OLIMPIADI: SCHWAZER RINUNCIA ALLA 20 KM DI MARCIA. SI È FATTO UNA SCORPACCIATA DI PINGUÌ


L’atleta italiano (per modo di dire) Alex Schwazer ha comunicato che non parteciperà alla 20 km di marcia del 4 agosto. Ufficialmente si è beccato un raffreddore. Per me, invece, ha fatto indigestione di Pinguì

Stai a vedere che la schermitrice Valentina Vezzali a metà gara sente un po’ di fame e si mangia un Kinder Cereali

Oddio, e se Federica Pellegrini si fa un’indigestione di Pavesini?

FATE PURE … A MIA INSAPUTA


La trappola delle case incastra anche Umberto Bossi. O meglio il Senatùr entra nelle fila di chi ha ricevuto qualcosa “a sua insaputa“. Per il segretario federale del Carroccio si tratterebbe della ristrutturazione della villa a Gemonio, per l’ex ministro Scajola era una casa nei pressi del Colosseo, per la Margherita i soldi intascati da Luigi Lusi “a insaputa del partito”. Il leader leghista promette battaglia e annuncia che denuncerà chiunque gli abbia ristrutturato casa… (fonte: Affaritaliani,it]

SE QUALCUNO VOLESSE RISTRUTTURARMI LA CASA A MIA INSAPUTA (O MAGARI COMPRARMI UN BELL’ATTICO IN CENTRO A MIA INSAPUTA) PUÒ FARLO TRANQUILLAMENTE. NON LO DIRÒ IN GIRO.

MARIO MONTI NEGLI USA: CAN THIS MAN SAVE EUROPE?


Mario Monti, presidente del consiglio italiano, è attualmente in viaggio negli USA. Time Magazine gli dedica addirittura la copertina intitolando: “Può quest’uomo salvare l’Europa?”

Sì, avete capito bene: salvare l’Europa, non l’Italia. Ma per farlo, evidentemente, il premier Monti deve, prima di tutto, cambiare il modo di vivere degli Italiani. Naturalmente lo fa partendo dalle politiche del lavoro suggerendo ai giovani di non fossilizzarsi su un unico impiego perché cambiare è molto più stimolante. Magari lo sarebbe se l’impiego fosse così facile trovarlo.
Ovviamente, Monti accoglie anche i suggerimenti dei suoi “colleghi”: non pretendere di stare vicini a mammà e laurearsi in tempo, possibilmente entro i 28 anni per non apparire degli sfigati agli occhi del mondo.

Di contro, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, osserva che l’Italia a razzo, con Monti sarà fuori da bufera. Meno male! Sarà contento il sindaco di Roma, Alemanno, che non sa mai come affrontare le emergenze meteo. 🙂

DA “SUPER MARIO” AL “MONTI PHYTON”: IL WEB SI SCATENA


Imperversa il “Monti Phyton”: dalle banche al privato, SuperMario oggetto di freddure irriverenti. Alla faccia della sua compostezza.

di Vittorio Macioce per Il Giornale

L’ultima è questa. «Monti è talmente istituzionale che quando è nato si è congratulato con la madre». Oppure questa. «Nella squadra di governo Di Paola, Cancellieri, Severino, Terzi, Fornero, Balduzzi, Clini, Milanesi, Giarda. L’unico precedente simile è il Foggia di Zeman». Eccolo. Il premier bocconiano, con la sua truppa di professoroni, si sta lentamente guadagnando le attenzioni della satira. È il segno che ormai è davvero uno che conta. Che ci vai a fare a Palazzo Chigi se nessuno racconta barzellette su di te? Neppure una battuta, uno straccio d’aforisma. È come un giapponese che viene in Italia senza macchina fotografica. Non ha visto nulla.

