IL RAZZISMO BUSSA ALLA PORTA … DI UNA CASA IN AFFITTO


Chi vive in un condominio lo sa: quando un appartamento viene dato in locazione a degli stranieri, nascono sempre, o quasi, dei problemi. Ricordo che nel palazzo dove abitavo fino a dieci anni fa, la proprietaria dell’appartamento attiguo al mio era disperata. Non voleva fare discriminazioni, quindi affittava il bilocale anche agli stranieri. Nel tempo si sono alternati colombiani, brasiliani, albanesi … non li ricordo tutti di preciso. Ricordo però quanto sia stato difficile spiegare ai miei figli che ci facessero sul pianerottolo degli uomini, prevalentemente nel pomeriggio. Le due signorine che vi abitavano, la cui nazionalità onestamente non ricordo, facevano le ballerine in un night club, la mattina dormivano e nel pomeriggio arrotondavano facendo le squillo. Trovavo oltremodo imbarazzante, per giunta, dover rispondere al citofono a voci maschili che evidentemente non cercavano me. “Ehi, bella, ci siamo sentiti al telefono poco fa … ” costituiva l’enunciato più gentile. E io a spiegare che di certo con me non aveva parlato al telefono e che non facevo quel mestiere là.

Poi è stata la volta degli albanesi. Questi me li ricordo bene. Tranquilli, pareva di non averli nemmeno come vicini di casa. Quasi quasi mi sentivo in imbarazzo io con due maschietti scatenati che si rincorrevano per tutto l’appartamento. Poi, di punto in bianco, non si è visto più nessuno. La padrona di casa si è decisa ad aprire con le sue chiavi l’appartamento solo molto tempo dopo e solo perché gli inquilini erano spariti senza lasciar tracce di sé e, soprattutto, senza aver pagato il canone d’affitto, per mesi. Ricordo che quando aprì la porta mi sono trovata per caso sul pianerottolo: dalla casa usciva un fetore tale da farci credere che avremmo trovato, là dentro, quattro cadaveri in avanzato stato di decomposizione. Fortunatamente si trattava soltanto di avanzi di cibo lasciati dentro e fuori il frigorifero che, se cadaveri non erano, puzzavano terribilmente lo stesso.

Il problema dell’affittare le case agli extracomunitari è quello che non si sa mai quanta gente effettivamente ci andrà ad abitare. L’appartamento attiguo al mio, nel condominio dove abito attualmente, è stato affittato per trent’anni (forse quaranta, non ricordo) alla stessa persona. Andata via questa, la padrona aveva pensato di affittarlo ancora e ci aveva avvertiti che, stranieri o meno, lei non guardava in faccia nessuno a patto che le pagassero il canone. Ovviamente le demmo ragione: chi siamo noi per giudicare le scelte altrui? Fortunatamente si rese conto ben presto che gli extracomunitari, in particolare indiani e pakistani, pretendevano di andarci ad abitare in setto-otto (dichiarati, quindi forse quindici abusivamente) in appena 70 metri quadri. Per fara breve, ben presto la signora si rese conto che non avrebbe mai affittato ad italiani, quindi mise in vendita la casa che fu acquistata, fortunatamente, da una coppia che ha una scuola di lingue e che l’affitta ai suoi insegnanti provenienti perlopiù dall’Inghilterra. Magnifico! Così ogni tanto mi faccio una chiacchierata in Inglese sul pianerottolo. Anzi, nei primi tempi, eravamo spesso invitati alle loro feste e frequentavamo la casa regolarmente. Ma poi gli insegnanti sono cambiati e ne sono arrivati altri molto meno espansivi e per nulla festaioli.

Per giungere al topic, leggo sul quotidiano Il Messaggero Veneto, che in quartiere di Pordenone è stato affisso un cartello in cui si dichiara di essere disponibili ad affittare una casa esclusivamente ad Italiani. La cosa ha suscitato non poche polemiche, tanto che i proprietari si sono dovuti giustificare dicendo: «Abbiamo avuto una brutta esperienza. Una coppia di stranieri ci ha vissuto lo scorso anno. Lei una brava ragazza, ma lui l’ha lasciata e lei si è trovata in difficoltà. Non ce la faceva a starci dietro. Così abbiamo detto basta», aggiungendo che «Nel palazzo vivono dei professionisti. Vogliamo che qui vivano brave persone».

Ora, io credo che gridare allo scandalo non serva a nulla. Nemmeno alla Caritas che, commentando il cartello, tuona, per voce del legale, Carla Panizzi: «Bisognerebbe sempre capire le motivazioni che stanno alla base, però, così come è scritto, è palesamente discriminatorio in termini di razza e lingua».

