ROMENO NECESSITA DI UN TRAPIANTO DI CUORE: PADOVA LO RESPINGE, UDINE LO SALVA

Faccio una premessa: ho letto la notizia su Il Corriere e, spinta dall’incredulità, ho consultato altre fonti tra cui Il Messaggero Veneto, Il Gazzettino e net1news. Siccome do per scontato che le notizie che i quotidiani, o altri mezzi di informazione, diffondono siano vere, nonostante abbia riscontrato alcune difformità, la mia riflessione si basa su ciò che ho letto considerandolo degno di fiducia.

Dunque, il fatto riguarda un trapianto di cuore. Un marinaio romeno di 53 anni, che lavora per un armatore italiano, ha avuto un infarto, definito “devastante” dai bollettini medici. Si rende, quindi, necessario un trapianto. L’uomo è degente all’ospedale di Mestre e deve essere trasferito al centro trapianti di Padova, dove, però, l’intervento viene negato. Perché? Semplice: il cittadino romeno non ha diritto ad un cuore italiano, deve essere trasferito nel suo Paese d’origine e lì operato. Come dire: moglie e cuore dei paesi tuoi.

Naturalmente la questione è molto più complessa. Da Padova fanno sapere che la decisione di non intervenire è stata dettata dalla prassi che, secondo le indicazioni del “Nord Italia Transplant“, organismo nato nel 1976 che lavora in un territorio che comprende diciannove milioni di abitanti, i cuori italiani vanno ai pazienti italiani e non agli stranieri. Così viene giustificata tale “prassi”: «Data la tragica scarsità di organi, quando un ammalato, che non è nelle nostre liste d’attesa nazionali, può essere trasportato nel suo Paese di provenienza, perché anche lì esiste un centro trapianti, lo si deve fare. E in questo caso era possibile farlo». Così si esprime il direttore sanitario dell’ospedale di Padova, Giampietro Rupolo, chiarendo che la decisione è stata presa di comune accordo con la ASL di Mestre. Naturalmente da Mestre negano il fatto.

A parte il quadro clinico del paziente che appare confuso, stando alle dichiarazioni contraddittorie dei due ospedali veneti, la Prefettura di Mestre nega l’utilizzo di un aereo per il trasferimento del rumeno in Romania dal momento che era possibile operarlo in Italia . Allora è lecito chiedersi: ma il paziente poteva essere trasferito o no? Se i bollettini parlano di un “quadro devastante” pare di no. Nel frattempo il romeno rimane in balia dei medici che si rimpallano le responsabilità e la corretta interpretazione della “prassi” sottoscritta da “Nord Italia Transplant”.

In breve: l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine accoglie l’Sos dell’ospedale dell’Angelo di Mestre dove l’uomo è ricoverato dall’8 agosto, dichiarandosi disponibile a operare. E così martedì l’equipe di Cardiochirurgia diretta dal professor Ugolino Livi, effettua, con successo, l’intervento. Spiega il primario di cardiochirurgia di Udine: «A parte la polemica con Padova devo dire invece che a Mestre il caso è stato ottimamente gestito, nella fase di emergenza, e affrontato poi nella maniera giusta. Noi abbiamo operato al meglio grazie all’assistenza che l’uomo ha ricevuto proprio all’ospedale dell’Angelo.»

Insomma un elogio allo stesso ospedale che, però, aveva rifiutato il trapianto di un cuore italiano ad un romeno. Ma c’è un altro punto su cui rimango perplessa: stando alle parole di Livi, l’uomo si trovava in una situazione di emergenza tale da dover essere operato nel più breve tempo possibile in Italia perché non era trasportabile nel suo Paese. Allora per quale motivo Padova si è rifiutata di operare? Neppure il Santo ha potuto fare un miracolo e infondere un po’ di saggezza nei medici dell’Angelo. Come dire: non c’è né Dio né Santi che tengano.

Ovviamente della vicenda si stanno occupando non solo i media, nazionali e locali, ma anche i politici. L’accusa più gettonata è quella di “razzismo sanitario“. La direzione sanitaria dell’ospedale di Udine commenta il fatto con parole appropriate: «la “Nord Italia Transplant” ha come priorità la salute delle persone, non la loro provenienza e la loro cultura.»

L’ho scritto proprio recentemente in un altro post: i friulani hanno un cuore grande così. Anche quando c’è la necessità di trapiantarne uno.

[foto ANSA]

47 pensieri riguardo “ROMENO NECESSITA DI UN TRAPIANTO DI CUORE: PADOVA LO RESPINGE, UDINE LO SALVA

  1. attenzione: la Romania fa parte dell’Unione Europea a pieno titolo, dal 2007, anche se non è nella zona euro. Quindi non ci dovrebbero comunque essere difficoltà amministrative per l’assistenza sanitaria dei loro cittadini , che, per direttive europee, devono essere equiparati ai cittadini italiani, anche da questo punto di vista.

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  2. Infatti. Io, per non dilungarmi, ho messo tutti i link delle fonti. Sul Messaggero Veneto si legge:

    «Non si possono fare distinguo di razza, nazionalità, religione o quant’altro. Il romeno è un dipendente di un’azienda italiana, paga le tasse in Italia e ha un’assicurazione che copre i rischi. Ha tutti i diritti a ricevere l’assistenza migliore possibile. Noi siamo stati autorizzati all’intervento dal Coordinamento regionale per i trapianti, che ci ha dato il via libera. Per di più era un paziente urgente, in pericolo di vita. Siamo subentrati in seconda battuta, dopo il diniego di Padova». Sono le parole del professor Liva che ha eseguito l’intervento.

    A parte tutto, c’è ancora qualcuno che parla dei romeni come di “extracomunitari”. Ma, ovviamente, è pura ignoranza, non razzismo.

