SCUOLA: NIENTE BONUS PER L’ACCESSO ALL’UNIVERSITÀ DEI MATURANDI NEL 2011


Una sorpresa amara per gli studenti meritevoli che si accingono a sostenere l’Esame di Stato nel 2011: il famigerato Decreto Milleproroghe stabilisce il blocco, anche per il prossimo anno, dell’assegnazione di un bonus – punteggio per l’accesso ai corsi universitari a numero chiuso.

Nel 2007 il governo Prodi aveva introdotto la norma che prevedeva la possibilità di premiare gli studenti più bravi con una dote di 25 punti attestante un curriculum studiorum particolarmente brillante. La norma, tuttavia, non è mai entrata in vigore perché la commissione ministeriale che dovrebbe applicarla non ha trovato un accordo sulla modalità di assegnazione. Questo perché le valutazioni degli studenti maturati non appaiono calibrate, nel senso che un 100 preso in un dato istituto pare non abbia ugual valore rispetto allo stesso punteggio ottenuto in un altro istituto. A questo divario, che appare abbastanza palese tra le scuole del nord e del sud Italia e sul quale il ministro Gelmini si è già espressa (leggi QUI), sembra non esserci soluzione. A ciò si aggiunge anche la valutazione dei titoli stranieri, come ad esempio il baccaloreato francese.

Il ministro, su sollecitazione dei rettori, aveva già stabilito di abbassare il bonus da 25 punti a 10. Ma, anche per quest’anno scolastico, i “problemi tecnici” impediranno agli studenti più bravi di usufruirne per l’accesso all’università.
Non è dato sapere, a tutt’oggi, se rimane valido il bonus economico di 1000 euro per i 100 e lode.

Insomma, lo studio non viene quasi mai premiato e rimane un obiettivo che gratifica solo a livello personale chi lo consegue. Spero che i bravi studenti comprendano che un 100 o una lode non hanno prezzo … indipendentemente dalla carta di credito posseduta.

[fonte: Tuttoscuola.com; l’immagine è tratta da questo sito]

13 pensieri riguardo “SCUOLA: NIENTE BONUS PER L’ACCESSO ALL’UNIVERSITÀ DEI MATURANDI NEL 2011

  1. Sinceramente non riesco a capire queste strane gratificazioni per chi ha delle votazioni migliori. Sarò forse “all’antica” ma questi “BONUS” mi fanno venire in mente la mania dei punti per qualunque cosa… come quella dei punti della coop per comperare o ricevere le pentole.
    Penso sia giusto e positivo vedersi gratificati alla fine di un corso di studi con un buon punteggio. Chi ne avrà la possibilità continuerà a studiare o a imparare un mestiere. Ciò che credo sia veramente importante è studiare per ciò che veramente interessa. Entrare nel mondo del lavoro e affrontare argomenti interessanti… per la vita.
    Riuscire a vincere un concorso per dover fare tutta la vita ciò che non piace, non solo è frustrante ma sicuramente frutto di sofferenze.
    Se mi appassiono a ciò che sto facendo riuscirò anche a vendere frigoriferi al Polo Nord!!!

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  2. Concordo con l’amico di Pegli.

    Non vedo perchè chi è ben preparato debba avere 25 punti di vantaggio che la sua preparazione dovrebbe già ampiamente garantirgli. Sarei invece favorevole al sostegno economico di chi ha difficoltà a continuare gli studi, ma anche questo non in base ai 100 e lode regalati, ma al risultato del test d’ammissione.

    Insomma, tanto per cambiare, avanti chi merita veramente e non bara.

