PREMI AL MERITO PER I DOCENTI: LA SPERIMENTAZIONE GELMINI RISCHIA UN CLAMOROSO FLOP

Riporto il seguente articolo da Tuttoscuola.com:

Il ministro Gelmini ha deciso di sperimentare in alcune città la premialità per preparare organicamente, risorse finanziarie permettendo, un sistema di valutazione che riconosca e premi adeguatamente la professionalità dei docenti.

Dai risparmi di sistema è stata individuata una quota che dovrebbe consentire ai docenti positivamente valutati di incassare un premio di una mensilità (equivalente ad una 14.ma mensilità).

I collegi docenti delle città prescelte (Torino e Napoli) devono deliberare entro il 20 dicembre se aderire o no alla sperimentazione della valutazione dei docenti voluta dal ministro Gelmini. Le riunioni dei collegi, però, a quanto riferisce “La stampa” di Torino, si vanno concludendo con delibere negative, passate a grande maggioranza o all’unanimità.

Le motivazioni alla base dei no sono diverse e vanno dal rifiuto della commissione giudicatrice interna all’esiguità del premio, dalla mancanza di criteri univoci alla mancanza di tempo adeguato per avviare una sperimentazione seria.

Il principio della valutazione dei docenti sembra essere accettato con qualche riserva.

A Napoli sono già 27 i collegi dei docenti che hanno detto no alla sperimentazione del merito.

Circolano anche modelli di mozione da far approvare nei collegi dei docenti di Pisa e di Siracusa dove è prevista la sperimentazione del merito delle istituzioni scolastiche di I grado (premio fino a 70 mila euro).

Avevo già espresso le mie riserve (QUI) su questa sperimentazione e noto con soddisfazione che in parte coincidono con quelle dei docenti delle scuole interpellate. La conclusione più facile sarebbe: ecco, i docenti non hanno voglia di essere valutati. Quella più sensata è: i docenti non hanno voglia di essere presi in giro.

A parte i dubbi sugli strumenti di valutazione, c’è da sottolineare che, per quanto riguarda i docenti, il ministro ha spesso lamentato il fatto che la carriera degli insegnanti non può basarsi esclusivamente sull’anzianità di servizio, ma la sua proposta prevede un premio una tantum, una specie di contentino, che non ha nulla a che vedere con la progressione della carriera per meriti. A questo punto, ci vorrebbe un po’ di coerenza.

L’unica cosa sicura è che i soldi non ci sono. Allora è inutile fare delle promesse sapendo di non poterle mantenere. Gli insegnanti seri sono abituati a lavorare indipendentemente dallo stipendio che percepiscono. Un “premio” del genere potrebbe far gola a quelli che lavorano poco e si accontentano di poco e che per l’occasione si darebbero da fare. Seguendo questa logica, mi fa piacere scoprire che la maggior parte dei docenti di Napoli e Torino sono seri. A meno che questa non sia solo una presa di posizione politica. In tal caso, di serietà ce ne sarebbe davvero poca.