LE PERLE SMARRITE: “POVERI VERSI MIEI GETTATI AL VENTO” di OLINDO GUERRINI

libri 3
Grazie al lettore Dino Castellani che ha pazientemente raccolto in un libretto alcune poesie scelte dal vasto repertorio che la Letteratura Italiana di tutti i tempi offre, inizio, con la speranza di portare avanti questo progetto, il commento di testi perlopiù dimenticati o di cui nessuno, o quasi, conosce l’esistenza.

Perle smarrite, le chiama Castellani. Nella prefazione spiega:

[…] sono solo poesie più o meno note di autori vari più o meno conosciuti e poesie poco note di autori molto conosciuti ma dimenticate o relegate in disparte senza un motivo ben chiaro.
Sono in genere poesie burlesche, ma anche serie e tristi (poche), amorose, patriottiche, crudeli, ciniche, forti, delicate o estremamente umane: sono un insieme molto, molto diverso ma con un comun denominatore: sono poco conosciute.

olindo guerriniL’autore che ho scelto per iniziare quella che spero diverrà una serie di commenti, è Olindo Guerrini (Forlì, 4 ottobre 1845 – Bologna, 21 ottobre 1916, noto anche con vari pseudonimi), poeta amico e ammiratore di Carducci ma seguace del Verismo inteso come rifiuto di idealizzazione della realtà e rappresentazione dei suoi aspetti più bassi e sgradevoli (in questo, dunque, si differenzia dall’accezione di verismo che è in Verga e Capuana). [vedi Wikipedia per altre informazioni; QUI si può leggere l’intera raccolta delle sue poesie, pubblicate con lo pseudonimo di Lorenzo Stecchetti]

Tra le poesie di Guerrini selezionate da Dino Castellani, mi ha colpito in particolare “Poveri versi miei gettati al vento“, in cui tratta quella che viene definita la metapoesia, ovvero la poesia nella poesia.

Poveri versi miei gettati al vento…

Poveri versi miei gettati al vento,
della mia gioventù memorie liete,
rime d’ira, di gioia e di lamento,
povere rime mie, che diverrete?

Ahi fuggite, fuggite il mondo intento
a flagellar chi non l’amò; premete
l’inculto sì ma non bugiardo accento,
conscie dell’amor mio, rime discrete.

E se la donna mia ritroverete
per cui le angoscie della morte io sento,
voi che il segreto del mio cor sapete,

voi testimoni del perir mio lento,
quanto, quanto l’amai voi le direte,
poveri versi miei gettati al vento
!

da Postuma, 1877.

NOTA METRICA: il testo è il classico sonetto costituito da due quartine e due terzine di endecasillabi a rima alternata.

Non è inusuale, per i poeti di tutti i tempi, affidare ai propri versi il compito di dichiarare l’amore alla propria donna. Qui Guerrini affida al vento le proprie rime, espressione di stati d’animo diversi – ira, gioia e dolore – nonché testimonianze del periodo lieto della gioventù, con la speranza che raggiungano l’amata.

Nel tentativo di preservare i suoi versi dal mondo che ha saputo soltanto portare dolore a chi non è stato capace di amarlo, nella seconda quartina il poeta chiede loro di fuggire con quel bagaglio di esperienze che egli non ha voluto o saputo nascondere, preferendo l’incolta sincerità alle bugie.

Nelle terzine si fa esplicito l’invito alle rime di cercare la donna che egli amò, una donna che è stata causa della sua sofferenza tanto da fargli sentire vicina la morte. E’ giunto il momento di lasciare da parte la finzione e permettere alle rime, testimoni dell’agonia del poeta, di rendere partecipe la donna di questo suo grande amore.

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cavalcanti donnaAffidare ai versi i propri tormenti d’amore, come ho già detto, non costituiva né costituisce un fatto eccezionale. Un poeta stilnovista, Guido Cavalcanti (vissuto a Firenze tra il 1258 e il 1300), scrisse una ballata con lo stesso intento che anima Guerrini:

Perch’i’ no spero di tornar giammai,
ballatetta, in Toscana,
va’ tu, leggera e piana,
dritt’ a la donna mia,
che per sua cortesia
ti farà molto onore.