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  3. Oggi ho fatto fatica a leggere.
    Ma capita, a volte.
    Mi è servito un fazzolettino. Per – ogni tanto – levar via le lacrime che riempivano i miei globuli oculari (e le stanze della mia anima).
    Lacrime di furia.
    Di disperazione.
    Di impotenza.
    Oggi so (anche) che andrò su Google.
    A cercare un sito. Quello del ospedale di Padova. Sperando che troverò anche un forum. Mi registrerò, come qualsiasi utente normale.
    Dopodiché….. scaglierò tutte le mie furie contro un certo Animale di nome Giampietro Rupolo. Un Animale che ha anche una diploma da medico.
    Un personaggio che magari si considera “un buon cristiano”. Che va la sera a casa sua, e racconterà a sua figlia (prima di buonanotte) la storiella del buon samaritano.
    Oggi ho guardato la mia tessera sanitaria.
    Chiedendomi che senso ha (a questo punto), se non di uno semplice zerbino? Potrò comprarmi un’aspirina Bayer? Un Momendol? Mah, una semplice plastica nel mio portafoglio. Senza nessun valore. Ma forse – stando a quello che dichiara Rupolo – queste medicine si trovano anche in Romania. Perché necessariamente dovrò comprarle qua. Visto che sono state progettate per i Italiani?
    Lasciamo stare che il marinaio è rumeno. Lasciamo stare che rumeni sono anche loro comunitari. Poteva essere burundese. Oppure trinidadtobaghese. Non ha diritto ad un cuore italiano?
    DIRITTO?
    Ma il caro signor Rupolo non sa che l’articolo 3 della costituzione italiana dice:

    “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge,senza distinzione di sesso,di razza,di lingua,di religione,di opinioni politiche,di condizioni personali e sociali”

    no lo sa?

    P.S. Forse un piccolo cuore ci vorrebbe anche a sig. Rupolo. Un cuore fresco, caldo. Visto che suo……… è di ghiaccio.

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  4. Caro Valentino,

    anch’io ho avuto bisogno di un fazzolettino per leggere il tuo commento. Mentre scrivevo questo post pensavo a te e ai tuoi connazionali e a tanti altri stranieri che conosco o che non ho mai incontrato nella mia vita e mi chiedevo quanto una notizia del genere possa farvi soffrire e indignare, se fa soffrire e indignare me. Perché io certe volte mi vergogno di avere come connazionali gente del genere e spero tanto che un provvedimento venga preso da chi di dovere (il ministero della Salute) contro questo medico che, a mio parere, disonora la categoria stessa.

    Il Veneto ha un’amministrazione leghista e credo non ci sia nulla da aggiungere.
    Come facciamo a sentirci cittadini di una comunità europea in un Paese dove si cova l’odio razzista anche nei confronti degli Italiani stessi?
    Se un giorno servisse un cuore a Napoli, per fare un esempio, e ne fosse disponibile uno compatibile a Padova, non mi stupirei se trovassero qualche scusa per dirottarlo verso qualche ospedale veneto.

    I veneti sono brava gente, onesta, altruista. Purtroppo la politica ha rovinato qualcosa, ha rotto gli equilibri, ha diffuso il malumore. Ma credo che persone di buon cuore continuino ad esistere anche lì.

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  5. Quando @Dylan racconta in questa ballata la “cronaca vera” sulla morte di @Hattie Carrol, una povera donna mamma di 5 figli …. che per mantenerli faceva la sguattera in un ristorante … intercala le strofe con “tenete lontano i fazzoletti, ancora non è tempo di piangere” …. e così, momento per momento, arriva all’ irruzione nel ristorante di @William Zanzinger, un giovinastro figlio di riccaccioni locali in compagnia di altri rampolli viziati come lui, e all’ uccisione, da parte di costui ‘per gioco e per vincere la noia’, della povera @Hattie con una bastonata in testa . Poi arrivarono, canta @Dylan, i poliziotti, arrestarono l’ assassino, lo portarono davanti ai giudici che, analizzando l’ intera vicenda, finirono per assolvere il ricco @William … poichè costui era il pargolo di una famiglia potente … mentre @Hattie … era solo un “oggetto” ! “Ora – canta dolente @Dylan – tirate fuori i vostri fazzoletti ed iniziate a piangere” !
    Leggendo l’ intervento dell’ amico @Valentino e la tua risposta affettuosa …. mi venne in mente questa ballata, poichè di fronte alla cialtroneria arrogante e ignorante di quel @medico (sic!) che rifiutò il trapianto ad un essere umano in sofferenza mortale … mi trovai a pensare che, per la bestia lurida che alberga in non poche persone (sic!), che quel malato fosse un @Rumeno, o un @Afgano, o un @Italiano … contava più o meno nulla …. era la povertà e l’ estremo bisogno che bussava alla porta …. ed è per questo che la sbarrarono !
    Quanto cammino ancora, cara amica, dobbiamo percorrere, prima che ci si possa definire un popolo libero, democratico e civile e quanti delinquenti come quel @medico cialtrone dovremo incontrare, ed è bene che prima ancora che cittadini di questo o quel paese, prima ancora che facenti parte di questa o quella comunità …. ci si ricordi, da parte di ognuno, che siamo tutti persone umane !

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  6. Non e’ una questione di razzismo ma ritengo che i miei soldi ( le tasse) vadano spesi innanzitutto per gli italiani e non per persone che non contribuiscono in tal senso … Non possiamo permetterci di essere cosi’ generosi con gli stranieri e poi raccontare agli italiani che non ci sono soldi per le cure e che devono o pagare o rinunciare. Per fare un esempio ad ogni straniero nato nella nostra regione vengono dati 3000 euro così il bimbo viene rispedito in Africa e la madre può ‘ continuare a vivere in Italia in attesa di farne un altro. Oppure all’ operaio italiano si chiede di partecipare alle spese sanitarie oppure si fa in modo di costringerlo a rivolgersi al settore privato mentre per lo straniero nullatenente e nullafacente tutto e’ gratuito …

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  7. @ cavaliereerrante

    Ah, ok, avevo intuito qualcosa del genere (conosco la vicenda cantata da Dylan) ma i fazzoletti mi sono proprio sfuggiti. 🙂

    Il cammino è lungo, lo so. Quello che temo è, piuttosto, il cattivo esempio che qualcuno sta dando ai giovani e se loro crescono in questo clima, forse la speranza che le cose migliorino svanirà per sempre.

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  8. @ Roberto

    Ma finiamola con queste ipocrisie, per piacere. Prima di tutto, se hai letto bene, il paziente in questione lavora in Italia regolarmente e paga le tasse, quindi anche l’assistenza sanitaria. La paga per sé e anche per te.
    In secondo luogo, in tutta la comunità europea chiunque ha diritto all’assistenza. Non credo che un inglese, per fare un esempio, abbia qualcosa da ridire se un Italiano in un ospedale londinese ottiene assistenza sanitaria senza pagare un penny.
    Infine, non è vero che gli stranieri hanno più diritti di noi. Gli aiuti per chi è in difficoltà, i contributi per le famiglie numerose, l’esenzione dai ticket sanitari esistono per i nostri connazionali come per gli stranieri. Solo che i nostri generalmente lo ignorano, non si informano e si piangono addosso.

