HITLER E MUSSOLINI, CHI ERANO COSTORO? IDEE CONFUSE DEI CONCORRENTI DELL’ “EREDITÀ” DI CONTI

Ha quasi dell’incredibile l’ignoranza (non solo nel senso buono del termine …) che i concorrenti di giovedì scorso, alla trasmissione “L’eredità” condotta da Carlo Conti su Rai1, hanno esibito, con fin troppa nonchalance. L’argomento del quiz, nel quale si deve indovinare la data corretta (relativamente all’anno) di un certo evento, era ovviamente la storia, praticamente un’illustre sconosciuta.

La prima domanda è stata: «In quale anno Adolf Hitler diventa cancelliere in Germania?». Sembrerà incredibile, ma i concorrenti hanno, nell’ordine, contestualizzato l’evento nel 1948, nel 1964 e nel 1979. 😯 In pratica la data esatta è stata azzeccata dall’ultima concorrente solo perché era rimasta l’unica. Lo si evince dalla faccia perplessa della signorina, mentre quella di Conti esprimeva incredulità.

Non contenti, al secondo quesito che riguardava Mussolini, i concorrenti hanno replicato la figuraccia. Questa volta viene chiesto in quale anno Mussolini ricevette a Palazzo Venezia il poeta americano Ezra Pound e la risposta di una concorrente è: 1964. A quel punto il simpatico Carlo Conti, imbarazzato anche lui, interviene con fare ironico dicendo: «Io farei un ripassino di storia, ma leggero eh».

Ora non dite, per favore, che la colpa è della scuola e degli insegnanti che non fanno il loro dovere. La responsabilità è, invece, dello studio che è sentito sempre più come un dovere, in relazione al buon esito di una prova, e non come un mezzo per farsi una cultura permanente. Fosse anche soltanto per partecipare ad un quiz nella speranza di vincere un gruzzolo … di questi tempi pare essere il sogno di molti.

31 pensieri riguardo “HITLER E MUSSOLINI, CHI ERANO COSTORO? IDEE CONFUSE DEI CONCORRENTI DELL’ “EREDITÀ” DI CONTI

  1. Ho visto quella puntata, ma ti dico che a quell’ora vediamo sempre la trasmissione, proprio per scommettere su quanti indovineranno le risposte. Ti garantisco, come ho risposto a Monique in relazione ad un altro argomento similare,che purtroppo : ”Non ci resta che piangere”. Un bacio .Isabella

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  2. Marisa, secondo me la colpa è di tutti. Dire che è della scuola significa generalizzare, però converrai con me che in certi casi è davvero degli insegnanti. Una volta il mio professore di latino e greco fece il grave errore di rompersi un braccio giocando a calcetto. Ci mandarono una supplente che ci disse che nelle Argonautiche gli eroi andavano ad Argo. Lì non era nostra, la colpa. 😉
    Con questo non sto dicendo che gli insegnanti siano tutti ignoranti e la colpa sia sempre loro. Un po’ è loro, ma molto più spesso è dei ragazzi che non s’interessano minimamente a quello che fanno. Ma al giorno d’oggi sembra che di farsi una cultura non gliene freghi niente a nessuno.

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  3. Credo che la colpa sia abbastanza degli insegnanti che non riescono ad interessare sufficientemente gli allievi. Ho scritto allievi e non alunni… apposta.
    Spero Marisa che tu non me ne voglia.
    Buon finale di domenica.
    Quarc

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  4. Mi dispiace Marisa, ma penso che la colpa sia, se non tutta, almeno in gran parte degli insegnanti. Questa gente dovrebbe avere al massimo la quinta elementare, e invece sono per lo più anche laureati: e chi gliel’ha data la laurea, la mamma? Lo spazzino? Il portiere?

