Ho dedicato al caso Englaro numerose pagine in questo blog. Nelle discussioni con i lettori ho sempre difeso l’operato del padre di Eluana in quanto, a mio parere, dovrebbe essere sempre garantita la libertà di scelta individuale, anche in casi delicati e a maggior ragione quando si tratta della vita e della morte di un proprio caro. Ho difeso Beppino da quanti l’hanno accusato di “omicidio”, l’hanno insultato e chiamato “assassino”. L’ho fatto non perché condividessi la sua scelta ma perché ritenevo che, avendo la Legge dalla sua parte, nessuno potesse e dovesse giudicarlo. Come si fa, in piena coscienza, a sostenere che abbia fatto male o bene? Ha fatto ciò che si è sentito di fare e chi più di un padre può scegliere in una situazione così drammatica? Chi meglio di un padre può decidere, con il cervello prima ancora che con il cuore, quale sia la scelta giusta?
Il fatto più pietoso, secondo me, è stato il tentativo del governo di far approvare un decreto ad hoc per evitare la morte di Eluana, ripristinando l’alimentazione e l’idratazione forzate che le erano state sospese. In quella occasione il Presidente della Repubblica Napolitano si era opposto, energicamente: non aveva voluto firmare. Un coro di voci di dissenso si erano levate da parte dei vari movimenti per la vita e associazioni cattoliche. Una delle poche volte in cui il comportamento di Napolitano è stato così aspramente criticato.
Il “sacrificio” di Eluana, così com’è stato impropriamente definito, doveva servire da monito: c’era chi gridava a gran voce la necessità di un Testamento Biologico per “salvare” altre vite (il caso Englaro, infatti, ha pur sempre creato un precedente) e chi, al contrario, rivendicava il diritto di scegliere per coloro non sono in grado di farlo in prima persona ma che hanno inequivocabilmente espresso una volontà in proposito mentre erano in piena coscienza.
Ora una proposta di legge c’è ed è proprio quella che ci si aspettava. Una legge che riguarda il fine vita e che esclude la possibilità di sospendere l’alimentazione e l’idratazione forzate.
Così recita la DAT (Dichiarazione anticipata di trattamento che rappresenta il cuore del ddl) a tale proposito:
Alimentazione e idratazione – che “non possono formare oggetto di Dat” – “devono essere mantenute fino al termine della vita, ad eccezione del caso in cui le medesime risultino non più efficaci nel fornire al paziente in fase terminale i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo”.
Immediata la reazione di Beppino Englaro:
«E’ un disegno di legge “incostituzionale” che va “contro i principi di diritto”. Così Beppino Englaro nella conferenza stampa indetta da Ignazio Marino, e alla presenza di Mina Welby, sul testamento biologico. Il ddl “va nella direzione opposta di quella in cui dovrebbe andare, secondo i principi di diritto della nostra Costituzione. Principi che – sottolinea Englaro – sono emersi chiaramente nella sentenza del 16 ottobre del 2007 della Corte Suprema di Cassazione. L’autodeterminazione terapeutica – continua – non può incontrare un limite anche se ne consegue la morte, che non ha niente a che vedere con l’eutanasia. Nessuno, né lo Stato né un medico può disporre della salute di un cittadino. Le libertà fondamentali delle persone non possono essere messe in discussione da una legge. Questo è chiaro… Più anticostituzionale di così si muore…”.
Englaro ribadisce che occorre andare “fino in fondo”, “informare”. “Un’opinione ben informata è una ‘Corte Suprema’ per chi legifera. Oggi il clima culturale è diverso. Loro (riferendosi al governo e alla maggioranza, ndr) devono rendersi conto che i cittadini non sono dei minorati, si sanno tutelare da loro, non hanno bisogno di essere tutelati da leggi non costituzionali”.» (LINK)
So che, come è già successo trattando il caso di Eluana, sarò fraintesa (tanto per evitare equivoci, come l’altra volta: non sono Radicale!) e criticata, ma non posso che dare ragione a Beppino. Il che, tuttavia, non significa che al suo posto avrei fatto la stessa scelta. Ci sono situazioni in cui un genitore non vorrebbe mai trovarsi. Per questo ho ammirato il coraggio di Englaro che dalla sua aveva anche la Legge degli Uomini. Per quella divina farà poi i conti lui con la propria coscienza.