SCUOLA: PARTE LA SPERIMENTAZIONE PER PREMIARE SCUOLE E DOCENTI


Il MIUR ha pubblicato ieri un comunicato in cui si rendono noti due progetti sperimentali, elaborati da un Comitato Tecnico Scientifico (CTS) istituito dal ministro a febbraio, che porterà alla valorizzazione delle scuole e dei docenti meritevoli. Tale sperimentazione sarà finanziata con parte del 30% dei risparmi ottenuti grazie alla razionalizzazione delle spesa al netto delle risorse destinate al recupero per il personale docente degli scatti biennali e riguarderà, per ora, le scuole medie delle province di Pisa e Siracusa e i docenti che prestano servizio nelle città di Torino e Napoli e che volontariamente si sottoporranno alla valutazione delle professionalità e delle competenze dimostrate.

Ecco in che cosa consistono i due progetti sperimentali che saranno avviati nel corrente anno scolastico:

1. PROGETTO PER LA VALUTAZIONE DELLE SCUOLE
Le scuole saranno valutate prendendo in considerazione:
il livello di miglioramento degli apprendimenti degli studenti, individuato attraverso i test INVALSI;
una serie di indicatori (rapporto scuola-famiglia, rapporto scuola-territorio, gestione delle risorse, livelli di abbandono…) verificati da un team di osservatori esterni composto da un ispettore e da due esperti indipendenti che, al termine delle attività, proporranno una relazione complessiva.
Sulla base dei risultati ottenuti verrà formulata da una Commissione tecnica regionale una graduatoria finale.
Alle scuole che si collocheranno nella fascia più alta sarà assegnato un premio (fino ad un massimo di 70mila euro) da destinare esclusivamente al personale effettivamente impiegato nell’istituto durante il periodo di sperimentazione.
Contemporaneamente sarà avviato un monitoraggio sull’intera sperimentazione per analizzare i cambiamenti nelle scuole a seguito dell’introduzione dei meccanismi di valutazione.

2. PROGETTO PER PREMIARE I DOCENTI MIGLIORI
In ogni scuola verrà costituito un “nucleo” composto dal Dirigente scolastico, da due docenti eletti dal Collegio dei docenti e dal presidente del Consiglio di Istituto in qualità di osservatore. Il “nucleo” avrà il compito di valutare i docenti che hanno aderito volontariamente alla sperimentazione.
La valutazione farà riferimento a due elementi: curriculum vitae e documento di valutazione.
In aggiunta a questi elementi il nucleo dovrà considerare anche i risultati di indagini realizzate per rilevare l’apprezzamento dei docenti da parte dei genitori e degli studenti. Sperimentare l’utilizzo di indicatori dell’apprezzamento da parte di genitori e studenti costituisce un elemento qualificante della sperimentazione, poiché rende la valutazione più completa, significativa e soprattutto non autoreferenziale.
Gli insegnanti meritevoli saranno individuati e premiati entro aprile/maggio 2011.
E’ previsto un compenso pari ad una mensilità di stipendio.

Inoltre, una quota del 30% consentirà di rafforzare l’azione dell’INVALSI ed estendere ad altre materie e livelli scolastici l’utilizzo di test per la valutazione degli apprendimenti.

Da quando il ministro Gelmini si è insediata a Viale Trastevere non ha fatto altro che parlare di “merito”, sostenendo che, anche visti i risultati delle prove InValsi così differenti tra regione e regione nonché tra nord e sud dell’Italia, vadano premiate quelle scuole e quegli insegnanti che garantiscono un’istruzione di qualità. E questo mi sembra giusto, anche se, a rigor di logica, dovrebbe essere istituita anche una sorta di “multa” per penalizzare quelle scuole che, in assenza di oggettivi impedimenti, non riesce ad offrire agli studenti un’istruzione qualitativamente accettabile e al passo con i tempi. Ormai, infatti, il mondo del lavoro è talmente selettivo da rendere difficile la vita agli studenti più preparati, figuriamoci agli altri.

Rimango perplessa, tuttavia, riguardo agli strumenti di valutazione. Per le scuole, temo che si assisterà ad una “corsa al test InValsi“, nel senso che i docenti si affretteranno a proporre test simili, a livello di tipologia delle attività, tanto da creare una specie di studenti-automi che faranno quello e sempre quello, imparando anche tutti i sotterfugi per riuscire bene nelle prove e non far sfigurare i loro docenti. Probabilmente aumenteranno i casi di “ansia da prestazione” perché gli insegnanti scaricheranno su di loro la responsabilità del successo o dell’insuccesso. Settantamila euro non sono pochi e fanno gola a tutti, specie se insegnanti con uno stipendio assai modesto. Eh già, perché il premio alle scuole andrà al personale (e qui ci si potrebbe chiedere: personale docente o tutto il personale che opera nella scuola? nel comunicato, infatti, non si parla di docenti).
M’immagino già la gara fra istituti: premio ricco mi ci ficco! E, di conseguenza, la corsa per iscriversi nella scuola o nelle scuole premiate perché indubbiamente saranno le migliori.

