Ultimo giorno di scuola: stamattina tenere fermi i ragazzi in classe è stata una vera impresa. Al suono dell’ultima campanella, per quest’anno scolastico, in perfetto sincronismo un urlo ha percorso i corridoi di tutti i piani dell’intero edificio scolastico. Mi aspettavo un lancio di libri e invece hanno preferito lanciare i soliti palloncini pieni d’acqua che, stando alle disposizioni del Dirigente Scolastico, dovrebbero essere banditi. Ma va be’, siamo alla fine, e poi i libri servono ancora … per cosa? Per i compiti delle vacanze, è ovvio.
Poteva mancare, nei Tg, il solito servizio sul tema? No, non poteva. Ed ecco che “Studio Aperto” ha intervistato il solito avvocato Roberto Arnoldi che, a quanto pare, da qualche anno sta più in televisione che nel suo studio professionale. Lui, paladino a difesa dei diritti dei consumatori, non si stanca mai, ogni estate, di ricordare che gli studenti hanno diritto al riposo e, quindi, non devono essere riempiti di compiti da svolgere durante le vacanze.
Da bravo avvocato, motiva questa sua convinzione scomodando la Legge, quella con la elle maiuscola. Prima di tutto, la Convenzione ONU dei Diritti dell’Infanzia che, all’articolo 31, recita:
Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.
Tale diritto è direttamente riconducibile, a detta dell’avvocato, all’ articolo 4 della Costituzione italiana, in cui si legge:
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
E chi concorre, sempre secondo Arnoldi, per eccellenza al progresso della Nazione? Lo studente serio, quello che si è sempre impegnato e ha ottenuto la meritata promozione. Ergo: tale studente rientra a pieno diritto nella categoria dei lavoratori. E allora, come tutti i lavoratori lo studente serio ha diritto al riposo. Infatti, secondo l’articolo 36 (anche se Arnoldi ha preso un abbaglio citando l’articolo 39 che, però, riguarda le organizzazioni sindacali) della nostra Costituzione, il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”. Peccato, però, che si parli di retribuzione, che per gli studenti non è contemplata (vi immaginate la Gelmini che, dopo aver tagliato un bel po’ di posti di lavoro per il personale della scuola, propone lo stipendio per gli studenti?). Quindi, il “lavoro” degli studenti rientra nei “doveri” tipici del lavoratore ma senza avere alcun “diritto” alla retribuzione.
Detto questo, mi pare che Arnoldi abbia le idee confuse. Non che i ragazzi, dopo nove mesi di scuola, non abbiano diritto al riposo; ma è innegabile che non possano rivendicare alcun diritto legalmente riconosciuto ai lavoratori.
La proposta dell’avvocato, tuttavia, potrebbe apparire anche saggia: il docente serio deve assegnare agli studenti seri la giusta mole di compiti che essi possano svolgere negli ultimi quindici giorni di vacanza. È giusto, infatti, che dimentichino l’ambiente ludico delle vacanze e rientrino gradualmente in quello più faticoso della scuola.
Ok, la proposta potrebbe essere accettabile. Ma c’è un ma: vi pare che io, assegnando i compiti per le mie materie, abbia consultato tutti gli altri docenti per accertarmi di aver dato un numero equo di attività da svolgere? Prima di tutto i colleghi avrebbero probabilmente interpretato la mia come un’intrusione nella loro libertà didattica che è generalmente difesa, anche in nome della privacy, più dello stesso segreto istruttorio; ma anche supponendo che nessuno si sarebbe infastidito più di tanto, come avremmo potuto valutare se la complessiva mole di compiti assegnati possa essere equa e tale da essere svolta nei quindici giorni che precedono la ripresa delle lezioni? Avremmo dovuto, in teoria, ipotizzare i tempi di svolgimento dei compiti per ciascuna materia. E come? Supponendo che in media si stia tot tempo per ogni esercizio o lettura o traduzione? Ma ogni media non tiene conto dei tempi che occorrono a ciascuno studente: ad esempio, c’è chi una versione di latino la fa in un’ora e chi la fa in tre; quindi, i compiti sarebbero stati pochi per qualcuno ed inevitabilmente troppi per altri.
