LUCIA LAVIA SULL’ “INCIDENTE” CON HABER: “UNA SITUAZIONE INSOSTENIBILE”

Ha debuttato ieri, al Teatro Romano di Verona, l’Otello della disordia tra Lucia Lavia, Desdemona, e Alessandro Haber, il moro licenziato a pochi giorni dalla prima. (QUI ho raccontato la vicenda). Un pienone forse determinato più dallo “scandalo” delle molestie subite dalla giovane attrice che dal talento drammatico che la figlia d’arte indubbiamente possiede. Una prova doppiamente difficile per lei, ma il teatro, come racconta in un’intervista, è la sua vita, da sempre.

«Io vengo dal teatro, ci sono nata dentro. Glielo dicevo anche a mio papà quando ero piccola: il teatro è la mia vita», spiega. Fin da bambina sentiva di adorare il teatro per una questione di odore: «Un odore strano, non so, il legno. Credo sia proprio il legno. Ho sempre sognato questo. È il profumo dell’infanzia, il mio profumo, quello che mi porterò dentro tutta la vita». Lei, ancora lontana dai ruoli da interpretare, da dietro le quinte osservava il palcoscenico e studiava il lavoro degli attori, quello che poi sarebbe diventato il suo lavoro: «Sono cresciuta guardando il mondo da quella parte».

Ad appena diciannove anni è difficile frenare l’entusiasmo per una carriera agli inizi che qualche maligno attribuisce solo al fatto di essere la figlia di Lavia e della Guerritore. Ma Lucia è una persona determinata e ha dimostrato un carattere ferreo anche nell’affrontare la vicenda che ha visto Haber protagonista di una performance poco teatrale. Così commenta l’episodio Lucia: «Una situazione insostenibile che durava da tempo e che si è prolungata troppo. Io a un certo punto non ce l’ho fatta». Poi mette in guardia le donne e le invita a “farsi valere”, senza lesinare critiche alle colleghe che fanno di tutto per farsi notare da produttori e registi: «Non esiste, non mi abbasserei mai a un livello del genere. Non potrei più guardarmi nello specchio. Quelle donne non hanno rispetto per se stesse, c’è una mercificazione dei corpi infernale, e questo non mi piace. Bisogna seguire i propri sogni».

Una dichiarazione del genere non piacerà a molte donne. Ma credo si possa perdonare alla giovane attrice l’innocenza dei suoi diciannove anni.

[fonte: La stampa; foto da questo sito]

GELMINI: PIANO TRIENNALE PER EVITARE ALTRO PRECARIATO E GARANTIRE CONTINUITA’ DIDATTICA

Riporto di seguito il comunicato del MIUR che ha come oggetto: “Piano triennale per evitare insorgenza nuovo precariato. Assunzioni solo in base alle esigenze della scuola”.

Oggi [ieri, 13 luglio 2011, NdR] a Palazzo Chigi, alla presenza del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini, del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e dei sindacati di categoria, è iniziata la già prevista fase negoziale del Piano triennale per l’assunzione a tempo indeterminato di circa 65mila tra docenti e ATA, nell’arco degli anni 2011-2013, sulla base dei posti vacanti disponibili in ciascun anno. Il Piano, già deciso e approvato da alcuni mesi, eviterà la formazione di nuovo precariato in futuro e risponde ad una nuova filosofia: prevede infatti esclusivamente assunzioni basate sul reale fabbisogno del sistema d’istruzione, come sarà sempre, d’ora in poi, per tutte le assunzioni nel mondo della scuola.

Il Piano triennale di immissioni in ruolo è un ulteriore risultato della razionalizzazione attuata in questi anni. Allo stesso tempo, è una risposta concreta al problema del precariato e delle graduatorie, e garantisce la stabilità del servizio scolastico ed educativo e le aspettative di quegli insegnanti abilitati iscritti nelle graduatorie ad esaurimento che prestano continuativamente da anni la propria attività tramite incarichi annuali.

Il Piano è ad invarianza dei saldi di finanza pubblica e agisce in continuità e coerentemente con la politica di razionalizzazione. Proprio questa ottimizzazione, insieme al confronto con le parti sociali, oggi rende possibili le immissioni in ruolo, incidendo positivamente sulla qualità dell’insegnamento e riducendo i tempi per l’assorbimento dei precari. Proprio per la continuità del servizio scolastico, nel Decreto per lo sviluppo, è previsto anche che le graduatorie vengano aggiornate ogni tre anni, con la possibilità di scegliere una sola provincia. Chi viene immesso in ruolo non può chiedere il trasferimento in altre province per un periodo di cinque anni.

Le ultime stime elaborate dal Ministero prevedevano che, grazie ai pensionamenti e alle immissioni in ruolo degli ultimi anni, il fenomeno avrebbe trovato una definitiva soluzione in alcuni anni. I provvedimenti contenuti nel Decreto per lo sviluppo consentono, all’interno del quadro di riorganizzazione del personale della scuola, di ridurre i tempi previsti e dunque di risolvere definitivamente un problema nato nei decenni passati, a causa di scelte politiche irresponsabili che hanno fatto lievitare fino a 250mila il numero degli insegnanti abilitati, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento.

[fonte: MIUR]

Mi sembra un bel passo avanti, tra l’altro un’iniziativa condivisa dai sindacati, CISL e UIL in testa, anche se per il segretario della Cgil Susanna Camusso è «un primo risultato positivo» tuttavia «insufficiente».
Rispetto alle previsioni (ne ho parlato QUI l’anno scorso), però, il piano fa ben sperare per il futuro.