Tu porterai novelle di sospiri
piene di dogli’ e di molta paura; […]

Deh, ballatetta mia, a la tu’ amistate
quest’anima che trema raccomando:
menala teco, nella sua pietate,
a quella bella donna a cu’ ti mando.
Deh, ballatetta, dille sospirando,
quando le se’ presente:
«Questa vostra servente
vien per istar con voi,
partita da colui
che fu servo d’Amore».
(QUI trovate il testo completo)

Non è affatto inusuale, inoltre, che anche i cantanti s’ispirino ai vecchi e amati (almeno così spero) poeti. In tempi molto più recenti un cantautore che fu anche un vero poeta, il compianto Lucio Dalla, scrisse e cantò un pezzo chiamato semplicemente Canzone, in cui affidò proprio alle note della sua “creatura” il compito di gridare l’amore per la sua donna:

Canzone cercala se puoi
dille che non mi lasci mai
va’ per le strade e tra la gente
diglielo dolcemente
[…]

Canzone trovala se puoi
dille che l’amo e se lo vuoi
va’ per le strade e tra la gente
diglielo veramente
non può restare indifferente
e se rimane indifferente
non è lei
(QUI potete trovare l’intero testo)

[immagine donna da questo sito]

11 pensieri riguardo “LE PERLE SMARRITE: “POVERI VERSI MIEI GETTATI AL VENTO” di OLINDO GUERRINI

  1. XXVII

    Nell’aria della sera umida e molle
    Era l’acuto odor de’ campi arati
    E noi salimmo insiem su questo colle
    Mentre il grillo stridea laggiù nei prati.

    L’occhio tuo di colomba era levato
    Quasi muta preghiera al ciel stellato;

    Ed io che intesi quel che non dicevi
    M’innamorai di te perchè tacevi.

    Cara Marisa con enorme piacere ho letto questo tuo post, e subito mi è venuto alla mente di avere ”Postuma” di Olindo Guerrini o Stecchetti che dir si voglia.Un libretto -raccolta che piaceva molto a mio padre. Con commozione ho tratto dallo stesso questa poesia per regalartela ringraziandoti per questa sorpresa. Un abbraccio. Isabella

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  2. Grazie, Isabella. Anche questa lirica è tra quelle scelte da Dino Castellani e contenute nel suo libretto e anche’essa è molto bella.

    Mai buttare via i libri … tornano utili anche quando non te l’aspetti! 🙂

    Un bacione.

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  3. Grazie professoressa.
    E’ stato veramente un piacere vedere che qualcosa della mia raccolta le è piaciuto e che Lei ha commentato, come sempre, con competenza e professionalità.
    E poi mi sono accorto di essermi dimenticato di Guido, proprio di quel Cavalcanti e di quella “ballatetta” che mi hanno fatto imparare a memoria a scuola.
    Nella prossima edizione la inserirò nelle “Perle perdute”.
    A risentirci.

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  4. @ Dino Castellani

    Grazie a Lei, caro Dino. Senza il Suo libretto probabilmente non avrei mai scoperto questa poesia di Guerrini (che effettivamente sulle antologie scolastiche non ho mai incontrato) e molte altre su cui mi riservo di scrivere un commento. Per quanto concerne Cavalcanti, Le posso garantire che questa lirica non è per nulla una “perla smarrita”, anzi, è presente in tutti i manuali scolastici, sia del biennio sia del triennio. Credo anche la si possa trovare nei testi della scuola media.

    Buona giornata.

    @ Diemme

    Questa volta sei tu che mi fai arrossire e pazienza se l’emoticon è proprio brutto … 😳

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  5. @ ombreflessuose

    Cara Mistral,

    il tuo apprezzamento ha un grande valore per me, essendo tu una poetessa. Io non produco versi ma commento … persino a scuola, mi rendo conto di essere molto più spontanea (non voglio dire brava 🙂 ) quando commento una lirica piuttosto che un brano di un romanzo o un racconto. E’ vero, la poesia dà emozioni che testi in prosa non riescono a trasmettere.

    Grazie a te.

    Un abbraccio.

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