Insomma, io credo che l’avvocato dovrebbe fare il suo mestiere, senza parlare a vanvera, e lasciarci fare il nostro. Nessuno, dotato di un normale raziocinio, riempie di compiti gli studenti ma se parlate con loro, le attività sono sempre eccessive. Senza contare che di solito quelli che possono rientrare nella categoria “studenti seri che concorrono al progresso della Nazione” non si lamentano mai. E gli altri? Probabilmente dovranno fare molti compiti perché “rimandati a settembre”, quindi per loro i compiti sono un male necessario che, nonostante tutto, li impegnerà comunque per non più di quindici giorni … quelli che precedono gli “esami”. Per gli “studenti seri” sarà un modo per tenersi in allenamento senza per questo sentirsi frustrati a causa dell’insensibilità dei docenti che, a detta di Arnoldi, violano la Convenzione ONU e la Costituzione Italiana.
Come osserva Quintiliano che, nell’ambito dell’educazione, fu un vero maestro: I momenti di riposo tuttavia debbono avere una certa misura, per evitare che, se negati, suscitino avversione per lo studio oppure, se concessi in modo eccessivo, provochino una abitudine all’ozio.
Mi sembra che tre mesi di vacanza siano un po’ troppi come giusto riposo; quindici giorni, un po’ pochi. Come sempre e come i Romani ci hanno insegnato, est modus in rebus.
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ARTICOLO CORRELATO: Riecco l’estate e riesplode la polemica sui compiti per le vacanze
Crudeltà.
Sono una crudeltà. Mai fatto un compito delle vacanze nelle superiori e pochissimi, inutili, prima.
Un breve ripasso a inizio del nuovo anno scolastico e ce n’è fin che mai.
E per i prof? Quelli che si godono i tre mesi di vacanza, intendo. Quale sarebbe il modus in rebus?
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@ frz
I miei figli hanno sempre fatto i compiti per le vacanze, alle elementari e alle medie ancora di più che al liceo. Io come genitore non mi sono mai lamentata, anche perché, da insegnante, so che sono necessari.
Una mia amica maestra mi dice sempre che ogni anno i genitori VOGLIONO i famosi libri delle vacanze e la maestra che non li assegna non è ritenuta una brava maestra. Qualcuno ne vuole due perché il primo è già finito dopo un solo mese di vacanza.
Ovviamente sei libero di pensarla come vuoi ma permettimi di farti notare che in questo campo l’esperta sono io e tu giudichi “inutili” i compiti delle vacanze dal punto di vista dello studente che non era felice di svolgerli.
Ho più volte, in questo blog, ricordato ai non adetti ai lavori che gli insegnanti hanno, a tutti gli effetti, 36 giorni di ferie, NON TRE MESI! Siamo in servizio fino al 30 giugno e riprendiamo il 1 settembre. Siamo costretti a chiedere le ferie o in luglio (sempre che non si sia impegnati negli esami di stato) o in agosto. Mi pare che questo sia più uno svantaggio che un vantaggio, visto che altre categorie di lavoratori hanno una più ampia scelta.
A parte il fatto che il nostro lavoro è talmente stressante che si sente il bisogno di riposare, credo che tutti noi occupiamo parte delle nostre vacanze nell’autoformazione e nella progettazione delle attività da proporre l’anno successivo. Ma, come sempre accade, il lavoro sommerso non appare e si giudica solo da quello che è evidente a tutti: la scuola finisce oggi e riprende a metà settembre. Peccato non sia così per gli insegnanti.
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Certo, dal mio punto di vista di studente, prima e genitore poi.
Quanto all’orario di lavoro e alle vacanze, dai… per favore.
Se poi vuoi dirmi che siete mal pagati, qui concordo. Ma solo per certe materie che comportano lavoro a casa.
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Scusa, rileggendo, voglio precisare.
Il mio commento, ovviamente, generalizza e fare ditutta un’erba un fascio è sempre sbagliato.
Qualche compito delle vacanze può essere più che utile per qualcuno, ma a mio avviso, dovrebbe essere un suggerimento e non un obbligo.
Quanto agli insegnanti, anche qui, si devono fare motli distnguo: c’è chi fa poco e chi invece il suo stipendio se lo guadagna ampiamente e meriterebbe molto di più.
Credo che sia doveroso precisarlo.
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@ frz
Se glieli suggerisci, è la vera volta che non li fanno. Io, comunque, non ho mai controllato quaderno per quaderno se hanno svolto i compiti per le vacanze. Ho sempre detto che non li devono fare per farmi un piacere ma perché servono a loro. In ogni caso, li ho sempre corretti in classe all’inizio dell’anno, perché è del tutto inutile darli se non li si corregge. In questo modo si inizia il ripasso e si è pronti per ricominciare.
