PERÒ A ME SCHWAZER FA ANCHE UN PO’ PENA


All’inizio l’ho anche preso in giro, povero Alex. Già la sua defezione in occasione della 20 km puzzava assai. Un raffreddore, aveva detto. Ecchecaspita, per un raffreddore si dice di no ad una gara olimpica? Del resto, in barba alla celebre frase del barone Pierre De Coubertin: “L’importante non è vincere ma partecipare”, chi va all’Olimpiade solo per far presenza? Di certo non un atleta che quattro anni fa aveva vinto l’oro. Lui ci va per vincere, altroché.

E poi arriva la notizia choc: il campione altoatesino risulta dopato ai test del 30 luglio. Tutto appare strano, anche il fatto che già il 28 avesse dato forfait. Ok, quella del raffreddore poteva anche non essere una scusa ma ora sappiamo tutti la verità, ce l’ha urlata in faccia, anzi no, ce l’ha soffiata in faccia, tra lacrime e disperazione. Tutto da solo, dice, nemmeno la fidanzata Carolina Kostner sapeva nulla. Anche a lei aveva mentito, così come ai suoi genitori, ai futuri suoceri, forse ex. Già, mica è facile essere il fidanzato di … Lei, Carolina, è arrabbiata ma ha dichiarato di essere intenzionata a restargli accanto. Difficile resistere a quello che si sta rivelando un vero assalto mediatico. Difficile specie se si ha una carriera davanti, dei titoli da difendere tutto da guadagnare e nulla da perdere. Lui, Alex, a questo punto cos’ha di fronte a sé? La ridente valle alpina in quel di Vipiteno? Le caprette che gli fanno ciao come ad Heidi? Una carriera sportiva di sicuro no. Ma pare sia un gran sollievo per lui.

«Ho vissuto tre anni difficili come atleta. Dopo gli Europei del 2012 non sono stato bene e ho detto anche che volevo smettere. Non ero più lucido: non avevo più piacere ad allenarmi 35 ore alla settimana. Arrivavo alla sera distrutto e vedo la mia fidanzata solo una volta al mese. Solo a sapere che dovevo faticare mi veniva la nausea» racconta. Già, ma quando tutti si aspettano qualcosa da te è difficile deluderli. Quando lo sport, che dovrebbe essere prima di tutto un piacere, vera passione, generoso donarsi agli altri e con gli altri condividere l’attimo di gloria, diventa nausea, allora come si fa a dimostrare di essere ancora forti?
«Ho avuto paura di fallire: volevo tutto e ho perso tutto». Ma davvero voleva tutto o quel tutto lo aspettavano gli altri da lui?

«Ho perso tutto». Lucida ammissione del nulla che ora è diventato. Era un carabiniere, ha disonorato l’Arma. Ma ammette che senza di essa a 18 anni non avrebbe potuto allenarsi. Ha tradito la sua famiglia, i suoi tifosi, ha tradito anche l’Arma. Non solo: «ho deluso tanta gente e chiedo scusa. Ho tradito la loro fiducia, spero che si possa andare avanti», dice. Deludere è forse peggio di tradire? Ironia della sorte, deludere deriva dal verbo latino ludere che significa giocare. Si è preso gioco di tanti o ha ingannato soprattutto se stesso? Propenderei per la seconda.

Ora non so quale futuro aspetti Alex Schwazer. Per essere campioni ci vuole la stoffa, una stoffa dura, resistente, non facile agli strappi. Con questo strappo gigantesco la stoffa non serve a nulla. Più o meno un buco con attorno l’ex campione.

Ormai è tempo di fermarsi un po’

semmai cercare di dormire un po’

frenando i ritmi della mente lasciando indietro

quello che dice la gente (Luca Dirisio, La ricetta del campione)

[immagine da questo sito]