MATURITÀ 2010: LE MATERIE DELLA SECONDA PROVA SCRITTA

Il MIUR ha reso noto l’elenco delle materie oggetto della seconda prova scritta dell’Esame di Stato 2010.
L’ha comunicato il ministro Mariastella Gelmini attraverso il proprio canale YOUTUBE, utilizzando per la seconda volta uno strumento vicino ai giovani d’oggi.
Ecco il VIDEO:

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SALVATORE CRISAFULLI: EUTANASIA IN BELGIO

Poco meno di un anno fa a Udine, nella casa di riposo “La Quiete”, moriva Eluana Englaro. Poco meno di un anno fa Pietro Crisafulli faceva pubblicare sul sito di Tg.com una lettera in cui accusava Beppino Englaro di aver mentito sulla volontà di Eluana: non era vero, avrebbe confessato Englaro a Crisafulli, che la figlia aveva espresso la volontà di morire qualora si fosse trovata in coma vegetativo irreversibile.
Allora avevo pubblicato un post in cui esprimevo il mio disappunto sulla decisione, presa da Pietro Crisafulli, di rendere nota una presunta confidenza del padre di Eluana, proprio nei giorni in cui la sentenza della Cassazione ,che prevedeva l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione alla povera ragazza, in quello stato da 17 anni, trovava la sua esecuzione.

Il mio articolo aveva scatenato una serie di commenti contro il parere da me espresso. Chi voleva che Eluana rimanesse in “vita” e chiamava Beppino “assassino”, prendeva come esempio di abnegazione proprio Pietro Crisafulli che aveva accudito suo fratello Salvatore, in coma vegetativo a sua volta, senza mai perdere la speranza di un risveglio. Di contro, altri commentatori condividevano la mia opinione mettendo in risalto quanto fosse discutibile il risultato di un’indagine, curata da Crisafulli, sulla volontà delle persone, che si trovavano in una situazione simile a quella di Eluana, di continuare a vivere anche in quello stato.

Riprendo a parlare di Crisafulli, dopo lungo silenzio, in quanto è recente la notizia secondo la quale Salvatore sia ormai avviato verso morte certa, attraverso un’iniezione letale. In altre parole: eutanasia. Quella stessa eutanasia così fieramente avversata da Pietro Crisafulli e dai suoi sostenitori solo fino a un anno fa. Cos’è che gli ha fatto cambiare idea?

A Mattino 5 Pietro ha confessato d aver preso questa decisone in quanto la sua famiglia sarebbe stata abbandonata dallo Stato, dalla Chiesa e dalle Istituzioni. La situazione in casa Crisafulli è, infatti, molto critica specie dopo che Marcello, fratello maggiore, è in gravissime condizioni a seguito di un incidente e la madre, ormai anziana, non è in grado di seguire due figli immobili in un letto. Vale la pena ricordare che Salvatore, in coma dal 2003, si era risvegliato nel 2005 senza, tuttavia, poter riprendere una vita autonoma, essendo tutt’oggi a letto immobilizzato.

L’eutanasia, come si sa, in Italia è un reato. Inevitabile, quindi, la decisione di portare Salvatore in Belgio. Ormai il trasferimento è vicino e non è escluso che si scelga proprio il 9 febbraio, data in cui ricorre il primo anniversario della morte di Eluana, per l’iniezione letale. Una chiara provocazione, forse nella speranza che lo Stato italiano intervenga a bloccare la realizzazione del progetto.
Nonostante gli aiuti che ora sembrano piovere da ogni parte – Stato e Chiesa compresi – pare che la decisone presa dalla famiglia Crisafulli sia irrevocabile.

Ora, di fronte a questa tristissima notizia che merita tutta l’umana comprensione, io mi chiedo: perché accusare di omicidio Englaro che non aveva fatto altro che applicare una sentenza della Cassazione che gli aveva dato ragione, seppur dopo un bel po’ di anni? Almeno lui ha voluto che la Legge avvallasse la sua richiesta. Perché propendere per l’eutanasia, illegale in Italia, invece di affrontare un iter legale che, grazie al precedente che si è creato con il caso Englaro, sarebbe forse più semplice e meno lungo? Qual è la differenza tra l’ “omicidio” commesso da Beppino (non è una mia valutazione bensì quella di Crisafulli) e l’eutanasia che sempre omicidio è seppur legale in Belgio?

Probabilmente Pietro si aspettava queste domande. Tant’è che ha precisato: È vero lo aiutiamo a morire, ma non è una morte come quella di Terry Schiavo o di Eluana Englaro, ma è una iniezione che gli fanno e che lo addormenta, e così possiamo trovare pace, io, i miei figli e tutti. Ma se è vero che Salvatore si è svegliato dal coma, un minimo di coscienza dovrebbe averla. Non è nemmeno paragonabile al caso di Terry Schiavo e di Eluana Englaro. E perché mai Pietro va cercando un po’ di pace per sé, per il fratello e per tutti i suoi e ritiene ciò sacrosanto, mentre la ricerca della stessa pace non era, secondo lui, legittima per Englaro, accusato di essere insensibile, egoista, bugiardo, inumano …. chi più ne ha, più ne metta?
Pur rispettando il dolore della familgia Crisafulli, così come ho rispettato quello della famiglia Englaro, a me sembra che queste ultime affermazioni, quel patetico tentativo di creare un distinguo tra questo caso e i precedenti, siano solo un modo per lavarsi la coscienza.