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  5. Siccome è la trasmissione preferita da mia moglie, quando non sono al lavoro mi tocca guardarla. E posso affermare che non è la prima volta che assistiamo imbarazzati a manifestazioni palesi di ignoranza culturale da parte di concorrenti, soprattutto giovani, anche laureati. Quindi se questi concorrenti, titolodistudiomuniti, non sanno contestualizzare eventi o personaggi che non è possibile non conoscere o non sanno nulla di geografia, neppure del Paese dove vivono, di chi è la colpa? Per me è colpa della scuola e degli insegnanti che hanno avuto quei concorrenti, senza ombra di dubbio, di una scuola superficiale che avrà trascurato nei suoi programmi la Storia e la Geografia, di insegnanti che evidentemente non hanno capito di aver a che fare con zucche vuote e li hanno promossi a prescindere. Ma non è per lanciare un atto d’accusa alla scuola, ma per riflettere sulla formazione culturale che rimane come bagaglio nonostante un percorso scolastico lungo e completo. Mi sovviene quel test di ammissione universitaria dove nelle domande formulate, si chiedeva del Grande Fratello, di Amici ed altre amenità. Quindi non stupiamoci dei risultati. Per fortuna non tutte le scuole e non tutti gli insegnanti, sono così, non bisogna generalizzare, ma guai anche a formulare assoluzioni troppo frettolose.
    Un abbraccio, ciao

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  6. Colpa degli insegnanti? Mah! Molti anni dopo la mia maturità, io ricordo parecchio di quello che ho studiato, mentre la maggior parte della gente se l’è proprio dimenticato. E non ero una studentessa modello, se tornassi indietro studierei di più.
    Il fatto è che ho combattuto dentro di me quello che si chiama analfabetismo di ritorno. Ho tenuto come un gioiello prezioso le conoscenze che avevo dalla scuola, e cerco di accumularne altre attraverso siti bellissimi (ma non in italiano) come Coursera, Udacity e Futurelearn.
    Gli adulti nella maggior parte dei casi quando hanno finito di studiare si ritengono soddisfatti, come mio padre che ha letto 4 libri nella sua adolescenza e ha sempre ritenuto questo sufficiente.
    Non diamo alla classe insegnante delle colpe che non ha, ne avrà altre ma non questa.

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  7. Oh cielo, sono rimasta di sasso di fronte a questo post! Sono incocepibili certe risposte! Ora, non è tanto questione di colpa secondo me, quanto di totale mancanza di capacità di contestualizzare gli eventi dovuta, a sua volta, ad una superficialità nello studio che tende ad essere mnemonico e circoscritto a certi periodi. E in questo la scuola c’entra poco. C’entrano piuttosto gli uomini e la noncuranza che hanno nell’affrontare certe cose. Forse gli insegnanti dovrebbero insistere sul raggiungimento di una conoscenza globale (cosa che, per quel che mi riguarda, hanno sempre fatto) e non minuziosa (anche se in taluni casi anche questa è necessaria) dei fatti storici, ma se non lo fanno non si può attribuire loro la colpa. Gli alunni stessi dovrebbero rendersi conto che studiare la storia non è solo un obbligo scolastico, ma un’opportunità personale per accrescere il proprio bagaglio culturale. E se non lo capiscono da soli e la scuola non glielo insegna, anche le famiglie potrebbero intervenire a dare una mano con un’adeguata educazione.
    Al di la di tutto ciò, comunque, altro quesito che mi pongo è: ma come è da chi vengono selezionati i concorrenti de L’Eredità? C’è da preoccuparsi di più forse!

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  8. @ tachimio

    Purtroppo sì, non ci resta che piangere. E non sai quanto piango correggendo i compiti di italiano … ho pianto tutta la giornata. 😦
    Un bacio anche a te.

    @ Valentina

    apprezzo molto il tuo commento equilibrato. Certamente le colpe non stanno mai da una sola parte però, almeno in questo caso, non si può dare ogni responsabilità alla scuola.
    Capita che qualche insegnante sia poco preparato e dica qualche sciocchezza. Pensa che io un giorno, stanca per non aver chiuso occhio per quasi tutta la notte, ho iniziato a parlare del I triumvirato e, non ricordo nemmeno come, mi sono ritrovata a parlare del II. 😦 Ho chiesto scusa e i ragazzi hanno capito che proprio sragionavo. Certe giornate sono particolarmente faticose e non si può essere sempre al top. Comunque io noto che rispetto a quando ho iniziato ad insegnare, si studia sempre meno e soprattutto i ragazzi non mantengono memoria di nulla passata una settimana. Possono assistere alla lezione dell’insegnante più bravo del mondo che di quello che dice, tengono a mente la metà … i più bravi, naturalmente.

    @ quarchedundepegi

    Si possono rendere le lezioni interessanti in molti modi. Ad esempio, facendo vedere filmati dell’epoca o leggendo i vecchi giornali. Però ritengo che non saper collocare nel tempo un fenomeno come il nazifascismo sia estremamente grave e non dipenda dall’interesse che il docente può suscitare negli studenti.
    Buona serata.

