TEST SUI DIALETTI AI PROF? TUTTE CHIACCHIERE

torre_di_babeleSmentita categorica da parte dell’onorevole Cota, della Lega nord, sugli eventuali test da somministrare ai futuri docenti e che riguarderebbero la conoscenza dei dialetti locali. Manco a dirlo, il dito è stato puntato proprio sulla Lega, che in effetti è promotrice di un emendamento che concerne la riforma della scuola, e sulla sua nota avversione nei confronti del sud d’Italia. Un esame del genere avrebbe, in effetti, sbarrato le porte delle scuole, è il caso di dirlo, a molti docenti che, non trovando un’occupazione al sud, si trasferiscono al nord. Ma un test sui dialetti, o parlate locali che dir si voglia, sarebbe ostico anche per molte persone che, pur vivendo da sempre in una regione, non parlano l’idioma locale e spesso lo conoscono in modo approssimativo. I linguisti definiscono i “dialetti” lingue regionali, anche se poi in effetti in una stessa regione le parlate locali sono molto differenti tra una parte e l’altra del territorio. Quindi, diventa davvero impossibile conoscere i “dialetti” in uso nelle varie zone di una stessa regione

Insomma, passato il pericolo, non ci resta che vedere in che cosa consiste il famoso emendamento:

Il testo dell’emendamento leghista si compone di un articolo aggiuntivo in 6 commi (l’articolo 12 bis) alla proposta di riforma delle istituzioni scolastiche in discussione in commissione Cultura alla Camera.
1 L’iscrizione all’Albo di cui all’articolo 12 prevede il superamento di un test d`ingresso a carattere culturale e professionale
2 Il Ministro dell’istruzione, università e ricerca affida al Comitato di valutazione regionale, di cui all’articolo 12 ter la somministrazione di cinque moduli a risposta aperta finalizzati all’accertamento della conoscenza e consapevolezza dei valori, degli scopi, degli obiettivi e dei requisiti generali dell`insegnamento
3 Il Comitato di valutazione regionale valuta in particolare:
a) le aspettative e gli obiettivi che i docenti si pongono, al fine di garantire il raggiungimento degli standard previsti e il possesso delle qualità personali e intellettuali adatte per diventare insegnanti;
b) la conoscenza delle proprie responsabilità future all’interno del sistema d’istruzione e sui metodi da attuare riguardo i bisogni educativi speciali meno diffusi, relativi agli alunni portatori di handicap;
c) la conoscenza di una vasta gamma di strategie per promuovere l’educazione alla cittadinanza, alla legalità, alla salute e il rispetto delle proprie radici culturali;
d) l’influenza che il sistema valoriale può avere sull’apprendimento degli studenti, influenzando il loro sviluppo fisico, intellettuale, linguistico, culturale ed emotivo;
e) la buona conoscenza delle tecnologie didattiche, sia nell`insegnamento della loro materia sia come supporto del ruolo professionale
4 Il test d’ingresso si valuta in centesimi e si intende superata se il candidato consegue un punteggio non inferiore a 80/100
5 L’esito del test concorre alla formazione del voto finale nella graduatoria di merito, ai sensi del comma 3 dell’articolo 12 octies
6 La prova si svolge nelle sedi individuate dagli uffici scolastici regionali
(Il testo originale su questo sito)

Anche se l’eventuale test non mi avrebbe comunque riguardato, sono contenta che si sia rivelato una “bufala”. Anche perché, se non lo fosse stato, avrei consigliato un test d’ammissione per i parlamentari sulla Costituzione Italiana. In quel caso, ne avremmo viste, e sentite, delle belle.