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  3. @ quarchedundepegi

    Ti do ragione, ma fino ad un certo punto.
    Lo studio è un diritto ma prima di tutto un dovere, nei propri confronti. I genitori credono che i figli debbano essere bravi per dar loro soddisfazione e, in second’ordine, per compiacere sé stessi. Ma sbagliano. Da insegnante, d’altro canto, posso dire che se lo studio venisse percepito come un’opportunità per migliorarsi e per prepararsi al futuro, moltissimi ragazzi, con buone capacità, potrebbero aspirare a voti alti se si impegnassero di più

    Detto questo, è ovvio che chi ottiene il massimo dei voti ha già ottenuto piena soddisfazione. Ma rimane il fatto che non tutti quelli che superano i test d’ammissione per le facoltà a numero chiuso riescono poi ad entrarci. Un bonus di 25 punti potrebbe dare la possibilità a chi si è distinto negli studi ma non ha superato brillantemente il test d’ammissione (può succedere e so che a dei bravi miei ex studenti è successo), di scalare la graduatoria avendo maggiori possibilità di essere ammessi alla facoltà prescelta.

    Io non so come funzioni per i medici, ma nel concorso ordinario a cattedre un docente ha diritto ad un punteggio per i titoli (e in questo caso un 110 e lode vale di più di un 90 o di un 100) e un altro per gli esami sostenuti. Grazie al punteggio combinato un candidato che non ha eccelso negli esami (cosa possibilissima per una serie di motivi, primo fra tutti quello di una tendenza ad assegnare voti bassi nello scritto, almeno ai miei tempi), può scalare la graduatoria con maggiori possibilità di entrare in ruolo.

    @ frz

    Le borse di studio ci sono sempre e nella riforma dell’università sono previsti degli aiuti economici per i meritevoli.

    A parte questo, io sono allibita nel sentire che una norma, approvata nel 2007, non sia ancora in vigore.

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  4. Ad integrazione del precedente commento, riporto di seguito uno stralcio dalla riforma dell’università:

    DIRITTO ALLO STUDIO E AIUTI AGLI STUDENTI MERITEVOLI – Delega al governo per riformare organicamente la legge 390/1991, in accordo con le Regioni per spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilità. Inoltre sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d’onore.

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  5. Secondo me la cosa più importate è che ai ragazzi meritevoli che decidano di fare l’uiversità sia data la possibilità poi di lavorare una volta laureati. Io la mia prima laurea l’ho presa a 24 anni con 110/110, dopo di che ne ho presa un’altra, vari attestati e 2 abilitazioni ed ancora non lavoro, mi viene da consigliare ai ragazzi meritevoli che decidono di fare l’università, con tutta sincerità, per il loro bene, di essere preparati al fatto che tutti i loro sforzi ed i loro sacrifici probabilmente porteranno solo ad una gratificazione personale, per cui devono amare così tanto le materie che andranno a studiare da sopportare il fatto che una volta laureati saranno disoccupati. Se sono disposti e consapevoli dell’eventualità che dopo laureati non lavorerano allora possono intraprendere con conscienza un percorso universitatio.
    Adesso non è proprio il caso di incoraggiarli a fare l’università se non sono estremamente forti di carattere e motivati perchè le delusioni a cui sono destinati sono profonde!!!

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  6. Non sono completamente d’accordo con quanto detto da quarchedundepegi. Infatti non si può parlare di “strane gratificazione”, sono tutt’altro che strane, anzi, sono un modo per stimolare chi è bravo a continuare ad avere un buon rendimento, anche se solo per gratificazione personale. Inoltre quelle “strane gratificazioni” possono anche spronare a chi è “meno” bravo a dare di più.

    Mi rivolgo sempre a quarchedundepegi, Lei dice: “Penso sia giusto e positivo vedersi gratificati alla fine di un corso di studi con un buon punteggio. Chi ne avrà la possibilità continuerà a studiare o a imparare un mestiere. Ciò che credo sia veramente importante è studiare per ciò che veramente interessa.” Sono d’accordo con quanto detto, ma ecco che emerge l’importanza della “strana gratificazione”: è giusto avere la possibilità di continuare a studiare, ma considerando le facoltà a numero chiuso e le modalità con cui vengono elaborati gli esami di ammissione, ahimè, penso che per molti studiare ciò che veramente interessa sia molto difficile. È vero che chi è già “bravo” non dovrebbe avere problemi, questo però ha valore solo se ci fosse maggiore coerenza nella elaborazione dei test di ammissione.