Grazie per le precisazioni. 🙂
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Scusa, rileggendo, voglio precisare.Il mio commento, ovviamente, generalizza e fare ditutta un’erba un fascio è sempre sbagliato.Qualche compito delle vacanze può essere più che utile per qualcuno, ma a mio avviso, dovrebbe essere un suggerimento e non un obbligo.Quanto agli insegnanti, anche qui, si devono fare motli distnguo: c’è chi fa poco e chi invece il suo stipendio se lo guadagna ampiamente e meriterebbe molto di più.Credo che sia doveroso precisarlo.
Egr. frz40
Alcuni compiti per le vacanze sono necessari per una serie infinita di motivi……….altrimenti i ragazzi tornano a settembre completamente digiuni e inoperosi……………mi è successo lo scorso anno, quando ho dovuto riprendere vecchi concetti che molti avevano cancellato dalle loro menti!!!!!!!!!!!!!Eppoi gli insegnanti di cui lei parla che avrebbero 3 mesi (!!!!), dico 3 mesi di vacanza (!?!|?!?!?), alcuni passano i tantissimi giorni di vacanza di cui lei è certo di sapere, studiando e aggiornandosi a loro spese…………….pertanto non cada nel tranello di saper giudicare il mondo della scuola solo perchè ritiene di averla frequentata da studente……….ci pensi prima di scagliarsi contro una categoria quanto mai attaccata e bistrattata!!!!!!!
Cordialità
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Rispondo, citandolo, a frz:
“Quanto all’orario di lavoro e alle vacanze, dai… per favore. ”
Come insegnante posso sopportare tutto, lo scarso stipendio, i tagli, una riforma assurda ecc. ma non le persone che giudicano il nostro lavoro senza conoscerlo.. forse, anch’io, da studente, pensavo che i prof. lavorassero solo il tempo che li vedevo in classe, ma un adulto dovrebbe sapere che la situazione è più complessa, o se non lo sa, dovrebbe almeno ascoltare chi gliela spiega. Invece no, con arroganza si sostiene che gli insegnanti lavorano poche ore e hanno 3 mesi di vacanza.. Niente di più falso: durante l’anno, fra riunioni, burocrazia, compiti da correggere e lezioni da preparare si lavora non meno di 40 ore la settimana. Vorrei tanto che ci fossero i tornelli a testimoniarlo, invece il nostro è un lavoro sommerso e malpagato e dopo tutta la fatica ci dobbiamo sorbire anche certi commenti irrispettosi: oltre il danno pure la beffa!
Certo, come in tutti i lavori, ci sono anche gli scansafatiche, ma sono una minoranza.
Per quanto riguarda i compiti per le vacanze, i prof. non ci guadagnano niente a darli, né lo fanno per soddisfare istinti sadici nei confronti degli studenti.. sono solo un’oppurtunità per imparare meglio, chi non la vuole sfruttare, peggio per lui.
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Cara Marisa,
E’ da circa un anno che ci scambiamo pareri ed opinioni sul tema della scuola e tu sai quanto stimo e apprezzo il lavoro di quegli insegnanti che, come te, ad essa si dedicano con tanto amore e tanta passione.
Mi spiace ora ritornare su questo tuo post, perché so già che susciterò ulteriori polemiche, ma un paio di tuoi colleghi mi tirano per la giacca, a causa di quel mio “Quanto all’orario di lavoro e alle vacanze, dai… per favore. ” che, evidentemente, deve averli punti sul vivo e non posso non rispondere..
Una mi accusa, come adulto, di “non sapere che la situazione è più complessa” e di “non ascoltare, almeno, chi gliela spiega” e l’altro che mi suggerisce di “non cadere nel tranello di saper giudicare il mondo della scuola solo perché ritiene di averla frequentata da studente”.
Hanno ragione.
Il mio è certamente un punto d’osservazione esterno che guarda ai risultati e non apprezza la “complessità” della situazione.
Esterno perché ho frequentato in altri tempi la scuola (NB – Caro Francesco, l’ho proprio fatto, glielo assicuro, non è che ‘ritengo’ solo di averlo fatto), poi l’ho vissuta come padre di due figli e zio di due nipoti ai quali è purtroppo mancato il papà, e poi ancora come amico di altri papà e mamme con figli di varie età.