    @ Diemme

    Io credo che uno si possa tranquillamente laureare in ingegneria o medicina, per fare un esempio, ignorando chi siano Hitler e Mussolini. Sarebbe grave se lo ignorasse un laureato in Storia. Piuttosto la scuola superiore – e lo dico per esperienza – spesso è costretta a mandare avanti gli asini perché con una materia non si boccia, con due 5 nemmeno, con un 4 e due 5 si danno due debiti, facendo diventare 6 uno dei due 5 e così via. Il problema è questo.

    @ Raffaele

    Non perché voglia darti torto, ma ti faccio un esempio. Io sto portando all’esame una quinta in cui insegno dalla prima. Pensi che, qualora proponessi a questi ragazzi una prova di Latino di prima, diciamo sulle prime tre declinazioni, la farebbero correttamente? Io ti dico di no. Eppure io so come ho lavorato, so quello che ho dato e, almeno per i primi tre anni, ho avuto grandi soddisfazioni da questa classe. Ma poi, dallo scorso anno, hanno iniziato a studiare meno, a copiare le versioni da internet … in altre parole, hanno dimenticato la lingua e il mio lavoro è stato inutile. Studiano per le prove e poi dimenticano, nell’arco di 24 ore. Archiviano. Finito, non serve più. Apriamo un altro file in testa ché tutto non ci sta, l’hard disc non lo contiene. Ecco, questa è la situazione. Tristissima.

    P.S. Ma che bravo! Ti guardi “L’eredità” perché piace a tua moglie? Io e mio marito da 13 anni abbiamo le tv separate, proprio perché a nessuno dei due piaceva che l’altro imponesse le proprie scelte. E così io dormo tranquillamente davanti alla tv, senza essere perennemente osservata da mio marito che una volta aspettava che chiudessi un occhio per cambiare canale. 😦

    @ maryonn

    Ti ringrazio moltissimo, non solo perché hai difeso i miei colleghi ma soprattutto perché hai detto una cosa saggia: far tesoro di ciò che si impara e approfondire le proprie conoscenze attraverso le letture. Chi si comporta così, fa la scelta giusta. E poi, come si è soliti dire, non si finisce mai di imparare.
    Grazie ancora. Un abbraccio.

    @ Scrutatrice

    Anche tu, come Valentina, hai espresso un parere equilibrato e, secondo me, anche favorito dal fatto che sei (siete entrambe) fresche di studi. Avrai visto anche tu, nella tua “carriera”, quante capre siamo costretti a mandare avanti. Quelle che poi riescono pure a superare le selezioni per partecipare a “L’eredità”. 😦

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  9. Può capitare, dai. E comunque c’è una bella differenza tra l’essere ignoranti e l’essere stanchi e sragionare un po’.
    Forse è vero quello dici, cioè che si studia sempre meno, lo vedo pure all’università, oltre che a scuola. Secondo me può essere che oggi si tende a bocciare di meno, e quindi uno pensa “pure se faccio poco la sufficienza me la danno”.

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  10. Io quella di “out out” non l’ho sentita, ma ho sentito spesso “parcondìscion”, “appriòri”, fresca di oggi da Billy – Il vizio di leggere, “Sontuperì” (Saint-Exupéry)

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  11. Cara Marisa, diamo una botta al cerchio e una alla botte ( espressione delle mie parti per dire che la colpa non è mai di uno) Certi prof. sono più ignoranti degli alunni e diversi studenti vanno a scuola per un obbligo e per passare un po’ del loro tempo ( non tutti , ovviamente)
    Considerato che non è la prima volta, dovrebbero selezionare meglio certa gente
    Baci, bacioni
    Mistral

    Torno più in là per lasciarti gli auguri di buon Natale

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  12. Non ricordo di aver sentito menzionare, HITLER O MUSSOLINI a scuola, la mia cultura l’ho ricevuta da mio padre, (classe 1919), poi da mio marito (1944) entrambi una passione personale per la storia,

    Non avendo fatto scuola in Italia non posso commentare l’insegnamento della storia.
    L’insegnamento dell’inglese potrebbe essere migliore……quelli che se la cavano bene in inglese è perchè hanno interesse personale, quasi sempre associato con la musica, non per il lavoro svolto sui libri di scuola. Sì ritorna sempre sull’interesse “personale”. non è sempre colpa dell insegnante.

