NIENTE FICTION SULLA COPPIA MITRI-FRANCO: SOSPESA LA SERIE “IL CAMPIONE E LA MISS”


Doveva andare in onda stasera la prima puntata della fiction “Il campione e la miss” sulla vita del boxeur triestino, Tiberio Mitri, e della moglie, l’ex Miss Italia Fulvia Franco. Gli eredi, però, si sono rivolti alla Magistratura per bloccarne la messa in onda perché pare che la fiction, prodotta da Massimo Cristaldi, non renda giustizia alla giovane e bella reginetta di bellezza, interpretata da Martina Stella.

Anche se la decisione del giudice non è stata ancora notificata a Viale Mazzini, la Rai ha deciso di sospendere, in via cautelativa, la messa in onda delle due puntate (la seconda avrebbe dovuto essere trasmessa domani). Dispiaciuti gli interpreti (Luca Argentero ha vestito i panni di Mitri), il regista Angelo Longoni e il produttore che non si spiega il ripensamento del nipote della coppia, che negli anni Cinquanta fu invidiatissima da molti, David Mitri, figlio di Alessandro, unico erede dei Mitri.
«Abbiamo mostrato ai familiari un primo montaggio incontrando il loro gradimento. Poi, per motivi inspiegabili, il rapporto si è interrotto. Forse sono stati consigliati da qualcuno», spiega Massimo Cristaldi. Da parte sua, David rende noto che «Oggi è una giornata molto importante che restituisce a me e alla mia famiglia un po’ della serenità che avevamo perso in questi mesi portando avanti questa battaglia in difesa della memoria dei miei nonni».

La serie racconta l’ascesa e la disfatta del grande pugile triestino, campione italiano dei pesi medi nel ’48-’49. Oltre ad affascinare sul ring, aveva fatto innamorare l’Italia intera e conquistato il cuore di un’altra stella triestina, Fulvia Franco.
Il loro matrimonio, celebrato a Trieste il 15 gennaio 1950, fu un evento da guinnes dei primati: settemila invitati. Ma l’unione tra Tiberio e Fulvia fin da subito si rivelò complessa, forse a causa della celebrità di entrambi o forse perché nello stesso anno delle nozze il pugile sfidò, perdendo, il leggendario Jake LaMotta, l’italo-americano detto “il Toro del Bronx”, al Madison Square Garden.

La sconfitta di Mitri fu interpretata da molti come una defaillance psicologica: pare, infatti, fosse roso dalla gelosia perché la moglie era ad Hollywood tentando di sfondare nel mondo del cinema. La sconfitta, tuttavia, non segnò la fine della carriera del pugile che proseguì con la riconquista, nel 1954, del titolo europeo dei pesi medi battendo clamorosamente alla prima ripresa per KO tecnico l’inglese ex campione del mondo Randy Turpin. Una vittoria effimera visto che solo cinque mesi dopo perse nuovamente il tiolo, sconfitto da Charles Humez.

Nello stesso anno il matrimonio fra Tiberio e Fulvia naufragò, nonostante la nascita di Alessandro nel ’51. I due, tuttavia, non divorziarono mai.
La separazione da Fulvia non impedì a Tiberio di continuare a combattere per altri tre anni, dopodiché si diede al cinema che gli aveva già aperto le porte nel 1952, anno in cui interpretò il suo primo film, I tre corsari. Nel 1967 pubblicò il libro La botta in testa, nel cui epilogo scrive: In un festoso locale di Trastevere annunciai alla stampa il mio ritiro dal ring. Da quel momento vedevo allontanarsi un mondo che mi aveva fatto in fretta, senza incertezze.
[…] Si allontanava come quando si segue un oggetto al margine della ferrovia e in breve non si può più nemmeno immaginarlo, tanto breve è stata l’apparizione.

L’immagine della ferrovia doveva essere impressa nel suo destino: Tiberio Mitri morì, infatti, nel 2001 travolto da un treno locale sulla linea Roma-Civitavecchia, mentre camminava, presumibilmente in stato confusionale, lungo i binari nei pressi della Stazione Termini.
La moglie era già morta da tempo: Fulvia scomparve nel 1988, a soli 57 anni, e dovette sopportare il dolore della morte del figlio Alessandro, ucciso da una overdose. Allora l’attrice diede la colpa della prematura scomparsa del figlio a Tiberio: “E’ colpa di suo padre se Alex è finito così”, aveva detto ad un amico.

Anche la seconda figlia, Tiberia, che Mitri ebbe dall’americana Helen de Lys Meyer non ebbe miglior destino: morì prematuramente di Aids.
Una vita sfortunata che, negli ultimi anni di vita del pugile triestino, sembra lontana anni luce dallo sfarzo delle nozze con Fulvia e dalla vita costellata da successi sportivi e cinematografici. Una vita dalle molte ombre che forse avrebbero ritrovato la luce sullo schermo televisivo. Una verità scomoda che per ora non vedremo.

[fonti: Il Piccolo, Wikipedia e Giannimina.it]

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