Ora la vivo solo da quel che posso leggere dai giornali, o da questo blog di Marisa, e mi pare che non sia tutto oro quel che brilla. Così non mi pare che brillino troppo i comportamenti di quegli insegnanti che lasciano violentare una ragazzina in classe, o quegli altri che barano suggerendo le risposte ai test Invalsi. Non devono essere d’oro zecchino neppure quei 10 mila docenti psicotici che pare continuino ad insegnare nelle scuole italiane, e non deve brillare troppo nemmeno quel 26esimo posto splendidamente conseguito dai nostri studenti al test Pisa, promosso dall’Ocse in 41 paesi, per misurare il livello di preparazione degli alunni della scuola dell’obbligo. E non voglio parlare del grido di disperazione di Luca Ricolfi, e di molti altri, quando giudicano il grado di preparazione degli studenti che si affacciano ai corsi universitari, così come non voglio parlare delle differenze tra scuole del nord e scuole del Sud.
Sarà certamente un punto di vista distorto e, per la carità, non voglio certo dare, di tutto questo, colpa agli insegnanti, che forse sono ancora quelli che più si impegnano a tenere in strada il carrozzone, ma questo é quel che appare all’esterno. E bisogna prenderne atto e pensare che da parte di tutti occorra far di più e meglio.
Venendo ai “tre mesi di vacanza” e all’orario di lavoro anche qui mi rendo conto di vederla in modo esterno e distorto. Ma è questione di quali sono i termini di confronto che si vogliono assumere.
Sara si sforza di spiegarmi che “durante l’anno, fra riunioni, burocrazia, compiti da correggere e lezioni da preparare si lavora non meno di 40 ore la settimana” . Io faccio meno sforzo guardando la cartolina orologio di mio figlio e di tanti altri come lui, che di ore settimanali ne fa 55/60, senza contare il lavoro a casa dei Sabati e delle Domeniche. Lavora in un industria privata, ha la responsabilità di un ufficio e guadagna più o meno come un insegnante di ruolo. E mio figlio non è l’eccezione, ma la regola.
Fa quattro settimane di vacanza in estate, 4 giorni a Natale e 3 a Pasqua. Sarà un illusione ottica ma, per contro, al mare a Loano, di prof (femmine) ne vedo almeno tre che dal 1° luglio al 31 agosto si godono beatamente la spiaggia. E insegnano Italiano e latino a Milano. Come faranno?
Lo ripeto: non voglio sminuire e sottovalutare l’impegno di chi dà molto e riceve poco nel mondo della scuola. Ammiro questi insegnanti, li apprezzo e li ringrazio. Marisa Moles in primis. Ma quanti sono i prof che se ne fregano e le 18 ore settimanali, o poco più, sono tutto quel che loro danno?
Chiudo con i compiti delle vacanze. Lo capisco. Tre mesi di dolce far niente sono troppo lunghi. Ma sono i tre mesi che sono troppi.
Mi fa ridere Sara, che di arroganza sarebbe meglio non parlasse, quando dice: “i prof. non ci guadagnano niente a darli, né lo fanno per soddisfare istinti sadici nei confronti degli studenti.. sono solo un’opportunità (sic!) per imparare meglio, chi non la vuole sfruttare, peggio per lui”. E’ come sentirla dire in classe “Io la lezione l’ho spiegata, se non l’avete seguita peggio per voi”
Mi fa sorridere anche Francesco quando dice che “sono necessari per una serie infinita (sic!) di motivi……….altrimenti i ragazzi tornano a settembre completamente digiuni e inoperosi……………mi è successo lo scorso anno, quando ho dovuto riprendere vecchi concetti che molti avevano cancellato dalle loro menti!!!!!!!!!!!!!” Vedrà che quest’anno con i compiti dati tutti i suoi allievi torneranno pronti e pimpanti senza doverlo costringerlo a faticosi ripassi. A proposito: tutti quei puntini, punti esclamativi e interrogativi, li usa anche per le verifiche? I suoi alunni li apprezzeranno molto.
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@ frz
Abbiamo già avuto modo di confrontarci sull’argomento e ti ringrazio per la stima che nutri nei miei confronti. Noto, tuttavia, che nei commenti rimani sempre della stessa opinione e mi dispiace. Come ben dice Sara, gli insegnanti scansafatiche ci sono, certo, ma sono una minoranza. L’opinione pubblica, tuttavia, è convinta che siano la stragrande maggioranza e in più molto fortunati ad avere così tante vacanze.
