MALTRATTAVANO BAMBINI TRA I TRE E I CINQUE ANNI: MAESTRE SOSPESE

Il fatto è accaduto a Martina Franca (Taranto): due maestre della scuola d’infanzia, di 51 e 60 anni, sono state sospese dal servizio in quanto maltrattavano sistematicamente i bambini loro affidati. Accertate le continue vessazioni, le due donne sono state sospese dal servizio in via cautelativa.

Gli inquirenti hanno stabilito che le vessazioni erano tali da compromettere l’equilibrio psichico dei piccoli. L’indagine è partita dalla denuncia fatta dai genitori di due bambini che non volevano più andare alla scuola materna. Sono state, quindi, installate delle telecamere che hanno messo in luce i maltrattamenti, consistiti soprattutto in schiaffi e strattoni. L’ipotesi di reato è quella di abuso dei mezzi di correzione e disciplina.

Sul fatto l’avv.Antonino Napoli, vice presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, così si esprime: «Da anni l’ Osservatorio sui Diritti dei Minori chiede a gran voce che gli insegnanti siano assoggettati a periodici controlli di tenuta psico-emotiva e la nostra proposta viene sistematicamente bollata dai benpensanti di turno come provocatoria e offensiva, quand’invece si tratta di un’opportunità per ridimensionare il reiterarsi di episodi di sopraffazione a scuola nei confronti dei bambini, che ormai ha raggiunto vette considerevoli».

Concordo pienamente. Da insegnante capisco quanto possa essere usurante una professione che impone all’operatore il continuo contatto con bambini così piccoli, per molte ore al giorno e in gruppi a volte considerevoli. Chiunque abbia, o abbia avuto dei bambini piccoli, può confermarlo.
Fatti come questi impongono delle riflessioni serie anche sulla riforma pensionistica che costringe gli insegnanti a rimanere in servizio anche oltre i 65 anni di età. Una riforma che non tiene minimamente conto delle professioni usuranti – l’insegnamento lo è, anche se qualcuno pensa che sia un comodo impiego inframmezzato da tanti periodi di vacanza – e, in particolare, di quelle che impongono il contatto con bambini e adolescenti, fasce d’età molto delicate per quanto riguarda lo sviluppo psicofisico.

Senza nulla togliere ai bravi insegnanti che fanno il loro lavoro con dedizione e pazienza, senza mai perdere il controllo, credo che con il passare degli anni non solo il divario che si crea tra discente e docente sia enorme, ma riesce anche difficile avere riflessi pronti, per scongiurare incidenti, e polso fermo per poter mantenere la disciplina. Se consideriamo anche il fatto che in una scuola materna è necessario intrattenere i piccoli con giochi e attività spesso di carattere manuale, ai riflessi e al polso fermo si aggiunge la creatività e la capacità di resistenza che con l’avanzare dell’età possono diminuire. Ecco, quindi, che quelle belle creature fanno uscire completamente di testa.

Non giustifico i maltrattamenti di queste (e, purtroppo, di molte altre) maestre, ma comprendo bene che perdere il controllo, specialmente superati i 50 anni, è molto facile. E’ umano. La riforma delle pensioni, invece, è semplicemente disumana.

[notizia da Il Corriere del Mezzogiorno]

BAMBINO DI OTTO ANNI BESTEMMIA: LE MAESTRE GLI FANNO LAVARE LA BOCCA COL SAPONE. DENUNCIATE

Un’altra cronaca scolastica che vede come protagonisti due maestre e un bambino bestemmiatore, a soli otto anni. Quante volte è successo di sentire, da parte dei genitori o educatori, la minaccia: “Se dici parolacce, ti faccio lavare la bocca con il sapone”? Molte. E quante volte chi ha lanciato la minaccia l’ha messa in pratica? Poche.

Le due maestre sotto accusa, pare esaperate dall’estrema vivacità dello scolaro e dalla sua predisposizione a dire parolacce, di fronte ad una bestemmia, fatto odioso se riferito all’insana abitudine di molti adulti ma odiosissimo se vede protagonista un bimbo di otto anni, hanno davvero messo in pratica la minaccia e gli hanno fatto lavare la bocca con il sapone. Hanno fatto benissimo, non vedo nulla di eccessivo in questo gesto, nulla di umiliante, nulla di violento. Eppure sono state denunciate dai genitori del bambino bestemmiatore che ammettono pure l’insana abitudine del pargolo.

Il fatto è successo in un istituto primario di Sant’Ambrogio, nella provincia di Torino, in Val di Susa. Dopo aver denunciato il fatto ai carabinieri, la madre si è rivolta alla dirigente scolastica chiedendo la sospensione delle due maestre. Ma mentre le indagini della magistratura proseguono, come atto dovuto di fronte ad una denuncia per abuso dei mezzi di correzione, la dirigente scolastica Claudia Rolando non ha manifestato alcuna intenzione di allontanare le insegnanti: «Fino a quando non ci sarà una decisione della magistratura le due colleghe resteranno al loro posto, si tratta di insegnanti competenti e di grande professionalità».

