UDINE: LA BAMBINA PIANGE E LUI LA INFILA NELL’ASCIUGATRICE

La notizia è agghiacciante: un uomo di origine sudamericana, Zolio Adelio Pichardo Santana, 24 anni, che risiede nel capoluogo friulano in Borgo Stazione, è stato arrestato ieri dalle Forze dell’ordine per aver infilato una bimba di due anni e mezzo, figlia della convivente, nell’asciugabiancheria. Santana avrebbe confessato il gesto insano giustificandolo con l’incapacità di far fronte al pianto della piccola che lui stesso era andato a prendere all’asilo, in attesa che la madre tornasse a casa.

L’accusa è di lesioni aggravate: il calore sviluppato dall’elettrodomestico (per cui si può supporre che non abbia soltanto infilato la bimba nella macchina, ma abbia pure impostato il programma di asciugatura) ha procurato, infatti, delle estese ustioni sul corpo della bambina, anche se per fortuna solo sulla parte inferiore e posteriore del corpo, risparmiandole il visino. La piccola non versa in pericolo di vita ed è attulamente ricoverata nel reparto pediatrico del nosocomio udinese.

La madre, italiana, conosce da pochi mesi il Santana e, tornata a casa ieri pomeriggio, avrebbe notato le bruciature sulla figlia e chiamato il 118. Poiché la donna non era in grado di spiegare cosa fosse successo, i sanitari hanno chiesto l’intervento della polizia che ha in breve scoperto l’allucinante verità.

Un’altra tragedia sfiorata, un’altra piccola vittima, un’altra famiglia precaria. Ormai l’instabilità familiare sembra essere la norma, non più l’eccezione e spesso delle giovani madri con figli piccoli intrecciano delle relazioni con uomini che, forse non pronti a fare i padri, tantomeno di figli non loro, si trasformano in veri e propri carnefici.

Stamattina, leggendo la notizia sul quotidiano locale nel bar della mia scuola, ho scambiato due chiacchiere con un collega ed entrambi abbiamo ricordato i tempi in cui avevamo i figli ancora piccoli, rievocando le notti insonni e l’incapacità, a volte, di far fronte a tutti gli impegni che la famiglia e il lavoro comportano. Abbiamo concluso che perdere la pazienza si può, che nessuno è talmente santo da rimanere impassibile di fronte ai pianti continui, magari durante la notte in cui si vorrebbe dormire per poter affrontare serenamente le fatiche del giorno dopo. A tutti è scappata la pazienza, un gesto di collera ci può stare, anche il pensiero di prendere la creatura urlante e buttarla fuori dalla finestra.

Qual è, dunque, il confine tra il pensiero e l’azione? C’è un modo per non impazzire? Io credo che la ragione abbia il sopravvento nella maggior parte dei casi sull’istinto. Ma i gesti folli accadono, purtroppo. Si chiamano raptus, parola che letteralmente significa “rapito, strappato”, come se improvvisamente la rabbia “strappasse” la capacità di pensare, di riflettere. Ma io mi chiedo: nel caso di cronaca di cui si sta parlando, che raptus è se l’uomo ha avuto la freddezza di aprire l’asciugatrice, infilarci la bambina e far partire la macchina?

[fonte: Messaggero Veneto]

7 pensieri riguardo “UDINE: LA BAMBINA PIANGE E LUI LA INFILA NELL’ASCIUGATRICE

  1. Okay perdere la pazienza, ma c’è una bella differenza tra l’arrabbiatura occasionale e l’atto di mettere una bambina nell’asciugatrice! Non ci posso nemmeno pensare…
    Mi domando come sia possibile per la mente umana riuscire solo a concepire simili gesti…

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  2. @ quarchedundepegi

    La battuta non è male … ma la situazione è davvero tragica. Però mi hai fatto sorridere. 🙂

    @ Scrutatrice di Universi

    Anch’io me lo domando e non so rispondere.

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