tagli non c’entrano” (LINK)

La carriera dei docenti si arresterà per i prossimi tre anni. Secondo il comma 23 dell’art. 9 del decreto legge 78/2010, confermato nella legge di conversione, la progressione di carriera del personale scolastico in servizio, d’ora in poi, sarà ritardata di tre anni fino al momento della pensione e il personale incasserà gli aumenti per il passaggio di gradone sempre tre anni dopo, perdendo, quindi, altrettanti anni di aumento fino al termine della carriera.
I ritardi di riscossione costeranno complessivamente per i più giovani fino a 29 mila euro, secondo i valori contrattuali attuali.
Quegli anni “congelati” saranno, però, utili per l’anzianità pensionistica (i contributi continueranno, infatti, ad essere versati regolarmente), tutti i futuri scatti di gradone saranno ritardati di tre anni.
Per il 2011, utilizzando in buona parte i risparmi dedicati al merito, gli scatti sono assicurati da un intervento del ministro Gelmini con il benestare del ministro Tremonti.

AGOSTO
All’inizio del mese, Il MIUR, in un comunicato, rende note alcune novità per quanto riguarda la scuola. Ecco, in sintesi, di cosa si tratta: promozioni del merito e nuove assunzioni (immissioni in ruolo per 10.000 insegnanti, 6.500 unità di personale ATA e 170 Dirigenti scolastici).
Sarà bandito entro l’anno 2010 un nuovo concorso per Dirigente scolastico. I posti saranno 2.800. (LINK)

Verso metà mese il MIUR comunica i dati definitivi sugli esiti dell’Esame di Stato 2010. I non ammessi nel 2009 erano stati 17 mila (5,1%), quest’anno (con l’introduzione della norma che prevede tutte sufficienze) sono stati oltre 23 mila (cioè il 6,6%). Accanto a questo dato, si mette in evidenza una leggera flessione della percentuale del numero degli studenti che non hanno ottenuto il diploma: dal 2,15 % dello scorso anno al 2,05 del 2010. Un dato preoccupante è quello relativo ai non ammessi all’esame a causa del 5 in condotta: lo scorso anno erano poco più di 5mila, quest’anno sono stati 8.403. (LINK)

Sempre a proposito degli Esami di Stato, il ministro critica l’alta percentuale di 100 e lode al sud, in netta contraddizione rispetto ai risultati dell’InValsi che vedono gli studenti del meridione meno preparati dei compagni settentrionali. (LINK)

SETTEMBRE
I nuovi regolamenti per gli Istituti di Istruzione Secondaria di II Grado portano delle novità per chi si appresta a iniziare il prossimo anno scolastico. In primis, viene finalmente messa in primo piano la questione delle assenze: chi non frequenterà almeno i tre quarti dell’orario annuale, ovvero supera il limite dei 50 giorni, rischia la bocciatura. Con l’avvio della riforma delle superiori, dunque, la vita degli “assenteisti” abituali senza motivi validi si farà più dura. Ovviamente, però, in casi eccezionali sono previste deroghe, in quanto è possibile che le assenze frequenti o prolungate siano giustificate da patologie particolari che possano essere oggettivamente dimostrate. Ma, in generale, chi non rispetta il limite minimo, come si legge nel regolamento ministeriale, viene escluso dallo scrutinio finale, quindi costretto a ripetere l’anno.

Novità anche per il calcolo del credito scolastico che concorre al punteggio finale dell’Esame di Stato: sarà di 25 punti, cioè il massimo, solo per gli allievi che avranno una media compresa tra il 9 e il 10, non più fra l’8 e il 10, come avveniva in passato.
Per ora la nuova disposizione si applica ai ragazzi del terzo e quarto anno, nel 2011 si andrà a regime anche in quinta. (LINK anche per la precedente notizia)

In occasione dell’avvio dell’anno scolastico 2010/11, la Gelmini torna ad affrontare il problema del precariato osservando che nessun governo sarebbe in grado di assorbire 200mila precari e attribuendo la gravità della situazione attuale ai passati governi che, per ottenere consensi, avrebbe elargito incarichi annuali ai supplenti senza che ce ne fosse una reale necessità.