    La vostra regione dà alle madri straniere 3000 euro a figlio così lo rispediscono a casa? Ma che ragionamento è? La famiglia va tutelata, si deve evitare la dispersione del nucleo familiare e non favorirla. Ciò vale per tutti, ovviamente.

    Comunque tutti gli esempi che fai sono lontani anni luce dalla vicenda in questione: qui non stiamo parlando di un’appendicectomia o di una tonsillectomia ma di un trapianto di cuore. Non so se è chiara la differenza. Si parla di vita o di morte e ciò basta per biasimare un medico che non ha accettato di operare, salvandogli la vita, un paziente romeno.

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  9. Ecco … l’ intervento di @Roberto …. sincero, schietto e racchiuso in sè, indica quanta strada ancora dobbiamo percorrere …. prima di poterci chiamare “liberi, democratici e civili” ! 😦
    La cosa strana … è che i tanti che ragionano come lui, hanno dimenticato che i loro @Nonni … o @Bisnonni, si armarono di valigia di cartone contenente lo stretto ( misero ) necessario, si imbarcarono su malridotti piroscafi e andarono a lavorare in ogni angolo del mondo . Alcuni di questi emigranti italiani …. schiattarono in catene di montaggio, o nella costruzione di strade e ferrovie, o di grattacieli, o in qualunque inferno ci fosse la possibilità di guadagnarsi quel pane che in Patria, una Patria ingrata ancorchè impennacchiata prima con una corona regale, poi con una corona imperiale … aveva loro lesinato, quando non negato del tutto .
    Altri emigranti, invece, scelsero la via breve per arricchirsi, diventando banditi, assassini, sfruttatori, venditori di droghe ….. e tutto ciò che la malavita ordinasse loro di fare ….
    Ed è grottesco, che ora si continui a pensarla, a distanza di un secolo, come quei cialtroni statunitensi, o australiani, o di altri paesi dell’ esodo della miseria …. con le stesse identiche, “pricise ‘ntifiche” argomentazioni e giustificazioni d’ accatto .
    Cara @Marisa, non demordere mai dal portare alla luce nel blog questi episodi, sordidi per un verso ( quello che ha scritto il @medico scemo di Padova … ahimè … la città cara a @S.Antonio “uno straniero” ), sublimi dall’ altro, quei @Medici di Udine …. cui la Memoria gli ricordava che prima viene L’ UOMO IN DIFFICOLTA’ OGGETTIVE …. poi le burocrazie che, guarda caso, affondano nella notte dei tempi !

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  10. E’ strano: gli stranieri vanno bene quando fanno quei lavori che i nostri connazionali rifiutano, quando badano ai nostri ammalati,vecchi e bambini,quando pagano le tasse…ma poi “i cuori”sono riservati agli Italiani! E come si concilia questo col fatto che a volte vengono portate in Italia persone dall’estero per subire delicate operazioni? Sono solo “operazioni di facciata”? Poichè penso che si debba punire rieducando,se io fossi il Ministro della Sanità distaccherei per un certo periodo il dottore in questione all’estero,a prestare la sua opera con “Medici senza frontiere”

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  11. Forse vi sfugge il fatto che vi sono degli italiani che restano in attesa fino alla morte di un organo nuovo … E poi ritengo che i miei soldi vanno spesi per i miei compatrioti spesso in diffiicolta e che rinunciano a curarsi perché non ne hanno i mezzi . Andate a parlare con i medici del consultorio di via San Valentino ad Udine e fatevi spiegare quanto ci costano le madri di colore che spesso fanno le prostitute e che sfornano figli che poi rimandano a casa intascandosi il contributo , o chiedete chi può
    Accedere alle cure ortodontiche in convenzione mentre ad un bimbo italiano se la famiglia non può permetterselo restano i denti storti . O chiedetevi a quanti sono costretti a rinunciare a curarsi per via dei ticket troppo onerosi mentre ad uno straniero sconosciuto al fisco diamo tutto gratis . Sarò cinico ma prima pensiamo ai nostri connazionali ai nostri bimbi ai nostri vecchi che hanno contribuito a fare l’Italia e solo quando tutto questo sara’ una realtà potremo pensare con moderazione e buonsenso ad aiutare gli altri.

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  12. No … caro amico, NON mi è sfuggito …. che esistano persone in attesa di un organo fra la vita e la morte, ma come ripeto – e dal mio punto di vista “errante” – queste persone, più che italiani o berberi, più che spagnoli o francesi o altro, sono PERSONE BISOGNOSE CHE SOFFRONO e te lo ripeto – ma sempre dal mio personale punto di vista – un @Medico che non sia cialtrone, non respinge mai, avendo in mano la possibilità di aiutarlo concretamente, un paziente ‘a rischio di vita’ trincerandosi maldestramente dietro una burocrazia, che è fasulla, anche perchè è la maschera di una ipocrisia razziale, della peggiore specie !
    Ma lungi da me l’ intenzione di polemizzare con te, @Roberto : a te sta bene così ??? Bene … continua pure a pensarla come credi . A me piace, tuttavia, trovarmi dalla parte diametralmente opposta a “questo” tuo pensiero …. tutto qui !
    L’ immortalità non ci è consentita … qualunque sia la nostra razza o provenienza nazionale …. ma ci è consentito di portare il nostro aiuto a chi soffra …. e darglielo prima ancora di averne controllato il passaporto .
    @Cavaliereerrante

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  13. @Cavaliereerrante
    Sottoscrivo pienamente il tuo ultimo commento.Quanto a Roberto vorrei dirgli che se in Italia ci sono leggi sbagliate e discriminanti,deve prendersela con chi le ha fatte non con chi ne usufruisce.Ad esempio io non trovo giusto che i cittadini di lingua tedesca e slovena abbiano dei privilegi,ma non per questo li odio.E poi non mi piace come parla delle prostitute:io sono cristiana e il cristianesimo ha come carattere distintivo l’amore verso il prossimo, e riguardo alla mancanza di amore Cristo ha detto “le prostitute e i pubblicani vi precederanno nel regno di Dio”(non ricordo le parole esatte,ma il senso è questo)
    @Marisa.Grazie del tuo post che ci permette di discutere su un tema fondamentale per la convivenza “umana”

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  14. Caro @Roberto.

