SANREMO 2012: L’APERTURA VOLGARE E INSULSA DI LUCA E PAOLO. MA IL PEGGIO DOVEVA ANCORA ARRIVARE … CON CELENTANO

Forse pensavano di essere a Zelig. Ma il canale era sbagliato.

La rivisitazione di “Uomini soli” dei Pooh, deludente e piena di volgarità. Per nulla divertente. Fa solo tanta pena.

Quelli del pubblico che applaudono sono pagati?

E’ un Festival della canzone o sono io che ho sbagliato programma?

Scusate, sono febbricitante. Forse sono io che ho sbagliato canale. Anzi, forse è meglio che vada a nanna.

AGGIORNAMENTO DEL POST, 15 FEBBRAIO 2012

Non ce l’ho fatta. La curiosità era tanta e sono rimasta davanti all tv. Fra un sonnellino e l’altro sono riuscita a sentire qualche canzone … una più brutta dell’altra. Sembra quasi che il meccanismo del televoto del pubblico in sala si sia inceppato per una sorta di ribellione contro un festival che alle canzoni lascia ben poco spazio. Anche i cantanti hanno protestato, soprattutto contro gli show connessi che sembra la facciano da padrone. Tanto che le esibizioni dei cantanti in gara appaiono come dei siparietti estemporanei. Che sia il definitivo tramonto del festival musicale più famoso sul pianeta Terra? Che si stia avvicinando inesorabilmente la fine del mondo, in perfetta linea con le previsioni Maya?

Sembra che tutto trami contro questa manifestazione che di canoro ha ormai ben poco. L’indisposizione della bella Ivana (piccola mia, permettimi, io a scuola stamattina ci sono andata nonostante la febbre di ieri sera! E’ mai possibilie che a 19 anni un acciacco di cui io, che potrei essere tua madre, soffro spesso, ti blocchi a tal punto da dare forfait?), il guasto tecnico che ha annullato la gara dei big, l’arrivo miracoloso delle sostitute Belen ed Elisabetta …
Insomma, che San Valentino si sia offeso con San Remo visto che il festival ha oscurato la festa degli innamorati?

Chi ha letto l’articolo ieri sera, si sarà accorto che ho fatto un’aggiunta al titolo. Eh sì, perché l’esordio di Luca e Paolo sembrava il peggio del peggio. Ma il peggio reale doveva arrivare con Celentano. Non solo per il suo monologo (durante il quale, lo confesso, ho pure dormicchiato) ma soprattutto per lo scenario apocalittico che ha preceduto il suo intervento. E rieccoli i Maya e la loro profezia …

Non commento il monologo del molleggiato ma lascio la parola ad una persona più autorevole di me che è stata pure presa di mira da Celentano: Aldo Grasso.

Joan Lui è convinto di predicare meglio dei preti. Ma nel ruolo di profeta salva Italia ne vogliamo solo uno, due sono troppi:
o Monti o Celentano.
Dopo ieri sera ho scelto definitivamente. Ogni anno il Festival di Sanremo ci mette di fronte a un tragico dilemma: ma davvero questo baraccone è la misura dello stato di salute della nazione? E se così fosse, non dovremmo preoccuparci seriamente? C’è stato un tempo in cui effettivamente il Festival è stato specchio del costume nazionale, con le sue novità, le sue piccole trasgressioni, persino le sue tragedie. Ma tutto ha un tempo e questo (troppo iellato) non è più il tempo di Sanremo o di Celentano, se vogliamo rinascere. Monti o Celentano? Se davvero il nostro premier vuole compiere il titanico sforzo di cambiare gli italiani («l’Italia è sfatta», con quel che segue), forse, simbolicamente, dovrebbe partire proprio dal Festival, da uno dei più brutti Festival della storia. Via l’Olimpiade del 2020, ma via, con altrettanta saggezza, anche Sanremo, usiamo meglio i soldi del canone. O Monti o Celentano. O le prediche del Preside o quelle del Re degli Ignoranti contro Avvenire e Famiglia Cristiana.

Non mi preoccupa Adriano, mi preoccupano piuttosto quelli che sono disposti a prenderlo sul serio. E temo non siano pochi. Ah, il viscoso narcisismo dei salvatori della patria! Ah, il trash dell’apocalissi bellica! Cita il Vangelo e bastona la Chiesa, parla di politica per celebrare l’antipolitica: dalla fine del mondo si salva solo Joan Lui. Parla di un Paradiso in cui c’è posto solo per cristiani e musulmani. E gli ebrei? Il trio Celentano-Morandi-Pupo assomiglia a un imbarazzante delirio. A bene vedere il Festival è solo una festa del vuoto, del niente, della caduta del tempo e non si capisce, se non all’interno di uno spirito autodistruttivo, come possano essersi accreditati 1.157 giornalisti (compresi gli inviati della tv bulgara, di quella croata, di quella slovena, di quella spagnola, insomma paesi con rating peggiore del nostro), come d’improvviso, ogni rete generalista abbassi la saracinesca (assurdo: durante il Festival il periodo di garanzia vale solo per la Rai), come ogni spettatore venga convertito in un postulante di qualcosa che non esiste più. Sanremo è il Festival dello sguardo all’indietro (anni 70?), dove «il figlio del ciabattino di Monghidoro» si trasforma in presentatore, è il Festival delle vecchie zie dove tutti ci troviamo un po’ più stupidi proprio nel momento in cui crediamo di avere uno sguardo più furbo e intelligente di Sanremo (più spiritosi di Luca e Paolo quando cantano il de profundis della satira di sinistra), è il Festival della consolazione dove Celentano concelebra la resistenza al nuovo. Per restituire un futuro all’Italia possiamo ancora dare spazio a un campionario di polemiche, incidenti, freak show, casi umani, amenità, pessime canzoni e varia umanità con l’alibi che sono cose che fanno discutere e parlare? Penso proprio di no.