Da un’inchiesta condotta da ItaliaOggi, risulta che, considerando il numero dei precari, cioè 240mila, e l’assunzione prevista di 10mila all’anno, in ventiquattro anni tutti possano avere la speranza di essere nominati in ruolo. (LINK anche per la precedente notizia)

Anche il ministro Renato Brunetta si sente di dire la sua sulla situazione critica dei precari della scuola: considerando l’età media piuttosto elevata e il fatto che una buona fetta di precari non sono stati immessi in ruolo negli ultimi quindici anni, il ministro li invita a cambiar mestiere. Poi, esterna anche il suo punto di vista sullo stipendio degli insegnanti italiani che è sì più basso di quello dei colleghi europei, ma lavorano molto meno, in termini di orario. Inoltre, sempre secondo Brunetta, il sistema scolastico italiano costa tanto e rende poco, non c’è meritocrazia e altissimo è il livello di assenteismo degli insegnanti che implica legioni di supplenti. (LINK)

In risposta agli esiti dell’indagine condotta da Italiaoggi, il MIUR rassicura che ci vorrà molto meno tempo per assorbire i precari: sette anni. Questo perché i “tagli” effettivi sono stati minori rispetto al previsto: in un comunicato di Palazzo Chigi si rende noto che «nel 2009 i tagli effettuati nella scuola ammontavano a 42 mila unità ma con 30 mila pensionamenti sono scesi in realtà a 12 mila. Quest’anno il taglio previsto era di 25 mila posti ma sono scesi a duemila considerando le uscite per pensione. Dunque in totale si tratta 14 mila persone senza posto. Abbiamo motivo di credere che a queste 14 mila persone sarà trovato un lavoro.»
Viene, inoltre, resa nota la modalità di reclutamento dei docenti e l’obbligo del Tirocinio Formativo Attivo. (LINK anche per la precedente notizia)

Oscar Danilo Lancini, sindaco di Adro (Brescia), leghista, inaugura il nuovo polo scolastico dell’istituto comprensivo locale, disseminandolo di 700 “soli delle Alpi”, il simbolo che la Lega ha adottato da anni e che sventola nelle bandiere bianco verdi nelle manifestazioni del Carroccio.
Il sindaco si ostina a difendere quel simbolo come rappresentazione della cultura locale (un “sole” è inciso sul muro esterno del duomo di Adro), ignorando il fatto che “il sole” è presente in tante altre località italiane (anche al sud) e mediterranee (si trova anche in alcuni antichi templi egizi).
Il ministro Gelmini non condivide la presenza dei “soli” e incarica il direttore generale dell’Ufficio scolastico della Lombardia di disporne la rimozione. Il sindaco resiste e minaccia querele. La Lega non lo critica apertamente ma nemmeno lo difende. (la vicenda sembra una telenovela: ne ho scritto QUI e QUI)

OTTOBRE
L’inizio dell’anno porta lo scontento nelle scuola italiane. Contrari ai “tagli” della Gelmini e alle conseguenze dell’introduzione della Riforma della Secondaria di II grado, in gran parte delle scuole i professori decidono di non accompagnare gli studenti nel cosiddetto “viaggio di istruzione”, meglio noto con il termine “gita”. (LINK). Questa decisione porterà ad una crisi nel settore turismo e le agenzie di viaggio ne faranno le spese. Per ovviare alla situazione critica, alcune regioni propongono delle superofferte per le classi in gita. (LINK)

Brutte notizie per il ministro del MIUR: la Corte d’appello di Brescia condanna il Ministero della Pubblica Istruzione a risarcire con oltre 13 mila euro una professoressa bresciana per gli anni di sevizio prestati da precaria, senza percepire lo stipendio nei mesi estivi. La docente si è rivolta al Tribunale contro un’abitudine vietata da una Direttiva della Corte di giustizia europea, recepita anche dalla legislazione italiana ma finora mai applicata. Ora avrà gli stipendi estivi degli ultimi 5 anni, con gli interessi. (LINK)

Un disegno di legge presentato al Senato dalla Lega nord propone la non ammissione ai Giochi della Gioventù agli allievi che non hanno un profitto sufficiente in tutte le discipline. Ovviamente la proposta fa discutere. (LINK)

Il Parlamento approva definitivamente la legge del “collegato al lavoro” che mesi prima il Presidente della Repubblica aveva rinviato alle Camere.
Tra le diverse disposizioni ve n’è una sull’apprendistato che viene considerato come attività formativa valida ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione dal 15° anno di età. La disposizione, che affonda le sue radici normative nella legge Biagi del 2003, modifica la legge sull’innalzamento dell’obbligo di istruzione (Finanziaria 2007) che aveva disposto il limite minimo di età per l’accesso al lavoro a 16 anni, un limite che la nuova legge abbassa nuovamente a 15.