Condivido la speranza del sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella che, riguardo a questa vicenda, ha osservato: anche se in queste condizioni sono comprensibili anche momenti di disperazione e decisioni che ci auguriamo siano solo frutto di un momento di sconforto.

[fonte: quotidianonet.sole24ore.com]

AGGIORNAMENTO del 30 GENNAIO 2010

A proposito della decisione – o è solo una minaccia? – annunciata da Pietro Crisafulli di portare in Belgio suo fratello Salvatore per l’eutanasia, nonostante l’uomo sia vigile ed uscito dallo stato di coma vegetativo permanente ormai da cinque anni, leggo sul sito salvatorecrisafulli.blog.kataweb.it , questa testimonianza:

[…] Non si possono far morire persone così, afferma Pietro Crisafulli, nell’anima hanno la stessa nostra vita, anche se sono imprigionati nel proprio corpo. Inoltre nessuno ha stabilito con esattezza l’irreversibilità nei casi di coma vegetativo. Per questo morti come quelle di Eluana ci lasciano senza fiato. Anche perché le sue condizioni erano assimilabili a quelle di Salvatore. Il 9 febbraio per noi è un giorno di lutto prosegue Pietro – quando ci hanno comunicato la morte di Eluana, io mi sono messo a piangere, mentre Salvatore, che aveva sentito la notizia dai telegiornali, urlava fortissimo. Si rende perfettamente conto del mondo che lo circonda. […]

Il post è datato 9 marzo 2009. Pietro afferma a chiare lettere che “non si possono far morire persone così”, riferendosi ad Eluana Englaro, e assicura che suo fratello, in visita a Paluzza sulla tomba della giovane friulana, “si rende perfettamente conto del mondo che lo circonda”.

Leggere queste righe mi fa accapponare la pelle: se Pietro è così sicuro che suo fratello si renda perfettamente conto del mondo che lo circonda, come si fa a pensare all’eutanasia? Posso supporre che sia Salvatore stesso a reclamare il suo diritto alla morte. Ma un altro testo mi spinge a rifiutare questa congettura. Sul sito salvatorecrisafulli.it (LINK ) leggo:

Dal mio letto di quasi resuscitato alla vita cerco anch’io di dare un piccolo contributo al dibattito sull’eutanasia.
Il mio è il pensiero semplice di chi ha sperimentato indicibili sofferenze fisiche e psicologiche, di chi è arrivato a sfiorare il baratro oltre la vita ma era ancora vivo, di chi è stato lungamente giudicato dalla scienza di mezza Europa un vegetale senza possibile ritorno tra gli uomini e invece sentiva irresistibile il desiderio di comunicare a tutti la propria voglia di vivere.
Durante quegli interminabili due anni di prigionia nel mio corpo intubato e senza nervi, ero io il muto o eravate voi, uomini troppo sapienti e sani, i sordi? Ringrazio i miei cari che, soli contro tutti, non si sono mai stancati di tenere accesa la fiammella della comunicazione con questo mio corpo martoriato e con questo mio cuore affranto, ma soprattutto con questa mia anima rimasta leggera, intatta e vitale come me la diede Iddio.
Ringrazio chi, anche durante la mia “vita vegetale”, mi parlava come uomo, mi confortava come amico, mi amava come figlio, come fratello, come padre. Ma cos’è l’eutanasia, questa morte brutta, terribile, cattiva e innaturale mascherata di bontà e imbellettata col cerone di una falsa bellezza?
Dove sarebbe finita l’umana solidarietà se coloro che mi stavano attorno durante la mia sofferenza avessero tenuto d’occhio solo la spina da sfilare del respiratore meccanico, pronti a cedermi come trofeo di morte, col pretesto che alla mia vita non restava più dignità?
E invece tu, caro Pietro, sfidavi la scienza e la statistica dei grandi numeri e ti svenavi nel girovagare con me in camper per ospedali e ambulatori lontani. E urlavi in TV minacce e improperi contro la generale indifferenza per il mio stato d’abbandono
. […]
Sì, la vita, quel dono originale, irripetibile e divino che non basta la legge o un camice bianco a togliercela, addirittura, chissà come, a fin di bene, con empietà travestita di finta dolcezza.
Credetemi, la vita è degna d’essere vissuta sempre, anche da paralizzato, anche da intubato, anche da febbricitante e piagato.
Intorno a me, sul mio personale monte Calvario, è sempre riunita la mia piccola chiesa domestica
. […]

Questa la testimonianza di Salvatore tornato alla vita dopo due anni di coma. Questa la voce di un uomo che grida contro la crudeltà dell’eutanasia e ringrazia i suoi cari per aver sempre sperato e creduto in un suo recupero, per averlo accudito amorevolmente. Quel suo “la vita è degna di essere vissuta sempre…” stride, però, con l’annunciato viaggio della morte.

Quali parole avrà ora Salvatore per suo fratello e per la famiglia? Dopo aver letto quest’inno alla vita mi è difficile credere che possa ringraziare ancora quella sua piccola chiesa domestica che ha deciso la sua morte.