BELL’E PAPÀ

“Mio figlio non è un trota qualunque”, pare abbia detto Antonio Di Pietro riferendosi alla carriera politica del figlio Cristiano. Ovviamente, l’allusione più che esplicita è al figlio di Umberto Bossi, Renzo, che poco più che ventenne ha ottenuto il suo “scranno” sicuro, lautamente ricompensato con 15mila euro mensili, al Consiglio Regionale della Lombardia. Pare anche che il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, abbia additato il rampollo del leader della Lega, che ha tribolato non poco per ottenere il diploma di maturità, come l’esempio a dimostrazione del fatto che l’università non serve. Peccato che il giovane Bossi la stia frequentando (oddio, “frequentando” in effetti è una parola grossa) e che il Cepu gli fornisca docenti a domicilio gratis per fargli superare gli esami.

Ma dopo la divagazione torniamo al giovane Di Pietro, poliziotto da diciannove anni, sposato con prole, candidato alle elezioni regionali in Molise. In segno di protesta al circolo di Termoli dell’Italia dei valori si sono dimessi in blocco contestando la sua candidatura come una scelta «familistica». Cosa, questa, che a Cristiano pare incomprensibile. Lui, infatti, è da dieci anni in politica, ha iniziato attaccando manifesti e studiando per fare il politico di professione. La prima candidatura è arrivata sei anni fa e lui di anni ora ne ha trentasette, quindi la gavetta l’ha fatta, eccome.

Guarda un po’, ha iniziato sei anni fa alle elezioni comunali a Montenero di Bisaccia, il paese di suo padre Antonio. Una spintarella da papà l’ha avuta, sì, ma solo all’inizio. Poi i cittadini di Montenero, capacissimi di ragionare con la propria testa, l’hanno votato e fatto risultare il primo degli eletti.

Una carriera politica limpida come il sole, dunque. Peccato che quelli di Termoli … «Credo siano stati manovrati da qualcuno. A livello regionale a Termoli avevano votato a favore della mia candidatura», tenta di spiegare ma il fatto è davvero incredibile. Addirittura quelli dell’Italia dei valori di Termoli hanno paragonato la candidatura di Cristiano Di Pietro a quella della Minetti: «Possono accostarmi a chi vogliono. Io ho il mio lavoro. Come la Minetti ha il suo», osserva.

Certo, ognuno fa il suo lavoro, anche Renzo Bossi lo fa e anche la Minetti. Il problema, secondo me, è: lo sanno fare o la spintarella implica che non sia così importante avere delle capacità? Senza fare illazioni, anche perché non conosco l’operato di nessuna delle persone citate, per me il dubbio rimane. So per certo, tuttavia, che molti giovani bravi e preparati sono a spasso perché non sono bell’e papà o papi, che dir si voglia.

[dall’intervista a Cristiano Di Pietro su Il Corriere]

10 pensieri riguardo “BELL’E PAPÀ

  1. Di Pietro avrebbe potuto immaginare che un’operazione di quel tipo avrebbe fatto storcere il naso ai militanti che credono ancora che il suo e loro partito sia diverso dagli altri. Ma se ne e’ fregato, come del resto fa sempre. Io mi ero avvicinato a quel partito per un paio d’anni, ma siccome non ho il prosciutto che mi fodera gli occhi e non ambisco a poltrone ed incarichi, come ho captato situazioni che non erano consone ai miei ideali, me ne sono andato, a differenza dii altri che nell’ Italia dei valori hanno trovato un carretto che gli permettesse di riciclarsi come cavalli e non più come ronzini (qualifica che avevano nei precedenti partiti d’appartenenza)
    Purtroppo tutti cercano di sistemare figli, parenti e amici, nel ns Paese non e’ una novita’. Ciao

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  2. Eh sì mi trovo a concordare con te. Ci sono personaggi e personaggi a spasso e non. Su alcuni sembra molto facile trarre conclusioni su altri credo che non sapremo mai se senza una spintarella ce l’avrebbero fatta oppure no.