NOVEMBRE
Il 4 e 5 novembre a Parigi si riuniscono i ministri dell’educazione dei 33 Paesi attualmente membri dell’OCSE, cui si sono aggiunti anche i rappresentanti di altri Stati (tra cui la Russia) candidati a far parte della prestigiosa organizzazione intergovernativa creata nel 1947 per promuovere la cooperazione e lo sviluppo economico tra le nazioni industrialmente più avanzate.
L’incontro ha come tema Investing in Human and Social Capital: New Challenges. Al termine dei lavori, viene pubblicato un breve documento riassuntivo elaborato dalla presidenza a tre (Austria, Messico e Nuova Zelanda) ma condiviso da tutte le rappresentanze nazionali.
Quattro sono le priorità individuate:
1. fronteggiare gli effetti della crisi sui sistemi educativi;
2. adeguare le competenze lavorative ai nuovi bisogni;
3. formare insegnanti preparati per il XXI secolo;
4. rafforzare le positive ricadute sociali dello sviluppo dei sistemi educativi. (LINK )

Nel 2008 l’articolo 64 della legge 133 aveva previsto di destinare il 30% dei risparmi derivanti dai tagli di organico alla valorizzazione professionale del personale scolastico. Alla verifica del 2010 la quota destinata al 30% risulta però quasi dimezzata, ma soprattutto, dopo la nuova manovra finanziaria che ha congelato scatti di anzianità e contratto, il Governo la dirotta in buona parte ad assicurare per il 2011 proprio al progressione economica di carriera, lasciando una esigua quota per la premialità.
Il ministro Gelmini affianca al recupero degli scatti di anzianità la sperimentazione di due progetti di valutazione, con finalità premiali, riferiti il primo alla qualità delle prestazioni dei docenti e il secondo alla qualità dell’azione svolta dalle scuole. (ne ho scritto in più post: QUI e QUI)

DICEMBRE
Viene presentato a Parigi il quarto Rapporto Ocse-Pisa relativo ai livelli di competenza dei quindicenni rilevati nel 2009, con riferimento a tre discipline di base: lingua, matematica e scienze. L’Italia ne esce un po’ meglio del passato. Si tratta di miglioramenti rispetto alle due precedenti edizioni del Rapporto che avevano evidenziato bassissimi livelli di competenza dei nostri quindicenni.
Il confronto sulla competenza di lettura evidenzia un sostanziale recupero rispetto alle indagini 2003 e 2006, quando si era registrato un preoccupante abbassamento dei livelli di competenza dei nostri quindicenni rispetto alla prima indagine comparativa Pisa, quella del 2000. Recupero che riguarda in particolare le quattro regioni meridionali beneficiarie degli interventi comunitari dell’Obiettivo Convergenza, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia.
In classifica gli studenti italiani risultano 29esimi su 74; nel 2006 erano stati 33esimi su 57.

Se gli studenti possono tirare un sospiro di sollievo, i docenti hanno poco di cui rallegrarsi, almeno in termini economici. L’annuale Budget dello Stato che il dipartimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze pubblica a fine anno conferma anche per il 2011 la previsione che il personale della scuola sarà fanalino di coda nelle retribuzioni dei dipendenti pubblici, come era già successo per il 2010.
La media generale del costo annuo medio persona, che corrisponde sostanzialmente alla retribuzione media percepita, è di 42.511 euro per dipendente pubblico.
Il costo annuo medio persona per i dipendenti del ministero dell’istruzione è invece pari a 39.640 euro, ed il più basso in assoluto tra i dipendenti di tutti i comparti pubblici. (LINK)

La sperimentazione del merito, proposta con grande entusiasmo dal ministro Gelmini, rischia un clamoroso flop. La maggior parte delle scuole interessate al progetto sperimentale per premiare il merito rifiuta, infatti, l’adesione. (ne ho scritto QUI e QUI)

