1 marzo 2013
I GIARDINI DI MARZO
Il carretto passava e quell’uomo
gridava gelati
al ventuno del mese i nostri soldi
erano già finiti
io pensavo a mia madre
e rivedevo i suoi vestiti
il più bello era nero coi fiori
non ancora appassiti
all’uscita di scuola i ragazzi
vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando
il coraggio per imitarli
poi sconfitto tornavo a giocar
con la mente e i suoi tarli
e la sera al telefono tu mi chiedevi
perché non parli uh uh
che anno è
che giorno è
questo e’ il tempo
di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell’anima
in fondo all’anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime
le mie malinconie
l’universo
trova spazio
dentro me
ma il coraggio di vivere quello
ancora non c’è
i giardini di marzo si vestono
di nuovi colori
e le giovani donne in quel mese vivono
nuovi amori
camminavi al mio fianco e ad un tratto
dicesti tu muori
se mi aiuti son certa che io
ne verrò fuori
ma non una parola chiarì
i miei pensieri
continuai a camminare lasciandoti
attrice di ieri uh uh
che anno è
che giorno è
questo è il tempo
di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell’anima
in fondo all’anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore
amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime
le mie malinconie
l’universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello
ancora non c’è.
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori …
Non so, sarà che oggi è solo il 1° marzo ma io questi nuovi colori non li vedo. L’erba è un po’ più verde, sì, ma gli alberi portano ancora la tristezza dell’inverno. Qua e là si vede qualche primula ma non nei giardini, davanti ai negozi dei fiorai.
Io questi nuovi colori non li vedo. Sarà che la mia vita da un po’ di tempo è in bianco e nero, nero come il cappottino che volevo comprare oggi ma un incontro mi ha fatto passare la voglia. Parlammo a lungo ma non una parola chiarì i miei pensieri continuai a camminare lasciandoti attore di ieri. E dire che quella persona di cui parlammo a lungo dovrei conoscerla bene. Credevo di conoscerla, ne ero convinta, anzi. Un attore di ieri, di oggi, di domani. Quando smetterà di fingere? Forse mai.
questo è il tempo di vivere con te
Con te, senza te, che differenza fa? e poi ancora ancora amore amor per te ma a questo punto io di fare l’attrice non ho proprio voglia. Casomai mi sento una comparsa nella tua vita, io che credevo di avere la parte della protagonista. Quale regista malvagio mi ha tolto la parte? Perché? Non andavo più bene?
ma il coraggio di vivere quello ancora non c’è
Certo, per vivere adesso ci vuole coraggio e non so se lo troverò. Lo cercherò nelle tasche dei vecchi jeans abbandonati in chissà quale scatola. O forse è rimasto impigliato nella trama di quella maglia color rosa pesco che ti piaceva un sacco, quella che indossavo il giorno in cui ti accorgesti di me. Fiori rosa fiori di pesco c’eri tu … c’eri ma ora dove sei? Voglio dire, sei davanti a me ma non ti vedo perché tu non mi vedi. Noi non ci vediamo. Le mie mani come vedi non tremano più e ho nell’anima in fondo all’anima cieli immensi e immenso amore ma forse sta troppo in fondo all’anima e si nasconde nei cieli immensi così tu non lo vedi.
se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori. Il fatto è che son certa che non mi vuoi aiutare.
i giardini di marzo si vestono di nuovi colori e le giovani donne in quel mese vivono nuovi amori
Io giovane donna non sono, non più. Ai nuovi amori non penso, sarà per questo che di nuovi colori non ne vedo proprio. E nemmeno il carretto passava e quell’uomo gridava gelati, ché fa ancora troppo freddo per mangiare i gelati. Anche le gelaterie sono in letargo, qualcuna ha chiuso definitivamente perché il gelato comincia ad essere un lusso.
E fa ancora troppo freddo per le gite fuori porta, fiumi azzurri e colline e praterie dove corrono dolcissime le mie malinconie devono aspettare momenti migliori. Le malinconie, quelle no, non aspettano, per loro ogni momento è buono. Marzo o aprile, non fa differenza. Anche settembre va bene. E i giardini si vestono di nuovi colori. Va anche meglio ai ragazzi.
all’uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
A marzo no, non li vendono i libri, troppo presto, c’è quasi tutto un quadrimestre ancora. A settembre, casomai. I più fortunati a giugno, quelli che non rischiano nulla. Io non rischiavo mai eppure il coraggio di imitarli non lo trovavo. Nemmeno lo cercavo. Solo una volta un’amica mi supplicò di venderle i libri dell’ultimo anno di liceo. Il primo che le diedi – volevo proprio regalarglielo! – fu quello di letteratura italiana, ironia della sorte. Il Pazzaglia, ancora me lo ricordo, lo odiavo. Ironia della sorte.