Mario Monti è il vicino di casa che spunta inaspettato da chissà quale quartiere lontano. Nessuno lo conosce davvero bene, ma intanto lo salutano, sorridono, è un signore tanto distinto, davvero a modo, sembra una così brava persona. Intanto lo studiano,s’incuriosiscono, chiedono che fa. E’ un professore, anzi di più un rettore, scrive sul giornale, va tutti i giorni a messa e la domenica lavora. Ma in tv? No, no, in televisione non tanto. Ecco così che piano piano in Italia si va sviluppando la «monteide», la narrazione del meraviglioso mondo del professor Monti, pardon rettore, e si inseguono gli aforismi, le battute di spirito, gli aneddoti, le curiosità, le manie, i caratteri del personaggio. Il nuovo vicino di casa è ormai uno di noi. Sappiamo già quasi tutto quello che c’è da sapere. Non l’essenziale, ma i contorni gustosi. Il rettore è un loden verde. È british, parla english,legge economist, passa in Goldman, sente Obama, vede Merkel, saluta Sarkò. Il rettore è austero e serio, ma con la freddura in tasca quando serve. È europeo, tanto europeo, molto europeo, solo la macchina è italiana perché fa rappresentanza. Monti consulta, Monti provvede, Monti stravede. Monti ha un biglietto d’ingresso pronto per il Quirinale. E intanto nei bar, negli uffici del quartiere, sul web, sui social network cominciano a raccontarlo così, un po’ sfottendolo, come si fa con le vecchie conoscenze. Il professore, pardon rettore, ovverosia il premier, è ormai uno di noi, quasi un amico. Si scherza sull’età. Dicono. «Monti ha cancellato il ministero della gioventù. E ora al suo posto che c’è? Il ministero del “Ai miei tempi!”». Mario Monti è un predestinato. Arriva lui e i mercati scappano. Questo ci hanno raccontato e all’inizio gli italiani ci stanno credendo. Si sforzano. È un parafulmine. Subito arriva la battuta, questa davvero bella e sottile. «La crisi del ’29 fu risolta annunciando che nel ’43 sarebbe nato Monti». Micidiale.

La popolarità dei ministri non è certo quella di uno Scilipoti. Così qualche sferzata sul «chi è chi» dei vari professori è quasi scontata. Malignità. «La lista dei nuovi ministri dà un nuovo significato alla frase “ Lei non sa chi sono io”». Su Facebook un ragazzo scrive: «Mercati ancora incerti dopo la presentazione del nuovo governo. Certo, ci vuole un po’ di tempo a cercare su Wikipedia tutti quei nomi».

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[immagine da questo sito]

“LEI NON SA CHI SONO IO!” DISSE LA CANALIS. IL TASSISTA NON LO SAPEVA E LA LASCIÒ A PIEDI

Elisabetta Canalis, in viaggio a Berlino con il nuovo fidanzato, Mechad Brooks, la star di True Blood, chiama un taxi ma rimane a piedi.

A nulla è valso protestare e a nulla è servito presentarsi con nome e cognome: il taxista ha fatto scendere i due passeggeri in quanto un altro cliente dell’albergo, dal quale la coppia stava uscendo, aveva prenotato la corsa.

Elisabetta, Elisabetta! Magari se dicevi “sono la ex di Clooney” ti andava meglio.

[fonte: Il Giornale]

IL NONSENSE DELLO SPOT INTERCULTURA

Da un po’ non mi occupo di spot pubblicitari, un po’ perché si vedono e sentono talmente tante scemenze che dovrei scrivere un post al giorno (se non di più) e un po’ perché alla fine le osservazioni e le critiche non scalfiscono nemmeno i creativi che continuano sulla loro strada: quella del nonsense, quando va bene.

Ogni giorno, nel primo pomeriggio, proprio quando cerco di fare una pennichella davanti alla TV, mi devo sorbire lo spot di Intercultura, quello di Matteo che, tornato soddisfatto a casa dalla sua esperienza in Cina, ospite della famiglia Yang, esterna la sua felicità nel tentativo di convincere altri diciassettenni, più o meno brufolosi, ad imitarlo.

Il suo racconto inizia con una bel, si fa per dire, paragone: “E’ come se tu fossi un pesce rosso e scopri di essere vissuto in un acquario“. Benissimo. Ora, però, vorrei chiedere al pesce rosso: “Tu, caro pesce rosso, ti sei mai reso conto di vivere in un acquario?”. Non so cosa mai potrebbe rispondermi, forse “Mah, è il mio ambiente, quello in cui mi hanno messo quei deficienti dei figli dei padroni di casa, mi danno da mangiare, cambiano l’acqua di tanto in tanto, ma molto spesso se ne dimenticano o, per meglio dire, litigano, figli e genitori, per decidere a chi spetti tale compito e, siccome non si mettono d’accordo, finisce che io sguazzo in una tal nebbia che il mondo esterno non è più visibile”. E poi forse replicherei: “Ma ti piacerebbe vivere in un altro posto, con un’altra famiglia?”. Che potrebbe mai rispondermi quel pesce rosso che, nel frattempo, comincerebbe a dubitare della mia sanità mentale? “Cosa dovrei fare, secondo te? Catapultarmi fuori dalla vasca e morire prima che qualcuno se ne accorga? Ma anche se cambiassi famiglia, in fondo sempre nel mio acquario sguazzerei”.