    Io non so quale sarebbe le tue origini, e nemmeno le tue scelte politiche e religiose. Non sono a conoscenza nemmeno della tua eta. Ma poi, non ha molta importanza, no?
    Il fatto sta che quello che proponi tu non è poi, una cosa criticabile. Le tasse si devono pagare, e se come i italiani sarebbero i maggior contribuenti di questo paese è giusto che fossero i primi a beneficiare dei suoi frutti. E fin qua ci siamo. Soltanto che…..
    Soltanto che tu la metti come una cosa puramente economica. Ed è qui che non ti rendi conto della tua odiosità. Eh già…. perché non ti rendi conto quanto sia odioso quello che affermi.
    Qui, non si tratta di qualche spicciolo (tanto sudato dai italiani) da essere regalato a uno che se li porta nel suo paese.
    Qui, caro @Roberto, si tratta di vita.
    VITA.
    C’è… capisci quello che intendi con il tuo discorso?
    Rifiutare la vita ad una persona.
    Allora, mettiti tu al posto del direttore del ospedale di Padova.
    Scegli tu.
    Saresti disposto a farlo di persona?
    Di dirglielo in faccia? Tipo:
    ” – Caro signore, la sua esistenza finisce qui. Purtroppo, noi il cuore non possiamo trapiantarglielo per il semplice fatto che sulla sua carta d’identità non è scritto “nazionalità italiano”. Di conseguenza DOVRÀ CREPARE. Che abbia il passo leggero, aldilà.”

    Ci riusciresti, Roberto? Ti rendi conto che valerebbe come una condanna a morte? Sarebbe come metterlo a muro. Tu…. che sicuramente ti definireste un (buon) CRISTIANO. Dimmi un po, Roberto, cosa farebbe Gesù al posto tuo? Rifiuterebbe anche lui a guarirlo (per il motivo di qualche tassa non pagata)?

    Qui non si tratta di avere diritto (o no) ad una assistenza medica. Ma di poter ancora respirare, camminare, lavorare (cosi avrai anche tu a tavola un tonno meno costoso). Vivere e godere della sua vecchiaia, magari di fianco a qualche nipote.
    Oppure….
    Oppure essere invaso dai vermi affamati del suo corpo che sta putrefacendo in qualche forno anonimo. Con l’epitaffio:
    “Qui giace un UOMO. Nato per volontà di DIO. Morto per rifiuto di un medico”
    Te lo senti Roberto?

    Che senso hanno i aiuti umanitari del quale tuo paese vanta tanta fierezza se al suo interno rifiuta la vita ad una persona? Per motivo razziale. O contributivo.

    Quante persone straniere sono donatori Avis, Roberto? Ti sei mai chiesto? E se hanno donato il loro sangue (e magari anche qualche organo) chi beneficerà in primis del loro liquido della vita. O magari lo hanno fato forse con la promessa che il loro sangue non sarà (assolutamente) per i italiani, ma solo per i loro connazionali?

    Il problema Roberto, sta non nel essere “generosi con i vostri soldi” (sono le ultime tue parole).
    Ma generosi con la vita.
    Grazie.

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  15. @ cavaliereerrante

    Ti ringrazio perché con i tuoi interventi, che condivido pienamente, mi hai fatto risparmiare un po’ di fiato … ops, di tastiera. 😉

    @ lilipi

    Esatto. Un po’ di volontariato a quel medico farebbe sicuramente bene. Ma in un posto in cui non solo si scontri con il dolore (cosa che fa comunque tutti i giorni) ma anche e soprattutto con la povertà, la fame e tutti i disagi che dovrebbe sopportare anche lui. Una bella lezione di vita.

    Hai ragione: un po’ di carità cristiana sarebbe sufficiente per guardare la cosa con altri occhi.

    Grazie a te: i vostri interventi sono preziosi, siete voi la vera ricchezza di questo blog.

    @ Roberto

    A noi non sfugge nulla, sei tu che continui a dire cose campate in aria, arrampicandoti sugli specchi perché la realtà ti dà torto.
    Continui con esempi che non reggono: al consultorio di via San Valentino ci andavo anch’io con i miei figli neonati senza pagare una lira. Trattandosi di un servizio pubblico non vedo perché debba essere riservato agli italiani. Sul contributo di cui parli non ho informazioni precise ma so che tutte le famiglie hanno dei diritti ma devono farli valere. Non è la regione o la provincia o il comune che deve venire a chiederti se hai bisogno. L’ho già detto e lo ripeto: gli italiani non si informano perché a loro piace piangersi addosso. Conosco anche chi non vuole contributi perché lo ritiene umiliante …

    In ultimo, forse a te non è chiaro che per i trapianti di organi è necessaria la compatibilità. Se un organo non è compatibile per il primo paziente in lista d’attesa, si va avanti finché non si trova la compatibilità. Ciò non significa che il primo in lista, italiano o straniero, sia vittima di un’ingiustizia, I centri in Italia sono tutti in contatto e sanno in tempo reale quale disponibilità ci sia per i vari organi e decidono dove dirottare un organo qualora sia considerato compatibile con chi è in lista, indipendentemente dalla nazionalità o dalla posizione occupata nella lista. In più, si deve tener conto dell’urgenza: quando, come in questo caso, si presenta, non si va tanto per il sottile e si procede per SALVARE la VITA di chi rischia di morire. Che poi succedano dei casi come quello di cui si parla in uno dei link, è una fatalità, proprio perché il destino ha voluto che per quel paziente non ci fosse un organo compatibile.
    Nel caso del paziente romeno, poi, come spiega nell’articolo del Messaggero Veneto il prof Livi, è stato utilizzato un cuore non ottimale:

    «Noi siamo gli unici in Italia – osserva Livi – a poter trapiantare anche organi di pazienti cosiddetti non ottimali, per ragioni di età o patologie pregresse, in quanto abbiamo un sistema di prelievo e conservazione all’avanguardia. Al paziente romeno è stato trapiantato un cuore di una persona-donatrice, italiana, considerata non ottimale, ma appunto l’organo è stato trattato in maniera tale da renderlo perfettamente efficiente».

    Ne consegue che l’aver trovato un cuore per l’operaio romeno, anche non ottimale ma reso efficiente, è stato dettato da una questione di emergenza altrimenti il poveretto se ne stava in lista d’attesa come gli altri. E poi non mi risulta che qualche ITALIANO sia MORTO perché quel cuore è andato ad un cittadino comunitario.
    A questo punto mi chiedo se un paziente italiano, messo al corrente del fatto che l’organo non era in condizioni ottimali ecc ecc , avrebbe dato il suo consenso o avrebbe atteso “qualcosa di meglio” pur sapendo di rischiare la vita.