al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti
Questo vale per marzo, aprile, maggio … per fortuna io prendo lo stipendio il 23. Ma in fondo che sono mai i soldi quando l’universo trova spazio dentro me? Lo spazio, il tempo, la vita … che vita è? Vorrei dirlo ma non posso. Sarei volgare e non lo sono. L’importante è farsi capire … ma quando mai mi hai capita tu?
che anno è che giorno è questo e’ il tempo di vivere con te
Io vorrei, non vorrei ma se vuoi … a tale proposito ho le idee confuse e Battisti che mi frulla per la testa. E ricordo la mia amica Irene con cui passavamo pomeriggi interi ad ascoltare La canzone del sole e Motocicletta 10 HP. Non ho mai capito come si possa essere così scemi da viaggiare a fari spenti nella notte ma non avevo ancora la patente, sicché …
E poi ricordo anche Federico, mio compagno di scuola e amico, volevo fosse anche il mio ragazzo ma lui no. Andavo da lui e ascoltavamo Battisti a tutto volume. Mi chiedevo perché credevo di volare e non volo credevo che l’azzurro dei tuoi occhi per me fosse sempre cielo, non è. L’ho capito quando, anni dopo, durante l’intervallo, mi hai messo le mani addosso e ti volevo mollare un ceffone. Non l’ho fatto ma i tempi erano diversi per noi, io volevo e tu no tu volevi e io no. Troppo diversi noi, il tempo ci ha dato ragione.
che anno è che giorno è?
Oggi è il 1° marzo 2013. Penso a ventitré anni fa e mi rendo conto che la mia vita non è proprio inutile. l’universo trova spazio dentro me e il coraggio di vivere quello ancora ce l’ho.
11 gennaio 2010
“PIOGGIA E FUOCO”: I TORMENTI D’AMORE DI VALERIO SCANU
Valerio Scanu non è di certo uno dei miei cantanti preferiti. Per dire la verità, durante la sua partecipazione ad “Amici8“, mi era pure antipatico. Bravo, sì, ma la bravura non è tutto. A volte avevo l’impressione che si lasciasse prendere da un tecnicismo esaperato, rincorrendo la perfezione a scapito del … sentimento. E dire che una delle sue canzoni più famose ha proprio questo titolo. A me è sempre sembrato un paradosso.
Dicevo, quando frequentava la “scuola” di Maria De Filippi, il ragazzino mi stata un po’ antipatico. Con quella sua aria di supponenza, con quelle faccine che riservava a chi, fra gli insegnanti, non dimostrava di apprezzarlo. Magari gli voleva dare dei consigli, ma lui i consigli li seguiva solo se arrivavano dal suo Maestro Luca Jurman. Anche lui a me sinceramente non è mai stato simpatico. Ma, ovviamente, è solo il mio parere. So bene, infatti, che sia l’allievo sia il maestro hanno un gruppo nutrito di fan. Buon per loro. De gustibus non est disputandum.
Un altro ex amiciano, Marco Carta, ai tempi della “scuola” non mi paceva e nemmeno dopo, quando ha vinto il Festival di Sanremo, ho cambiato idea. Poi, però, ho avuto una specie di folgorazione mentre, andando a scuola in macchina, ho sentito la sua Dentro ad ogni brivido alla radio. Ne ho scritto un post e mi sono pubblicamente scusata per non aver saputo apprezzare il talento di Mr Carta prima di allora. Più o meno la stessa cosa mi è accaduta sentendo Pioggia e fuoco di Mr Scanu, uno dei due nuovi inediti inseriti nella Valerio Scanu Christmas Edition, la versione natalizia del suo ultimo album, pubblicata il 4 dicembre scorso.
Poco prima che giungesse la conferma della sua partecipazione al prossimo Sanremo, Valerio Scanu esce con questo inedito davvero bello, profondo, toccante. Un bel tempismo, non c’è che dire. Ascoltando il pezzo mi sono venuti i brividi. E dire che ogni volta che si esibiva ad “Amici” non mi faceva nessun effetto, “non mi arrivava”, come ha spesso sottolineato una delle insegnanti. Ma, senza nulla togliere alla bravura del cantante, credo di aver capito che cosa mi ha fatto apprezzare questa canzone: l’ho ascoltata senza vedere lui. Non vorrei sembrare offensiva -so quanti fan accaniti seguano il “piccolo” Valerio fin dal suo esordio in TV- ma è proprio la sua faccia, la sua presenza, a rovinare tutto. Non dico che il giornalista De Luca, che alla finale di “Amici” gli ha detto in faccia che è antipatico, avesse ragione. In quel contesto, infatti, è stato indelicato. Però un fondo di verità c’è nell’osservazione di De Luca: Valerio è poco comunicativo, poco espressivo, forse per timidezza e non è raro che una persona timida sia scambiata per antipatica. In quelle poche interviste che ho seguito, mi è sembrato persino scostante, come se volesse sottrarsi al più presto a quel supplizio, come se qualsiasi domanda fosse o stupida o scontata o troppo personale. Evidentemente per lo Scanu la cosa più importante è comunicare attraverso il canto e su questo potrebbe aver ragione. Ricordo Claudio Baglioni agli inizi: nelle interviste spiccicava qualche parola in mezzo a tanti silenzi. Ora è una persona aperta, simpatica, disponibile. Un po’ con il tempo si cambia, per fortuna.
