NUOVI NATI A PADOVA: SUL BRACCIALETTO AL SECONDO GENITORE LA SCRITTA “PARTNER” AL POSTO DI PAPA’

cullaDa anni nella clinica ostetrica dell’ospedale di Padova viene assegnato un braccialetto identificativo a mammma e neonato. E fin qui nulla di strano. La cosa bizzarra è che, su richiesta, la clinica fornisce anche un braccialetto per il papà.

Due mesi fa, di fronte ad una coppia omosessuale, la compagna della puerpera, che come “padre” ha indicato nome e cognome dell’amica, ha rifiutato il braccialetto con la scritta “papà”. La direzione dell’ospedale, allora, ha pensato ad una soluzione che, in teoria, non dovrebbe scontentare nessuno: la scritta “papà” sul braccialetto è stata sostituita con quella di “partner”.

«Ormai non si può più ragionare in modo tradizionale – ha spiegato il primario Giovanni Battista Nardelli -, abbiamo preso questa decisione per non offendere la sensibilità di nessuno».

Ma io chiedo: vi pare che con tutti i problemi che ci sono, uno (anzi, una) si impunti per la scritta su un braccialetto?
Oltre tutto, visto che l’assegnazione al “papà” non è obbligatoria e non ha nemmeno senso (in fondo il braccialetto viene assegnato alla puerpera per evitare “scambi” di neonati in culla), non mi pare proprio il caso che i veri papà si trovino sul braccialetto la scritta neutra e per di più straniera (anche se comunemente utilizzata al posto di “compagno/a”) di “partner”. Mi pare, inoltre, incoerente con l’obiettivo prefissato di non offendere la sensibilità di nessuno. E quella dei padri veri? Mi sembra non sia tenuta in grande considerazione.

[fonte: Corrieredelveneto]