Hanno detto di me …


Per chi vuole sapere qualcosa di più su di me e sulla mia attività di docente, riporto alcuni passi di un articolo pubblicato qualche anno fa sul sito GOLD (Global On Line Documentation). Si tratta di un archivio nazionale in cui sono riportate le migliori esperienze didattiche (best practice) delle scuole italiane; dagli archivi regionali ogni anno una commissione di esperti seleziona e premia un determinato numero di esperienze. La mia best practice riguardava un percorso pluridisciplinare sulla poesia antica e moderna, partendo da alcuni carmi di Catullo.

Tengo a precisare che attualmente insegno in un altro liceo scientifico; tuttavia, nella scuola che mi ha portato a questo “piccolo successo” ho passato dodici anni in cui ho imparato molto. Alle nuove generazioni di docenti raccomando di non dar nulla per scontato e di non avere la presunzione di “sapere” perché non si finisce mai di imparare.

Buona lettura!

La buona pratica del mese

Come portare gli studenti di un liceo scientifico ad apprezzare la letteratura latina? Al ‘Marinelli’ di Udine Marisa Moles ha puntato sul linguaggio del cuore dalla poesia di Catullo ad oggi…

Nel Liceo scientifico ‘Marinelli’ di Udine, che ha formato uno scienziato come Carlo Rubbia, c’è posto anche per buone pratiche di latino.

Come convincere ragazzi tutti proiettati verso la modernità e le nuove tecnologie che il latino può essere un territorio affascinante di esperienze intellettuali tutt’altro che accademiche?

Ci è riuscita la professoressa Marisa Moles in una seconda classe di biennio, puntando su alcune carte vincenti: Catullo, l’amore con i suoi archetipi che oltrepassano i secoli,  l’esplorazione della lingua e della sua storia,  l’analisi contrastiva che ha messo di fronte poeti antichi e moderni, traduzioni d’autore e traduzioni degli studenti, poesia ‘alta’ e canzoni care ai giovani e meno giovani,  variazioni sul tema in latino, italiano, francese tedesco.

L’insegnante ha documentato nel sito GOLD dell’IRRE Friuli V. Giulia questo lavoro con il titolo: Il linguaggio del cuore: dall’antica Roma all’Europa moderna e l’esperienza è stata tra quelle selezionate per l’archivio nazionale GOLD.  

Uno sguardo all’esperienza

Che cosa colpisce un osservatore esterno?

 

Innanzitutto l’esperienza nasce da un problema da risolvere: è difficile insegnare latino in un liceo scientifico. Più ancora, è difficile fare esperienze interessanti nell’ambito della letteratura latina quando le preconoscenze degli alunni sono ancora limitate.

L’insegnante ha fatto delle scelte e adottato strategie che hanno avuto successo per affrontare i due problemi:

Insomma: l’allievo è al centro dell’esperienza e l’insegnante è felicemente intorno a lui, regista sotterraneo di un percorso all’interno del quale coglie ogni spunto ed occasione per insegnare qualcosa di nuovo, fornire metodo e sistematicità a ciò che è nato come intuizione, brain storming, casuale osservazione.

 

Altra cosa che colpisce è la presenza discreta e puramente funzionale delle nuove tecnologie. L’insegnante le conosce, tanto è vero che ha personalmente prodotto un ipertesto come frutto dell’esperienza. E tuttavia non esita a dichiarare che l’ipertesto è tecnicamente opera sua, perché è mancato il tempo di coinvolgere tutta la classe.

Ma fa piacere constatare che il vero ipertesto, quello concettuale,  è nella logica che ha attraversato tutta l’esperienza.

 

La tentazione del far da sé 

Far tutto da soli è una grande tentazione, anche quando si spazia in altri territori disciplinari: si domina il processo dall’inizio alla fine. Ma l’insegnante che ha condotto questa esperienza non lo rifarebbe. L’esperienza ha generato di per se stessa un bisogno di aprirsi ad un approccio interdisciplinare…

 

Un interrogativo

E’ sintomatico che gli alunni non riescano a capire perché si debba ‘valutare’ un’esperienza che hanno trovato particolarmente interessante. “Perché rovinare – dichiarano – una bella esperienza con una verifica?”

La stessa insegnante si trova in difficoltà ad adottare parametri e strumenti tradizionali.

Pratiche innovative richiedono forme innovative di valutazione?

Parlano gli studenti

Ricapitolando un’esperienza che per loro si collocava in un lontanissimo anno precedente, due studentesse hanno detto:

Elisa:Quel che abbiamo fatto non era in programma e nonostante questo è stato interessante e utile anche per argomenti che si affrontano nel triennio. Non è piaciuto solo a me; tutti erano interessati, perché vedevamo il latino da un punto di vista che non immaginavamo, lontano dalle solite regole da imparare e applicare…

 

Hanna:Quello che ho apprezzato di più? Confrontare Catullo, un poeta latino, con Prévert e altri poeti moderni, come se niente fosse…Ma anche esplorare le parole che trovavamo nelle poesie, studiare la loro origine…

Il testo originale si trova su questo sito. Mi dispiace ma il link non è più attivo. Per la descrizione dell’esperienza cliccare QUI.

