RIMANGO COPERTA, GRAZIE

A questo tweet di Selvaggia Lucarelli ho risposto, innocentemente, che essere a New York è comunque un’esperienza emozionante.
Ora, credo che questo pensiero sia condivisibile da molti. Ci vuole, tuttavia, una buona dose di malizia (o di coda di paglia?) per rispondere al mio tweet come fa un certo Simone Macchia, a me sconosciuto.

Ho forse detto qualcosa contro i gay e le loro manifestazioni? New York è forse una città meno bella, interessante o emozionante se non si partecipa a un gay pride? I 140 caratteri che Twitter ci mette a disposizione sono pochi, quindi bisogna essere sintetici. Ho espresso il mio punto di vista su una città che è meta dei sogni di milioni di persone, a prescindere dal fatto che Selvaggia Lucarelli si trovasse là, in occasione del gay pride, senza esprimere alcun giudizio sugli omosessuali. Ora, non vedo il motivo per cui io mi dovrei spogliare dalla mia mentalità retrograda e partecipare a un gay pride. La cosa non mi interessa, al di là della mentalità che secondo altri è retrograda. Anzi, devo dire che è proprio la mentalità di altri che mi urta e per questo, anche se avessi avuto una pur vaga intenzione di provare quel tipo di esperienza, la voglia mi è decisamente passata.

Però mi piacerebbe andare a New York. Posso dirlo?

15 pensieri riguardo “RIMANGO COPERTA, GRAZIE

  1. TU RETROGADA? Mi scappa da ridere. New york new york,yesss, emozionante anche se non credo di andarci, il volo tourist class non mi attira, bussiness class non posso permetterlo, allora ascolto ì racconti delle mie amicizie che viaggiano. Gay pride, bello per chi ci crede, io farei anche Etero Pride..why not.The more the merrier!

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  2. Tu lo sai che sono d’accordo con te, vero? Quello che mi secca dei gay, ma soprattutto dei loro sostenitori, e di tutte le ex minoranze discriminate in genere, è l’essere passati, come dire, da perseguitati a persecutori. Hanno rotto l’anima. Pure io rimango vestita, grazie.

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  3. @ 3theperfectnumber

    Personalmente non ho il mito dell’America, anche se New York ha certamente il suo fascino e mi piacerebbe vederla. Mio marito vorrebbe andarci ma, effettivamente, uno dei problemi è quello dei costi. Io ho, come sai, il mito di tutto ciò che è british… l’avevo, più che altro, perché con la Brexit mi è crollato. 😦

    @ Diemme

    Sapevo di trovarti d’accordo. La cosa più spiacevole è che attaccano per difendersi, anche quando non hanno nulla e nessuno da cui difendersi.

    @ Valentina

    Proprio così. Si sentono discriminati (altrimenti non starebbero sempre sulla difensiva) e credono di essere accettati con maggior favore attirando l’attenzione delle folle. Ma non capiscono che si può stare dalla loro parte anche senza partecipare ai gay pride.

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  4. Cara Marisa, evidentemente non partecipare ad almeno un Gay Pride ci rende retrogradi. Mah… Se questa è la forza delle battaglie civili…
    A presto, Es.
    Ps: è riaperto il tuo blog estivo? Puoi ridarmi le coordinate?

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  5. @ espress451

    Cara Ester, è proprio certa gente che fa passare la voglia di combattere assieme…

    Il blog estivo ha riaperto, anche se ho pubblicato solo il post di riapertura: Come l’anno scorso. Spero di riuscire a dedicargli più tempo.

    Un abbraccio e buona serata.

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  6. @ roceresale

    A New York o al gay pride? In entrambi i casi farei un affronto a mio marito: non potrei andare a New York PRIMA di lui, quanto al gay pride, LUI sì che ha dei pregiudizi. 😦

    Comunque grazie per l’invito. Chissà… mai dire mai. 🙂

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  7. Sono in accordo con il tuo pensiero. E credo che questo sentirsi attaccati a priori sia proprio ciò che impedisca il dialogo e una serena convivenza. Sembra che di fronte a certe questioni non sia possibile avere una propria opinione e pensarla diversamente sia sinonimo di essere contro o essere chiusi.

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  8. @ Monique

    Aggiungo che tra una serena convivenza e la partecipazione a un gay pride, che onestamente a me pare una carnevalata, c’è una grande differenza. Io non vado nemmeno in piazza per il family day, per dire. Non amo questo tipo di manifestazioni ma se lo dico, vengo definita retrograda. 😦

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