Ma dopo una cocente delusione, è subito in arrivo per il ministro una grandissima soddisfazione: in pieno periodo pre-natalizio il Senato approva la riforma dell’Università, dopo mesi di accesa polemica e di valutazioni contrastanti, culminati nelle manifestazioni di protesta, anche violenta degli studenti.
L’approvazione comporta il superamento dei quasi 500 emendamenti presentati dall’opposizione. A fine anno il presidente della Repubblica promulga la legge di riforma, accompagnandola con alcune osservazioni per superare talune criticità rilevate. (LINK)

Infine, per il sindaco di Adro, Lancini, dei doni speciali da parte di ben due Babbi Natale: un ottimo cous cous preparato da una famiglia marocchina del luogo, al posto del panettone, album da disegno, pennarelli, goniometro e righello per far sì che sindaco e consiglieri possano consolarsi dipingendo tanti Soli delle Alpi sugli album, e un “pennello grande” per cancellare l’enorme simbolo padano dal tetto del polo scolastico, unico Sole delle Alpi rimasto. (LINK)

[alcune informazioni sono tratte da Tuttoscuola.com; le immagini sono tratte da questo sito]

RIFORMA UNIVERSITÀ È LEGGE: IL TESTO APPROVATO AL SENATO


La riforma Gelmini è legge. L’aula del Senato ha infatti dato il via libera definitivo al testo sull’università approvandolo con 161 sì, 98 no e 6 astenuti. Hanno votato a favore Pdl, Lega e Fli. Hanno votato contro Pd e Idv. Si sono astenuti (anche se al Senato vale come voto contrario) Udc, Api, Svp e Union Valdotaine. «La riforma verrà attuata fin dal prossimo anno accademico» ha annunciato il ministro dell’Istruzione nel corso della registrazione di Porta a Porta. La Gelmini ha sottolineato che entro i prossimi sei mesi tutti gli adempimenti e i decreti attuativi saranno approvati.
(LINK della fonte)

Per leggere le novità introdotte dalla legge CLICCA QUI ; per vedere il testo della legge CLICCA QUI.

PROTESTA STUDENTESCA: STRISCIONI E STERCO SOTTO CASA DELLA GELMINI

La scorsa notte a Bergamo davanti all’abitazione del ministro del MIUR, Mariastella Gelmini, alcuni studenti hanno appeso uno striscione alla cancellata dell’edificio, scaricando dello sterco davanti al cancello. “La città di Bergamo ospita nella sua roccaforte alta il ministro più amato da tutti gli studenti d’Italia – hanno scritto i ragazzi in un comunicato -. Abbiamo violato questa roccaforte e scaricato davanti a casa Gelmini la ‘naturale’ reazione alla sua riforma“. (LINK della fonte)

Complimenti! Questi sì che sono argomenti convincenti. Diciamo che questi studenti ragionano così perché nella testa hanno proprio quell’elemento naturale lì.

Messaggio personale per il signor Luigi Bruschi: mi scusi, sa, se non apprezzo questo genere di contestazione.

AGGIORNAMENTO DEL POST: 8 DICEMBRE 2010

Solidarietà alla Gelmini è stata espressa dal ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna: «Ancora una volta chi con coraggio e passione opera per riformare e migliorare il nostro Paese, presenta e approva una riforma al solo scopo di modernizzare l’Italia, viene indicato come un nemico da minacciare e, addirittura, da inseguire fin sotto casa». Il presidente della Camera Fini ha inviato al ministro un messaggio nel quale afferma che «tale volgare episodio è espressione di una logica rispetto alla quale lo Stato non deve mai essere transigente, a difesa della democrazia e della libertà nel nostro Paese». [da Il Corriere]

GELMINI AGLI STUDENTI UNIVERSITARI: LA RIFORMA NON VI DANNEGGERÀ. IL VIDEO

Mentre gli studenti universitari sono in agitazione in tutta l’Italia (secondo il MIUR, però, solo uno studente su 100 è contrario alla riforma), il ministro si difende e, soprattutto, con decisione prende le difese di una riforma che ritiene indispensabile per rilanciare l’università italiana, agli ultimi posti nelle classifiche internazionali.

