LE DIVE E LA CELLULITE: MAL COMUNE MEZZO GAUDIO?


A volte basta poco per consolarsi un po’. D’estate, ad esempio, è sufficiente andare in spiaggia, un qualsiasi lido della nostra penisola, per comprendere che non tutte le donne sono in gran forma e che la maggior parte sta messa peggio di te.

Una delle “piaghe” estetiche che demoralizzano le donne, soprattutto d’estate, è la cellulite. Il problema è che della buccia d’arancia ci si ricorda al momento di indossare il costume da bagno mentre bisognerebbe occuparsene tutto l’anno. Innanzittutto con una corretta alimentazione e poi con un po’ di movimento (almeno 30 minuti al giorno). Poi anche l’uso delle creme cosmetiche anticellulite può aiutare. Anche se sembra che si sprechino tempo e soldi, bisogna sempre chiedersi: “e senza, come sarei?”, dopodiché ci si convince a splamarsi la crema tutti i santi giorni e per tutto l’anno.

Sembra che la cellulite sia diffusa a tal punto da colpire anche le donne magre. Erroneamente, infatti, si pensa che le più afflitte siano quelle un po’ sovrappeso e altrettanto erroneamente si crede che la buccia d’arancia se ne stia alla larga dalle donne famose che possono disporre di tempo e di denaro per dedicarsi alla lotta contro quest’antipatico inestetismo.
In effetti, se osserviamo le belle donne famose che posano per i calendari o per un servizio fotografico su qualche rivista patinata, di cellulite sulle loro cosce o sui loro glutei non ne vediamo nemmeno l’ombra. Ma quando sfogliando un qualsiasi giornale di gossip (operazione che, fanatiche a parte, di solito si fa quando si aspetta il turno dalla parrucchiera, com’è successo a me recentemente) vediamo le fotografie “rubate” in spìaggia, be’ allora c’è proprio da consolarsi.

Che condividere la cellulite con le donne famose sia un mezzo gaudio non lo so, ma psicologicamente aiuta.

Se anche per voi questo inestetismo è un problema, guardate le altre foto delle vip afflitte da cellulite CLICCANDO QUA … vi aspettano delle belle e gratificanti sorprese!

[l’immagine è tratta dal sito indicato; per ingrandirla, cliccate sopra]

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MALEDUCAZIONE STRADALE


Ultimo week-end di agosto e il traffico, per l’ennesima volta, va in tilt. Bollino rosso, attenzione, meglio partire o venerdì o lunedì. Le raccomandazioni vanno bene per chi può programmare il viaggio come gli pare, anche se poi le cosiddette “partenze intelligenti” rischiano di causare ingorghi e code comunque proprio perché tutti seguono i consigli sulla circolazione stradale. (ne ho parlato QUI).

Ma come la mettiamo con chi, sventurato, deve fare un viaggio, per altro breve, in giornata? E deve per forza recarsi là dove le code interminabili hanno caratterizzato tutti i week-end d’agosto? In questo caso, val poco la volontà di essere intelligenti, visto che non si può scegliere. Ma nel momento in cui ci si trova imbottigliati nel traffico e si impiegano due ore per coprire un tragitto che richiede al massimo 50 minuti, non si può far altro che pensare di avere come compagni di viaggio, anzi di coda, degli emeriti deficienti!

Le code si formano sempre nelle zone cruciali, non si sa perché. Ovvero, ci si chiede come mai , se la situazione si presenta tristemente uguale da anni, non si possa porvi rimedio. Tuttavia, quello che fa più rabbia, oltre al disinteresse di chi dovrebbe ovviare al problema e non lo fa, è la maleducazione degli automobilisti. Oltre che deficienti, perché si muovono con il bollino rosso, sono anche maleducati perché tentano di fare i furbetti e a volte ci riescono.

