BON TON AMOROSO


Dai gossip cerco di tenermi alla larga. Quasi mai ne parlo qui ma ho letto un articolo di Maria Luisa Agnese su Il Corriere che merita un po’ d’attenzione. Mi fa piacere condividerlo con i miei lettori.

Al centro dell’attenzione mediatica in questi giorni sono piombati due triangoli amorosi, veri o presunti che siano, a noi non interessa. Uno ha coinvolto la coppia Ambra Angiolini e Francesco Renga. Lei, ex teenager di Non è la Rai, arruolata dal pigmalione Gianni Boncompagni che le parlava nell’auricolare e lei, come un’oca, pardon un pappagallo, ripeteva tutto ciò che lui le suggeriva, ora è un’attrice affermata anche se caduta recentemente nell’occhio del ciclone per aver partecipato alla famosa manifestazione delle donne contro Berlusconi. Lui, ex voce solista dei Timoria ora cantante affermato di grande talento. Una coppia solida, la cui unione è stata allietata dalla nascita di due bambini, Jolanda e Leonardo. Il presunto tradimento è stato scovato da Alfonso Signorini che su Chi ha fatto pubblicare delle foto in cui la Angiolini era teneramente abbracciata a Pier Giorgio Bellocchio con il quale l’attrice è attualmente impegnata in una tournée teatrale. Lei ha smentito pubblicamente di aver tentato di bloccare la pubblicazione delle foto e accusa Signorini di aver montato ad hoc il servizio, per screditarla agli occhi dell’amato Renga, vendetta crudele per la sola e innocente colpa di aver protestato contro il premier.

L’altro triangolo amoroso riguarda il ministro Mara Carfagna, promessa sposa di Marco Mezzaroma, e il collega parlamentare Italo Bocchino. Mentre lui porge pubbliche scuse alla moglie tradita di fronte alle telecamere di Che tempo che fa, una sorta di refugium peccatorum che vede Fabio Fazio nella veste di testimone a favore (e già questa può essere considerata una mossa strategica), Mara Carfagna dalle pagine del suo blog smentisce ogni addebito e dice che con Mezzaroma se la deve vedere solo lei, sono fatti suoi.

Quello che nell’articolo dell’Agnese viene sottolineato è il diverso modo in cui hanno affrontato la questione i due uomini: Renga, appena uscite le foto incriminate della compagna, le dedica una canzone dal palco del concerto; Bocchino fa una specie di pubblica ammenda, chiedendo perdono alla moglie, senza nemmeno prendere in considerazione l’impatto che la sua “confessione” possa avere sulla presunta traditrice e sul presunto cornuto. Come dire: è una questione di stile. E aggiungo: signori si nasce, non si diventa, come mi è sempre stato detto dalle donne di casa, mamma e nonna.

VIVA RENGA. ABBASSO BOCCHINO.

Francesco Renga, che sarebbe marito tradito da Ambra, la sera stessa dell’uscita del gossip monta sul palco a Brescia per cantare in concerto e, prima di cominciare, cosa fa? Dedica alla compagna supposta fedifraga la sua canzone preferita, dicendo: “Anche se qualche sciacallo stamattina ha voluto rovinare la nostra storia, canto per te Stai con me”.

Italo Bocchino, il marito traditore invece va da Fabio Fazio in tv per riparare al dolore della moglie Gabriella che si era manifestato attraverso un’intervista a Vanity Fair, e che fa?

Sillaba le sue scuse catodiche con occhio gelido e burocratico eloquio, sembra un bambino cresciuto che recita di malavoglia una non bella poesia mandata a memoria: “A prescindere dal merito che riguarda il privato di alcune persone, c’è da dire che nel momento in cui ho letto quell’intervista non ho potuto non tener conto che è un elemento di forte sofferenza per mia moglie. Se mia moglie soffre io, come marito e come padre, ho il dovere di capire il perché e ho il dovere di chiedere scusa. Quindi colgo l’occasione per chiedere scusa degli errori commessi”.

Destini incrociati e opposte pubbliche reazioni del presunto cornuto e del cornificatore confesso. Assimmetrie di comportamento che vanno tutte a favore dell’uomo tradito o presunto tale che avrebbe avuto anche il diritto di comportarsi altrimenti. Ecco perché fra i due, il nostro eroe è senza ombra di dubbio Renga, l’uomo caldo e forte che ignora/perdona quelle foto apparse su Chi che ritraggono la compagna affettuosamente avvinta all’attore Pier Giorgio Bellocchio, in nome di qualcosa di superiore, un amore o una serenità familiare da ricostruire.

Meno molto meno ci scalda il cuore il politico cinico che liquida così non solo la moglie ma anche “l’errore”, cioè l’amante tradita con cui in un baleno non solo ammette la relazione (e chissà cosa ne pensa il secondo incomodo, Marco Mezzaroma promesso sposo di Carfagna!), ma anche la sua irrilevanza.