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  16. Non me la prendo Marisa. Non ho niente nemmeno contro @Roberto. Semmai contro un certo direttore di ospedale. Ma se uso parole “dure”, è perché non posso stare indifferente davanti al ingiustizia. E questa non perché lo ha subito un mio connazionale. Come dicevo prima, poteva essere anche di Burundi o Trinidad e Tobago. Non fa nessuna differenza.
    Quello che a me da fastidio pero, sta nel”scivolare” tutto sul finanza. Soldi. Soldi e ancora soldi.
    Beh, io ho la tessera sanitaria. Ma in dieci anni ho soltanto avuto un infezione al braccio e una crisi di reni. Niente ricoveri, niente cure. Semmai qualche anestetico per dolore. Le medicine me le sono comprate al prezzo aumentato. Visto che lavoro a Venezia ma ho la residenza a Piacenza non ho beneficiato di un minimo di ticket.
    Ma non mi sono mai lamentato di aver pagato tasse e contributi per la sanità italiana inutilmente.
    Sono contento per la mia salute e……. che usufruisca chicchessia (ed ha bisogno) dei mie contributi sanitari. Senza distinzione razziale.
    Grazie

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  17. Non credo si debba discutere sul fatto se uno è cittadino italiano o tunisino (che non è zona UE). Se qualcuno sta male e arriva in ospedale deve essere curato nel modo migliore. Quello che mi stupisce è come dopo un infarto “devastante” un individuo abbia potuto sopravvivere tanto tempo, e cioè fino a che l’Ospedale di Udine ha detto va bene e ha trovato il “morto” buono, cioè il donatore idoneo.
    Penso quindi che in tutta questa storia ci siano delle esagerazioni che hanno permesso di scrivere molto.

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  18. @ Valentino

    Grazie a te. 🙂

    @ Quarchedundepegi

    Non so, sinceramente, se ci siano delle esagerazioni. In uno degli articoli linkati si parla di “paziente stabilizzato” e “circolazione extracorporea”. Non me ne intendo granché ma credo che il caso fosse davvero urgente anche se, viste le condizioni stabili, non tale da escludere un intervento a distanza di tredici giorni. D’altra parte, un infarto o è, come si suol dire, fulminante e difficilmente si può fare qualcosa, o è un evento che non richiede un trapianto. Posso pensare, dunque, che il caso del cittadino romeno fosse una via di mezzo. Ma sei tu il medico …

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  19. Cara Marisa.

    Oggi ho ricevuto una risposta dal sig. Rupolo.
    In persona.
    Il contenuto è:

    “Gentile sig. Radulescu, di solito non e’ buona cosa giudicare senza
    conoscere.E lei non mi conosce. Ho ricevuto molte mail e commenti, in
    questi giorni. Ovviamente molto …pesanti..Rispondo alla sua, perche’ Lei, a differenza degli altri, ha avuto l’onesta’ di firmarsi. Se lei volesse
    incontrarmi, forse il suo giudizio su di me cambierebbe. E forse lei
    potrebbe scoprire di avermi giudicato avventatamente. Chiami la mia
    segreteria al n. di tel. 049.xxxxxxx. Cordialmente. Giampietro Rupolo”.

    Ovviamente, mi sono permesso di sfocare il numero di telefono, in quanto siamo in un blog pubblico. La mia risposta è stata:

    “Egregio direttore.

    Come ha capito dal mio cognome, non sono italiano. Ma non ha importanza se sono italiano, rumeno o di Trinidad e Tobago.
    Il fatto sta che leggendo su uno dei blog preferiti la notizia sul marinaio, dove gli è stato rifiutato un cuore per il semplice motivo
    aver “preferenza per i italiani”, devo riconoscere, mi ha messo in bestia.
    La notizia è stata pubblicata sul Messaggero Veneto . (E legga per favore anche i commenti dei suoi connazionali).
    Ora, vede sig. Rupolo, io nel mio intento non volevo necessariamente offendere. E se l’ho fatto chiedo scusa. Ma volevo esprimere la mia rabbia, la mia impotenza davanti ad un fatto che lo considero un rifiuto inimmaginabile. Un domani potrei essere io sul tavolo del marinaio. Che certezza ho a questo punto di essere…. non guarito….. ma almeno che si faccia tutto il possibile….. per vivere. in quanto non italiano.
    Capisce le mie paure?
    Qualcuno ha provato di giustificare il gesto con il fatto che “noi”, i stranieri non paghiamo i contributi. Ma anche essendo cosi, sig. Rupolo. Qui si tratta di vite. Non è un discorso economico. Contributivo. Del fatto che questa persona possa ancora respirare, camminare, godersi dei suoi nipoti. Oppure…. essere Morto.
    Non per incidente.
    Non per fatalità,
    Nemmeno per vecchiaia.
    Ma per un rifiuto.
    Per ciò, la mia mail mandata al ospedale di Padova non era per giudicare male la sua persona. Ma un grido di dolore, di paura, di indignazione. Per me, il gesto suo sarebbe come una condanna a morte. Sarebbe come premere il bottone eutanasico. Solo che in questo caso, il paziente lo chiede espressamente. Ma nemmeno cosi sarei capace.
    Mi scusi per la pesantezza delle parole. Ma mi chiedo…. e se i medici di un altra provincia non avrebbero agito diversamente? Dove si troverebbe oggi questa persona?
    Grazie per la pazienza.”

    Vediamo il seguito…..

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  20. Ed arrivata di nuovo la risposta del sig Rupolo.

