MUSSOLINI VS CARFAGNA: VAJASSA 2, LA VENDETTA

Ho già parlato dello scontro verbale tra l’onorevole Alessandra Mussolini e il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna. (LINK)

Oggi a Montecitorio si è svolto il secondo round. In un clima già teso a causa del voto di sfiducia al governo, in risposta ad un attacco verbale subito da parte della Mussolini che tentava di interrompere il suo discorso, Fassino le si è rivolto, con la consueta pacatezza, dicendo: «Onorevole Mussolini, il ministro Carfagna l’ha già definita egregiamente…», velato riferimento a quel vajassa con cui era stata apostrofata la parlamentare da parte del ministro delle Pari Opportunità.

La scena che si è svolta in seguito all’osservazione di Fassino è tipica dell’impulsività che caratterizza il comportamento della Mussolini. Si è avvicinata come una furia a banchi del Pd, ha afferrato un telefonino dal banco della collega Ileana Argentin e ha tentato di lanciarlo contro Fassino, trascurando il fatto che lui si stesse scusando. La tempestività di un commesso è riuscita a bloccare l’insano gesto, ma non a tappare la bocca dell’onorevole che, rivolta alla Carfagna, ha esclamato: «Hai visto cosa hai fatto, sei una cretina».

Vi pare finita qui? Assolutamente no. La nipote del duce, commentando l’episodio con i giornalisti, ha osservato: «Le ho dato della cretina e lei ha spalancato quegli occhi da civetta». Quindi si è sfogata con il ministro Romani, rincarando la dose: «Hai visto cosa ha fatto quella cretina? adesso vado a prenderla a calci». La saggezza di Romani nell’affrontare quest’ennesimo scontro tra vajasse, ha prevalso: «Ma Alessandra con tutti i problemi che abbiamo…», le ha detto.

I problemi che hanno loro a Montecitorio? E quelli che abbiamo noi nel venire rappresentati da certe persone?

[notizia e foto da Il Corriere]

CARFAGNA VS MUSSOLINI : INSULTI FRA VAJASSE

Un bell’esempio di civiltà e di solidarietà femminile, non c’è che dire. Sto parlando degli scambi di opinione che hanno vivacizzato il clima domenicale, un po’ uggioso in verità, fra il ministro delle Pari Opportunità, prossima alle dimissioni, Mara Carfagna, e l’onorevole (di nome ma ben poco di fatto) Alessandra Mussolini.

Come si sa, il ministro Carfagna in questi giorni è nell’occhio del ciclone a causa delle accuse che le sono state rivolte, dal suo stesso partito, in merito alla gestione dell’emergenza rifiuti in Campania. Poco gradite, effettivamente, tanto da portarla ad una decisione estrema: dopo il voto di fiducia del 14 dicembre, si dimetterà. Lascerà la carica di ministro, il Pdl grazie al quale ha ottenuto l’incarico, suscitando non poche polemiche vista l’amicizia con Berlusconi, e il parlamento. Si dedicherà solo ed esclusivamente alla sua Campania.

Fin qui, nulla da eccepire. Tuttavia, nonostante l’amore dimostrato per la sua terra, pare non apprezzare particolarmente le sue conterranee. Nell’intervista al Mattino in cui parla delle sue prossime dimissioni, il ministro ha ricordato la foto che la Mussolini le ha scattato in aula alla Camera mentre parlava con Italo Bocchino. «Quello è stato un atto di cattivissimo gusto che non merita commenti ma che si addice alla persona che l’ha commesso», ha detto Carfagna, «a Napoli le chiamano vajasse…».

A me questo insulto fa ridere. Ricordo che quand’ero ragazzina mio padre, napoletano, mi riprendeva se usavo un linguaggio non troppo consono all’ambiente familiare: mi diceva vassaiola (si pronuncia vasciaiola). Io, onestamente, non avevo ben chiaro cosa significasse né ho mai chiesto delucidazioni a mio padre. Sapevo che non era certamente un apprezzamento e che il termine poteva equivalere a “popolana“.

Credo che il paterno insulto vassaiola e il vajassa della Carfagna siano quasi sinonimi. In effetti, dopo un consulto telefonico con mio papà, ho appreso che con il termine vassaiola s’intende, letteralmente, una donna che vive nei bassi di Napoli, alloggi situati al piano terra. Quindi è sinonimo di “popolana”, “donna incolta”. Poi, pare che per alcuni possa assumere un significato ben più offensivo, tipo «prostituta».
Vajassa indica, invece, una donna umile, ridotta a condizione servile: una “serva“, insomma. Diciamo, quindi, che l’appellativo usato dalla Carfagna non è dei più consoni all’ambiente.

La replica della Mussolini non si è fatta attendere: secondo lei, una che insulta in questo modo non è degna di ricoprire un alto incarico di governo. È gravissimo che il ministro Carfagna rivolga a mezzo stampa gratuiti e volgari insulti a una donna parlamentare, tuona la Mussolini ma avverte la “collega”: appena ti vedo, ti insulto.

Bene. Non si può dire che il ministro Carfagna abbia lavorato invano nell’ambito delle pari opportunita: le donne che stanno al parlamento e al governo sono proprio pari agli uomini: si scambiano gli insulti.

AGGIORNAMENTO DEL POST, 22 NOVEMBRE 2010

Della foto incriminata, quella che la Mussolini ha scattato con il cellulare alla Carfagna, gridando “Vergogna!”, sul web non c’è traccia. Il clima politico è particolarmente teso in questo periodo alla Camera, quindi è legittimo, diciamo così, che si accusi il ministro delle Pari Opportunità di flirtare con il “nemico”. Ma la foto, qualunque sia, è innocente. C’è pure un precedente (lo vedete nella foto sopra): è successo nel 2008 e nessuno ha avuto da ridire.

Alessandra, Alessandra, va be’ che hai ancora il dente avvelenato per il presunto video osé (di cui, tra l’altro, non si è saputo più nulla ma è certo che si trattasse di una bufala) che ti avrebbe colta in atteggiamento inequivocabile con Roberto Fiore, ma vendicarti così con un’innocente … E poi, la foto della Carfagna con Bocchino l’hai scattata alla Camera dei Deputati, mica in …. camera da letto!