P.S. Mentre scrivevo questo pezzo mi sono arrivati gli insulti in diretta da Sanremo. Ma non ho altro da aggiungere.
(Articolo pubblicato su Il Corriere)

22 pensieri riguardo “SANREMO 2012: L’APERTURA VOLGARE E INSULSA DI LUCA E PAOLO. MA IL PEGGIO DOVEVA ANCORA ARRIVARE … CON CELENTANO

  1. Io stasera non ho visto Sanremo, ho visto degli episodi di un telefilm, ma stavo ancora cenando quando sono spuntati questi due in televisione.
    Com’è che Sanremo è sceso a questi livelli di volgarità? Livelli veramente, ma veramente bassi…

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  2. Io penso che la canzone del duo delle Iene fosse sì un po’ noiosa e triviale, ma fa comunque parte di un repertorio di satira adatto a loro. Quello che non va bene è che il contesto è sbagliato. Il fatto di essere dei comici non vuol dire che si possa fare un certo tipo di battute in qualsiasi occasione. E’ un po’ come se una andasse allo stadio col vestito da sposa, penso che ci si debba adeguare al luogo e all’occasione. Non va sempre bene tutto dovunque. E tanti comici dovrebbero pensarci, se non vogliono correre il rischio di stancare.

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  3. Non vedo il Festival da anni, cioè da quando è diventato un baraccone dilatato per quasi una settimana,con canzoni sempre più brutte e in ogni caso la musica in secondo piano rispetto allo”spettacolo”. Dopo aver girato su vari canali, mi sono fermata su Ballarò e del Festival ho visto solo qualche frammento(durante la pubblicità di Ballarò) e non mi è piaciuto. Di Celentano dico: “Dio ci salvi dai falsi profeti”. Il suo atteggiamento è di superbia(peccato mortale!) e certo non in linea con l’insegnamento evangelico. Mi dispiace che in tutto questo sia coinvolto Morandi,un cantante della mia giovinezza,messo lì ad attirare ascolti per la simpatia che ispira. Spero anch’io che,come per le Olimpiadi,dal prossimo anno prevalga una scelta di “sobrietà” e di buon gusto, riportando S. Remo a quello che era in origine: una gara di canzoni(non di cantanti),in una sola sera.

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  4. @ Scrutatrice

    Io e tua mamma siamo spesso in sintonia. Mi sta simpatica. 😉

    @ Frank

    Concordo, soprattutto sull’amarezza. 😦

    @ Giorgio Valbedi

    Hai fatto bene. Io ho fatto un gesto eroico non usando il telecomando ma in realtà era la febbre che mi faceva sragionare.

    @ Valentina

    Evidentemente solo questi due (più il “compare” Celentano) che fanno audience. !4 milioni e mezzo di spettatori, più del 48% di share, mica bruscolini.

    @ Diemme

    1. Rinunciare alla tv no, c’è sempre il telecomando.
    2. le barzellette forse erano discutibili ma facevano parte del “pacchetto”, nel senso che tutto era compreso nel prezzo. Ma in questo caso, io pago il canone e quindi in parte anche il cachet non proprio modesto di questi pseudospiritosi. La cosa mi rode non poco.

    @ Paolo ‘Neupaul’ Palmacci

    @ PennelliRibelli

    Ognuno fa il suo mestiere, per carità. Ma, come fai notare anche tu, è il contesto sbagliato sia per fare satira (piuttosto bassa) sia per abbandonarsi a cotanta trivialità. Ricordo che una volta, proprio per far rimanere in primo piano le canzoni in gara, era vietato far cantare i cantanti italiani, anche se ospiti. Immagino che stamattina tutti ricordino la canzone (massacrata) dei Pooh rivisitata dal duo Luca e Paolo e ben pochi le canzoni in gara.

