IL PANETTONE DI SAN BIAGIO


Se nella dispensa di casa c’è ancora un panettone avanzato da Natale che rischia di ammuffire o, almeno, di diventare stantio, allora è bene che lo apriate domani a colazione. Perché? Perché domani, 3 febbraio, la Chiesa ricorda San Biagio Martire. E allora? Che c’entra con il panettone? C’entra, c’entra, e ora vi spiego perché.

Biagio nacque a Sebaste, in Armenia, sul finire del III secolo d.C. Compiuti gli studi di medicina, intraprese la professione medica ma i suoi concittadini, nonostante non fosse né consacrato né ordinato, lo vollero investire della carica di Vescovo.
All’inizio Biagio non ne voleva sapere, poi, però, di fronte all’insistenza del popolo si risolvette ad accettare il ministero, anche se continuò a curare, oltre alle anime, anche il corpo dei suoi fedeli.

Un giorno capitò da lui una madre disperata perché al figlio, mentre mangiava del pesce, si era conficcata in gola una spina. Biagio accorse immediatamente al capezzale del fanciullo e, lasciate da parte benedizioni e unzioni, gli fece mangiare un pezzo di pane. La mollica portò con sé la lisca e il figlio della signora disperata riprese a respirare normalmente. Ovviamente non c’era nulla di miracoloso in quel gesto, tant’è che ancor oggi si mangia del pane per liberarsi da una spina di pesce che per caso si è conficcata nella gola. Ma la donna, fuori di sé dalla gioia per la salvezza del figlio, iniziò a gridare al miracolo.
La notizia giunse alle orecchie di Agricola, prefetto dell’imperatore Diocleziano per l’Armenia, che non gradì molto il fatto che la fama di questo vescovo si fosse così diffusa. Lo fece chiamare e, senza tanti complimenti, lo fece scorticare con pettini da cardatori e poi decapitare.
Per questo motivo Biagio, divenuto martire e poi santo, fu considerato il protettore dei cardatori e dei materassai (onore dovuto allo strumento che era stato usato per martirizzarlo) e a lui si attribuì anche il merito di proteggere dai malanni della gola, vista anche la stagione in cui cade il 3 febbraio, giorno a lui dedicato.

Detto questo, il panettone che c’entra? C’entra perché a San Biagio si attribuisce un altro “miracolo” che ha a che fare con il panettone.
Si racconta che, molto tempo dopo il martirio di San Biagio, quando il tipico dolce natalizio era già stato inventato, una donna milanese si fosse recata, poco prima di Natale, da Frate Desiderio perché le benedisse un panettone che aveva preparato per la famiglia. Questo frate doveva essere un po’ distratto, o troppo occupato, perché del dolce si dimenticò per giorni che poi divennero settimane. Altrettanto distratta, però, fu la donna che non lo reclamò. Così Desiderio, un bel giorno, si trovò davanti, nella sua canonica, il famoso panettone in attesa di benedizione e, convinto che la sua “padrona” non lo volesse più indietro, iniziò a mangiarselo. Giorno dopo giorno, boccone dopo boccone, del panettone non rimase più nulla, eccetto l’involucro che l’aveva custodito.

Il 3 febbraio, però, la donna si ripresentò al cospetto di Frate Desiderio, reclamando il suo panettone. Il religioso, che non si perse d’animo, probabilmente pensando a qualche scusa per giustificare la scomparsa del dolce, si recò nell’angolo dove giaceva ancora l’involucro vuoto del panettone e, con grande meraviglia, scoprì che la carta era gonfia e piena di un panettone grosso il doppio di quello che la donna gli aveva lasciato. Fu così che questa sorta di miracolo fu attribuita a San Biagio, il santo cui è dedicata tale giornata.

Da quel dì, non ben precisato, in realtà, la tradizione vuole che la mattina del 3 febbraio in famiglia si faccia colazione con il panettone, forse l’unico superstite dei dolci natalizi. Non si tratta di un modo come un altro per far fuori l’ultimo panettone, perché pare che al consumo del dolce, proprio nel giorno dedicato a San Biagio, venga attribuito il potere di preservare dai malanni della gola.

Non mi resta che augurare un … buon panettone a tutti!

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12 pensieri riguardo “IL PANETTONE DI SAN BIAGIO

  1. @ Ester

    Io solo PARLO del cibo. 😦

    Buona giornata.

    P.S. In ogni caso, il post è dello scorso anno (quando non ero a dieta). L’ho messo in evidenza perché le tradizioni … non scadono mai. 🙂

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  2. Grazie per la simpatica storia! S.Biagio è molto venerato anche in Sicilia, dove è patrono di alcuni paesi, tra cui Militello Rosmarino(Me). A Messina gli era intitolata una chiesetta,poi distrutta dal terremoto del 1908, sede di una confraternita di staffieri e palafrenieri(anche se non capisco il nesso con la gola).Buona giornata!

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  3. @ Lucia

    A quanto pare la benedizione della gola si usa ancora. Fa piacere sapere che certe tradizioni non si perdano.
    Ciao e buona giornata.

    @ lilipi

    Non sapevo che fosse così conosciuto in Sicilia. Mia nonna, che ha vissuto in prima persona il terremoto del 1908, non me ne ha mai parlato.
    Neanch’io capisco il nesso tra staffieri e gola. Grazie per le integrazioni, è sempre bello conoscere cose che non si sanno.
    Buona giornata anche a te.

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  4. Cara Marisa, malgrado la neve alta, oggi mi è giunto il Panettone da Milano, un regalo di mio genero che ha sfidato le inteperie per raggiungere la famiglia, spero di essere ancora in tempo per San Biagio..
    PS: Sono umbra, abito in paese bellissimo Montefalco in provincia di Perugia.
    Un saluto
    Lucia

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  5. @ Mistral

    Be’, almeno le favole non ingrassano! 🙂
    Ricambio i bacini e ti auguro un buon we

    @ Lucia

    Che bel pensiero quello di tuo genero! Il panettone lo puoi mangiare tranquillamente anche fino a maggio, non ti preoccupare.
    Non conosco l’Umbria ma credo che sia una regione bellissima. Poi io adoro i borghi medievali e ho visto dalle foto su Internet che Montefalco è davvero straordinario. Che fortunata!
    Un abbraccio e buon we

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