Il paragone con tuo figlio l’abbiamo già fatto e non dubito che lavori molto. Ma se a quarant’anni guadagna come un docente con più di venticinque anni di anzianità, è ovvio che tra dieci anni guadagnerà molto di più. Inoltre, avrà modo di avanzare con la carriera, cosa che a noi docenti è preclusa. In più, ci hanno appena annunciato che per i prossimi tre anni non sarà rinnovato il contratto, quindi non avremo nemmeno l’indennità per la cosiddetta “vacanza contrattuale”, e verranno bloccati anche gli scatti di anzianità. Questo è il sacrificio dei dipendenti pubblici, sacrificio da cui è escluso, però, tuo figlio che lavora nel privato.
Le tre insegnanti che incontri a Loano mi sembrano un campione poco significativo, visto che i docenti in Italia sono quasi un milione. Tuttavia, se loro se ne stanno beatamente al mare per due mesi, sanno di essere in servizio per i 26 giorni non inclusi nelle ferie che spettano di diritto. D’altra parte, se nessuno ci chiama a scuola nel periodo estivo, è forse colpa nostra? Quindi chi può permettersi di passare luglio e agosto al mare, perché non ha esami e ha sposato un uomo ricco -altrimenti ti assicuro che non se lo potrebbero permettere-, dev’essere giudicato uno scansafatiche o superfortunato?
Quanto ai dati Ocse Pisa, più volte ti ho fatto notare che la media non rende giustizia a certe zone d’Italia in cui ci sono delle scuole di eccellenza, con tanto di certificazione di Qualità. Nella mia regione, per fare un esempio, i dati relativi all’indagine si avvicinano a quelli della Finlandia che è considerato il Paese europeo in cui la scuola funziona meglio. Anche qui, come vedi, non è bene fare di tutta l’erba un fascio e giudicare il livello della scuola italiana, tutta, come mediocre. Quanto a quello che dicono Ricolfi e co., come disse Rhett in “Via col vento”, «francamente me ne infischio»; anche in questo caso, infatti, si tende a generalizzare, senza tener conto che le realtà regionali sono molto diverse.
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Felice di aver fatto ridere frz, anche se non capisco il suo senso dell’umorismo.. a scuola ripeto le cose più volte quando gli alunni non le capiscono ma fra adulti intelligenti mi sembra inutile, chi vuole capire capisca, altrimenti resti della sua opinione, non è un reato.
Mi sembra che i contributi delle persone interne alla scuola abbiano spiegato bene come si svolge il nostro lavoro. Che poi la scuola sia da riformare e il livello delle competenze dei nostri alunni sia basso è vero, ma non è scontato che la colpa sia dei professori. Io credo di fare del mio meglio, mi preparo con cura le lezioni, soprattutto la domenica perché ho più tempo, ma se poi gli alunni non si impegnano e non studiano abbastanza a casa non apprendono come dovrebbero; ciascuno deve dare il massimo di se stesso, insegnanti e alunni, altrimenti i risultati non si ottengono.
Ps: Frz non mi conosce, ma se mi vedesse al mare dal 1 luglio al 31 agosto è perché sono disoccupata e non in ferie. Tantissimi docenti sono precari con contratto fino al 30 giugno, quindi hanno sì 2 mesi di vacanza (che bello!) ma senza stipendio!
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Mio figlio è sato bocciato in seconda media , ed io sono indecisa se prendergli i libri per le vacanze con i ripassi della seconda o prendere dei libri per il ripasso dei concetti della prima oppure entrambi ?
Chiedo aiuto alle insegnanti che ne sanno certo piu’ di me.
Grazie Regina
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@ Regina
Se Suo figlio è stato bocciato in seconda media è perché non ha ancora acquisito le competenze, oltre che le conoscenze, necessarie per proseguire gli studi in terza. Tuttavia, credo che possa trattarsi di una preparazione lacunosa anche per quanto riguarda i prerequisiti. Quindi, secondo il mio parere, sarebbe meglio un ripasso del programma di prima, anche perché, passando l’estate a rivedere i programmi di seconda, rischierebbe poi, ad inizio d’anno scolastico, di annoiarsi e di non mantenere in seguito il passo con l’avanzamento del programma.
Fare i “compiti” per Suo figlio è di certo necessario; tuttavia, non glieli proponga come una “punizione”: non servirebbe a farlo studiare meglio e di certo non gioverebbe all’autostima.
Cordiali saluti.
Marisa Moles
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Non mi sono mai posta, fino ad oggi, il problema compiti delle vacanze. Ma avere 1 libro di 95 pagine per italiano, 1 di 95 pagine per matematica, 1 di 22 per inglese in seconda elementare mi sembra un pò troppo.