«Ragazzi questa riforma vuole aiutarvi, non danneggiarvi». Il ministro Mariastella Gelmini lancia agli studenti un messaggio su YouTube. «Non vi fate strumentalizzare dai baroni e dai centri sociali – spiega il ministro -. Questo ddl mette voi al centro, non c’è un solo punto del provvedimento che possa danneggiarvi. È per voi, per eliminare privilegi e sprechi, per spazzare via i concorsi-truffa, le parentopoli».
Per la Gelmini «bisogna avere il coraggio di fare le riforme» e lei si è assunta questa responsabilità. L’Italia, secondo il ministro, ha bisogno di questa riforma perché gli atenei italiani oggi sono agli ultimi posti delle classifiche internazionali.

A chi le rimprovera il fatto di non aver messo a disposizione dei fondi per questa riforma, risponde addossando la responsabilità ad altri di questa situazione: «Non è vero che i soldi sono stati pochi. Purtroppo sono stati spesi male per finanziare corsi inutili, sedi distaccate di cui si poteva benissimo fare a meno, iniziative che sono servite a qualcuno ma non certo agli studenti».

A sorpresa, Gianfranco Fini spezza una lancia in favore della riforma universitaria. A conclusione di un incontro all’Università di Lecce, il presidente della Camera si è espresso in questi termini: «Martedì prossimo la riforma dell’università sarà approvata ed è una delle cose migliori di questa legislatura». Fini non solo appoggia la riforma per assicurare «un futuro migliore per i nostri figli», ma ritiene che l’eventuale bocciatura possa essere «un clamoroso errore». Riferendosi agli studenti in agitazione, osserva: «chi protesta deve anche porsi il problema del perché c’è in Italia un così alto numero di disoccupati laureati. C’è un problema di oggettiva qualità dei titoli di studio e di collegamento delle università con le realtà economiche». E in merito ai fondi che non ci sarebbero, sostiene che «l’unico rischio della riforma dell’università è che sia sottofinanziata, ma è sbagliato radicalmente contestarne lo spirito».

[fonte: Il Corriere]

RIFORMA UNIVERSITÀ BLOCCATA: GELMINI KO E BERSANI PROVOCA


Tempi duri per il ministro Mariastella Gelmini: dopo le proteste degli studenti universitari che hanno dato l’assalto, a colpi di uova, al senato, e stanno “occupando” ora il Colosseo, la Torre di Pisa e la Mole Antonelliana, un emendamento all’articolo 16 della Riforma Universitaria, di cui è primo firmatario Fabio Granata (Fli), è passato alla Camera con 261 no, 282 sì e tre astenuti. La stessa Gelmini, per errore, ha votato a favore. Roba da matti!

Che succederà adesso? Nonostante l’emendamento approvato non sia «particolarmente significativo», il ministro sostiene che «se saranno votati emendamenti il cui contenuto stravolge il senso della riforma, mi vedrei costretta a ritirarla».
Intanto Pier Luigi Bersani non si lascia scappare l’occasione per provocarla. «Gelmini ritiri subito il ddl e iniziamo a discutere come correggere alcune distorsioni di questa legge e come trovare risorse per sostenere diritto allo studio e alla ricerca. Il ministro mi dà dello studente ripetente», ha detto il segretario del PD, aggiungendo: «Domani metterò su internet il mio voto di laurea e di tutti gli esami sostenuti. Mi aspetto che Gelmini faccia altrettanto, compreso il giro turistico a Reggio Calabria», riferendosi all’esame di Stato per conseguire l’abilitazione come avvocato che il ministro bresciano svolse nel capoluogo calabrese.

Un appello giunge da Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, che chiede «a tutte le forze politiche di approvare nel più breve tempo possibile la riforma dell’università, pur se è perfettibile, perché introduce elementi importanti per una governance più efficiente e per una migliore valutazione del merito. Sarebbe veramente inaccettabile che per litigi interni cadesse».

Una delle poche osservazioni sagge che ho sentito negli ultimi tempi a proposito dell’istruzione e dell’università. Spero venga ascoltata.

[fonte della notizia e della foto: Il Corriere]

RIFORMA DELLA SECONDARIA: LA GELMINI CONFERMA CHE NON SLITTERÀ

Maria Stella GelminiCome riportato dal quotidiano La stampa , giovedì il testo di riforma dovrebbe finalmente approdare in conferenza Stato-Regioni che darà il suo parere. Presto lo faranno anche le commissioni parlamentari che stanno esaminando il testo: sì, la riforma partirà nel 2010. Parola di Gelmini.