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  13. Io amo moltissimo la storia e la geografia e ho sempre cercato di insegnarle bene, ma non sempre con buoni risultati perché non tutti gli alunni studiavano razionalmente e con costanza. Tuttavia ho sempre notato che molti docenti considerano queste materie meno importanti dell’italiano e del latino e alcuni si accontentano di farsi ripetere alcuni argomenti,preoccupandosi poco dell’orientamento nel tempo e nello spazio, cosa per me fondamentale.
    Che poi una minoranza di docenti sia ignorante non si può negare: secondo una certa supplente,verbi transitivi erano quelli di movimento (perché transitavano)

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  14. It’s terrible! D’accordo con te sul concetto di cultura permanente. Tante le mancanze delle famiglie, che oggi rendono “sdraiati” i ragazzi, perché da tale posizione i fastidi sono minimi. Chi sta in piedi può scappare, contrapporsi, discutere, e ciò per tanti adulti è stancante. Non oso neppure più raccontare i vuoti culturali, ma anche di curiosità, che sento a scuola. E ogni anno mi sembra di aver più acqua da togliere dallo scafo per non affondare…
    A presto, Es.

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  15. @ Valentina

    “Pure se faccio uno sforzo verso la fine dell’anno ce la faccio”. E’ quel che pensano in molti. Persone intelligenti che potrebbero avere risultati brillanti. Io dico sempre che alla fine c’è una bella differenza tra chi esce con il 60 e chi esce con il 100. A livello di cultura generale, s’intende, perché è anche vero che a volte si trova lo sprint giusto solo all’università.

    Troppo forte “parcondiscion”. Sembra quasi una celentanata. 🙂

    @ melodiestonate

    Grazie, Sara. Un bacione.

    @ Mistral

    Anche da noi si usa quel detto e rende bene l’idea.
    Per gli auguri, conto di fare un post, prima o poi. In quest’ultima settimana sono ai lavori forzati. 😦
    Un abbraccio.

    @ 3theperfectnumber

    Anche se Hitler e Mussolini hanno segnato la storia europea, purtroppo, è normale che nel proprio Paese ci sia più attenzione per la storia locale.
    Quanto all’Inglese, mi trovi d’accordo. Quando vado in UK per qualche corso, mi trovo sempre a disagio perché noi Italiani siamo sempre i meno preparati. In questo caso credo proprio che la responsabilità sia degli insegnanti. Ne conosco molti che, negli ultimi anni del liceo, continuano a far lezione parlando in Italiano. Io so che quando faccio CLIL (insegno, cioè, le mie materie in Inglese) non solo parlo esclusivamente in lingua per un’ora intera, ma pretendo anche che, mentre eseguono gli esercizi a coppie o in gruppo, i ragazzi si esprimano esclusivamente in Inglese. Ma pare che questa pratica sia poco diffusa. 😦

    @ lilipi

    Se pensi che ora al biennio del liceo scientifico si fa “geostoria” (3 ore a settimana), credo tu ti renda conto che non si riesce a insegnare bene né l’una né l’altra. Però almeno al triennio si spera che studino la storia, se non altro quella moderna.

    Ora penso che certi supplenti siano più preparati dei docenti di una certa età. Ogni tanto inorridisco perché qualche collega, se per caso si propone una prova comune per classi parallele, pretende la correzione. Senza contare che personalmente nelle “correzioni” spesso trovo degli errori. 😯

    @ Cle

    Conti è espressivo, non riesce proprio a nascondere quel che pensa, ma di fronte a tali performance, credo sia difficile rimanere impassibili.
    Feisbuc ha sicuramente delle responsabilità per quanto riguarda la scrittura, con quella mania di abbreviare e usare sigle, ignorando accenti e apostrofi. Non credo però che c’entri con l’ignoranza nella cultura generale. Penso, piuttosto, che contribuisca alla superficialità.

    @ Ester

    E’ difficile resistere, lo so. Ma noi siamo i capitani e non abbandoniamo le navi che affondano. 😉
    Ciao, cara. Un bacione.

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  16. “Io dico sempre che alla fine c’è una bella differenza tra chi esce con il 60 e chi esce con il 100. A livello di cultura generale, s’intende.”