    @ lilipi

    E meno male che Adriano si è sempre dichiarato credente e praticante. Figuriamoci cosa avrebbe detto se non lo fosse.
    Anch’io vorrei di nuovo il Sanremo di una volta, quello delle canzoni. Io non ho ancora scordato i testi di tantissimi pezzi cantati quando ero bambina; degli ultimi dieci anni non ricordo nemmeno i titoli delle canzoni che hanno vinto. 😦

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  5. Cara Marisa, mentre guardavo tranquillamente la partita del Barcellona, ho acconsentito alla richiesta della mia dolce metà di guardare la performance di Celentano che insieme al festival fanno parte di quelle cose che non mi interessano proprio. Ho visto così uno spettacolo patetico al quale hanno partecipato in egual misura il Pupo ed il Morandi. Dio mio ma quando la faranno finita con questo festival? Invece il duo Luca e Paolo l’ho guardato nel tuo video e condivido il tuo giudizio negativo.
    Ps ne approfitto per postare un commento all’altro tuo post su Trieste nel quale il box commenti non si visualizza:
    Io sapevo che Trieste era famosa per avere le donne più belle d’Italia non per i matti .. 🙂 🙂
    Ciao, un abbraccio e .. riguardati la salute

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  6. @ Raffaele

    Ma che maritino affettuoso! 🙂 Mio marito nemmeno se lo avessi pagato avrebbe lasciato la visione di una gara di biliardo (il calcio non lo sopporta … e abbiamo trovato qualcosa che non vi accomuna!) per sorbirsi Celentano a Sanremo. 😯

    Non so come mai nel post su Trieste siano preclusi i commenti. Nell’edit page sembra tutto a posto. Boh …
    Comunque, concordo: le belle ragazze (anzi, mule) ci sono, i matti un po’ meno. Credo che Trieste abbia questa nomea solo perché qui Basaglia ha potuto dimostrare che la sua proposta di legge era valida. Effettivamente, la chiusura dei manicomi è partita da qui. Poi, anche in questo potremmo trovare i pro e i contro. All’inizio io ero contro ma solo perché in fondo ero una ragazzina. Solo vedendo la fiction “La città dei matti” ho capito molte cose. Ecco un motivo per non rinunciare del tutto alla tv.

    Ciao e grazie … cerco di riguardarmi ma a casa non ci so stare. Stamattina a scuola, comunque, stavo meglio. Di pomeriggio mi sento sempre peggio e mi si alza un po’ la temperatura. Mali di stagione … arriverà la primavera. 🙂

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  7. @ Diemme

    Sì, sì. Ho controllato, tant’è che non scrive nemmeno “i commenti sono chiusi”. Ho provato anche a disattivare i commenti e non è cambiato nulla, nemmeno riattivandoli. Pensavo che, essendo un blog rebloggato, fossero preclusi i commenti ma ho visto che nel precedente, quello di Pino Scaccia, i commenti ci sono. Non so …

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  8. Passo e lascio un pensiero, sperando di non mandare in fibrillazione questo simpatico convitto di perbenismo, che sguazza in una auto celebrativa superfetazione di sdegno e di sacro furore nei confronti dell’untore! Luca e Paolo hanno fatto satira, intelligente e sagace, perché sono due geni! C’è chi per raccontar storielle ha bestemmiato, ma non abbiamo pagato il canone per sentirlo, abbiamo pagato e stiamo pagando molto di più. Se fossimo un po’ meno ipocriti forse vedremmo che l’immagine che ci rimanda lo specchio è quella di sepolcri imbiancati. Assolutamente non credibili. Con tutto il dovuto rispetto.
    Giancarlo (Antimisia)

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  9. Eccone un altro. Se uno dissente dalla sua idea, si sprecano epiteti con i suffissi in -ista, è chiaro.

    E quindi siamo “perbenisti” – naturalmente falsi e ipocriti – perché non ci fa ridere per niente quella pseudoironia di bassa lega?

    E posso chiamare lei intellettualoide quando mi usa vocaboli come “superfetazione”, che qui ci azzecca come i cavoli a merenda, per poi arrivare a definire “geni” due individui che dubito possano far ridere qualche vero intellettuale dall’ironia meno greve?

    Invece sono d’accordo su altri individui per la cui volgarità abbiamo pagato, e stiamo pagando, ben più di un canone RAI. Quando la verità è oggettiva, capita pure che persone come me e come lei riescano a trovarsi d’accordo.

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  10. @ Giancarlo (Antimisia)

    Tutto preso dai tuoi -ismi, forse hai confuso “perbenismo” con “buongusto”.
    A ciò che ha già detto Diemme aggiungo che, considerando che Luca e Paolo sono andati in video subito dopo il telegiornale, non mi è sembrato uno spettacolo edificante per un pubblico che poteva ancora comprendere bambini e ragazzini. E questo non è “perbenismo”, è “buonsenso”.

    Sulla genialità di Luca e Paolo (che poi tutt’al più possono essere apprezzati per l’interpretazione, suppongo che i testi non se li scrivano da soli) non mi pronuncio. Evidentemente attribuiamo alla parola “genio” significati diversi.

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  11. @Antimisia
    Credevo che in Italia ci fosse ancora libertà di pensiero e di parola, garantita dalla Costituzione. Evidentemente non è così se chi la pensa diversamente non si limita ad esprimere le proprie idee ma si sente anche autorizzato ad insultare. E se Lei crede che anche questo che dico sia “perbenismo”,sono fiera di essere “perbenista”(o forse perbene) .
    @marisa
    Anch’io non ho potuto inviare commenti a quell’articolo sui presunti matti di Trieste. Dico solo che l’articolo della Stampa è una dimostrazione che gli stupidi sono ovunque

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