Sembra convinta, il ministro, anche se è cosciente del divario esistente fra i diversi istituti scolastici nazionali. Durante la registrazione di una puntata del Maurizio Costanzo Show, la Gelmini ha affermato che alcune regioni risultano del tutto carenti rispetto a questo tipo di istituti (quelli che saranno determinati dalla riforma ndr). La scuola è stata per troppo tempo autoreferenziale; è tempo di introdurre delle novità che superino il centralismo burocratico che la penalizza. E la pochezza delle risorse non può essere un alibi.
Chi nella scuola vive e lavora potrebbe sollevare delle obiezioni. A quanto ne so io, le risorse scarseggiano davvero, e non credo solo in alcune regioni, dato che i soldi promessi dal ministero alle scuole non arrivano. Ci sono degli istituti che, grazie alla razionalizzazione delle risorse tanto caldeggiata dallo stesso ministro, hanno potuto garantire il pagamento delle attività extra (quelle del fondo incentivante), altri, meno oculati, non hanno nemmeno i soldi per pagare le supplenze.

A proposito di supplenti, il ministro, che spesso ha affermato che la scuola italiana per troppo tempo è stata uno stipendificio e che i precari sono davvero troppi, colpa anche dei concorsi indetti in passato senza tener conto delle reali disponibilità di posti, ritiene che il ruolo dell’insegnante non sia per tutti. Su questo possiamo anche essere d’accordo con lei, così io personalmente mi sento di condividere il suo pensiero quando, facendo riferimento a delle recenti dichiarazioni del presidente USA, osserva: Il presidente Obama ha detto di recente che gli insegnanti devono essere dei coach e per fare questo devono sentire la professione come una missione, quindi meglio averne qualcuno in meno ma più preparato. Certo, per tanti anni l’insegnamento è stata considerata una “missione”, al pari di altre professioni in cui si ha a che fare con una particolare utenza (i medici e gli infermieri, per esempio); tuttavia, non bisogna confondere il termine “missione” (che deriva dal verbo latino mittere, mandare, e presume una sorta di molla interna che ci fa propendere per un determinato lavoro) con “volontariato”. Io credo che per troppi anni gli insegnanti abbiano lavorato sodo, profondendo molte energie, al di fuori del lavoro curricolare in classe, ma senza che venisse riconosciuto in termini monetari questo sforzo. Non vorrei, però, essere fraintesa: l’autoaggiornamento è un dovere per qualsiasi docente, così come la preparazione delle lezioni, la ricerca di nuove metodologie ecc. per migliorare le proprie prestazioni. Ma la scuola si migliora anche grazie ai progetti educativi e didattici che costano fatica a chi li cura e li realizza, ma che non sempre sono adeguatamente ricompensati attraverso i fondi incentivanti. Non certo per colpa dei docenti stessi che si accontentano e lavorano anche gratis, se è necessario, per realizzare ciò in cui credono, né per colpa dei capi di istituto che devono pur sempre far quadrare i conti e quindi sono costretti, in sede di contrattazione decentrata, a proporre delle somme modeste da destinare ai progetti, sperando che gli insegnanti le accettino con la rassegnazione di chi è ormai abituato a credere che “poco sia meglio che niente”. Diciamo che le risorse destinate alla scuola da parte del governo sono sempre più misere e arrivano a destinazione in forte ritardo.

Il “problema” dei precari, comunque, sta particolarmente a cuore al ministro Gelmini che si ritiene soddisfatta dei risultati raggiunti, anche con il consenso dell’opposizione, visto che è stato approvato alla Camera un decreto, ora al Senato che servirà a gestire meglio i 150mila supplenti, un’enormità, presenti nella scuola italiana. Se vogliamo evitare l’insorgere di altro precariato dobbiamo cambiare le regole: è bene che all’insegnamento si dedichino persone che hanno questa inclinazione. La scuola non può essere un ammortizzatore sociale. Ecco che il discorso ritorna sulla “predisposizione”, ma come si fa ad essere certi che davvero nella scuola sia utilizzato personale adatto ad un compito così delicato come l’educazione dei bambini e degli adolescenti? Dico educazione perché la scuola non serve solo a trasmettere il sapere, anche se è ovvio che dei docenti preparati nelle proprie materie sono una garanzia di qualità per l’apprendimento stesso. Io credo che nelle sue parole la Gelmini faccia riferimento ai tanti docenti che nel passato, più o meno prossimo, hanno considerato l’insegnamento come una sorta di dopolavoro: parlo dei professionisti che, terminata la mattinata in classe, si trasferiscono direttamente nello studio, trascurando, inevitabilmente, tutti quegli obblighi connessi alla funzione docente per cui si è, a tutti gli effetti, pagati.