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  3. @ Raffaele

    Credere che un partito sia diverso da un altro è pura fantascienza. Come si dice qua, è tutto un “magna magna”, che non ha nulla a che vedere con il “magna” latino, che significa “grande”, al massimo potremmo tradurlo con “grande abbuffata”. 😦

    @ frz

    Il motivo potrebbe essere che si è sempre fatto così? Beh, sarebbe anche ora di cambiare.

    @ Marta

    No, purtroppo non lo sapremo mai.

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  4. Non conosco bene la situazione, ci sta che una “spinta” l’abbia avuta, ma forse non lo sapremo mai.
    L’unica cosa che mi fa storcere il naso è il paragone con la Minetti e con il Trota, l’una ex valletta e igienista dentale (ora consigliera regionale) e l’altro schiantato 3-4 volte all’esame di maturità (e consigliere regionale pure lui).

    Alla fine il figlio di Di Pietro ha comunque un background politico, con esperienza sia in ambito comunale sia provinciale, quindi il paragone mi sembra totalmente insensato…

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  5. @ Onizhua

    Il paragone l’hanno fatto quelli del partito, facendo riferimento ai “soliti raccomandati”. Certamente il giovane Di Pietro ha più esperienza del giovane Bossi e anche della Minetti, ma evidentemente ai termolesi Cristiano non ispira fiducia.

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  6. “le idee migliori sono proprietà di tutti”;leggesi in epigrafe; e siccome sò pure le mie,ce faccio quello che me pare!Le smanasso e le fò diventa brutte e le spaccio pe bbòne.Me dirai:ma non sono più le stesse!Embè? E chi se n’ accorge?De sti tempi;co ste teste lesse che ce sò ‘ngiro !!

    A certi puzzoni dico:
    Detrattori che mischiate lo sterco con la cioccolata; regolatevi.Contegno! “si conténgano”……..capisciammé !
    Guarda in che urinale se trovamo e ancora ve la pijate co’ Di Pietro;
    l’ unica ramazza dotata del coraggio necessario per affrontare l’ immondizia le cui nefandezze, egli, a suo tempo con le calunnie, “promessegli”,peraltro, sulla sua pelle dové subire.Ma con dignità lo fece! Dimettendosi dalle cariche! Rifiutando le coperture politiche;opinabili queste, se volete;certamente;sarei d’ accordo; di cui legalmente però,avrebbe potuto disporre, al contrario di altri che se ne fanno scudo e non li cacci neanche col DDT.
    Poi che a volte si onori con disonore,mi si passi l’ ossimoro, il detto che esprimerò nel mio terzo idioma,poiché considero i dialetti al pari d’ una lingua : “figghje de atte acchiappa li surrece” ; è vero! E, magari spesso,spessissimo,anzi, all’ inizio è il gatto padre che acchiappa il sorcio per il figlio; lo fa:
    – il Primario
    – il Farmacista
    – il Notaio
    Ed…a volte…spesso..(altro ossimoro) lo fa il POLITICO ; starebbe a noi,nevvero,toglierci quelle “fette di prosciutto” dagli occhi….e, vedere meglio quando si spara nella casella della scheda elettorale ove c’ è il simbolo politico.Là dentro, non si va a fare del tifo , sennò si rischia di prenderlo,quel vibrione coleroso,che poi infetta tutto il paese.

    “Puzzoni” vada inteso come facezia dialettale romanesca

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  7. @ diecidecimi

    Grazie per questo “colorito” commento di cui ho capito ben poco.
    Comunque, volevo ribadire che non ce l’ho con Di Pietro e che volevo sottolineare, con stupore, che i termolesi dello stesso partito del padre di Cristiano hanno gridato allo scandalo per un fatto che, purtroppo, oggigiorno non scandalizza più nessuno.

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  8. Ciao Marisa !

    Non hai capito infatti.
    Ho inteso bene che hai espresso la valutazione di una situazione delle tante nostrane, in generale. Non come forse pur’ io non abbia fatto?

    Mo sta a parlà zi Pietro a Ballarò ; sentimoselo, va.
    Bye
    10/10 : Giuseppe

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