GIORNALISTI CORAGGIOSI


Cerco di tenermi alla larga dalle notizie che mi riempiono d’angoscia. Le leggo, beninteso, ma preferisco non parlarne. Mi spaventa tutto ciò che sta succedendo in alcuni Paesi dell’Africa Mediterranea: prima in Egitto, ora in Libia. Leggo sui giornali le cronache della rivolta quasi senza rendermi conto che dietro le parole che vediamo scritte sulle pagine dei quotidiani e sui siti Internet ci sono degli uomini che affrontano mille pericoli e disagi per portarci la loro testimonianza.

Ora, però, non posso fare a meno di pensare a questi giornalisti coraggiosi. In particolare il mio pensiero è rivolto a Pino Scaccia, inviato del Tg1, che ora si trova in Libia e sul suo blog dà le notizie che può quando può. Ora si trova nel centro della rivolta, come lui stesso dice nell’ultimo post scritto prima di partire e su cui lascia, appena ne ha la possibilità, commenti lapidari, giusto per tranquillizzare i suoi lettori, tra cui ci sono anch’io.

Vi invito a leggere il suo post e a pensare, anche per un solo istante, a quanto coraggio derivi da un’enorme dedizione per il proprio lavoro.

[foto da Affaritaliani.it]

PALAZZOLO: GIULIA, STUDENTESSA CORAGGIOSA NEODIPLOMATA, NON CE L’HA FATTA

Il 4 luglio scorso aveva superato il suo esame di maturità, con il punteggio di 86/100. Il commento? “Potevo fare di più”.
Certo, è un punteggio dignitoso ma, con un po’ di buona volontà, si può fare di più. Giulia, però, ha fatto il massimo. Al di là di qualsiasi punteggio, ha dimostrato che anche in una situazione critica come la sua, non bisogna mai abbattersi. Lottare per realizzare un sogno: quello di ottenere il diploma di Tecnico dei servizi sociali all’istituto Ceconi di Udine. E la sua è stata una lotta vera, prima di tutto contro un nemico che a volte è davvero difficile sconfiggere: il tumore.

L’esame di maturità Giulia l’aveva sostenuto al CRO di Aviano, un centro altamente specializzato per la cura di ogni forma di tumore. Non era stata lasciata sola nella sua personale sfida: un team di insegnanti volontari l’aveva aiutata a prepararsi per l’esame e, nonostante il peggiormento della sua malattia, il Sarcoma di Ewing, alla fine aveva conquistato il diploma.
Un esempio da applicare nella vita quotidiana di ciascuno di noi“, aveva commentato il sindaco del paese di Giulia, Mauro Bordin. Ed è vero, perché a volte piangersi addosso non solo non permette di ottenere alcun risultato ma contribuisce a rattristare chi vive un dramma accanto ad una persona cara.

Ieri notte Giulia se n’è andata. Ha affrontato quest’ultima grande prova, come ha detto la sorella Barbara «con la serenità e il coraggio con cui ha sempre affrontato la sua vita».

Addio Giulia. Non ti conoscevo ma la tua storia mi ha colpita come mamma e come insegnante. Grazie per aver dimostrato che nella lotta della vita non si deve mai mollare, anche quando sperare nel futuro diventa un’impresa molto ardua.

[fonte: Blog di Aldo Rossi; immagine da questo sito]