Secondo il ministro, la scuola italiana è il bene più prezioso che il Paese ha. Ma io mi chiedo: come pensa di poter mantenere siffatta “preziosità”? Aumentando il numero di studenti per classe e diminuendo le ore di lezione? La riforma dei licei, ad esempio, è passabile, ma c’è da dire che in alcune discipline ci sarà una forte riduzione di ore e, conseguentemente, di cattedre. Forse il ministro è convinta che la “preziosità” della scuola si fondi sul detto popolare “pochi ma buoni”. E non avrebbe tutti i torti se poi non dovessimo fare i conti con lo svolgimento dei programmi che, in meno ore, potrà essere solo approssimativo. Ecco che le conoscenze dei futuri allievi saranno minori (sempre ammesso che ciò sia possibile: meno di così …) e sicuramente non qualitativamente superiori.
E poi, sempre nella puntata del Maurizio Costanzo show” che è stata registrata, la Gelmini ha osservato che Troppe volte il diploma e una laurea sono pezzi di carta che risultano poi poco spendibili. Ora io mi chiedo: per colpa della scarsa preparazione degli allievi o perché quello che imparano nel corso degli studi non sempre serve per svolgere un lavoro o una professione? Forse lo scrupolo del ministro è che la scuola italiana, così come l’università, non siano adeguatamente in contatto con il mondo del lavoro. Infatti, il ministro rassicura che è stato predisposto un progetto di integrazione della scuola con il mondo del lavoro attraverso un accordo con il ministro Sacconi.

Sentite queste dichiarazioni e ottenuta la rassicurazione che attendevamo riguardo l’avvio della riforma della Scuola secondaria di II grado nel 2010, ora non ci resta che incrociare le dita e sperare che la Conferenza Stato- Regioni si occupi davvero della scuola. Dobbiamo aspettare solo fino a giovedì, a quanto pare.

LA “NUOVA SCUOLA SPIEGATA AI GENITORI”

Come sapete la riforma Gelmini ha creato un po’ di scompiglio. Dal prossimo Anno Scolastico sarà effettiva la riforma della “primaria” limitatamente alla classe prima, con l’abolizione del modulo dei tre maestri. Anche la “scuola media” sarà investita da un’ondata di novità, mentre per la riforma delle “superiori” bisognerà attendere l’Anno Scolastico 2010/2011.
Le iscrizioni per il prossimo A.S. sono state prorogate di un mese rispetto alla consueta scadenza di fine gennaio. C’è ancora tempo, quindi, fino al 28 febbraio.

Nel frattempo, credendo di fare una cosa utile, informo i miei lettori che oggi in edicola, in allegato al Corriere della Sera , potranno trovare una Guida curata da “Tuttoscuola” che vuole venire incontro ai dubbi dei genitori alle prese con la prossima iscrizione dei figli nella Scuola Primaria e Secondaria di I grado. Ad esempio, si prende in esame la possibilità di scelta tra tempo “normale” o tempo pieno alla primaria o la preferenza rispetto ad un maggior numero di ore di lingua inglese alle medie.

La guida consta di 224 pagine, contiene oltre cinquanta risposte a possibili quesiti e un indice analitico per argomenti con più di 250 voci, che esplorano ogni aspetto della materia con linguaggio semplice e appropriato. Il costo è di euro 4,90 ed è disponibile in un numero limitato di copie … quindi, conviene affrettarsi!

Inoltre, sul sito tuttoscuola.com c’è la possibilità di trovare uno speciale con i modelli di iscrizione, la normativa e la possibilità di porre dei quesiti sulle iscrizioni ai quali verranno date le risposte sullo stesso sito.

Vi invito anche a leggere gli ARTICOLI CORRELATI .