Per quanto riguarda il premio al merito per i docenti, esprimo la mia perplessità sulla commissione che dovrà giudicarli: un “nucleo” composto dal Dirigente scolastico, da due docenti eletti dal Collegio dei docenti e dal presidente del Consiglio di Istituto in qualità di osservatore (per i meno esperti, il presidente del Consiglio d’Istituto è un genitore). Innanzitutto, non vorrei mai trovarmi nei panni dei docenti eletti dal Collegio (a proposito, saranno eletti su apposita candidatura a scrutinio segreto oppure tutti potranno essere eletti anche se non ne hanno alcuna velleità?): come si fa a giudicare un collega? Un conto è quando il Comitato di Valutazione deve esprimere un parere su un collega in prova (si presume giovane o comunque con minore esperienza) che, nel 99% dei casi, non sarà “bocciato”; un altro è valutare un collega sulla base del curriculum vitae (che vuol dire? quante lauree possiede? da quanti anni lavora? svolge altre attività? boh!) e soprattutto su un “documento di valutazione” non meglio precisato.
Minor timore mi incute la valutazione degli studenti e delle famiglie, purché il monitoraggio venga fatto con serietà, evitando domande del tipo: l’insegnante arriva in ritardo? spiega bene? sorride e rende piacevoli le lezioni? è obiettivo nelle valutazioni o vi tira il pacco appena gli state un tantino antipatici?

Insomma, questi progetti non mi entusiasmano. Onestamente mi aspettavo qualcosa di più, dopo mesi di lavoro da parte della Commissione Tecnica. Oppure, si tratta di notizie sommarie per cui i molti dubbi saranno chiariti ìn seguito.
Rimango dell’idea che sia una delle solite cose fatte all’italiana, senza capo né coda. Uno specchietto per le allodole. Niente di più.

LEGGI ANCHE L’ARTICOLO CORRELATO: Premi al merito per i prof? Il grande bluff

15 pensieri riguardo “SCUOLA: PARTE LA SPERIMENTAZIONE PER PREMIARE SCUOLE E DOCENTI

  1. Come sai ho scritto anch’io un post sullo stesso argomento e sono di ben diverso parere dal tuo. Se si contrastano sperimentazioni di questo tipo con mille “se” e “ma”, non si andrà mai da nessuna parte.

    Avranno mille difetti e presteranno il fianco a mille critiche, ma sono piccoli passi in una direzione dalla quale è poi difficile far marcia indietro.

    L’amara verità, a mio avviso. è che scuole e professori hanno il terrore di farsi giudicare e che i sindacati hanno tutto l’interesse a tener piatto e scontento il corpo insegnanti per aver voce politica in capitolo.

    Scusa la franchezza.

    "Mi piace"

  2. @ frz

    Sarai franco – di nome e di fatto! 🙂 – ma, scusa la franchezza mia, non conosci la scuola e il suo mondo. Ed è per questo che è tanto difficile che l’opinione pubblica capisca le ragioni degli insegnanti qundo esprimono le loro lamentele. Per l’opinione pubblica, infatti, noi siamo quelli che abbiamo tre mesi di vacanza d’estate, quindici giorni a Natale, cinque giorni a Pasqua più le altre feste comandate o anche no, siamo quelli che il pomeriggio non hanno un ca**o da fare, che guadagnano anche troppo per quel che fanno e dulcis in fundo … hanno il terrore di farsi giudicare. 😦

    Mi dispiace, ma non è così. Nessun terrore. Credo che tutti i colleghi siano d’accordo sul volere degli strumenti seri per la valutazione e non facilmente manipolabili o alterabili dall’abilità tutta italiana di far andare le cose nel verso in cui si vuole che vadano.

    Sono stata chiara? Tu franco, io spero chiara.

    "Mi piace"

  3. “franco e chiara” mi piace, una bella coppia, anche se in questo caso mi pare che non funzioni.

    Io “non conosco la scuola ed il suo mondo” e “l’opinione pubblica non capisce le ragioni degli insegnati”.

    Allora tutti zitti.

    Va beh, fate voi, ma portate dei risultati.

    Noi incompetenti guardiamo quelli che vedono la nostra scuola agli ultimi posti in Europa e non ne siamo troppo soddisfatti. Crediamo che premiare i risultati ed il merito di chi sa ottenerli sia la strada giusta.

    Dici che tutti i colleghi sono d’accordo sul volere degli strumenti seri per la valutazione e non facilmente manipolabili o alterabili ? Sotto, allora, proponete qualcosa. Non è difficile.