9 pensieri riguardo “Hanno detto di me …

  1. Sai una cosa ? E’ l’entusiasmo che ci metti nelle tue cose che mi piace. L’entusiasmo e la voglia di fare sono le chiavi della vita, qualunque sia il proprio lavoro o la propria attività.

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  2. Io amo moltissimo il mio lavoro, ci metto il cuore e la mente. Mi fa piacere che l’entusiasmo si noti … tuttavia, non nascondo che talvolta sono in preda allo sconforto … 😦
    Ma poi passa e tutto ciò che passa, si dimentica presto.

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  3. Sarò franco; leggendo la Vostra pubblicazione si ha l’impressione che lei si interessi molto di televisione e di banalità.

    Purtroppo anche gli insegnanti, come i politici, sono lo specchio del paese.

    Se non ha niente da scrivere, non scriva ed approfitti dell’enorme tempo libero di cui dispone, per corregere gli errori presenti.

    Povera Italia.

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  4. @ Christian

    La ringrazio per la franchezza, tuttavia ho l’impressione che Lei sia giunto a conclusioni affrettate dando uno sguardo alquanto superficiale alle pagine del mio blog. Ho pubblicato, in quasi due anni, 444 articoli e solo una minima parte di essi vertono su argomenti banali e sulla televisione. Per la precisione, 136 sono dedicati alla scuola e, in numero variabile, molti altri sono attinenti a numerosi altri argomenti, né futili né banali. Basta scorrere la barra delle Categorie per rendersene conto. Se avesse fatto questo semplice gesto e avesse impegnato un po’ del suo tempo libero, che non posso aggettivare come enorme visto che non La conosco, non so che lavoro faccia, né quanti anni abbia né quale sia il Suo livello culturale, per leggere qualche post meno banale di quello che evidentemente ha letto, si sarebbe astenuto dal lasciare un tale commento.

    Io non so se gli insegnanti siano lo specchio del Paese, so per certo che prima di dare un giudizio bisognerebbe essere informati sulla persona che si sta criticando. Ad esempio, se dicessi che tutti i politici sono dei lavativi, darei un giudizio approssimativo perché non posso sapere per certo che tutti siano fannulloni, ma posso immaginare che una gran parte non lo siano affatto e svolgano la propria attività in modo serio.

    Se davvero non avessi nulla da scrivere, non avrei pubblicato 444 post. Che il mio tempo libero sia enorme è un suo parere privo di fondamento, visto che non mi conosce. Il mio tempo è sufficiente per dedicarmi alla famiglia (un marito e due figli ventenni), alla scuola (lezioni, riunioni, aggiornamento, preparazione compiti, correzione …) e al blog, che rappresenta un passatempo come potrebbe essere l’andare in palestra o giocare a carte con le amiche, organizzandomi e non sottraendo del tempo prezioso al mio lavoro e alla mia famiglia (che ritengo le cose più importanti) per scrivere cose banali. Aggiungo che il mio non è un blog didattico e quindi non si occupa solo di scuola e di argomenti culturali elevati (in questo caso, ahimè, non avrei totalizzato in due anni più di 300mila visite! E questo la dice lunga sugli interessi degli Italiani).
    Non capisco che cosa voglia dire con “corregere (l’errore l’ha fatto Lei e dovrebbe correggerlo) gli errori presenti”, quindi magari se me lo vuol spiegare non mi offendo per essere presa per scema oltreché per fannullona.

    Si ricordi che, avendo tutto il giorno a che fare con i giovani, devo essere in grado di capire il loro mondo, per discuterne insieme anche in classe (o per Lei fare lezione significa spiegare Dante e Cicerone e basta?) e abituarli a sviluppare una capacità di analisi critica nei confronti di ciò che li circonda. La televisione, con i suoi modelli positivi (come I Cesaroni, per esempio) e quelli negativi (come Annozero) fa parte del mondo giovanile e io non posso ignorare che esista.

    Infine, posso fare una congettura: Lei è un fan di Santoro e di quel magnifico esempio di dibattito politico e democratico confronto di opinioni a 360 gradi che è Annozero; è capitato sul mio blog per leggere il post in cui metto a confronto i due “fenomeni” televisivi; si è resoconto che non sono una fan di Santoro, suo idolo, evidentemente, e si è “vendicato” lasciando su questa pagina, in cui mi si riconoscono dei notevoli meriti professionali, un commento che voleva essere offensivo ma che non mi ha minimamente sfiorata, visto che sono abituata a sentire giudizi gratuiti sugli insegnanti da parte di chi non vive nel mondo della scuola e non sa che cosa significhi insegnare al giorno d’oggi.

    Non so se mi sbaglio. Se la congettura fosse vera, mi scusi la franchezza che contraccambio, “Povera Italia” lo dovrei dire io.