Fatti questi ragionamenti, mi chiedo: ma che caspita di paragone fa Matteo di Intercultura?

Poi lo studentello prosegue nel decantare la sua esperienza: “Adesso ho due papà, due mamme, tre fratelli e due paesi”. Ora io mi chiedo: ma il papà di Matteo, che gli ha proposto questo scambio in Cina, era consapevole delle conseguenze che questa esperienza avrebbe avuto sulla psiche del figlio?

Infine, c’è il problema della lingua: “Un giorno ho detto ‘ciao cavallo’ invece di ‘ciao mamma‘” e tutti a ridere per l’eternità. Siccome so che in quasi tutte le lingue del mondo la parola “mamma” è molto simile nella pronuncia, ho consultato il dizionario Cinese-Italiano e ho scoperto che “mamma” si scrive “mā” e “cavallo” “mǎ”, con la sola differenza nel segno grafico sulla “a”, simile a quelli usati per le brevi e le lunghe in latino. Non so se nella pronuncia ci sia qualche differenza ma credo che, rivolgendosi alla “madre”, il povero Matteo non poteva che voler dire “mamma”, di certo non “cavallo”. Perché mai prenderlo in giro a quel modo?

E veniamo al punto cruciale. Intercultura propaganda i soggiorni all’estero (tra l’altro parecchio costosi, possono richiedere anche più di 10mila euro, pur essendoci la possibilità di una borsa di studio) facendo credere ai ragazzi di trovare un’altra famiglia nel paese ospitante. Non solo, costringono questi poveri ragazzi a chiamare “mamma” e “papà” chi li ospita e a considerare “fratelli” i figli degli ospitanti. Per non parlare del resto del parentado, nonni, zii e cugini. Altro che scambio! Potrebbero chiamarlo “adotta una famiglia intera”.

Fin qui si potrebbe pensare che sia un modo per far sentire a proprio agio dei giovani che per periodi più o meno lunghi stanno lontani dalla propria famiglia, come se il “surrogato” che trovano all’estero possa compensare la carenza affettiva di cui naturalmente risentono.
Il bello è che anche alle famiglie ospitanti viene fatto una sorta di lavaggio del cervello. Ricordo che anni fa una mia conoscente, incontrata per strada, mi parlava con entusiasmo di un figlio che non mi risultava avesse. Sapevo, infatti, che aveva una figlia e, dai discorsi, era evidente che non parlasse di un neonato o comunque un bimbo piccolo che avrebbe potuto essere nato nel frattempo, visto che non ci si frequentava con assiduità. Poi ho scoperto che stava ospitando uno studente di Intercultura.

Tornando a Matteo dello spot, fossi sua madre gli direi: “Figlio mio, tornatene pure a quel paese, quello in cui ti ha mandato Intercultura. Poi, se rinsavisci, puoi anche tornare a casa, basta che non mi fai comprare dei pesci rossi che poi magari istighi al suicidio, nella convinzione che debbano provare un’esperienza diversa”.

UCRAINA: PROTESTANO NUDE CONTRO LA RIFORMA DELLE PENSIONI. E QUI?


Le donne ucraine protestano nude contro la riforma delle pensioni che innalza l’età delle donne a 60 anni e quella degli uomini a 62. Ma come? Va be’ che l’Ucraina non fa parte della UE (l’obiettivo è di farla entrare nel 2017), ma qui da noi le donne non si sono denudate eppure ci mandano in pensione a 65 anni! Potevano pensarci quelle di “Se non ora quando?” … almeno avrebbero avuto una buona occasione per protestare e per … mettersi a nudo.

Ma, scusate, nella foto in alto non vi pare che il poliziotto stia approfittando dell’occasione per palpeggiare un po’? Qui da noi sarebbe scoppiato un putiferio!