    "Mi piace"

  4. @
    frz

    Dai, su, forse non ci capiamo sempre ma siamo comunque una bella coppia! 🙂

    Seriamente, quando dici «Sotto, allora, proponete qualcosa. Non è difficile» non posso far altro che sorridere.
    Quando mai un ministro, qualsiasi e di qualsiasi governo, ha chiesto il parere agli insegnanti? Il CTS è formato da insegnanti che operano sul campo? Non è dato sapere, ma per la maggior parte questi comitati sono formati da docenti universitari (se vuoi, QUI puoi leggere il parere di Annamaria Poggi che insegna all’Università di Torino e fa parte del comitato) che poco o nulla sanno della realtà delle scuole secondarie in Italia e sono solo capaci di criticare l’operato di noi docenti.

    La Gelmini, prima di varare la riforma, ha forse chiesto a noi docenti di Lettere se saremmo stati in grado di svolgere il programma di Latino, che è rimasto UGUALE nei contenuti, con un minor monte-ore a disposizione (dalle attuali venti ore settimanali nel quinquennio si passa a 15, quando va bene!)? Non avrebbe fatto meglio a consultare i docenti che avrebbero chiesto almeno un ridimensionamento dei programmi? E ha chiesto il parere a noi docenti quando ha alzato il numero di allievi per classe per risparmiare sugli organici? Ci ha chiesto in che modo avremmo potuto andare incontro alle difficoltà dei più deboli, costruendo percorsi individualizzati (per altro previsti per la scuola dell’obbligo, quindi fino al biennio delle superiori compreso!) in classi che hanno come minimo 27 allievi e possono arrivare anche a 32? Pensi che le avremmo detto: sì, ministro ce la faremo? Magari se ci fornisse una bacchetta magica … 😦

    Se non si ha la più pallida idea delle condizioni in cui nelle scuole italiane i docenti, anche bravissimi e preparatissimi, operano, è meglio non fare riferimenti alle altre realtà europee, senza nemmeno conoscere i curricula di studio, gli orari delle diverse discipline, il numero degli allievi per classe, i fondi di cui possono disporre, l’attivazione o meno del tutoraggio per gli allievi più deboli e chi più ne ha più ne metta.

    Scusa frz, ma le tue osservazioni, rispettabilissime, non sono fondate sulla conoscenza ma solo su quelle voci che influenzano l’opinione pubblica e contribuiscono a diffondere l’idea che la scuola italiana sia una schifezza e che i docenti italiani rubino lo stipendio allo Stato.

    "Mi piace"

  5. “che la scuola italiana sia una schifezza e che i docenti italiani rubino lo stipendio allo Stato.”

    Non ho mai detto questo. Sostengo solo che premiare il merito per migliorare i risultati che ci vedono perdenti nei cofronti internazionali sia la strada giusta.

    Concordo al 100% con quel che dice Clara Poggi, che non mi pare affatto contraria all’iniziativa e dice:
    – “la valutazione è oggi uno strumento ineludibile per avviare processi di miglioramento”.
    – “esperienza del tutto perfettibile”
    – “non si possono accelerare i tempi”.
    – “questa sperimentazione deve avere il massimo di trasparenza”.

    Poi dice: “Premiare i bravi va bene, ma individuare e aiutare le situazioni di debolezza è molto più importante”. Sì, ma se non si fanno le classifiche le situazioni di debolezza non si individuano. Ed è quello che gli insegnanti NON VOGLIONO. Tant’è che la stessa Poggi dice “si dovrà poter contare sul convinto coinvolgimento degli insegnanti e dei dirigentti. In questa fase sarebbe assurdo pensare di procedere “contro” la volontà dei docenti o dei capi d’istituto. E’ un’esperienza che ha senso solo se le scuole e gli insegnanti collaborano” E quì esprime tuti i dubbi sulla loro volontà di collaborare.

    "Mi piace"

  6. @ frz

    Lo so che tu non hai detto che la scuola italiana è una schifezza ecc ecc, ma probabilmente lo pensi, almeno in riferimento ad alcune realtà regionali (sei sempre molto attento ai risultati delle prove InValsi e alle opinioni dell’OCSE!).

    Anch’io concordo con quello che dice la Poggi ed è per questo che ti ho lasciato il link. Tuttavia, lei è una docente universitaria quindi vive in una realtà completamente diversa da quella di noi docenti che insegniamo nelle scuole medie e superiori.
    Sono d’accordo sulla trasparenza e sulla collaborazione delle scuole ma, come ho scritto nel commento al tuo post, può succedere che alla fine quello che appare sia ben diverso da ciò che è in realtà.
    Per questo ho concluso il mio post con le parole”la solita cosa fatta all’italiana … uno specchietto per le allodole”.

    "Mi piace"

  7. No, schifezza no. Mediocre, lo testimoniano i risultati, nonostante l’impegno di molti.

    E’ lo specchio della nostra società, mentre io vorrei che fosse il fiore all’occhiello.

