IL MEMORIALE DEL COMANDANTE SCHETTINO: “ATTACCARE ME E IL MIO COMPORTAMENTO È STATA LA COSA PIÙ FACILE FIN DALL’INIZIO”

Il gip di Grosseto ha revocato gli arresti domiciliari all’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, che dovrà osservare solo un obbligo di dimora a Meta di Sorrento, dove risiede. Lo ha reso noto il suo difensore, l’avvocato Bruno Leporatti.

Al suo legale Schettino ha indirizzato un memoriale che stasera verrà discusso a “Quinta colonna”, la trasmissione di approfondimento curata e condotta dal giornalista Mediaset Salvo Sottile. Lo scritto, in forma integrale, è pubblicato da Il Corriere.

«Egregio avvocato, come da Lei suggerito le scrivo per mettere meglio a fuoco le mie emozioni e per approfondire le mie emozioni e sensazioni nella notte del naufragio. Ripercorrere interamente quegli istanti, per me, non è cosa semplice, ma mi rendo conto che è necessario farlo…

Subito dopo l’urto ho disposto tre ordini in successione che sono stati vitali per evitare ciò che definisco l’inimmaginabile, ovvero la catastrofe 1) Chiudere le porte stagne a poppa, ordine dato a prescindere dal fatto che dovevano essere già mantenute chiuse… 2) Il timone tutto a dritta, perchè era evidente che altrimenti, mantenendo il timone a sinistra e con la spinta (ndr la sostituisco alla parola abbrivio) ci saremmo schiantati con la prora contro l’isola.. 3) Il nostromo a prora, pronto a dare fondo all’ancora, per fermare la nave in caso iniziasse lo scarroccio incontrollato verso terra Hanno chiamato esperti dall’estero per farsi spiegare la mia manovra dopo l’urto, ma – mi chiedo – cosa c’era da capire?

L’iniziale curva a destra per evitare l’ostruzione, poi la curva a sinistra per rallentare la scodata della poppa e poi la virata a dritta che porta la nave a disimpegnarsi dall’isola… Il successivo scarroccio (cioè l’avvicinamento verso terra) non è stato interrotto gettando l’ancora ed è lì, in quel momento, che ho compiuto la scelta definitiva che oserei definire “solenne”. La scelta di effettuare la valutazione dei danni e di guadagnare nel frattempo la costa, portando la nave su un basso fondale, per evitare che affondasse. Ho creato così le condizioni ottimali per salvare tutti, indipendentemente da come si sviluppavano gli eventi. La nave è infatti la miglior scialuppa di salvataggio che possa esistere. Il comandante può prendersi il tempo che serve per valutare l’emergenza senza creare panico: il responsabile è solo lui, prima davanti a Dio e poi davanti agli uomini. C’è chi, a verbale, ha dichiarato che l’impatto con la poppa è stato causato da una mia allucinazione, un’allucinazione che mi avrebbe fatto virare a destra provocando la scodata verso sinistra… Altro che allucinazione! Piuttosto è stato il mio fiuto, il mestiere, il saper riconoscere il mare a farmi fare quella sterzata repentina a dritta.

Nessuno, fino a quel momento, mi aveva avvisato che avevamo superato il punto di accostata fissato sulla rotta. Per fortuna ho visto della schiumetta bianca sulla mia sinistra. E’ stato un segno che mi ha fatto dare ordine di virare a dritta, per puro istinto. In quel momento una mano divina si è sicuramente posata sulla mia testa. Se avessi continuato su quella rotta, avremmo colpito lo scoglio con la prua. Sarebbe stata un’ecatombe. Altro che conta dei compartimenti per stabilirne la galleggiabilità! Si sarebbero trovati tutti scaraventati in aria per l’impatto. Dopo qualche minuto saremmo finiti tutti in acqua, probabilmente a testa in giù. Altro che emergenza generale in ritardo! Altro che abbandono della nave: ragionamenti di questo tipo non si sarebbero neanche potuti ipotizzare… Oggi mi fa rabbia e tristezza ascoltare il contenuto della scatola nera, osservare il radar degli attimi prima dell’incidente. Ma ogni mia pena e rammarico è in minima parte alleviato dalla consapevolezza di avere evitato, virando, una strage.

Non è mio costume biasimare gli altri, voglio solo precisare che fino all’ultimo – e anche dopo l’incidente – è stato negato che stavamo percorrendo una rotta che ci avrebbe portato direttamente sugli scogli. Subito dopo l’incidente, avrei potuto affermare: “Ma dove mi avete fatto sbattere? Cosa mi avete fatto combinare?” … ma non sono un codardo, in quel momento bisognava essere lucidi, la pirorità non era individuare i colpevoli, ma agire, senza perdere la calma. Il dilemma era: evacuare o non evacuare la nave? Evacuare oltre 4000 persone con una nave in movimento ha i sui rischi. Disporlo sarebbe stato quasi una liberazione per me, ma la coscienza non mi ha concesso di farlo a cuor leggero… Il rischio che le vittime fossero maggiori nessuno lo ha messo in conto, nessuno ne ha parlato ma era una concreta possibilità. A causa del black out, non ho potuto utilizzare il computer dedicato al calcolo dei parametri nautici in caso di falla. Non averlo, ha reso ogni scelta più gravosa e difficile. Soltanto quando mi hanno riferito la situazione di allagamento dei tre compartimenti e quando ho capito cosa realmente stava accadendo sotto i miei piedi, ho ordinato l’abbandono e, nel contempo, ho lasciato scarrocciare la nave su un fondale più basso… Se avessimo sbarcato più al largo, su un fondale più alto, il rischio era di un affondamento totale.

