PREMIO AL MERITO PER I PROF? IL GRANDE BLUFF


Nel leggere le ultime notizie sull’annunciato premio al merito per i prof (ne ho parlato QUI), mi è venuta in mente la trasmissione televisiva, andata in onda nel 1996 e nel 1999 su Canale 5, in cui Luca Barbareschi ed altri vip, debitamente camuffati, facevano incursione in vari programmi Mediast, disturbandone la registrazione. Un programma esilarante in cui era sotto gli occhi di tutti quanto fosse diversa la realtà da ciò che semplicemente appariva.

Leggo su Tuttoscuola.com che i fondi destinati al famoso premio che spetterebbe ai docenti e alle scuole più meritevoli, annunciato per ora in via sperimentale, sarebbero di gran lunga minori rispetto a quanto fatto credere fino ad ora.
Siccome i numeri non sono mai stati il mio forte, onde evitare di rielaborare maldestramente gli articoli letti, mi limito a pubblicarne qualche stralcio (in corsivo), per far capire a chi mi legge come realmente stanno le cose.

Nell’articolo 64 della legge 133/2008 per la riforma e la razionalizzazione del sistema di istruzione c’è un passaggio in gergo burocratico, al comma 8, che nasconde una pesante insidia: “Al fine di garantire l’effettivo conseguimento degli obiettivi di risparmio di cui al comma 6, si applica la procedura prevista dall’articolo 1, comma 621, lettera b) , della legge 27 dicembre 2006, n. 296”. […] si guarda al comma 6 dello stesso articolo di legge e si ritrova la quantificazione dei risparmi di spesa per il triennio 2009-2011; una quantificazione che, in base al successivo comma 9 serve indirettamente a quantificare anche l’ammontare delle quote di risparmio, pari al 30%, destinate a premiare i docenti.

La legge finanziaria cui si fa riferimento è quella del 2007, firmata dall’allora governo Prodi. Questa legge prevede una procedura nota con il nome di “clausola di salvaguardia”, in virtù della quale i calcoli sarebbero da rifare. Il risparmio previsto per il biennio 2009/2010 sarebbe stato di 2.106 milioni (con conseguente quota virtuale del 30%, pari a 631,8 milioni da riservare alla premialità), ma che dai calcoli della Ragioneria Generale dello Stato risulta disponibile effettivamente per le finalità del 30%, a quanto sembra, una somma utile di 351 milioni, si deve constatare che i tagli di organico sono stati inferiori all’attesa e i risparmi mancati hanno fatto scattare la clausola di salvaguardia.

Secondo la clausola di salvaguardia, i quasi 281 milioni mancanti (631,8 – 351) avrebbero dovuto colpire il bilancio del Miur in capitoli vitali, invece, con tutta probabilità, si è scelto il male minore, dirottando gli effetti negativi sui contenuti del 30% che, in questo modo, ne è uscito con le “ossa rotte”, passando dal virtuale 30% al più modesto 16,7% dei risparmi da destinare al personale: persa quasi la metà.

Va da sé che il progetto sperimentale presentato dal ministro Gelmini non può disporre dei risparmi preventivati, in quanto il preventivo non aveva tenuto conto della famosa “clausola di salvaguardia”. Su Tuttoscuola.com si legge, quindi, che di quei 351 milioni risparmiati e disponibili effettivamente, 320 milioni sono destinati agli scatti di anzianità, lasciando alla premialità soltanto 31 milioni, pari al 5% di quel virtuale tesoretto di 631,8 milioni previsti due anni fa dall’art. 64 della legge 133/2008 e riservati esclusivamente a riconoscere la professionalità del personale scolastico.
Ma quei 31 milioni dovranno servire a premiare sia i docenti migliori sia le scuole meritevoli, riducendo ulteriormente l’ammontare finale del premio per gli insegnanti al 2-3% massimo dei risparmi di sistema ipotizzati inizialmente
.

E non è tutto, perché bisogna considerare anche i risparmi futuri: Per il prossimo biennio la legge prevede risparmi virtuali da destinare al 30% pari a 761,4 milioni e 956,4 milioni rispettivamente per il 2011 e 2012. Poiché è prevedibile che la metà di quelle somme attese non risulti disponibile e che sarà inevitabile confermare gli scatti di anzianità ancora una volta per gli insegnanti, di quel 30% che due anni fa era servito a compensare politicamente gli effetti spiacevoli della riduzione di organico probabilmente “non sarà rimasto che qualche brandello di muro”. La “svolta meritocratica”, se questi saranno i numeri, giocoforza dovrà aspettare tempi migliori (nel 2013?).

Nel precedente articolo, che ho linkato all’inizio di questo post, avevo concluso la mia riflessione sulla sperimentazione annunciata da MIUR per premiare i migliori docenti e le migliori scuole, con queste parole: Rimango dell’idea che sia una delle solite cose fatte all’italiana, senza capo né coda. Uno specchietto per le allodole. Niente di più.

Non vorrei aver fatto l’uccellaccio del malaugurio ma mi sa che avevo ragione.

[immagine da questo sito]