Io credo che ognuno debba fare quel che si sente. Forse il cartello appare discriminante, forse si potrebbe trovare un altro modo per aggirare l’ostacolo, usando la diplomazia. Trovo, però, che le giustificazioni dei padroni siano plausibili, avendo avuto anch’io un’esperienza indiretta, quella descritta, che mi ha convinto che se uno acquista un immobile con l’intenzione di fare un investimento, non può rischiare di trovare degli inquilini insolventi. Anche se per onestà dobbiamo ammettere che, di questi tempi, con la crisi economica e la precarietà delle occupazioni lavorative, il rischio c’è sempre, anche con gli Italiani.

Mi permetto, infine, un’osservazione: quando i nostri migranti se ne andavano a cercar fortuna all’estero, non si trovavano spesso di fronte a cartelli in cui, senza mezzi termini, si dichiarava di non affittare case agli Italiani? E come no! Certo, erano altri tempi e tutta questa politica dell’accoglienza non esisteva. La storia passata dovrebbe essere magistra vitae, ma sappiamo molto bene che ognuno guarda al proprio orticello, senza curarsi di chi si trova in difficoltà. Questa forma di egoismo non è ancora tramontata, forse perché non abbiamo raggiunto quel grado di civiltà che ci porta ad essere accoglienti nei confronti di chicchessia, senza timori o sospetti. E purtroppo ci lasciamo facilmente condizionare dai pregiudizi che, però, molte volte sono fondati. Perché dovremmo, in nome dell’accoglienza, ignorare questa realtà e uniformarci tutti ad un unico pensiero? C’è chi se la sente e chi no. Ma non per questo dobbiamo giudicare le scelte altrui, sempre che non rechino danno a delle persone innocenti e sfortunate.

[foto e notizia dal Messaggero Veneto]

18 pensieri riguardo “IL RAZZISMO BUSSA ALLA PORTA … DI UNA CASA IN AFFITTO

  1. Secondo me non si tratta di italiani o di stranieri, si tratta di correttezza delle persone. Forse gli italiani sono più puntuali nei pagamenti?
    Forse andava scritto su quel cartello: “Affito casa solo a coloro in grado di pagare il canone pattuito”, o qualcosa del genere.

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  2. Probabilmente anch’io, se fossi così fortunato da poter affittare un appartamento, ci penserei due volte a fidarmi di uno straniero. Tuttavia un cartello affisso evoca epoche della storia in cui italiani o ebrei, dovevano rimanere fuori, come i cani dai negozi di alimentari. Se non possiamo giudicare le persone, abbiamo almeno il dovere di giudicare il tempo in cui viviamo, per potere arrivare ad essere accoglienti e cioè civili.

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  3. Non occorre andar troppo indietro nel tempo per ricordare nelle grandi città del Nord, Torino e Milano in particolare, i cartelli “Non si affitta a meridionali”.

    Poi le cose son cambiate e poco a poco le cose son cambiate e anche i meridionali sono stati graditi.

    Non si è mai parlato, allora, di razzismo. Adesso è di moda, ma non c’entra nulla.

    La questione è che una gran parte degli immigrati non è sufficientemente affidabile. Non pagano, non riesci a mandarli via e rimangono a tuo carico le spese, ad esempio di riscaldamento, non pagate e devi comunque pagare le tasse sul canone d’affitto registrato, anche se non hai incassato un euro.

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  4. @ Scrutatrice

    Certo, il cartello è indelicato. Come ho scritto nel post, bisogna trovare il modo di aggirare l’ostacolo e assicurarsi che TUTTI, italiani o stranieri che siano, PAGHINO il canone pattuito. Tuttavia, rimane sempre difficile avere la certezza di affittare una casa a persone affidabili. Ricordo che anni fa nel vecchio condominio era stata sfrattata una ragazza madre italiana che aveva perso il lavoro. Gli imprevisti possono capitare a tutti.

    @ Ernesto Maria

    Sono d’accordo che dobbiamo dare per primi il buon esempio. Ma capisco anche quelli che rischiano. La mamma di una mia amica non ha una pensione e l’affitto di un appartamento è l’unica entrata di cui dispone. Pur affittando a italiani, ha avuto un sacco di problemi perché non pagavano regolarmente e gli ultimi inquilini le hanno semidistrutto la casa. Purtroppo la civiltà manca e non solo nell’ambito dell’accoglienza.

