LEZIONI DI FRIULANO A SCUOLA AL COSTO DI DUE MILIONI E 650MILA EURO

Nelle scuole primarie e secondarie di I grado del Friuli-Venezia Giulia verrà impartito l’insegnamento del friulano alla modica cifra di due milioni 650 mila euro. I corsi saranno rivolti a oltre 68 mila studenti ai quali si aggiungono altri 9 mila delle scuole paritarie. L’assessore all’istruzione, Roberto Molinaro, ha comunicato ieri alla giunta i contenuti della bozza del regolamento della legge regionale (la 29 del 18 dicembre 2007) su tutela, valorizzazione e promozione del friulano.

Così, dopo il finanziamento di 35 mila euro, ottenuto nel 2009 grazie ai fondi della legge 482/99, al fine di elaborare il software per la scrittura intuitiva dei messaggini da inviare con il cellulare, scaricabile dal sito della Provincia, (QUI la notizia), un’altra iniziativa per diffondere la marilenghe fa discutere. Senza contare che il calcolo della spesa viene fatto considerando 30 ore di lezione (meno di un’ora a settimana) da impartire ad ogni allievo da parte di insegnanti che saranno impegnati oltre l’orario di servizio.

L’assessore Roberto Molinaro rende noto, tuttavia, che a tale spesa, visto il sistema di norme statali in vigore (e cioè la legge 482 del dicembre 1999, e il regolamento di attuazione del maggio 2001) deve concorrere anche il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca con il quale devono essere intraprese le necessarie intese. E qui mi permetto di sorridere.

Con tutto il rispetto per il friulano, lingua o dialetto che sia, mi domando, in primo luogo, se ci saranno docenti in grado di insegnarlo. Perché è evidente che non basta conoscerlo e usarlo tutti i giorni come lingua viva; che lo si faccia al bar giocando a briscola oppure in sala insegnanti discutendo sull’orario, fa lo stesso. E poi mi chiedo cosa penseranno di questo bizzarro insegnamento linguistico i giovani extracomunitari, quelli che magari non sanno nemmeno parlare bene l’italiano, figuriamoci scriverlo o conoscerne le regole grammaticali.

A questo proposito, mi chiedo se non sia più utile stanziare dei fondi per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri (attualmente devono accontentarsi di una ventina di ore, un numero esiguo, evidentemente, per chi ha poca dimestichezza con la lingua) o per portare sostegno ai diversamente abili, visto che il ministero non sembra preoccuparsene molto. Ah, già, dimenticavo che secondo il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, per i disabili sarebbe meglio creare delle classi separate

E che dire dei lavori urgenti di cui necessitano molte scuole della regione? Non parlo di ristrutturazione, mi riferisco a quella ordinaria manutenzione, tipo mettere a norma i vetri delle finestre che nelle sedi più vecchie cadono al primo soffio di vento o mettere in sicurezza i controsoffitti, onde evitare tragedie come quelle verificatesi altrove, che viene trascurata per mancanza di fondi.

Insomma, il friulano, seppur meritevole di tutela in quanto lingua minoritaria, secondo me potrebbe anche aspettare. Forse sarebbe il caso di dirottare l’attenzione verso i bisogni immediati degli studenti del Friuli-Venezia Giulia, considerando che non tutti sono friulani e forse non così interessati ad impararlo in modo tra l’altro molto approssimativo.

[Fonte: Il Messaggero Veneto]

7 pensieri riguardo “LEZIONI DI FRIULANO A SCUOLA AL COSTO DI DUE MILIONI E 650MILA EURO

  1. Condivido le tue perplessità. Pur ritenendo il dialetto un valore importante nella conservazione delle tradizione e della cultura autoctona, ritengo che l’insegnamento non debba incidere sulle spese dell’ istruzione, visto i tagli ai quali e’ già soggetta ogni anno. Se qualcuno ha interesse ad impararlo, può farlo da se’, il resto e’ solo propaganda politica.
    Ciao

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  2. @ Raffaele

    Effettivamente anche a me sa tanto di propaganda politica.

    E poi, diciamolo, gli studenti spesso hanno delle lacune gigantesche nell’italiano – e parlo dei madrelingua! – che sarebbe quasi il caso di finanziare delle ore supplementari per insegnarglielo come si deve … se proprio “avanzano” due milioni e 650mila euro.

    Ciao. 🙂

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  3. Francamente a me sembrano tutti matti e l’unica spiegazione che riesco a dare è di taglio politico leghista.

    I dialetti, tutti, sono un grande patrimonio ed è un vero peccato perderli. Ma non si imparano a scuola. Si imparano nella vita di tutti i giorni, in casa o con gli amici.

    A scuola, come giustamente dici tu, si dedichino risorse e denari a problemi ben più urgenti.

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  4. Un popolo che non conosce il proprio passato e non coltiva le proprie tradizioni è un popolo è destinato a scomparire. Io non sono nato in Friuli e purtroppo non parlo il friulano ma ritengo sia importantissimo che i ragazzi lo imparino e lo parlino. Per questo esigo che mia figlia lo impari e lo parli. La lingua friulana (non il dialetto cari signori) ha radici ben più profonde dell’italiano e di molte altre lingue. Dovreste conoscere meglio il modo in cui vengono amministrati i soldi a Roma (mia città natale) e comprendereste forse meglio come i due milioni e 650 mila euro stanziati per questo progetto non siano buttati ma al contrario utilizzati per qualcosa di concreto. I problemi dell’istruzione sono poi altra cosa, sono strutturali e non verrebbero sicuramente risolti in FVG con due milioni di euro.

    Tengo a precisare che sono anche molto distante dall’ideologia politica leghista che, a mio modo di vedere centra poco o nulla con il Friuli ed i friulani. Se qualcuno pensa di fare della marilenghe un cavallo di battaglia per la propria propaganda politica si sbaglia di grosso e dimostra di non conoscere il carattere del popolo friulano

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  5. @ Gianluca

    Il Suo parere è rispettabile e Le fa onore il fatto di esigere che a Sua figlia venga insegnato il friulano a scuola, nonostante la Sua origine non friulana. Tuttavia, ho esposto le mie perplessità che confermo. Per imparare una lingua, non solo parlata e scritta ma soprattutto a livello grammaticale, ci vogliono anni e anni. Trenta ore all’anno sono ridicole. Se Lei per Sua figlia si accontenta, libero di farlo, ma sappia che non imparerà nulla, forse solo a capire il friulano, cosa che, tra l’altro, posso fare anch’io senza averlo studiato.

    Certamente è giusto conoscere il proprio passato e coltivare le tradizioni locali, ma per fare questo non si devono sottrarre risorse a problematiche più urgenti. Si faccia un giro nelle scuole della regione e poi mi sappia dire se non sono prioritari gli interventi di cui ho parlato nel post.

    Infine, il friulano, come ben dice il mio amico frz40, come tutte le altre lingue regionali (lui li chiama “dialetti”, ma il punto non è se sia giusto chiamarli così oppure lingue, questo è un falso problema poiché in linguistica non esiste il termine “dialetto” ma “lingua regionale”), è un patrimonio che è peccato perdere. Tuttavia, lasciamo che a coltivarlo sia chi ne ha interesse e al di fuori della scuola pubblica: non c’è materia mal digerita quanto quella imposta. Finirebbe per essere odiato il friulano così come la matematica o il latino.

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