ANNA KARENINA, IL FILM

Questo pomeriggio, nonostante la mia antipatia per le sale cinematografiche (troppo caldo, troppo alto il volume del suono, troppo scomode le poltrone, niente pause per fumare una sigaretta … benedetta la pubblicità in tv!), sono andata a vedere il film di Joe Wright Anna Karenina, tratto dall’omonimo romanzo di Lev Tolstoj. La trama del romanzo è nota a tutti: Anna, una donna sposata a un alto funzionario russo e madre di un bambino, si innamora del giovane conte Vronskij, al cui fascino cerca di resistere, più per uno scrupolo morale che per convinzione. Vinta dalla passione, alla fine la donna cede e vive un amore travolgente con il conte da cui ha una bambina. Lasciata la famiglia per seguire l’amato, ben presto si rende conto che l’insano sentimento che la lega ad Aleksej l’ha emarginata dalla società e privata dei privilegi di cui prima godeva nella San Pietroburgo altolocata. Alla fine cede sotto il macigno dei sensi di colpa, soprattutto ritenendo inutile il sacrificio per un uomo che pensa non l’ami più. La gelosia la porta ad un gesto disperato: si lancia sotto un treno in corsa.

E ora veniamo al film. Certamente non è facile fare una trasposizione cinematografica di un romanzo importante e ricco di sfaccettature come il capolavoro di Tolstoj. Soprattutto non è facile raccontare una storia già nota ai più senza destare curiosità. Il merito del regista Wright è senz’altro quello di aver creato un prodotto teatrale, con tanto di scenografie semoventi, dove i personaggi si muovono, per la gran parte della pellicola, passando di scena in scena e, soprattutto, evadendo dallo spazio teatrale consueto per conquistare le quinte e gli spazi aerei che, attraverso le impalcature, sovrastano il palcoscenico.
All’inzio questa messa in scena non mi ha convinta. Ero quasi infastidita perché non riuscivo a concepire soprattutto la mancanza di scene esterne. Insomma, quella Russia così cara a Tolstoj che in pratica non si vede, eccezion fatta per qualche distesa di neve o, nella stagione migliore, di prati fioriti e spazi agresti con tanto di contadini intenti nella mietitura. Un limite, a parer mio, che non rende giustizia al romanzo che trova, però, una gradevole lettura nelle scene dei balli con coreografie stupende e abiti magnifici.

anna-kareninaQuanto ai protagonisti, Keira Knightley (già musa ispiratrice di Wright in Espiazione e Orgolio & Pregiudizio) nei panni della Karenina non convince fino in fondo. Bellissima ma un po’ acerba, non pronta ad interpretare un personaggio così complesso come Anna. Sembra più una giovinetta alle prese con il primo amore. Ma effettivamente, a pensarci bene, ai tempi i matrimoni avevano ben poco a che spartire con l’amore, sicché per la sventurata il conte Vronskij potrebbe benissimo essere il primo vero amore della sua vita. Lui, interpretato dal giovanissimo (anche troppo) Aaron Johnson, poco più che ventenne, è talmente bello, con gli occhi azzurri e i riccioli biondi, da essere quasi un Adone senz’ali.

L’interpretazione che più mi ha convinta è stata quella del marito tradito: un Alexei Karenin magistralmente interpretato da Jude Law, con una compostezza e una sobrietà che rende merito alla dignità del personaggio, se non a quella del marito della fedifraga.
Infine, una nota di merito a Emily Watson nei panni della contessa Lydia.

Per concludere, un film passabile nel complesso, a tratti persino bello. Però ammetto che le due ore e 10 minuti sono volate, nonostante l’assenza di pause. Ah, la musica è bellissima grazie al nostro Dario Marianelli, candidato al premio Oscar 2013 per la miglior colonna sonora.

7 pensieri riguardo “ANNA KARENINA, IL FILM

  1. Non vado al cinema per i motivi da te scritti sopra ,non
    ce la faccio ( anche se non fumo) a stare ferma al buio per tutto quel tempo.
    Mi ricordo ancora lo sceneggiato Tv di tanti anni fa con una bravissima Lea Massari e un intenso Pino Colizzi ,famoso anche come doppiatore.
    Hai fatto una gran bella recensione!
    Un abbraccio
    liù

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  2. Ma tu pensa, per poco non ci saremmo ritrovate a commentare lo stesso film! Oggi sono andata con mia figlia e altri amici in una multisala; per la scelta del film, io avevo optato per Anna Karenina, ma ha vinto Lincoln… mi sono fatta una dormita che lèvati, e io e l’altra che avevamo votato per Anna Kareninia ci siamo ripromesse di tornarci da sole, in incognita… ;I

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  3. @ liù

    Ma lo sai che anch’io ho subito pensato allo sceneggiato con la Massari? In particolare, mi ricordo la scena del treno perché girata a Trieste, dove allora vivevo, nella vecchia stazione di Campomarzio ormai dismessa e ora trasformata in museo ferroviario.
    Certo gli sceneggiati di allora, in più puntate (“Anna Karenina” ne contava sei) erano tutt’altra cosa. E poi Bolchi era una garanzia. Non ricordavo però Pino Colizzi … ora vedendo le foto dell’epoca devo ammettere che sicuramente nei panni di Vronskij era più credibile. Però Aroon Johnson nel film di Wright è un bel vedere. 😉

    Grazie per i complimenti. Un abbraccio.

    @ Diemme

    Il più grande timore che avevo era proprio quello di addormentarmi. Ma ho resistito senza alcun problema … ieri sera davanti alla tv però mi sono fatta una di quelle dormite … 🙂
    Insomma per la recensione di “Lincoln” devo rivolgermi altrove. 😉

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  4. Credo proprio di sì… Quanto meno avrebbero dovuto scegliere un doppiatore diverso, credo che la vode di Lincoln sia l’aspetto più carente del film. Pardon, uno degli aspetti più carenti.

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  5. @ Diemme

    Ho letto la polemica sul web circa la voce di Lincoln affidata all’attore Pierfrancesco Favino. Ho visto anche il trailer italiano e a me la voce non dispiace. Molti dimenticano che l’Italia gode di una scuola e una tradizione nel doppiaggio unica al mondo. C’è chi dice che Favino non era adatto al ruolo e che sarebbe stato meglio affidare il doppiaggio a Francesco Pannofino (che doppia, tra gli altri, Clooney). Invece a me Pannofino non piace, è onnipresente e parecchio inflazionato, alla fine sembra che i grandi attori americani abbiano tutti la stessa voce. L’ideale sarebbe vedere il film in lingua originale, però in quel caso ci si rende ben conto che l’Italia è avanti non solo nel doppiaggio ma anche nella recitazione.
    Quanto al resto, ho letto che è un film parecchio noioso … credo avrei dormito anch’io.

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  6. Io invece ricordo una Anna Karenina in bianco e nero con Greta Garbo,secondo me il suo film migliore. In particolare ricordo la scena del suicidio.

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  7. @ lilipi

    Io invece proprio non ricordo il film con la garbo anche se penso di averlo visto. Ricordo poco anche del libro letto trent’anni fa almeno. Penso che la prossima estate lo rileggerò … dovrò anche ricomprarlo perché quello chissà dov’è!

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