    "Mi piace"

  8. @ frz

    Il fiore all’occhiello è un lusso. Richiede una spesa che il nostro governo non ha alcuna intenzione di sostenere. I fondi con cui si dovrebbe premiare il merito (in via sperimentale e senza la certezza che il modello sia poi esteso a tutte le scuole e diventi uno strandard fisso) sono stati ricavati dalla correzione della manovra finanziaria del maggio scorso. Il governo da una parte dà e dall’altra toglie: parte dei fondi in origine destinati al merito copriranno la spesa per gli scatti di anzianità che in un primo tempo sarebbero stati bloccati. Ciò significa che, per non scontentare chi, giustamente, non voleva rinunciare all’aumento stipendiale per anzianità, si scontentano gli altri che speravano di ottenere il riconoscimento del merito.

    Consideriamo che, in seguito all’applicazione dell’art. 64 della L. 133, il numero dei docenti è calato di circa 20mila unità. In che modo? Ridimensionando i quadri orario (con la riforma), procedendo alla saturazione di tutte le cattedre a 18 ore (con conseguente aumento del carico di lavoro dei docenti e l’impossibilità di coprire gli insegnanti ammalati, lasciando le classi scoperte e gli allievi, anche minorenni, da soli) e aumentando il numero di allievi per classe. Non mi pare che questi siano i presupposti per migliorare la qualità della scuola e per farla diventare il fiore all’occhiello della nostra società.

    "Mi piace"

  9. Hai ragione: non è il momento migliore e i tagli non aiutano, ma se non si recupera in efficienza, anche con i tagli, non si può ripartire a costruire qualcosa di valido.

    I mali della scuola,cara Marisa, sai benissimo che vengono da lontano e il fatto che non si sia mai cercato di premiare il merito è proprio uno di questi mali.

    Comunque, voi che potete far qualcosa, mettetecela tutta. So che tu lo fai.

    "Mi piace"

  10. Salve Marisa sono una collega non vedente che insegna musica nella secondaria di I°, ti ringrazio per avermi dato la possibilità di chiarirmi almeno in parte le idee su questa bella novità che sicuramente con o senza la nostra volontà partirà alla grande… altro che sperimentazione! Ormai è da tempo che ogni scuola è sottoposta a dover scendere in campo non per occuparsi e preoccuparsi dei ragazzi considerandoli come “materiale umano”, come dei fiori che sbocciano e necessitano di cure per la loro buona formazione di adolescenti… no… no… ormai non si pone l’accento sullo sviluppo armonico tra “cuore-mente”, si pensa solo a far gara e vedere alla fine quali tra le istituzioni sono le migliori. Martedì nella mia di scuola, saremo chiamati appunto per dare o meno la nostra adesione come collegio, io personalmente, sono molto preoccupata perchè so che come al solito, saremo in pochi a non sposar tale proposta, la maggior parte, sicuramente sarà d’accordo anche se non ne avranno colto tutti gli elementi necessari. Avresti qualcosa da suggerirmi? Beh ora ti saluto e mi ripropongo di seguire quanto scrivi perchè mi mette in condizioni di non esser ignorante.

    "Mi piace"

  11. @ Concy

    Ciao e grazie per essere intervenuta nella discussione.
    Non saprei come consigliarti perché su questa sperimentazione ci sono molti punti oscuri, specie per quanto riguarda gli strumenti di valutazione.
    Qui non si tratta di fare a gara per vedere chi è più bravo, quale scuola meriti di più. Secondo me, se si parla di meritocrazia, è giusto premiare chi opera meglio e ottiene migliori risultati, ma mi auspicherei anche un minimo di condivisione affinché si possa arrivare a delle strategie comuni per supportare delle scuole in difficoltà, senza lasciare che rivestano il ruolo di cenerentola.
    Ma mi rendo conto che il mio pensiero possa apparire alquanto utopico.

    Una cosa, però, non capisco. Quando la Gelmini ha iniziato a criticare il fatto che la carriera degli insegnanti fosse basata solo sull’anzianità, dai suoi discorsi mi pareva di aver capito che il “merito” avrebbe inciso sulla posizione stipendiale. Nella proposta, invece, si parla di “premi”, una tantum, da ritenere, quindi, delle parentesi isolate. Lo stipendio, dunque, si baserà sempre e comunque solo sull’anzianità. A me pare incoerente.

    Aggiungo che nell’altro post che ho linkato alla fine di questo, ho esposto che la sperimentazione (e purtroppo credo rimarrà tale) è sottofinanziata perché il ministero non può disporre della cifra originariamente preventivata. Non aspettatevi, dunque, grosse cifre. Sarà solo un contentino, come sempre. 😦

    "Mi piace"

Lascia un commento