    “Gentile sig. Radulescu, le rispondo subito: sarebbe stato trapiantato a Padova. I cardiochirurghi di Padova avevano infatti dichiarato la loro disponibilità a prendere in carico il paziente nel caso in cui un trasferimento presso un centro rumeno non fosse stato possibile. Perchè questo non sia accaduto, perchè sia stato chiamato un altro ospedale (più piccolo e che fa molti meno trapianti), non so dirLe. Attualmente è in corso un’inchiesta che farà luce su tutto. Le segnalo però che a Padova facciamo circa 250 trapianti all’anno: di questi solo il 35% per cittadini veneti, il 55% per italiani non veneti e il 10% su cittadini stranieri, fra cui anche rumeni, e le garantisco, non pochissimi in proporzione. e Ovviamente mostrerò tutti i dati ai membri della commissione. Come vede, la storia è un pò diversa da come è stata raccontata da un cattivo giornalista e poi ripresa dal Web. Quindi si rassicuri: spero ovviamente che nè lei nè alcuno dei suoi amici o parenti dobbiate avere bisogno di noi, ma se questo dovesse avvenire, l’Ospedale di Padova che è uno dei più antichi e grandi e specializzati d’Italia sarà pronto a fare il suo dovere, non solo per rispetto della Costituzione, ma perchè è, appunto un ospedale, e come ho sottolineato nel mio comunicato, per noi la sofferenza non conosce confini di razza, sesso, religione o nazionalità. Un cordiale saluto GPRupolo”.

    Questa, nel spirito della verità. E della replica.
    Grazie.

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  21. Caro Valentino,

    ho atteso per replicare perché ho voluto rileggere gli articoli che avevo linkato nel post e altri che sono riuscita a reperire sul web.

    Se hai notato, ho iniziato il post con una premessa, doverosa a mio parere, perché so quanto i giornalisti “ricamino” sulle notizie. Sta di fatto, però, che il dotto Rupolo, a quanto pare, abbia fatto quella dichiarazione, appellandosi al protocollo “Nord Italia Transplant“. Dalla sua mail indirizzata a te pare, invece, negare le parole riportate dai giornalisti, o quantomeno sembra che siano state pronunciate ma non come se rappresentassero una decisione definitiva. Mi spiego: se ora il dottor Rupolo, sulla cui buona fede non dubito (nemmeno io lo conosco e non sono portata a giudicare qualcuno se non lo conosco, ma almeno riflettere su una questione che è diventata di pubblico dominio, basandomi sulle dichiarazioni che non ho modo di verificare ma delle quali mi fido, questo sì, credo io lo possa fare), afferma che il paziente sarebbe stato operato comunque a Padova, posso supporre che l’iniziale “rifiuto” (lo virgoletto perché a questo punto non so nemmeno se di rifiuto si trattasse, forse piuttosto una legittima perplessità che doveva essere in qualche modo risolta ma così non è stato) non fosse definitivo e che l’ospedale di Mestre si sia mosso d’anticipo, suppongo per il bene del paziente, contattando Udine o forse è accaduto che il dott. Livi da Udine abbia contattato Mestre, non lo so.
    Come spiega il dott. Livi sul Messaggero Veneto, in un articolo successivo a quello linkato, non era sua intenzione rendere pubblica la vicenda e, anzi, aveva sconsigliato i colleghi di Mestre di fare pubbliche polemiche con Padova. Queste affermazioni si sono rese necessarie poiché Livi è stato accusato dai medici di Padova di essersi voluto mettere in luce, screditando i colleghi di Padova, in quanto ci sarebbero vecchi rancori. (per non dilungarmi, questo è il LINK dell’articolo).

    Quindi, volendo dar fiducia al dott. Rupolo, mi chiedo come mai non abbia smentito pubblicamente i giornalisti con una lettera al giornale Il Gazzettino, quotidiano veneto.
    Ciononostante, ritengo lodevole il fatto che abbia voluto rispondere alle tue mail.

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  22. La mia paura Marisa sta nella possibilità di trovarci in una “guerra psicologica” tra vari ospedali. E sarebbe molto brutto.
    Se come a scuola fosse una guerra tra prof di chimica e quella di inglese. Con l’unico risultato negativo….. sui alluni.
    Solo che qui, in questo caso, si tratta di vite.
    Grazie.

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  23. No comment sulla violenza verbale, e forse anche fisica, di cui è capace tal valentino, tranne che quell’articolo tre dovrebbe leggerlo bene: si parla di cittadini, appunto, e questa parola, il senso civico non è solo una cosa astratta di buon comportamento, ma senso comune di un’appartenenza nazionale e statale, e non significa affatto essere cittadini del mondo o fratellanza universale.

    Faccio solo notare una cosa, innanzitutto parlare di razzismo è a dir poco assurdo, visto che essendo rumeno questa persona era certamente un bianco, europeo e se da tanto in Italia parlava appunto bene l’italiano. Sono contento che si sia salvata, ma stante la situazione “disperata”, tanto per parafrasare le parole usate, delle necessità di organi in Italia, soprattutto cuori, un’altra persona probabilmente è morta. Vogliamo dire che pur essendo italiano non ce ne frega niente, a questo punto siamo arrivati di insipienza verso i nostri connazionali e la nazione quindi, d’accordo, ma magari era un giovane, un ragazzo.
    Non facciamo sempre gli ipocriti buonisti, e pensiamo anche alle conseguenze di voler fare sempre le anime belle e candide pensando che c’è sempre una soluzione per tutto e tutti. Le risorse sono limitate, da sempre, e in questo caso è oltremodo evidente, una persona si è salvata, ma un’altra, senza quello stesso cuore, è morta, come tanti muiono in attesa di trapianto, ma sono solo numeri, non fanno notizia per la presunta “cattiveria” di certi medici e ordinamenti.

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  24. ah, un ultima cosa: se fossimo altrove, non importa dove, in Romania come nel Togo, o a Trinidad, siamo sicuri che un cittadino italiano, se i medici fossero posti dinnanzi all’alternativa di salvare un loro concittadino, avrebbe non le “Stesse” cure, perché è impossibile, se l’alternativa fosse non poter curare uno, e curare l’altro, dicevo, siamo sicuri che prevarrebbe il principio del chi arriva prima? il principio della fratellanza universale?
    ho i miei dubbi, ma tanto qui prevale sempre il principio che qualunque cosa facciano gli altri, noi facciamoci pure prendere per il… sedere, intanto stiamo bene con la coscienza di non aver privilegiato nessuno.

