ERRARE HUMANUM EST … ANCHE SUGLI STEMMI DEI VIGILI DEL FUOCO

Quando si dice “deformazione professionale”: un docente di Latino e Greco al liceo classico “Tito Livio” di Padova ha trovato un errore nel motto, fresco di conio, inciso sullo stemma del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco.
Potrebbe sembrare che noi docenti cerchiamo apposta gli errori, sempre intenti a sgamare gli ignoranti. Tuttavia, questa volta si tratta di un errore madornale per chi conosce la lingua latina nelle sue regole essenziali, un errore che anche uno studentello avrebbe potuto facilmente notare. Il motto, in cui è pure evidente una figura retorica, il chiasmo, che ricondurrebbe ad una certa cura prestata da parte dell’ideatore, recita: “Flammas domamus, donamus cordem” che, anche nella traduzione “Domiamo le fiamme, doniamo il cuore”, si basa sull’assonanza dei due verbi.

Ma l’errore dov’è? Ahi ahi ahi, sta proprio in quel cordem che in latino proprio non esiste. Il sostantivo cor, cordis, infatti, è neutro, quindi l’accusativo singolare, come del resto il plurale, è identico alla forma del nominativo. Va da sé che la forma corretta è cor, non cordem.

Il professor Giuliano Pisani, accortosi dell’errore, l’ha segnalato ma non tanto per puntare il dito sull’ignoranza dell’artefice del motto, quanto per intervenire prima che si facciano i gonfaloni e quanto altro.

Mi sembra il caso di dire: sursum corda! che non significa “un sorso di corda”, naturalmente. Giusto per sdrammatizzare, il detto latino, che deriva dalla liturgia cristiana, vuol essere un incoraggiamento per chi dovrà rifare gli stemmi e “quanto altro”! Preghiamo, è il caso di dirlo, che non commettano altri errori.

[fonte: Il Gazzettino]

4 pensieri riguardo “ERRARE HUMANUM EST … ANCHE SUGLI STEMMI DEI VIGILI DEL FUOCO

  1. L’errore dov’é? Nell’andare a cercare di fare i colti, quando la frase in in italiano sarebbe stata tanto più bella: “Domiamo le fiamme, doniamo il cuore” (con mille possibili variazioni)

    Basta con ‘sto latino.

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  2. Ma no, è normale che in araldica i motti siano in latino. Non è uno sfoggio dotto, è un uso storico, consolidato nel tempo, e corretto. Cioè, scorretto.
    Per fare un esempio Siena usa Cor magis tibi Sena Pandit, o Roma usa SPQR Senatus Populusque romanus. Sono codici, come quelli dei cartelli stradali.

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