Quel che é certo è che nell’era della grande visibilità nessun triangolo potrà reggere più sulla tradizionale ipocrisia del “si fa ma non si dice”. Morta e sepolta per sempre, travolta dallo tsunami mediatico, dall’inondazione di “privato è pubblico”, di politica-spettacolo. Ma non solo: ormai personaggi pubblici lo si è tutti o quasi per colpa di Facebook, sito intrusivo per eccellenza (e molti tradimenti si scoprono proprio per causa sua o di abuso di sms). E allora chiunque, famoso o no, d’ora in avanti dovrà attrezzarsi con destrezza per non fare più ingessate figure alla Clinton o alla Bocchino. E anche se Mara Carfagna dal suo blog scompiglia le carte e cerca di tornare alla vecchia regola del negare, negare sempre (“Chiacchiere. Amo Marco e di queste cose devo parlare solo con lui”), urgono nuovi e diversi codici di bon ton amoroso. Avete qualche idea/esperienza/consiglio, in proposito?

[foto sotto il titolo by Tvglobo]

AGGIORNAMENTO DEL POST

Mara Carfagna, in un video, ha affrontato l’argomento spinoso del gossip di cui si è resa protagonista insieme ad Italo Bocchino. In verità, sui 3 minuti e 34 secondi di video, solo 2 minuti e 41 secondi sono “dedicati” alla vicenda del presunto triangolo amoroso. Per il resto, è solo propaganda politica in cui elenca tutte le buone cose fatte negli ultimi anni, da quando, tolti gli abiti di scena, indossa le vesti di ministro.
Si tratta, dice, di un argomento privato di cui parla pubblicamente ma non senza imbarazzo, e per la prima e ultima volta, liquidandolo con poche parole: “Di queste cose devo parlare solo a Marco Mezzaroma, l’unico uomo che amo … Sono chiacchiere al vento e che il vento se le porti”.

Ma come? Ne vuole parlare solo a mezzaroma? Ma se ormai di questo presunto flirt ne parla l’Italia intera

MUSSOLINI VS CARFAGNA: VAJASSA 2, LA VENDETTA

Ho già parlato dello scontro verbale tra l’onorevole Alessandra Mussolini e il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna. (LINK)

Oggi a Montecitorio si è svolto il secondo round. In un clima già teso a causa del voto di sfiducia al governo, in risposta ad un attacco verbale subito da parte della Mussolini che tentava di interrompere il suo discorso, Fassino le si è rivolto, con la consueta pacatezza, dicendo: «Onorevole Mussolini, il ministro Carfagna l’ha già definita egregiamente…», velato riferimento a quel vajassa con cui era stata apostrofata la parlamentare da parte del ministro delle Pari Opportunità.

La scena che si è svolta in seguito all’osservazione di Fassino è tipica dell’impulsività che caratterizza il comportamento della Mussolini. Si è avvicinata come una furia a banchi del Pd, ha afferrato un telefonino dal banco della collega Ileana Argentin e ha tentato di lanciarlo contro Fassino, trascurando il fatto che lui si stesse scusando. La tempestività di un commesso è riuscita a bloccare l’insano gesto, ma non a tappare la bocca dell’onorevole che, rivolta alla Carfagna, ha esclamato: «Hai visto cosa hai fatto, sei una cretina».

Vi pare finita qui? Assolutamente no. La nipote del duce, commentando l’episodio con i giornalisti, ha osservato: «Le ho dato della cretina e lei ha spalancato quegli occhi da civetta». Quindi si è sfogata con il ministro Romani, rincarando la dose: «Hai visto cosa ha fatto quella cretina? adesso vado a prenderla a calci». La saggezza di Romani nell’affrontare quest’ennesimo scontro tra vajasse, ha prevalso: «Ma Alessandra con tutti i problemi che abbiamo…», le ha detto.

I problemi che hanno loro a Montecitorio? E quelli che abbiamo noi nel venire rappresentati da certe persone?

[notizia e foto da Il Corriere]

PROTESTA STUDENTESCA: STRISCIONI E STERCO SOTTO CASA DELLA GELMINI

La scorsa notte a Bergamo davanti all’abitazione del ministro del MIUR, Mariastella Gelmini, alcuni studenti hanno appeso uno striscione alla cancellata dell’edificio, scaricando dello sterco davanti al cancello. “La città di Bergamo ospita nella sua roccaforte alta il ministro più amato da tutti gli studenti d’Italia – hanno scritto i ragazzi in un comunicato -. Abbiamo violato questa roccaforte e scaricato davanti a casa Gelmini la ‘naturale’ reazione alla sua riforma“. (LINK della fonte)

Complimenti! Questi sì che sono argomenti convincenti. Diciamo che questi studenti ragionano così perché nella testa hanno proprio quell’elemento naturale lì.

Messaggio personale per il signor Luigi Bruschi: mi scusi, sa, se non apprezzo questo genere di contestazione.

