FRANCESCO E BENEDETTO: INCONTRO TRA PAPI

PAPA A CASTELGANDOLFO, ORA INCONTRO
Si sono incontrati molto prima del previsto, non a passeggio nei giardini vaticani ma a Castel Gandolfo. Il Papa emerito, Benedetto XVI, e il Papa in carica, Francesco I. Un incontro storico che non conosce precedenti ma che potrebbe costituire esso stesso un precedente.

Joseph Ratzinger ha accolto Jorge Mario Bergoglio all’eliporto di Castel Gandolfo, sua attuale residenza. Sorreggendosi con il bastone, a riprova delle non ottimali condizioni di salute che l’hanno costretto a dimettersi, ha abbracciato il “fratello”. E proprio in nome di questa fratellanza, Papa Francesco ha rinunciato al privilegio dell’inginocchiatoio d’onore nella cappella intitolata alla Madonna di Częstochowa, all’interno della residenza papale. “Siamo fratelli”, ha detto semplicemente Bergoglio. Hanno pregato fianco a fianco, dividendosi l’inginocchiatoio.

La gente nella cittadina sul lago Albano, uno dei borghi più belli d’Italia, ha atteso e attende che i due papi si affaccino insieme allo stesso balcone in cui, per l’ultima volta il 28 febbraio scorso, Papa Ratzinger ha salutato i fedeli. Si affacceranno i due papi? Certo è che, al di là degli interrogativi sulla motivazione di questo incontro, concertato a così breve termine dall’elezione del nuovo Papa, si tratta di una pagina di storia di cui siamo testimoni. Che ci faccia piacere oppure no.

[foto Ansa dal sito Corriere.it in cui si possono vedere anche altre foto dello storico incontro]

PAPA RATZINGER: DIMISSIONI “PER IL BENE DELLA CHIESA”. GLI ALTRI PAPI DIMISSIONARI NELLA STORIA

ratzinger

Il Papa lascia il pontificato dal 28 febbraio. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. La notizia è stata confermata dal Vaticano. Joseph Ratzinger, nato il 16 aprile 1927, era stato eletto papa dal conclave il 19 aprile 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II.
REAZIONI – «Un fulmine a ciel sereno» reagisce il decano del collegio cardinalizio, Angelo Sodano, commentando la decisione di Benedetto XVI. [DAL CORRIERE]

Al momento ho pensato ad uno scherzo di carnevale, poi mi è tornato in mente Celestino V, colui che fece per viltade il gran rifiuto. Però è anche vero che Benedetto XVI ha una bella età e certamente non la caparbietà di Giovanni Paolo II. Per Ratzinger il pontificato è stato un lavoro, per Wojtyla una vera missione. Almeno, questo è il mio modestissimo parere.

Ecco il testo che papa Ratzinger ha letto, in Latino, al termine del concistoro di questa mattina:

Carissimi Fratelli,
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per
comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per
l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino
. Sono
ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non
solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di
oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della
fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore
sia del corpo, sia dell’animo
, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da
dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo,
ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero
di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile
2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro,
sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del
nuovo Sommo Pontefice.
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete
portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la
sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere
il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore,
con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio
.

Una decisione senza dubbio ponderata, un desiderio, quello di ritirarsi a vita privata, già manifestato negli ultimi due anni. Allora, però, ne aveva resi partecipi i suoi collaboratori che, evidentemente, l’avevano dissuaso. Ora, come fa notare lo stesso decano del collegio cardinalizio, Angelo Sodano, appare come “un fulmine a ciel sereno”. Non ne aveva parlato con nessuno anche se più volte aveva dichiarato che «un papa ha diritto di dimettersi».

In passato, tuttavia, aveva rinunciato alle dimissioni in quanto la Chiesa, gravata da scandali (pedofilia, preti gay …) aveva bisogno di una guida salda né Benedetto XVI aveva intenzione di scaricare ad altri la patata bollente. La situazione ora non è migliore, a mio parere, e certamente il momento scelto è uno dei più importanti per la Chiesa cattolica. Nell’imminenza del periodo di Quaresima, in preparazione alla Santa Pasqua, forse i pressanti impegni che proprio questa festività religiosa prevedono l’hanno scoraggiato.

Il direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, durante la conferenza stampa ha espresso fiducia nel fatto che per la santa Pasqua sul soglio pontificio possa sedersi il successore di Benedetto XVI: «Dal primo di marzo, dopo le dimissioni del 28 febbraio, inizierà l’iter per l’elezione del nuovo Papa. – precisa Lombardi – Non sappiamo ora la data del Conclave, ma ovviamente non ci saranno i novendiali (i 9 giorni di lutto dopo la morte del Pontefice) così nel giro di un paio di settimane, nel mese di marzo, avremo il nuovo Papa».

LE DIMISSIONI DI UN PAPA: CASO ECCEZIONALE NELLA STORIA DELLA CHIESA

celestino vPrima di Benedetto XVI l’episodio più celebre, da me ricordato all’inizio di questo post, è il “gran rifiuto” di Papa Celestino V. Pietro da Morrone fu eletto il 29 agosto 1254, dopo un conclave durato ben due anni. Celestino V aveva quasi ottant’anni all’epoca e rinunciò alla carica dopo soli quattro mesi, forse temendo di trovarsi invischiato nelle mire politiche di Carlo d’Angiò che in seguito fu ben accolto dal successore Bonifacio VIII, pontefice odiato dall’Alighieri proprio per la sua intromissione nella vita politica di Firenze.
A distanza di secoli, tuttavia, la memoria di Pietro da Morrone è stata riabilitata e il Papa è ricordato come uomo di straordinaria fede e di buon senso.

Due secoli dopo fu la volta di Gregorio XII, Papa dal 19 dicembre 1406 al 4 luglio 1415. Una volta eletto si adoperò per porre fine al “grande scisma” fra i pontefici di Roma e quelli di Avignone ma, non riuscendovi, preferì a rinunciare al pontificato.

Il primo caso di abdicazione dal soglio pontificio fu, tuttavia, quello di Papa Clemente I (in carica dal 88 al 97 d.C., ai tempi dell’imperatore Domiziano, in piena persecuzione contro i Cristiani), che rinunciò alla carica a favore di Evaristo, perché arrestato ed esiliato non voleva che i fedeli rimanessero senza una guida spirituale.

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ARTICOLO AGGIORNATO, ORE 14.00