Ieri, io e mio marito ci siamo dovuti recare a Trieste, e non per turismo. All’andata, grazie all’avviso fornito da Società autostrade che informava sui 13 chilometri di coda dal nostro casello allo svincolo tra la A4 e la A23, abbiano fatto il viaggio prendendo la strada statale. Non vi dico la felicità di mio marito che sbuffava ad ogni semaforo e ad ogni lumaca che, pur essendo il limite di 70 Km/h, andava a 50. Ad ogni modo siamo arrivati a destinazione in un’ora e mezza, impiegando 40 minuti in più rispetto all’autostrada.

Il bello è arrivato al ritorno. Convinti che ormai tutti fossero partiti e ci fossero in giro quattro o cinque deficienti, abbiamo fiduciosi imboccato la superstrada. Peccato, però, che in questo caso nessun cartello ci avesse avvisato della coda che, inevitabilmente, si era formata a 6 km dal famigerato casello del Lisert. Una volta imbottigliati, non c’è stato nulla da fare: seppur intenzionati, ma dovrei dire rassegnati, a tornare a casa prendendo la statale, abbiamo per forza dovuto percorrere quasi tutti i 6 chilometri, causa l’assenza di altre uscite dalla superstrada.
Mio marito, sapendo di dover prendere la prima uscita, si è posizionato a destra sulla carreggiata. Di fronte a noi avevamo un camper austriaco e si sa quanto gli austriaci siano pazienti ed educati, almeno finché non seguono i pessimi esempi che gli automobilisti italiani offrono sulle strade e autostrade.
Ad un certo punto, il possessore di una BMW (mi chiedo come mai i meno pazienti non girino in Panda) si è stufato di fare la coda e ha superato tutti percorrendo la corsia di emergenza. Ora, tutti sanno che si tratta di una manovra vietata e severamente punita. Ma quando uno comincia, è davvero difficile che altri non lo seguano: mica sarà lui l’unico furbo e gli altri tutti imbecilli! Così, un po’ timidamente altre macchine hanno iniziato a percorrere la corsia di emergenza.
Assistendo alla “fuga dei furbetti”, mio marito mi guarda e mi dice: “Sta’ a vedere che anche l’austriaco lo fa. Bell’esempio diamo agli stranierei!”. In effetti il camper che ci precedeva in coda aveva iniziato a marciare sempre più verso destra, fino a posizionarsi mezzo sulla corsia normale e mezzo su quella di emergenza. Ma procedeva così, senza sembrare intenzionato a fare il furbo anche lui.
Quando le automobili dei furbetti hanno iniziato a strombazzare perché il camper impediva loro la marcia sulla corsia di emergenza, abbiamo capito: l’Austriaco si era messo a quel modo per impedire che i soliti maleducati la facessero franca ed evitassero la fila.

Non appena siamo arrivati all’uscita che precede il casello, anche il camper ha svoltato e ci ha preceduti per qualche chilometro. Anche l’austriaco, come noi, aveva deciso di imboccare l’uscita e continuare il viaggio sulla statale. Anche lui, come noi, ha atteso che la linea continua, che delimita la corsia di emergenza, diventasse tratteggiata. Anche lui, come noi, ha messo regolarmente la freccia per indicare l’intenzione di uscire dalla superstrada. Anche lui, come noi, si sarà sentito un imbecille di fronte all’atteggiamento menefreghista di chi è convinto che i fessi marcino sulle corsie regolari e i più intelligenti su quelle di emergenza. Ma anche lui, come noi, sarà stato gratificato dalla considerazione di essere educato.

Noi siamo arrivati a destinazione in due ore (impiegando per il viaggio di ritorno ben un’ora e dieci minuti in più rispetto all’autostrada). L’austriaco ci avrà messo un’enormità di tempo in più. Anche noi, come l’austriaco, ci siamo sentiti gratificati dalla considerazione di essere educati e di non lasciarci influenzare dai tanti esempi di maleducazione stradale.

Saremo arrivati a destinazione più tardi dei furbetti ma, oltre che più educati, alla fine siamo noi i più intelligenti … almeno non abbiamo rischiato una multa salata.