    @ frz

    Ho pensato anch’io, ma dopo aver scritto il post, alle difficoltà incontrate nelle grandi città del nord dai meridionali. Ma, come dice anche Ernesto Maria, non si può tornare indietro, ricommettendo gli errori del passato: ora il problema meridionali si è risolto, ma a farne le spese sono gli stranieri, anche quelli onesti e che pagano l’affitto. Insomma, i pregiudizi sono duri da abbattere. Tuttavia, ripeto, non mi sento di giudicare quei proprietari, anche se potevano evitare di esporre quella scritta sul cartello.

    il problema delle spese è grave: anche qui abbiamo un appartamento affittato a degli extracomunitari (gente cortese e ben educata, molto più di certi italiani) e più volte al proprietario è toccato pagare le spese condominiali di tasca sua. Così facendo, l’immobile non costituisce più un investimento ma solo un’ulteriore fonte di spese.

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  5. Ci sono due fattori qui, e il primo è che il pregiudizio è comodo, fa sentire di avere in mano degli strumenti validi per valutare: gli stranieri non pagano, gli italiani pagano, quindi affitto ad italiani e sto tranquillo. Poi la realtà è diversa, e magari chi con questo criterio ha affittato ad italiani si ritrova che sono comunque insolventi e ci rimette di tasca sua pure le spese delle utenze e condominiali.

    Il secondo fattore è che comunque i fattori culturali esistono e influiscono sulle popolazioni, quindi quei pre-giudizi che vengono erroneamente definiti razzismo totalmente infondati non sono.

    La realtà poi, in soldoni, è che alla fine della fiera se la legge non ci protegge nel recupero dei nostri soldi e del nostro appartemento, l’affitto non è più un investimento affidabile: io, personalmente, con gli inquilini non ci ho mai voluto combattere, e per questo ho rinunciato anche ad affari immobiliari di appartamenti che, se non affittati, sarebbero rimasti pesi morti.

    Una volta solo ho affittato, e a una persona garantita anche dal suo datore di lavoro: è risultato un delinquente, totalmente insolvente, e mesi dopo che era andato via ancora lo ricercavano (creditori e forsanche carabinieri).

    Era italiano. E pure del nord.

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  6. @ Diemme

    Io credo che sia solo questione di fortuna. Ma se un proprietario, in seguito ad esperienze negative, decide di non affittare a stranieri, non lo si può biasimare. Il cartello è sconveniente ma concretizza quello che è il pensiero ricorrente, sbagliato quanto vuoi, che gli italiani sono più affidabili.

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  7. Mio papà nel 1960 emigrato da Napoli a Cuneo (provincia), con un lavoro onesto in FS, non trovò uno straccio di appartamento in affitto per portarvi la famiglia. Visse per 3 anni nel magazzino dove tenevano i macchinari e le traversine, senza riscaldamento e senza servizi. D’inverno rompeva il ghiaccio la mattina x lavarsi. Ancora oggi quando con il treno passo lì davanti , mi commuovo, perchè al giorno d’oggi neppure i più disperati degli extracomunitari vi abiterebbero. Poi ringraziando nel 63 le FS gli diedero un casello e noi potemmo raggiungerlo. Nel 1986, quando dovetti affittare un appartamento che mi piaceva per sposarmi, vi riuscii solo perchè parlo perfettamente il dialetto piemontese. Dopo l’accordo i padroni mi confidarono di aver negato l’alloggio a tanti “terunot” e di essere felici di averlo dato a me. Penso che quando firmammo il contratto, scoprire che ero un terrone, deve averli scossi un pò. Ma con il tempo capirono che le persone non possono essere discriminate solo in base al luogo di nascita. Quando lasciai l’alloggio nel 2001, avevano le lacrime agli occhi. In 15 anni gli aumenti d’affitto me li ero fatti sempre e solo io, loro dicevano che quello che decidevo io andava bene. Oggi conosco diverse famiglie di extracomunitari, 2 del Senegal e 1 dell’ Ecuador. Affittano, le loro case sono tenute così in ordine e pulite che sono da esempio. Come persone poi sono educatissimi e civili. Poi ce ne sono altri che magari non lo sono. Ciao

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  8. Concordo. Il cartello è sconveniente, ma uno sarà pur libero di far come vuole, senza essere tacciato di razzismo?

    Io ho tre piccoli appartamenti ereditati anni fa, tutti e tre affittati a immigrati a equo canone, ma se volessi mettere quel cartello non vedo perchè non dovrei farlo.

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  9. @ Raffaele

    La storia di tuo papà è davvero commovente e dimostra come, solo cinquant’anni fa, il pregiudizio fosse grande nei confronti degli stessi Italiani, nati sotto lo stesso cielo. Anch’io, quasi ventisei anni fa, sono passata dall’ufficio immigrazione – e la cosa mi faceva ridere moltissimo – e, cercando un appartamento in affitto qui, mi sono sentita discriminata per il fatto di essere triestina. Ma non sono stata fortunata come te, visto che la mia ex padrona di casa me ne ha fatte di tutti i colori e quando, dopo 15 anni, me ne sono andata, avevo io le lacrime agli occhi, ma di felicità perché me ne andavo e finalmente avevo una casa mia.
    Concordo sul fatto che ci sono famglie di extracomunitari bravissimi e onestissimi che tengono le case alla perfezione. Ma non tutti sono così.
    Ciao.