Venendo alla canzone Pioggia e fuoco , sono rimasta colpita, soprattutto, dal testo:
Quante cose avrei da dirti
quante cose da gridarti
ora che ci siamo persi
forse lui saprà capirti
come non ho fatto mai
lui forse ti saprà
dare la felicità
magari sa ascoltarti
Brucia ogni verità
ora che sono qua
confuso senza te
è tutto inutile
quel che mi resta ormai
son briciole di noi
Pioggia e fuoco dentro me
tracce che io non so
distinguere e capire
non è un gioco e solo adesso
io lo scopro solo adesso
hai portato via con te
parte di me
Per una volta ancora
vorrei vederti ancora
capire come stai
se davvero sei felice
se stai bene insieme a lui
davvero è quel che vuoi
magari un attimo
a noi ci pensi mai
oppure no
se a noi ci pensi mai
se a noi ci pensi mai
Una storia finita. A chi non è capitato? Una storia finita perché un altro, o un’altra, si è insinuato/a tra due persone un tempo innamorate. È una delle situazioni più tipiche che si presentano alla fine di un amore. E nel 90% delle volte è la ragazza che trova un altro uomo. C’è quasi una vena di sadismo nelle donne che le porta a sbandierarlo ai quattro venti che hanno rimpiazzato il vecchio amore, che con lui non sono state mai veramente felici. E l’ex che fa? Soffre come un cane e si chiede dove sarà lei, se ora sarà felice con l’altro, ma se nel contempo a lui, irrimediabilmente abbandonato, penserà di tanto in tanto. Ma sarà davvero sicura della sua scelta? Quest’altro saprà capirla, ascoltarla? Magari lei ci ripensa, chissà. Situazioni in cui, chi più chi meno, ci siamo trovati tutti. Io, ad esempio, ero riuscita a diventare amica della nuova fiamma del mio ex. Mica tanto amica, poi; una finta amica, per l’esattezza. Tutto calcolato, con la subdola intenzione di insinuarmi tra loro, rendendo ai due amanti la vita decisamente impossibile. Eh, già, succede che anche la persona più mite, quale fondamentalmente ero io, diventi perfida. Odi et amo, scriveva Catullo, tormentandosi perché non riusciva a dimenticare l’amata che l’aveva tradito più volte. Io, però, amavo ancora il mio ex ed odiavo la sua nuova conquista.
Situazioni non nuove nella vita e nelle canzoni. Ricordo, ad esempio, quando Patty Pravo cantava: Pazza idea di far l’amore con lui pensando di stare ancora insieme a te … Pazza idea, io che sorrido a lui sognando di stare a piangere con te. Ma in assoluto il maestro dei tormenti amorosi in note è l’indimenticato Lucio Battisti. Basta leggere il testo di Fiori rosa fiori di pesco:
Fiori rosa fiori di pesco
c’eri tu
fiori nuovi ‘stasera esco
ho un anno di piu’
stessa strada, stessa porta.
Scusa
se son venuto qui questa sera
da solo non riuscivo a dormire perche’
di notte ho ancor bisogno di te
fammi entrare per favore
solo
credevo di volare e non volo
credevo che l’azzurro di due occhi per me
fosse sempre cielo, non e’
fosse sempre cielo, non e’
posso stringerti le mani
come sono fredde tu tremi
no, non sto sbagliando mi ami
dimmi che e’ vero
dimmi che e’ vero
dimmi che e’ vero
dimmi che e’ vero
dimmi che noi non siamo stati mai lontani
dimmi che e’ vero
ieri era oggi, oggi e’ gia’ domani
dimmi che e’ vero
dimmi che e’ ve…
Scusa credevo proprio tu fossi sola
credevo non ci fosse nessuno con te
oh scusami tanto se puoi
signore chiedo scusa anche a lei
ma io ero proprio fuori di me
io ero proprio fuori di me quando dicevo:
posso stringerti le mani
come sono fredde tu tremi
non, non sto sbagliando mi ami
dimmi che e’ vero
dimmi che e’ vero
dimmi che e’ vero…
Chissà, forse il tema, trito e ritrito, dei tormenti d’amore farà la fortuna di Scanu! La bella voce c’è, il bell’aspetto anche; un po’ più di simpatia non guasterebbe … per Sanremo c’è ancora un po’ di tempo, forse rimedierà.