    Marisa, ti faccio una domanda trabocchetto. Indovina con quanto sono uscita io alla maturità, vediamo se ci becchi 😀

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  17. Ma se hai notato bene ho messo la postilla: “è anche vero che a volte si trova lo sprint giusto solo all’università”. Non è stato casuale: io, che pure mi sono impegnata al liceo ed ero brava, sono uscita con 43/60, mentre tutti si aspettavano che ottenessi dal 50 in su. Alla fine, però, mi sono laureata con 110 e lode senza andare fuori corso.
    Non so con quanto sei uscita tu e non azzardo cifre perché non so nulla del tuo percorso scolastico. Però se lo vuoi dire … 🙂

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  18. Ahahahah sì, non c’è niente di male.
    Avevo la media tra l’8 e il 9, il massimo dei crediti (credo fosse 20), tutti convintissimi che sarei uscita con 100 e invece sono arrivata a 76.
    Accadde di tutto, in quella maturità, solo in 8 in una classe di venti arrivammo sopra il 70. Un incubo.

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  19. Ecco, vedi, la maturità è un terno al lotto, può succedere di tutto. Io, tuttavia, ho visto piuttosto uscire persone che meritavano di meno con voti più alti.
    Per tornare al topic, a maggior ragione la cultura uno se la deve fare anche per conto suo, andando alle mostre, leggendo libri (e chi ti batte? 🙂 ), partecipando a conferenze. Come si diceva fra colleghe (più in su), spesso manca la curiosità e un po’ anche l’ambizione. Vige sempre più quell’aurea mediocritas che è rimasta ormai mediocritas pura, senza oro. E temo che si arriverà sempre più in basso.

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  20. Appunto. Forse si pensa fin troppo spesso che la cultura non serva a niente, o è troppo faticoso farsela. Tanto per lavorare serve abilità a livello pratico, quindi a che pro?
    Ovviamente è un ragionamento che non sta in piedi.

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  21. Cara Marisa, dici di resistere, ma ti scodello la chicca di giornata. Test di geografia: “Agrigento è in Umbria (sob!), e le Cinque Terre sono Genova, La Spezia e … altre prof non ne so” (doppio sob!).
    E poi Raffaele afferma che la colpa è degli insegnanti?!! La colpa è dell’ignoranza diffusa, a tutti i livelli, con la curiosità ridotta al lumicino e la vergogna del non sapere i basilari non più pervenuta. Che tristezza!
    Un abbraccio, Es.

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  22. @ Ester

    Se non ci fosse da piangere, riderei di gusto.
    Mi hai fatto tornare in mente una prova di storia. Alla domanda di esporre quanto avessero studiato su Cleopatra, uno scrisse (più o meno, non ricordo le parole precise): “Cleopatra fece innamorare di lei prima Cesare che poi morì, poi Antonio che morì pure lui. Era una che portava sfortuna e alla fine morì pure lei. La storia ci insegna che ai romani non conveniva andare in Egitto”. 😦
    Era una prova di prima media, però. Anche se allora (parliamo di 28 anni fa) i ragazzi erano ben più preparati. Diciamo che l’alunno in questione era anche un po’ particolare (per usare un eufemismo). Un giorno arrivò in ritardo dopo l’intervallo e si scusò dicendo: “Ero andato a riprodurmi”. Vedendo la mia faccia allibita, si spiegò meglio (per modo di dire): “Non era la ricreazione? Ricreazione e riproduzione non sono sinonimi?”. 😥

    Spero di averti strappato un sorriso … e ora torno ai miei compiti che spero siano migliori di queste perle.
    Un abbraccio.

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  23. Cara Marisa, purtroppo le idee npn erano confuse: non c’erano proprio.
    La scuola negli ultimi tempi si è adagiata sull’andazzo generale: il merito è diventato un optional.
    Nell’attesa del Natale auguroa Te e Famiglia Auguri di buone e serene feste
    Un abbraccio
    Gina

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  24. @ sentimental

    Hai ragione. Ma la maggiore responsabilità ricade sulle famiglie che non trasmettono ai figli il valore della cultura e cercano le scorciatoie per rendere loro la vita facile. Ovviamente ci sono le eccezioni, per fortuna.
    Contraccambio gli auguri anche se nei prossimi giorni dedicherò ai miei lettori un post sul natale, con una bella poesia.

    Un abbraccio e buona serata.

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