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  25. @ Gabriele

    In primo luogo, non trovo violento il modo di esprimersi di Valentino. Nelle sue parole leggo solo la voce di un uomo esasperato, a buon diritto. Non è facile vivere in un clima di sospetto quando non proprio di discriminazione. Figuriamoci quando si tira in ballo la questione della nazionalità per un trapianto di cuore.
    In secondo luogo, al di là del significato del termine “cittadino”, è evidente che in questo caso la parola giusta è: UOMO, ESSERE UMANO che gode dei diritti (c’è pure una Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che vede firmataria anche l’Italia). Se poi vogliamo essere puntigliosi, esiste anche la Cittadinanza Europea e un cittadino romeno ne ha diritto come chi abita negli altri 26 paesi della UE. L’articolo 17 del trattato che istituisce la Comunità Europea stabilisce che “è cittadino dell’Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro. La cittadinanza dell’Unione costituisce un complemento della cittadinanza nazionale e non sostituisce quest’ultima.”
    Inoltre, la parola razzismo è usata in modo improprio per descrivere una situazione in cui si discrimina qualcuno che non ha la sessa cultura, lingua, religione, nazionalità … non certo si deve definire “razzismo” esclusivamente la discriminazione verso chi ha un diverso colore della pelle.
    Infine, non mi risulta che qualcuno sia morto perché il cuore è stato trapiantato all’operaio romeno. Ma anche se fosse, mi chiedo: salvare la vita di uno straniero è biasimabile mentre salvare quella di un italiano è un atto di giustizia perché appartiene al nostro popolo? Quindi se, per esempio, quel cuore avesse salvato un italiano a scapito di un paziente romeno, si sarebbe detto “pazienza” con nonchalance? La VITA è VITA, a prescindere. Forse questo a qualcuno non è chiaro.
    Per quanto riguarda il secondo commento, non so come funzioni la cosa negli altri Paesi né mi interessa, sinceramente. Ma se noi ci vantiamo di vivere in un Paese civile (parola che deriva dalla stessa parola latina civis da cui deriva anche cittadino, tra l’atro) e ci indigniamo di fronte al modo di vivere di altre culture che riteniamo inferiori, abbiamo il dovere di dimostrarlo con i fatti. Quello di cui stiamo parlando è uno di questi fatti.

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  26. @Gabriele.

    Che il mio sia stato una sorte di “violenza verbale”…. insomma…. ci posso ammettere. Ogni tanto mi riscaldo. Ma che la mia violenza sia anche fisica….. buuu. Non so. 🙄
    Del resto, faccio fatica a capire quello che intendi dire, quindi mi astengo (oppure, come dici tu, no comment).

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  27. Marisa, a scanso di equivoci lo ripeto: una vita umana si è salvata, ed è un bene così. Ma un’altra, verosimilmente, si è spenta, e di questo ne devi prendere atto. Ora tu mi dirai che va bene, in tutto il mondo ogni giorno le vite si spengono. Ma è sempre troppo, troppo facile dirlo, noi ci comportiamo bene, sono gli altri che.. fino al momento in cui sei tu ad averne bisogno, e magari all’estero ti scaricano per strada. non dico in romania, non penso per vari motivi, ci saranno accordi, ma spesso capita, e non negli odiati stati uniti, ma negli amati paesi del terzo mondo, in indonesia c’è stato un caso recente, e quando dico ceh ti scaricano sul marciapiede, non è un modo di dire. E allora smettiamola di giustificarli sempre, poverini, sono poveri, non possono, noi invece… già si vede, la nostra ricchezza sta sfumando proprio per le continue cagate colpevoliste che impongono atteggiamenti di un certo tipo. e lo ripeto ancora per rassicurare valentino, non parlo di romania o rumeni, ma di un modo di fare generale che ha colpito l’occidente nel suo rapporto verso se stesso e verso l’estero.
    Questo modo di vita “civile”, come lo chiami tu, se non è sostenibile in termini di risorse, rischia di morire assieme a chi lo mette in opera. Allora rimarranno solo quelli “incivili”, ma tant’è, ormai sarà fatta.

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  28. @gabriele
    voglio sperare che tu la pensi in un certo modo perché sei molto giovane e che l’esperienza ti maturi: Agire rettamente,senza discriminare nessuno,non significa “farsi prendere per il sedere”:significa mettere in pratica quell’amore verso il prossimo che nel Vangelo ha il Samaritano(straniero)verso un uomo morente.E non importa se altri agiscono diversamente. E guarda che io non sono buonista: ritengo che l’essere poveri o arretrati non giustifichi chi non rispetta le regole, e che i condannati stranieri dovrebbero essere mandati a scontare le loro pene nei Paesi d’origine…Ma davanti alla VITA e alla Morte non si possono fare distinzioni

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  29. @ Gabriele

    A scanso di equivoci? Veramente tu sei stato chiarissimo. 😦
    Verosimilmente? E chi lo dice? Continui a dirlo tu ma nessun medico ha detto questo. Può darsi che quel cuore “non ottimale” non andasse bene a nessun altro. Se c’è compatibilità con uno dei pazienti in lista non si perde tempo, tanto meno quasi due settimane.
    Per il resto del discorso, concordo con quanto detto da lilipi.

    @ lilipi

    Grazie!

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  30. Leggo solo oggi questo post, complice una distorsione che mi blocca a letto e mi permette finalmente di leggere tutti gli articoli “in sospeso”. Il fatto lo conoscevo, ma gli interventi letti qua mi hanno fatto venire i brividi, in un senso e nell’altro.

    Dunque, io sono razzista. L’umanità la divido in due grandi razze, gli esseri umani e gli esseri disumani. Chiamasi esseri umani quelli che hanno rispetto per la vita del prossimo, disumani quelli che non ce l’hanno.

    Io i distinguo, di fronte a un cuore da trapiantare, li avrei fatti, non avrei mai lasciato morire un innocente per trapiantare il cuore, che so io, a un assassino: non credo che siamo tutti uguali davanti alla morte, neanche per niente.

    Ma chi potrebbe mai, quando arriva un paziente morente su un tavolo operatorio, fare un distinguo di tipo etico, se quel paziente è “meritevole” o no di salvarsi la vita?

    Insomma, ho estremizzato la situazione, tanto per chiarire.

    Inutile dire che gli interventi di Roberto e Gabriele mi hanno fatto rizzare i capelli in testa, mentre mi associo e sostengo lo sfogo di Valentino, e lodo il suo comportamento costruttivo (altro che violento!) che l’ha portato a scrivere direttamente al diretto interessato, e la sua onestà nel pubblicarne la replica.
    Cari (si fa per dire) Roberto e Gabriele, sicuramente avete le vostre ragioni, ma dovete un pochino aggiustare il tiro e non farvi indicare “il nemico” dall’idiozia e dal pregiudizio popolare. Dovreste fermarvi un attimo a pensare.