Allora non è vero che tutto il mondo è paese … 🙄

[foto da Il Giornale]

BONANNI: “IL GOVERNO, È MEGLIO CHE VA VIA”

Tutti in attesa a Pontida … anche i miei lettori che, incuriositi, stanno leggendo in massa il post su Il Giuramento di Berchet. Tra poco Umberto Bossi parlerà. Di che cosa? Dei ministeri, almeno quattro, che vuole spostare al nord (a Milano e Monza, per l’esattezza) e della riforma fiscale.

Anche Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, è dello stesso avviso: la riforma fiscale è urgente. Questo si aspetta dal governo: che la vari al più presto.

Precisamente, nel suo discorso di ieri, Bonanni si è espresso in questi termini: “Diciamo al governo che se vuole un piccolo barlume di senso dopo tutto quello che è successo, la sua presenza o fa le riforme o lo diciamo chiaro e forte: è meglio che va via, nell’interesse di tutti”.

Ma che bravo oratore! Chissà cosa direbbe il maestro per eccellenza dell’eloquenza, Marco Tullio Cicerone.
Insomma, una cosa si è capita di Bonanni: la sintassi non è il suo forte.

Qualcuno si sarà forse stupito che il segretario della Cisl e gli uomini della Lega siano d’accordo almeno sul tema della riforma fiscale. Chissà cosa dirà Bossi fra poco a Pontida. Secondo me darà ragione a Bonanni così tutti potranno essere confortati dal fatto che i due parlino lo stesso linguaggio …. sgrammaticato.

“LE DONNE DI SINISTRA SONO BRUTTE”. PAROLA DI IGNAZIO LA RUSSA

La battuta del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, alla cena elettorale organizzata dal Pdl a Milano, è decisamente infelice e, secondo me, anche poco intelligente. In realtà non ha detto proprio che le donne dell’opposizione, elette al Parlamento, sono brutte. Le sue parole, infatti, sono state: «Dicono che Berlusconi fa eleggere solo donne belle, non è vero. Abbiamo anche alcune elette non belle, certo che non raggiungono l’apice della sinistra, di certe donne di cui non faccio il nome.» Come dire: anche il PdL elegge deputate o senatrici “brutte”, ma mai quanto quelle che vengono elette nelle liste della sinistra. E tacere no?

Potevamo aspettarci che Rosy Bindi se ne stesse zitta? Chissà perché dev’essersi sentita chiamata in causa visto che ha ribattuto: «La Russa che critica l’aspetto estetico dei candidati? Non male detto da lui.» Be’, non ha mica tutti i torti.

Così come non posso fare a meno di approvare la reazione di un’altra deputata del Pd, non particolarmente affascinante: Anna Paola Concia. «Ironizzare sulla gradevolezza estetica delle elette è un classico espediente maschiocentrico e diciamoci la verità banalmente da vecchi zozzoni. Ma veramente La Russa non ha altri argomenti che queste sciocchezze per costruire consensi? Se le donne usassero gli stessi criteri estetici per giudicare i candidati uomini– e non lo fanno mai- La Russa e il 90% dei miei colleghi deputati non verrebbe neanche eletto.» è esplosa la Concia. E anche lei non ha tutti i torti, anche se è risaputo che lei rivolge ben poche attenzioni ai colleghi maschi.

Alle donne del PdL, poi, la Concia rimprovera il fatto di non far sentire la loro voce di dissenso (forse stanno zitte perché credono di essere bellissime?): «Sono felici di essere dove sono grazie a una classifica che valuta la loro bellezza come prerequisito per occuparsi di politica? Bene, buono a sapersi.» Buono a sapersi in che senso? Lei è già deputata, non serve che si rivolga ad un chirurgo estetico. Oppure ha qualche “amica del cuore” da raccomandare?

[Fonte: Affaritaliani.it]

BERLUSCONI: “L’OSPITALITÀ È UN DOVERE”


A proposito dell’emergenza clandestini, Silvio Berlusconi lancia un monito: L’ospitalità è un dovere e aggiunge che dobbiamo ricordarci di essere stati anche noi un Paese di migranti e quindi dobbiamo essere comprensivi e ospitali, perchè siamo un Paese civile e cattolico.

Be’, in quanto ad essere ospitali, lui ne è un chiaro esempio. Perché non apre le porte delle sue ville – Arcore, Macherio, Certosa … – ai migranti? Sarebbe un fulgido esempio di civiltà e caritas cristiana.

[fonte: Il Corriere]