Mi rincuora vedere che i dati emersi dall’analisi della scatola nera confermano le mie dichiarazioni rese quando sono stato interrogato. Come Le ho sempre detto, ho applicato un piano che man mano si disegnava nella mia mente. Altrimenti non avrei potuto nè riferirlo nè ricordarlo. Attaccare me e il mio comportamento è stata la cosa più facile fin dall’inizio. Questa vicenda ha responsabilità e dinamiche molto più complesse. Io sono stato sempre sicuro delle mie dichiarazioni, tanto che ho sperato fino all’ultimo che fossero salvati i dati della scatola nera La nave si è ribaltata di colpo. Ha fatto mancare il terreno sotto i piedi a me e a tutti coloro che erano con me sul lato destro. E’ triste per un comandante dover ricorrere alle testimonianze di altri per essere creduto. Il mio cordoglio va alle famiglie colpite negli affetti più forti. Il loro dolore è anche il mio e mi sento di ribadirlo con forza, con sincera ed affranta partecipazione. La nave sarà ricostruita, le assicurazioni ci sono per questo. La Concordia è già oggetto di disputa per la ricaduta economica che crea il suo smantellamento, ma le persone non potranno purtroppo ritornare in vita e le ferite più profonde rimarranno a poche persone. E per tutta la vita. Francesco Schettino»

05 luglio 2012

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15 pensieri riguardo “IL MEMORIALE DEL COMANDANTE SCHETTINO: “ATTACCARE ME E IL MIO COMPORTAMENTO È STATA LA COSA PIÙ FACILE FIN DALL’INIZIO”

  1. Ora può dire quello che vuole. Deve salvarsi il c… però rimane il fatto che non si dovevano avvicinare tanto all’isola del Giglio. Si può pure ammettere che la compagnia sapesse e approvasse, ma alla fine la responsabilità della nave l’aveva lui. Che paghi solo lui non è sicuramente giusto, ma non mi sembra così innocente.

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  2. No comment at this point, we’ll just have to tune in and listen, as far as the media is concerned he is guilty, perhaps he is! Maybe he’s not.! One thing is for sure, no matter what the final verdict will be his life has changed, as well as those who have lost their dear ones.

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  3. @ Luisa

    Io non lo difendo ma nemmeno lo accuso, non solo lui, almeno. Ha avuto l’opportunità di dire la sua dopo tante cose dette, spesso contraddittorie, dagli altri. Non ci vedo nulla di male.

    @ 3theperfectnumber

    I completely agree with you.

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  4. Ma di cosa va cianciando? Schiantarsi, curva a destra, curva a sinistra, scodata, sterzata repentina…
    Ma era al comando di una nave o al volante di un SUV?

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  5. Ancora Schettino ?. Eccomi qua !
    Interessante questo « memoriale » di Schettino, non solo per quello che dice, ma anche per quello che tace : avete notato una cosa strana ? Non c’è una parola di spiegazione sui punti per i quali è stato fatto oggetto di vituperio generale e accusato «coram populi» (latino, col permesso di Marisa) di viltà, cretineria, irresponsabilità ecc. Perché ? Comprensibile, se si considera che quei punti erano :
    Aver effettuato una manovra « pericolosa »
    Come fa il giudice a decidere se una manovra è « pericolosa » ? Ragazzi.. non siamo in un serial televisivo tipo « New York Sezione Speciale», da noi il giudice decide in base al Codice. Se la zona é segnalata « pericolosa » (boe di segnalazione rosse, rosso-bianche, rosso-gialle, divieti sulla carte di navigazione) allora non ci si va, altrimenti…
    L’aver abbandonato la nave in pericolo.
    Qui l’articolo del Codice c’è, ma la difesa potrà sostenere che la nave non era più “in pericolo” : era « scarrocciata » in secca o quasi, gli ultimi passeggeri scendevano ordinatamente, e a bordo c’erano solo i morti (e dei morti nulla sapeva Schettino, lo prova lo scambio di telefonate con la Capitaneria).
    Schettino invece si dilunga e si giustifica sulla giustezza e sua perizia delle manovre di salvataggio nave e passeggeri (qui è difficile contraddirlo, il pubblico ministero e i periti di parte avranno il loro da fare). Perché ?
    Suppongo (ma posso sbagliare…) perché qui è il solo punto su cui veramente ” rischia grosso”: se viene dimostrato che ha commesso errori e negligenze nel tentare il salvataggio della nave, sarà colpevole di « omicidio involontario », « mancato soccorso » ecc. ecc., e la Costa Crociere dovrà pagare milioni di danni alle vittime per corresponsabilità penale e civile.