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  5. In tutte le cose che una persona può fare , sopratutto il lavoro quale quello d’insegnante se ci si mette il cuore i risultati saranno visibili e più veloci ad arrivare.

    P.s Mi segno il tuo blog nei feed e vorrei chiederti anche una curiosità. A quanto pare il mio blog è già in liquida anche se io non l’ho mai segnalato. Come faccio a trovarlo?

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  6. @ Marta

    Intanto grazie per essere venuta a trovarmi! 🙂

    Io non ho mai segnalato il mio blog su Liquida, quindi credo che qualcun altro l’abbia fatto per me. Comunque non so come trovare un blog, ma dalla bacheca ti accorgi se qualcuno arriva al tuo blog da Liquida. Se clicchi sul link, arrivi alla pagina di Liquida in cui si trova il tuo post; cliccando sul link del tuo blog, arrivi alla pagina di Liquida che è dedicata a te. Spero di essere stata chiara. 😆

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  7. Salve prof.
    Chissà se si ricorda di me… 😀
    Io ero proprio nella classe 2a I del liceo Marinelli, quando ha svolto il progetto su Catullo!
    Un aiutino? Ero una delle sue disperazioni, in latino sono sempre stata una frana, ma devo darle una consolazione: a tutt’oggi studio lettere classiche all’università di Udine. Certo, vado avanti a rilento non avendo studiato greco, mentre per quanto riguarda il latino… insomma… qualche problema ce l’ho ancora, visto che per diversi anni non l’ho più studiato. Anche se ho continuato con il liceo scientifico, al triennio abbiamo cambiato diversi professori e la cosa non c’è stata di molto aiuto, considerando anche che in quarta e quinta il professore di turno non aveva molte pretese grammaticali e si concentrava piuttosto sugli autori, che prontamente passavamo al setaccio in vista della traduzione in classe 😀
    Poi ho passato alcuni “anni sabbatici” in cui ho lavorato un po’, ma la verità era che la letteratura classica mi ha sempre affascinato in quanto unica fonte diretta per conoscere altre popolazioni europee di cui non c’è rimasta testimonianza scritta, la mia vera passione.

    Insomma, non si abbatta se i suoi studenti di adesso battono un po’ la fiacca come facevo io! Magari, senza accorgersene, trasmetterà loro la sua passione e forse forse qualcuno finirà come me (sperando che almeno loro si laureino prima!!)!
    Mi è capitato per caso di trovarmi sul suo blog e da allora ogni tanto passo di qua, anche se non le avevo scritto prima.
    I suoi punti di vista sono estremamente interessanti, apprezzo sempre le voci fuori dal coro. 😉
    Continui così!

    P.S.: A proposito di Catullo…. è uno dei miei poeti latini preferiti, assieme agli elegiaci ed in particolare Ovidio. Il suo progetto è andato prorpio a buon fine!
    Un abbraccio!

    Stefania P.

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  8. Cara Stefania,

    certo che mi ricordo di te! Oddio, in effetti devo ringraziare la mia mania di non buttare via mai niente (e ciò vale anche per i file che ho nel pc 🙂 ) … ho trovato l’elenco della tua classe e così ho capito chi sei.

    Tutto mi sarei aspettata meno che tu mi scrivessi qui e, soprattutto, mi informassi che stai studiando Lettere antiche. Questo dimostra che, a volte, non è così facile scegliere la scuola giusta a tredici-quattrodici anni. Ora devi fare una fatica doppia per imparare il Greco (ti ammiro moltissimo, soprattutto perché, avendo io frequentato due anni di Lingue prima di passare a Lettere, ho rinunciato ad iscrivermi al corso di Filologia antica proprio perché avevo abbandonato il Greco … eppure mi sono diplomata al classico), ma sono felice che tu abbia preso questa decisione ed orgogliosa venendo a sapere di averti trasmesso almeno un po’ della mia passione.

    Il modulo su Catullo non l’ho più riproposto, almeno non interamente. Questo perché negli anni il livello si è abbassato ed ora in terza riesco a fare quello che una volta facevo in seconda. Pensa che proprio oggi ho proposto ai miei allievi di terza una versione che avevate fatto voi (in modo alquanto catastrofico, ahimè 😦 ) all’inizio del secondo quadrimestre della seconda. Non ho ancora corretto i compiti però, girando tra i banchi, mi sono resa conto che anche questi ragazzi, che sono abbastanza bravi e ho voluto portare avanti dalla prima proprio per questo, hanno commesso gli stessi vostri errori. Insomma, gli anni passano ma gli errori restano. 😉

    In compenso da qualche anno (sai che non sono più al Marinelli) insegno Latino e Storia in Inglese. Impegnativo per me e per loro ma dà molte soddisfazioni … sempre che ci sia il tempo sufficiente. Questo è il problema principale della scuola italiana: il vincolo a svolgere i programmi a tutti i costi, anche quello di annoiare a morte i poveri allievi!

    Grazie ancora per il tuo commento e spero di “sentirti” presto (puoi anche venire a trovarmi a scuola, se vuoi).

    Ti abbraccio anch’io.

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