AGGIORNAMENTO DEL POST: 8 DICEMBRE 2010

Solidarietà alla Gelmini è stata espressa dal ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna: «Ancora una volta chi con coraggio e passione opera per riformare e migliorare il nostro Paese, presenta e approva una riforma al solo scopo di modernizzare l’Italia, viene indicato come un nemico da minacciare e, addirittura, da inseguire fin sotto casa». Il presidente della Camera Fini ha inviato al ministro un messaggio nel quale afferma che «tale volgare episodio è espressione di una logica rispetto alla quale lo Stato non deve mai essere transigente, a difesa della democrazia e della libertà nel nostro Paese». [da Il Corriere]

CARFAGNA VS MUSSOLINI : INSULTI FRA VAJASSE

Un bell’esempio di civiltà e di solidarietà femminile, non c’è che dire. Sto parlando degli scambi di opinione che hanno vivacizzato il clima domenicale, un po’ uggioso in verità, fra il ministro delle Pari Opportunità, prossima alle dimissioni, Mara Carfagna, e l’onorevole (di nome ma ben poco di fatto) Alessandra Mussolini.

Come si sa, il ministro Carfagna in questi giorni è nell’occhio del ciclone a causa delle accuse che le sono state rivolte, dal suo stesso partito, in merito alla gestione dell’emergenza rifiuti in Campania. Poco gradite, effettivamente, tanto da portarla ad una decisione estrema: dopo il voto di fiducia del 14 dicembre, si dimetterà. Lascerà la carica di ministro, il Pdl grazie al quale ha ottenuto l’incarico, suscitando non poche polemiche vista l’amicizia con Berlusconi, e il parlamento. Si dedicherà solo ed esclusivamente alla sua Campania.

Fin qui, nulla da eccepire. Tuttavia, nonostante l’amore dimostrato per la sua terra, pare non apprezzare particolarmente le sue conterranee. Nell’intervista al Mattino in cui parla delle sue prossime dimissioni, il ministro ha ricordato la foto che la Mussolini le ha scattato in aula alla Camera mentre parlava con Italo Bocchino. «Quello è stato un atto di cattivissimo gusto che non merita commenti ma che si addice alla persona che l’ha commesso», ha detto Carfagna, «a Napoli le chiamano vajasse…».

A me questo insulto fa ridere. Ricordo che quand’ero ragazzina mio padre, napoletano, mi riprendeva se usavo un linguaggio non troppo consono all’ambiente familiare: mi diceva vassaiola (si pronuncia vasciaiola). Io, onestamente, non avevo ben chiaro cosa significasse né ho mai chiesto delucidazioni a mio padre. Sapevo che non era certamente un apprezzamento e che il termine poteva equivalere a “popolana“.

Credo che il paterno insulto vassaiola e il vajassa della Carfagna siano quasi sinonimi. In effetti, dopo un consulto telefonico con mio papà, ho appreso che con il termine vassaiola s’intende, letteralmente, una donna che vive nei bassi di Napoli, alloggi situati al piano terra. Quindi è sinonimo di “popolana”, “donna incolta”. Poi, pare che per alcuni possa assumere un significato ben più offensivo, tipo «prostituta».
Vajassa indica, invece, una donna umile, ridotta a condizione servile: una “serva“, insomma. Diciamo, quindi, che l’appellativo usato dalla Carfagna non è dei più consoni all’ambiente.

La replica della Mussolini non si è fatta attendere: secondo lei, una che insulta in questo modo non è degna di ricoprire un alto incarico di governo. È gravissimo che il ministro Carfagna rivolga a mezzo stampa gratuiti e volgari insulti a una donna parlamentare, tuona la Mussolini ma avverte la “collega”: appena ti vedo, ti insulto.

Bene. Non si può dire che il ministro Carfagna abbia lavorato invano nell’ambito delle pari opportunita: le donne che stanno al parlamento e al governo sono proprio pari agli uomini: si scambiano gli insulti.

AGGIORNAMENTO DEL POST, 22 NOVEMBRE 2010

Della foto incriminata, quella che la Mussolini ha scattato con il cellulare alla Carfagna, gridando “Vergogna!”, sul web non c’è traccia. Il clima politico è particolarmente teso in questo periodo alla Camera, quindi è legittimo, diciamo così, che si accusi il ministro delle Pari Opportunità di flirtare con il “nemico”. Ma la foto, qualunque sia, è innocente. C’è pure un precedente (lo vedete nella foto sopra): è successo nel 2008 e nessuno ha avuto da ridire.

Alessandra, Alessandra, va be’ che hai ancora il dente avvelenato per il presunto video osé (di cui, tra l’altro, non si è saputo più nulla ma è certo che si trattasse di una bufala) che ti avrebbe colta in atteggiamento inequivocabile con Roberto Fiore, ma vendicarti così con un’innocente … E poi, la foto della Carfagna con Bocchino l’hai scattata alla Camera dei Deputati, mica in …. camera da letto!