    Io credo che in Italia i più grandi evasori siano italiani. Pur senza voler fare di tutta l’erba un fascio alla rovescia, nel mio immaginario gli evasori stranieri sono quelli che vendono fiori e calzini lungo i marciapiedi, o che lavano i vetri ai semafori, mentre gli evasori italiani sono i grandi industriali, i professionisti, gli artigiani…

    Raccontavo da me dell’idraulico e del fabbro che non mi hanno rilasciato fattura, entrambi italiani. Ovviamente “un caso non fa casato”, inutile puntare il dito sui singoli, anche se certi comportamenti sono purtroppo diffusissimi (e notori).

    Una compagna di classe di mia figlia – italiana – aveva l’esenzione dal pagamento della mensa, ma aveva sempre il telefonino di ultima generazione, lo cambiava in continuazione, e il padre disoccupato la veniva a prendere a scuola col macchinone.
    Vogliamo impedire l’accesso alla sanità pubblica a chi, pur potendo, non paga le tasse? Ai miliardari iscritti all’ufficio di collocamento? Facciamolo pure, non sarò io a impietosirmi davanti alla loro malattia, non mi fanno alcuna pena i parassiti.

    Quello invece di cui dubito fortemente è che si possa tracciare un confine onesti/disonesti, meritevoli/immeritevoli-che-crepino sulla base della nazionalità.

    Lo stato spende un sacco di soldi in assistenze anche “bizzarre” agli extracomunitari? Vero. Stato coglione, leggi dello stato ingiuste e penalizzanti dei nostri cittadini. Chi le ha fatte queste leggi? Gli italiani. Perché allora prendersela con gli stranieri? Mi raccontano di stranieri che si fanno dare la pensione per i loro genitori all’estero (francamente non so attraverso quali meccanismi), mi hanno raccontato di assegni familiari dati per bambini pure nati e cresciuti all’estero. Furti nei confronti del nostro stato e dei nostri connazionali, ma che avvengono nel pieno rispetto della legge (o forse no, perché c’è anche quel terribile sistema del “far risultare che”, per cui il principio sarebbe giusto ma si trova il modo di aggirarlo e da questo scaturisce un’applicazione sbagliata).

    Sono un operatore sociale. Per la precisione sono un operatore sociale multiculturale. Durante il tirocinio, per preparare la relazione finale, dovevo analizzare a fondo le realtà in cui prestavo questo tirocinio, e quello che ho visto non mi è piaciuto.
    Il contributo statale era di circa 50/60 euro al giorno per ospite (mi pare più precisamente per coppia di ospiti, madre più figlio); ce ne erano due per stanza, che se la matematica non è un’opinione fanno 1500/1800 euro per L’AFFITTO DI UNA STANZA o poco più (*). Vi pare una cosa accettabile? Non vi pare uno spreco enorme dei nostri soldi?
    Indovinate chi li prendeva i soldi? Non certo gli extracomunitari, che vivevano in condizioni di soggezione che mi sembravano intollerabili. Credo che, qualora lavorassero, fossero tenuti pure a dare all’istituzione una parte dei loro guadagni.

    La verità, cari amici italiani, patrioti e con grande senso civico, è che gli extracomunitari sono spesso le galline dalle uova d’oro per molti italiani, che li sfruttano ignobilmente facendoli lavorare, o facendoli alloggiare, in condizioni che noi rifiuteremmo sdegnati.
    C’era un tizio del sud est asiatico, non ricordo esattamente la provenienza, che dormiva in una casa di due stanze insieme ad altre 11 persone. Il proprietario aveva intimato a tutti di non aprire mai le finestre, affinché quelli di fronte non li vedessero. Dormivano in terra, su stuoini, e pagavano circa 100 euro al mese a testa, 1200 euro totali per l’appartamento, che sicuramente il proprietario, italiano, non dichiarava.

    Ciò premesso, cari signori, vi auguro di sentirvi male in un paese straniero, dove non avete mai pagato una lira di tasse, e di trovare un medico che la pensi esattamente come voi: parafrasando Marisa, “cuori e buoi dei paesi tuoi”.

    Ci aggiungo io: “chi sputa in aria gli ritorna in faccia”.

    (*) La cifra comprendeva anche il vitto e gli interventi di recupero e reinserimento sociale, ma considerate che io, di personale, oltre ai gestori ho visto soltanto volontari e tirocinanti, e di psicologi non ne ho mai visti, il che vuol dire che la loro presenza non era poi così assidua .

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  31. Scusate, rileggendo il commento mi accorgo che forse non è chiaro a chi mi rivolgo con il “cari amici italiani, patrioti e con grande senso civico” e alla fine, quando dico “cari signori, vi auguro di sentirvi male in un paese straniero”: ovviamente mi rivolgo a quelli che ritengono giusto aver rifiutato il trapianto al paziente straniero.

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  32. Madonna.
    Che sfogo.
    Se è per il fatto di essere immobilisata a letto, allora….. speriamo che guarisci subito. (Non per altro ma potrei dire qualcosa che non ti va).

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  33. @ Diemme

    Grazie per l’accorato sfogo. Io sono d’accordo con te e avevo perfettamente capito a chi ti stavi rivolgendo. Purtroppo non credo che da Roberto e Michele avrai risposta, il post è vecchio e loro non sono lettori abituali.

    Neanch’io capisco cosa intenda Valentino.

    @ Valentino

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  34. Guarda, gli ho scritto anche privatamente per chiederglielo. Valentino ne ha passate tante in Italia e credo che abbia subito – o quantomeno assistito a – parecchie manifestazioni di discriminazione. Questo l’ha reso forse ipersensibile e la mia affermazione “sono razzista” forse l’ha presa per storto, anche se credo di aver spiegato molto bene cosa intendessi. Per me l’umanità è composta semplicemente di persone, che giudico in base alle caratteristiche personali, al proprio comportamento e non al gruppo di appartenenza, alla nazione di provenienza o altro.

    Questo penso che si evinca chiaramente dal mio commento, ma pure se fosse poco chiaro, cribbio, Valentino mi conosce da anni, questi discorsi sono stati affrontati mille volte, dovrebbe ben sapere come la penso!

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  35. Ragazze… ma era soltanto uno scherzo. Daii. Quella sera tanto pioveva…. e tanto vento, che ho pensato di uscire un po dal notorietà. Tutto qui. Vi voglio bene. e non vedo perché dovrei arrabiarmi. Sono forse un po confuso nel esprimermi. Ma se avrei qualcosa da dire…. sapete che faccio di tutto per farmi capire. Dai…. che oggi è uscito il sole. 😀

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