    Se Lei prende in considerazione l’ingresso alla facoltà di medicina, facoltà ambita da molti, solo per dire “IO FACCIO MEDICINA”. In questo caso, il test di ammissione e quindi anche l’eventuale bonus dovrebbe costituire una possibilità in più per chi ha voglia e per chi ha dimostrato di meritare nella scuola secondaria superiore. Nella facoltà di medicina, non è certamente il risultato di un esame di ammissione che determina se si è in grado di fare il medico o meno, infatti va avanti chi ha la VOGLIA e le capacità di continuare. Nel mio caso, non è stato certamente il risultato del test di ammissione a determinare se sono in grado o meno di studiare medicina, ma è ciò che faccio e vedo ogni giorno e gli sforzi per avere buoni risultati, fondamentali per andare avanti e diventare un buon medico. Dunque il bonus può significare: “vuoi questo nella vita allora guadagnatelo, non puoi solo sperare nella fortuna”. D’altra parte questo potrebbe creare un minimo di coscienza, voglia e responsabilità negli studenti, sono loro che porteranno avanti l’Italia o saranno loro che la faranno restare indietro.

    Diversamente da quanto detto da Psycho-Trutzy, pur condividendo la sua opinione, penso sia ancora più frustrante il non poter avere nemmeno la possibilità di provare, al di là di ciò che verrà dopo e quindi indipendentemente dai risultati. Bisogna imparare a non arrendersi e andare avanti.

    Saluti prof. e Buon 2011 a tutti.

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  7. Josè sei grande! e io ti adoro … ma questo lo sapevi già. 😉

    Ti lascio tra le grinfie di quarchedundepegi (che è medico!) e Psicho-Trutzy (aspirante insegnante) e ti auguro un 2011 pieno di soddisfazioni … ancora di più, perché credo che, grazie alla tua volontà e determinazione, ne avrai già abbastanza.

    Ciao! 🙂

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  8. Josè, io non voglio scoraggiare nessuno penso solo che è bene che gli studenti che decidono di fare l’università siano consapevoli che probabilmente la laurea non li aiuterà a trovare lavoro e forse può costiutire un ostacolo perchè in molti preferiscono assumere i diplomati. Quando ho iniziato l’università io mi dicevano che dovevo studiare altrimenti sarei rimasta disoccupata e non ero consapevole del calvario a cui sarei andata in contro. Però tutti con consapevolezza hanno il diritto di laurearsi, senza farsi illusioni. Mio cugino si è laureato in ingegneria con il vecchio ordinamento, ha fatto un master e, dopo 2 anni dalla tesi, fa un lavoro da diplomato a centinaia di km da casa. Se avesse saputo che lo aspettava questa sorte, invece di perdere i capelli sui libri, sarebbe andato a divertirsi e si sarebbe goduto la sua gioventù.
    Per quanto riguarda il test di medicina il bonus serve a poco perchè chi deve entrare conosce già le risposte, tra i posti a numero chiuso disponibili solo pochissimi non sono già assegnati prima del test di ammissione, anche se devo dire che quando facevo l’università avevo una coinquilina che è riuscita ad entrare a medicina senza zeppe ma che mi ha raccontato vari magheggi a cui ha assistito.
    Comunque con questo non voglio sostenere che non bisogna tentare anzi, io ho provato ad entrare alla SSIS senza zeppe per 5 anni e alla quinta volta sono entrata. Non so se riuscirò ad insegnare ma di sicuro è tutta farina del mio sacco!!! Buon anno!!!