    @ frz

    Sono d’accordo: l’accusa di razzismo è ingiustificata, in certi casi. La libertà è fondamentale. Anche gli stranieri, a volte, discriminano noi e sono pronti ad accusarci di razzismo solo se cerchiamo, con gentilezza ed educazione, di far rispettare le regole della convivenza civile.
    A me è successo, anni fa, di essere accusata solo perché avevo invitato un marocchino, gestore di un ristorante sotto casa, a non mettere la macchina nel cortile dove ci sono i garage, ostacolando la manovra di chi deve parcheggiare nel proprio box. Prima mi ha detto che non so guidare ( 😦 ) e poi mi ha urlato “razzista”, senza nemmeno stare a sentire le mie ragioni. Certe volte non siamo noi gli arroganti, come si può pensare.

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  10. Quello che dici è vero. spero che nessuno mi dirà in faccia una cosa del genere…. va denunciato e portato in tribunale!!! IL RAZZISMO E PUNIBILEE!!!

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  11. Non fate i motralisti del cazzo.Sono il primo contro il razzismo assolutamente ma è anche vero che la legge italiana fa schifo e permette a stranieri che non pagano di stare in casa per molto tempo senza pagare ora che vengono sfrattati.Guarda abbiamo appena avuto casini con una coppia di pakistani che rientrati in patria hanno lasciato la casa ad altri pakistani che non pagavano hanno distrutto tutto..minacciato vicini…e lasciato la casa in condizioni pietose.Per sta gente delle semplici mura è come vivere in un castello dato che sono abituati alle capanne.e sapendo che la legge italiana a loro non fa niente se ne fregano.Ovvio inconvenienti possono capitare anche con italiani ma un italiano a differenza loro è più punibile.Iniziamo a fare bene ste cazzo di leggi e poi ne riparliamo di integrazione.QUINDI NON CRITICATE IL CARTELLO DEL SIGNORE.MEGLIO ESSERE SUBITO CHIARI PRIMA DI INCAPPARE IN STRANE SITUAZIONI.E’ UN Pò COME GLI UBRIACHI ALLA GUIDA.LA POLIZIA PER PREVENIRE CHE LA GENTE BEVA E POI GUIDA DEVE PUNIRE ANCHE QUELLO CHE HA BEVUTO POCO.NON SOLO CHI HA BEVUTO MOLTO O SOLO QUELLO CHE HA FATTO UN DISASTRO PERCHè UBRIACO..PER DEI COGLIONI CI ANDRANNO DI MEZZO ANCHE PERSONE PER BENE

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  12. INTENDO DIRE LA CATEGORIA DEI BEVITORI ALLA GUIDA è VISTA MALE DALLA POLIZIA PER COLPA DI CHI ESAGERà COME AFFITARE AGLI STRANIERI PER COLPA DI STA GENTE SARà VISTA COME UN RISCHIO!!!STRANIERI INTENDO PIù CHE ALTRO MAROCCHINI ,PAKISTANI ARABI..NON GIRIAMOCI INTORNO HANNO LA MENTALITà DIVERSA..LA MENTALITà PREVALENTEMENTE DI FREGARE,SCARSO IGIENE PERSONALE..QUINDI FIGURATEVI DELLA CASA IN AFFITTO..NON è RAZZISMO!SONO DATI DI FATTO!!

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  13. AGGIUNGO CHE SONO GRANDE AMICO DEI SENEGALESI COME PROVA CHE IO NON SIA RAZZISTA,SONO PIù AFFETTUOSI E MENO MENEFREGHISTI.E POI PIù SIMPATICI

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  14. Raul il bello è che quella gente non puoi nemmeno denunciarla in tribunale perchè non hanno nemmeno un euro!!!non è razzismo.è non farsi prendere per il culo!!!

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  15. Nell’appartamento sotto il mio di 50 metri quadri affittato ad una coppia di albanesi con due figli, dopo che il capofamiglia ha perso il lavoro sono oramai due anni che vivono e pagano l’affitto con il sussidio del comune (Cividale del Friuli). Adesso sono in otto ad abitarci,per scaldarsi una sola stufa e bagno esterno.
    Il proprietario dell’appartamento prende i soldi e fa melina, questi di notte buttano due materassi vicino alla stufa e dormono.
    Se mi lamento mi danno del razzista ma dobbiamo aspettare che tirino fuori una mattina 8 cadaveri asfisiati dall’ossido di carbonio ??

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