DAI “MAMMONI” DI CASA NOSTRA ALLA “BOOMERANG GENERATION” INGLESE

I giovani inglesi sono da sempre molto indipendenti: quelli che studiano si trasferiscono in giovane età nei campus, quelli che decidono di trovare un lavoro, ben presto abbandonano il nido familiare per vivere da soli. Questo almeno fino ad oggi. Pare, infatti, che la gioventù inglese sia afflitta da un nuovo morbo, sconosciuto fino ad ora: uno strano effetto boomerang che, qualora abbiano lasciato la casa paterna per studiare, al termine del corso di studi, li riporta dritti dritti a casa di mamma e papà. Non va meglio ai giovani in cerca di lavoro: anche se l’occupazione giovanile è aumentata, in Inghilterra, del 15% rispetto al dicembre 2008, i boomerang kids sono attualmente in aumento. Secondo le stime ONS (Ufficio Nazionale di Statistica), un quarto dei maschi di età compresa tra i 25 e i 29 anni vive ancora in famiglia, contro 1/8 delle femmine; va un po’ meglio ai più grandi, tra i 30 e i 34 anni: un uomo su dieci contro una donna su venti coabitano con i genitori. (FONTE)

Insomma, pare che gli Inglesi, che da sempre prendono in giro i “mammoni” di casa nostra, ora debbano stare zitti. Non solo: se da noi la situazione è, diciamo così, sotto controllo, visto che da tempo il “vado a vivere da solo/a” dei figli è sostituito dal rassegnato interrogativo dei genitori “ma quando se ne vanno?”, le famiglie inglesi pare non siano così preparate ad affrontare questa sorta di emergenza. E dev’essere proprio così visto che Lord Peter Mandelson, ministro del Business, ha pubblicato ieri una sorta di guida per genitori che non sanno come sbarazzarsi dei figli, ormai cresciuti, che non intendono lasciare la famiglia di origine.

Secondo Mandelson, i genitori non devono assecondare i propri figli grandicelli ma piuttosto mostrare loro una sorta di “tough love”, ovvero “amore severo”. Il ministro, infatti, si chiede: “Se gli rendete la vita comoda, quando mai se ne andranno?”. Ecco, questa è una buona domanda. Le madri italiane dovrebbero porsela, e invece propendono per il loro insostituibile ruolo di “chioccia” che sembra far parte del loro DNA da generazioni. Come ben osserva il ministro inglese, “se le madri continuano ad offrire ai figli, completamente gratis, vitto e alloggio, se lavano e stirano i loro indumenti, se puliscono la loro stanza, se garantiscono ogni agio” è evidente che i pargoli non vedranno alcun motivo per andarsene.

La guida pubblicata, chiamata Parents motivators, vuole dare un aiuto pratico ai genitori in difficoltà perché, come osserva Mandelson, “brontolare non serve a nulla”. Anzi, rende ancor più stressante la vita di genitori e figli.
Ma quali sono questi “consigli”? Ecco un breve elenco di ciò che si deve e non si deve fare:


Una volta diplomati, permettere ai figli di rilassarsi un po’, evitando, però, che poche settimane diventino dei mesi
Far sì che percepiscano la vicinanza emotiva dei loro genitori
Individuare qualcuno, tra le proprie conoscenze, che sia in grado di aiutare il figlio (ah, le solite raccomandazioni che qualche maligno vuole siano tutte italiane! NdR)
Fare attenzione al loro stato mentale: se si notano dei cambiamenti a livello di alimentazione o riposo , consultare un medico
Predisporre una tabella in cui aggiornare gli eventuali progressi.

NO
Non brontolare di continuo. Non è facile, per un giovane, trovare un lavoro perché c’è un’inevitabile concorrenza, essendo questo l’obiettivo di tanti
Non assumersi degli incarichi al posto loro, come, ad esempio, telefonare in giro per cercare un lavoro
Non cercare di sostenerli troppo: amarli sì, ma con “severità”
Non accordare ai figli un finanziamento per un corso di formazione troppo costoso, senza prendere in considerazione delle alternative
Evitare di sminuire le loro idee, anche se è preferibile non incoraggiare sogni irrealizzabili

In conclusione, secondo Mandelson, i genitori dovrebbero improvvisarsi attori, seguendo una sorta di sceneggiatura, pur evitando di buttar via un sacco di tempo nel tentativo di consigliare al meglio i propri rampolli. È noto che per i figli si cerca di ottenere il meglio, ma talvolta è preferibile procedere a piccoli passi: cominciare da un lavoro anche modesto, giusto per essere indipendenti economicamente, è sempre meglio che coltivare il sogno di far carriera per anni, senza concludere nulla.

Beh, credo che per le mamme italiane tutto questo non sia una novità: loro ci sono già abituate ai mammoni. Le English mothers no, e si vede!

[Articolo originale sul Timesonline: LINK]