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  9. @ Psycho-Trutzy

    Mi permetto di discordare riguardo il test di ammissione a medicina, io sono al secondo anno del corso di laurea specialistica in medicina e chirurgia. Almeno nella città in cui vivo, dove ho fatto le superiori e dove studio ancora oggi, non ho mai sentito che i posti siano già assegnati prima del test, devo dire che sono stato “fortunato” ad entrare, soprattutto in una facoltà dove fino all’anno scorso c’erano solo 80 posti. Dico “fortunato” perchè comunque ho studiato per il test e gli sforzi sono stati ripagati. Rischiavo di non entrare solo per 1 punto, tuttavia sono riuscito ad entrare un mese dopo l’inizio delle lezioni, grazie alla apertura di nuovi posti. Non per questo mi sono scoraggiato, non per questo chi è entrato 8 posti davanti a me è più o meno bravo di me, non per questo devo pensare che chi si è piazzato al primo o secondo posto sia per forza un “raccomandato” e quindi se non fossi entrato avrei comunque riprovato quest’anno. L’anno scorso avevo visto passare davanti a me persone che oggi sono i miei compagni di corso e molti di quelli che erano arrivati davanti a me, oggi rischiano di rimanere fuori corso. Questo per ribadire che l’esame di ammissione non dice nulla riguardo le capacità di una persona e per molti superarlo può essere questione di fortuna. D’altra parte, questo però sottolinea ancora una volta quanto importante possa risultare un bonus. Infatti un esame non dice nulla riguardo le capacità di una persona, invece un bonus potrebbe dire un po’ di più sul curriculum studiorum, come dice la prof.

    Purtroppo, può darsi che per molti la laurea non costituisca niente, soprattutto se parliamo del mondo del lavoro, ma è sempre una PORTA in più, meglio averla, no?…È come la patente, molti hanno la patente, ma non la macchina. Le faccio questo esempio: se Lei è fortunata e trova un lavoro potrebbe prendersi una macchina, ma cosa succederebbe se il lavoro che trova prevedesse la guida di una macchina…..quindi meglio avere la patente, no? Dunque meglio avere la laurea, al di là dei risultati, come detto in precedenza.

    Non mi permetto di opinare riguardo altre università d’Italia, Le posso solo dire che non è così dappertutto, come forse pensa Lei, purtroppo capita, ma non ovunque. Gli esami di ammissione vanno modificati, ma non eliminati, devono essere più coerenti con la facoltà e se una persona studia e sa le risposte non c’è “raccomandato” che tenga. Poi in una facoltà come medicina, se non produci non vai avanti.

    Le auguro un buon 2011 e tanti esiti nella sua carriera. 🙂

    @ Marisamoles

    Grazie prof. per gli auguri di buon anno. Buon 2011 anche a Lei. 🙂

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  10. @ Josè

    Concordo con te al 100% sui test d’ammissione.
    Io non so di preciso dove viva Psycho-Trutzy, ma le credo quando afferma che ci sono quelli che le risposte le sanno già.
    Noi, io e te intendo, viviamo in un’isola felice. Siamo portati, per questo, a ritenere la nostra esperienza quasi universale ma non è così. In più di due anni da blogger ho capito che il mondo è davvero vario, non sempre bello ma vario sì. Non bisogna mai estendere la propria personale esperienza ad altri contesti perché la varietà dei contesti stessi comporta la differenziazione delle esperienze.

    Tu continua così, impegnandoti e coltivando le tue ambizioni senza accontentarti della mediocrità. Come hai sempre fatto, del resto.
    E poi, io sono orgogliosa di aver contribuito almeno un po’ a migliorarti … nell’italiano scritto, certamente. Qualche incertezza nella punteggiatura ma scrivi decisamente meglio di tanti madrelingua. 🙂

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  11. Josè sono molto contenta che tu faccia parte di quella fetta di società sana che crede nel merito e nel sacrificio, spero che ti manterrai così trasparente anche quando dovrai entrare a fare la specializzazione e che non cadrai nell’errore di ricorrere a qualche conoscenza!!!

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