Solidale con le colleghe anche il resto del personale della scuola che le dipinge come persone serie e capaci. Anche gli altri genitori difendono le maestre e scrivono in un comunicato: «Quanto accaduto non modifica la nostra opinione nei confronti delle insegnanti, a cui chiediamo di restare e di terminare il ciclo di studi. I comportamenti irrispettosi e violenti di quel bambino si stavano protraendo dall’inizio dell’anno sia nei confronti delle insegnanti, sia nei confronti degli altri bambini della classe. Alcuni genitori, stanchi, avevano deciso di portare altrove i propri figli, tant’è che il numero di alunni della classe è sceso in breve tempo da 25 a 18 bambini».

Eppure c’è qualcuno che difende la “piccola vittima”. Secondo il presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori Antonio Marziale «L’episodio è da verificare, ma qualora risultasse vero ci troveremmo davanti all‘ennesima lesione di diritti fondamentali perpetrati in un luogo deputato, invece, alla tutela dei bambini. Un bambino di otto anni che bestemmia non ha cognizione di causa. Certo non è da sottovalutare l’attivismo che lo sprona ad essere indisciplinato ed è bene utilizzare le tecniche più idonee per allinearlo ai principi dell’educazione, purché queste non ledano alla sua dignità di persona». Perché, quel bambino non usa mai il sapone per lavarsi?

Insomma, la punizione viene vista come un’azione degna di essere calata nel Medioevo, non ai giorni nostri. E non importa se la mamma del bambino ammette che «Lui ha sbagliato a dire quelle parolacce e soprattutto a bestemmiare, è un comportamento che dà fastidio anche a me», le maestre sono colpevoli e basta.

Ma io mi chiedo: perché quella madre, invece di denunciare le maestre, non ha fatto lavare lei la bocca con il sapone a suo figlio? Se le dà tanto fastidio che bestemmi, perché ha permesso che diventasse un’abitudine?

[fonte: Il Corriere]

BAMBINI RUMOROSI ZITTITI DAL GIUDICE

vietato giocareIn un piccolo paese della provincia di Pavia, un condominio riesce a vincere la causa contro un … asilo nido. Il Giudice di Pace cui i condomini, che abitano a due passi dalla struttura per l’infanzia, si sono rivolti, ha dato ragione agli adulti brontoloni e ha intimato ai bimbi, di età compresa tra i due e i quattro anni, di giocare in silenzio. Non solo, le maestre devono vigilare attentamente e “tappare la bocca”, per modo di dire, ai bimbi che pare giochino in giardino facendo un po’ troppo rumore.

Nel leggere questa curiosa notizia, mi è venuto in mente un epigramma di Marziale, poeta latino vissuto a Roma nel I secolo d.C., famoso appunto per i suoi epigrammi, che elesse spesso vittima delle sue frecciatine il ludi magister, ovvero il maestro di scuola. Allora il maestro era tenuto in scarsa considerazione, malpagato e spesso insoddisfatto del suo mestiere. I ricchi lo snobbavano perché gli preferivano il pedagogo, un istitutore privato, con l’indubbio vantaggio di non dover portare i figli a “scuola”e, non essendoci scuole pubbliche, l’unica soluzione per il ludi magister era quella di tenersi in casa i fanciulli da istruire e vivere delle modeste somme che le famiglie pagavano per le lezioni.
In uno dei suoi testi Marziale si esprime così nei confronti del magister:

Cosa hai a che fare con noi, oh disgraziato maestro,
uomo odioso ai bambini e alle bambine?
I galli con la cresta non hanno ancora rotto il silenzio:
già tu tuoni con orribile strepito e con le frustrate.
I bronzi percossi sulle incudini risuonano in modo tanto molesto,
quando il fabbro sistema sul dorso di un cavallo la statua di un avvocato;
più mite infuria il clamore nel grande anfiteatro,
quando la folla acclama il suo gladiatore vincente
Noi vicini reclamiamo il sonno – non per tutta la notte -:
infatti stare svegli è tollerabile,
ma stare continuamente svegli è insopportabile.
Lascia andare i tuoi scolari. Vuoi, chiacchierone, ricevere
per stare zitto quanto ricevi per gridare?

I tempi cambiano ma pare che l’intolleranza dei vicini di casa non abbia limiti. Nell’epigramma di Marziale, però, la situazione è capovolta: nell’antica Roma, infatti, la quiete del vicinato era disturbata dal maestro che gridava e frustrava gli allievi fin dalle prime ore del mattino. Allora l’idea geniale fu: pagare il maestro per farlo tacere, con il conseguente congedo degli allievi.

Tornando alla vicenda dell’asilo pavese, la situazione è simile per quanto riguarda la retribuzione delle maestre, ma il giudice non chiede di mandare via i bambini rumorosi né le maestre “incapaci” di zittirli; tanto meno propone ai condomini di pagare gli stipendi delle insegnanti facendo chiudere l’asilo. Certo, al posto del Giudice di Pace io avrei trovato un’altra soluzione: far cambiar casa ai brontoloni, non prima di averli costretti a tenere per un mese intero nei propri appartamenti, naturalmente a turno, i vivaci pargoli. E le maestre? Libere di andare a fare shopping, senza rischiare le sanzioni del ministro Brunetta … ah, dimenticavo, si tratta di un asilo privato!