AGGIORNAMENTO 19/01/2009

La redazione di Tuttoscuola fa sapere che, visto il successo ottenuto dalla Guida “La nuova scuola spiegata ai genitori” e considerato che in alcuni comuni di provincia l’allegato al Corriere della Sera di sabato 17 gennaio non è neppure arrivato, la stessa verrà ridistribuita da oggi nelle edicole.

Ricordo che chi volesse ulteriori informazioni può consultare lo “Speciale iscrizioni” sul portale tuttoscuola.com. Sullo stesso sito è inoltre possibile usufruire gratuitamente di un servizio di consulenza sulle iscrizioni.

AGGIORNAMENTO 02/02/2009

Leggo sulla newsletter di Tuttoscuola che la guida “La nuova scuola spiegata ai genitori” sarà in edicola con il Corriere della Sera fino a metà febbraio.

CON LA GELMINI L’UNIVERSITÀ CAMBIA

Con 281 voti favorevoli e 196 contrari la Camera ha approvato in via definitiva il decreto Gelmini sul riordino del sistema universitario.

In sostanza cosa cambia?
Innanzitutto il sistema di reclutamento dei docenti: non più commissari “di parte”, scelti tra quelli operativi presso le Facoltà interessate, ma 4 esaminatori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore disciplinare oggetto del bando e da un solo professore ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando. Si eviterà, in questo modo, che il posto sia occupato dai soliti raccomandati.
Per i ricercatori non è ancora previsto un riordino del sistema di reclutamento; i candidati verranno giudicati da 1 professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando.

Gli atenei che hanno sostenuto finora delle spese ritenute superiori rispetto al reale fabbisogno non potranno procedere a nuove assunzioni. Dall’altra parte, le Università più meritevoli, quelle con offerta formativa, con qualità della ricerca scientifica, efficienza delle sedi didattiche migliori, avranno dei finanziamenti maggiori. La valutazione di tali strutture avverrà attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario).

Per favorire l’assunzione dei giovani ricercatori, il blocco del turn over (a quota 20% nelle altre amministrazioni) viene elevato al 50%. Le Università dovranno “riservare” ai nuovi ricercatori almeno il 60% dei posti disponibili.

In ogni caso, i bandi di concorso , per i circa 2300 posti da ricercatore, già “aperti” saranno esclusi dal turn over e anche gli enti di ricerca rimangono indenni dal blocco delle assunzioni entrato in vigore per tutte le amministrazioni pubbliche. Questi interventi porteranno al reclutamento di 4000 nuovi ricercatori.

Buone notizie anche per i giovani meritevoli che non hanno i mezzi economici per sostenere l’esoso costo delle tasse universitarie: borse di studio in arrivo per tutti con un incremento di fondi pari a 135 milioni di euro, mentre altri 65 milioni di euro saranno stanziati per incrementare di 1700 unità (posti letto) le residenze universitarie.

Vita dura si prospetta per i professori “pigri”: dal 2009 sarà costituita l’ “Anagrafe nazionale dei professori e ricercatori universitari” in cui saranno rese note anche le pubblicazioni scientifiche prodotte. A partire dal 2011, quelli che nel biennio precedente non avranno pubblicato nulla saranno esclusi dall’elenco dei professori che potranno fare parte delle commissioni giudicatrici dei concorsi. Non solo, si ritroveranno gli scatti stipendiali dimezzati.

Che sia la volta buona per ottenere una maggior professionalità e per incrementare la qualità degli Atenei? Secondo il Ministro dell’Istruzione Gelmini, certamente sì. Soddisfatta della “riforma”, la Mariastella più famosa d’Italia afferma: «L’università oggi cambia: valorizzato il merito, premiati i giovani, affermata la gestione virtuosa degli atenei e introdotta più trasparenza nei concorsi all’Università per diventare professori o ricercatori. Da questi tre pilastri non si potrà prescindere».

Non dello stesso avviso è l’opposizione: secondo la capogruppo del Pd, Marina Sereni, infatti, con i tagli del decreto 112 l’anno prossimo «anche gli atenei virtuosi non saranno più in grado di funzionare».

Potevamo sperare che, per una volta, fossero tutti d’accordo? Naturalmente no. Per dare ragione agli uni o agli altri non resta, quindi, che attendere di vedere i reali effetti della Legge.