Chiude i battenti questa sera l’edizione 2011 di Friuli Doc che, come ogni anno, ha invaso le vie del centro storico di Udine con chioschi gastronomici e stand di aziende artigianali. Come ogni anno si sono verificati incidenti, risse, atti di vandalismo e casi di malessere dovuto all’eccesso nell’assunzione di alcol, tenendo occupati i mezzi di soccorso.
Qualche giorno fa il sindaco di Udine, Furio Honsell, aveva ammonito: non chiamatela sagra. Eh, già. Meglio chiamarlo evento culturale, peccato, però, che di cultura se ne veda poca, mentre vino e birra scorrono a fiumi, anche sui marciapiedi cittadini che rimangono imbrattati per giorni. Senza contare le chiazze di grasso lasciate dai chioschi gartronomici che servono perlopiù carne alla griglia e il tradizionale frico.
Leggo su Il Messaggero Veneto: Risse e litigi. Animi esacerbati e scarso spirito civico all’origine di episodi poco edificanti che hanno dominato la notte scorsa. Così sono fioccate le chiamate al comando provinciale dei carabinieri che hanno richiesto la presenza dei militari per accesi diverbi sviluppatisi in centro. Il più eclatante, dopo mezzanotte, ha richiesto l’intervento dei carabinieri al bar Pinocchio dove è scoppiata una rissa fra bande di albanesi e marocchini. Calci, pugni e anche una spranga sono volati nel locale, dove la vetrata è andata in frantumi. All’arrivo dei carabinieri sono state identificate 12 persone che saranno sentite.
Un successo dell’integrazione? Ma il dito non deve essere puntato sugli stranieri perché anche i friulani quando bevono vanno decisamente su di giri. E non sono mancati gli atti vandalici: auto in sosta danneggiate, paletti e segnali stradali divelti, giusto per fare un esempio. Anche in questo non vedo alcunché di culturale.
Forse le esibizioni hot hanno qualcosa di culturale e, soprattutto, un nesso con questa festa tutta friulana? Devono averlo pensato una spagnola che, in mezzo alla strada, sollevava la gonna rischiando di causare un incidente distraendo gli automobilisti maschi, e un transessuale che, prima di essere fermato dalla polizia, com’è successo alla “collega”, ha desistito.
Tre notti di schiamazzi e musica a tutto volume hanno disturbato il sonno di molti udinesi che abitano in centro e nelle zone limitrofe. Forse questo è l’aspetto culturale della festa?