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  6. Caro Alberto,
    la stavo aspettando! Ho pensato: chissà se riesco a distoglierlo dalle sue rose se pubblico qualcosa su Schettino … 😆

    Pur non riuscendo a cogliere la correttezza o meno delle sue dichiarazioni a livello tecnico (come ho già detto a Stelio), ho avuto la Sua stessa impressione: evidentemente qui il comandante punta sulla dimostrazione della correttezza del suo operato per, come insinua Luisa, pararsi il c….
    Guarda caso, nemmeno una parola sull’abbandono nave. Da parte sua, intendo.

    Au revoir.

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  7. Non so perché ma sono sempre stato dalla parte di Schettino. No, non lo considero un santo. Ha le sue colpe (e deve pagare). Ma troppo fango su una persona su una situazione che non poteva essere gestirla soltanto lui.E ci sono dei punti che (a me) mettono dubbi forti.
    Sembra che questo personaggio sia come una sorte di parafulmini. E (guarda caso), tutto ciò si produce dopo la riunione di emergenza della Costa Crociere? Perché prima di queste riunioni (se qualcuno ricorda) le notizie davano un capitano coraggioso e in gamba. Subito dopo “il summit” dei dirigenti “costacrocieri” c’è un forte cambiamento di vento. A me…… puzza.
    Non lo so se Schettino ha deciso lui, oppure l’agenzia sul tratto da seguire tra i scogli. Se lo ha fatto per la sua scelta deve pagare. Ma se no….. allora deve pagare lui….. ed anche Costa Crociere. E non venite a dirmi che la “nave era sua”,quindi poteva scegliere di non farlo. Se l’agenzia ti chiede di passare di la, o la fai……… o te ne vai. Non hai scelta.
    Il bello pero sta nel fatto che Schettino (con la sua nave) ha avuto la sfiga di trovare quello scoglio. Altrimenti, non solo lui, ma anche altre navi (e non solo di CC) facevano lo stesso tratto (dichiarazioni dei abitanti). Ovviamente…. ora nessuno lo fa. 🙄 Tutti puliti.
    Come dicevo Schettino = parafulmine. Perché è l’UNICO responsabile. Nessun altro. Non l’ufficiale di turno. Quello non esiste. Solo Schettino esisteva come ufficiale. 24 su 24.
    Poi la macchina del fango (che a mio avviso ha lavorato benissimo). Troviamo che il capitano aveva un’amante. In più, clandestina. In più, faceva orge (proprio, ma proprio in quel momento). In più, era ubriaco. In più, non era abilitato a fare capitano (pero qua, nessuno precisa che qualcun altro lo ha nominato, questa no). Ue, ma questo personaggio sembra il nemico pubblico numero uno. Non mi stupirei se domani ci troverebbero che è anche assassino seriale e pedofila. Sono le uniche che li manca….

    Ripeto, non voglio considerare Schettino un santo. Assolutamente. Ma mettendomi al posto suo in quel momento (fatelo anche voi) mi sembra assurdo.
    “OK. Ho sbagliato il tratto. Ci saranno penne. Ma ora cerchiamo a rimediare quello che c’è da rimediare.”
    Invece…… lui scappa primo. Non vi sembra assurdo? Nessuna persona intelligente lo avrebbe fatto. Sapendo le conseguenze che derivano da qui. Ma scherziamo?

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  8. @ Valentino

    Sono quasi completamente d’accordo con te (e mi stupisco pure! 😉 )
    Solo un appunto: lui non “scappa per primo”, semplicemente non aspetta che tutti i naufraghi siano al sicuro. Sulle motivazioni (è caduto nella scialuppa 😯 ) preferirei tacere.

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  9. Dai Marisa, lo dico io :D, uno che comanda una nave di quelle proporzioni che dice d’esser caduto sulla scialuppa di salvataggio, è a dir poco ridicolo. Io posso caderci perchè sono imbranata, lui…:mrgreen:
    E se fosse caduto, poteva pure cercare di risalire a bordo, mica era stato rapito…
    ciao ciao

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  10. @ Luisa

    Quella scusa è stata di un’ingenuità disarmante. Quanto alla impossibilità di rientrare a bordo, mi fido dell’opinione del Contrammiraglio Salvatore Schiano Lomoriello il quale osserva che sarebbe stato impossibile per il Com.te Schettino risalire attraverso la biscaggina, come gli aveva ordinato il Com.te De Falco, in quanto avrebbe bloccato l’esodo dei naufraghi per percorrerla al contrario. Di questo e altro ho parlato QUI e QUI.

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