Sarebbe stato meglio un giusto mezzo, meno compiti ma più mirati su quello che erano le ultime cose fatte in seconda: moltiplicazioni, divisioni, somme con più di 2 addendi…Oltretutto, ci sarebbe anche il tempo di correggerli. Invece finirà come l’anno scorso: consegnamo i libri, e ce li restitutiscono il giorno dopo neppure vistati…Non lo trovo giusto nei confronti dei bambini che, aiuto o meno, si sono comunque impegnati nel portarli a termine.
Francy
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@ Francy
Un po’ troppo? A me, sinceramente, sembra DISUMANO.
Mi convinco sempre più che le maestre elementari siano sadiche …
E ora mi preparo a difendermi dalle critiche! 🙂
Coraggio, signora Francy, porti pazienza e, soprattutto, non faccia capire al/alla suo/a bambino/a che le maestre sono un po’ fuori di testa.
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Io credo che occorra equilibrio… e buon senso.
Sicuramente sarebbe sbagliato e controproducente lasciare i ragazzi per quasi tre mesi senza nessuno stimolo culturale.
Quindi ben vengano libri interessanti da leggere, qualche ricerca da svolgere ed un giusto (non eccessivo) numero di esercizi… di mantenimento.
Devo però dire che molti insegnanti, soprattutto alle scuole medie ed al biennio delle Superiori, sono incapaci di utlizzare bene il tempo durante l’anno scolastico.
Sprecano molte ore, si perdono in chiacchiere, non riescono ad organizzarsi nel modo adeguato e a fine maggio sono SEMPRE e SISTEMATICAMENTE indietro con il programma.
E così spesso utilizzano le vacanze per far completare agli studenti ciò che non è stato finito a scuola.
Gli ultimi 3 capitoli del libro di storia, la parte finale dell’antologia e via dicendo.
La cosa peggiore poi è la “correzione”, a settembre.
Alcuni di questi insegnanti, in genere i più incapaci e con “la coda di paglia” non vogliono iniziare l’anno riempiendo il registro di insufficienze.
Sanno che sarebbe difficile dare il “sei politico” a persone con una lunga lista di valutazioni negative.
Così, per andare sul sicuro, invece di controllare tutta la classe, “scelgono” di interrogare i 4 o 5 più studiosi.
Adesso ho 28 anni, sono laureata e lavoro… ma mi ricordo perfettamente che alle medie, alla fine delle vacanze (natalizie ed estive) venivano interrogati quasi soltanto gli alunni presumibilmente più preparati, o che avevano a casa qualcuno che li poteva aiutare.
Ed anche durante l’anno io ed una mia amica (guarda caso entrambe con i genitori laureati ed insegnanti) venivamo scelte come elementi trainanti dei “lavori di gruppo”.
Però alla fine il bel voto veniva dato a tutti, anche a chi non aveva mosso un dito.
Ricordatevi… un professore che spiega, si impegna e mette energia ed entusiasmo nel proprio mestiere, può permettersi di essere (giustamente) severo, ma in genere non carica di compiti gli alunni, perchè preferisce lavorare in classe.
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@ Francesca Vannucci
Alcune delle tue osservazioni sembrano dettate dalla tua esperienza di studentessa ma non sono del tutto corrette.
Sono convinta che ci siano docenti che si perdono in chiacchiere e per questo rimangono indietro con i programmi ma il più delle volte la vera perdita di tempo è causata dalle innumerevoli attività che, almeno nelle scuole superiori, si propongono agli allievi, visite d’istruzione e assemblee comprese. Non dico che alcune di esse non siano utili, ma so che pochi studenti le ritengono un arricchimento e molti una scusa per perdere ore di lezione.
Inoltre, non si deve dimenticare che quelle che possono apparire solo chiacchiere , sono in relatà un’occasione di dibattito che in un’aula scolastica non può mancare, visto che ci sono degli obiettivi trasversali, come l’abitudine al confronto e il rispetto delle opinioni altrui, che non possono essere raggiunti trattando esclusivamente i contenuti disciplinari.
Non capisco, poi, il tuo discorso sulle interrogazioni d’inizio anno e sull’abitudine di alcuni docenti di scegliere i migliori per non iniziare l’anno con una sfilza di insufficienze. Non credo, infatti, che ci siano tanti docenti che si affrettano a dare i voti e li diano sulle attività estive. Queste ultime devono costituire, come ho già detto, un’occasione per il ripasso, ma le valutazioni devono riguardare le nuove attività svolte in classe. La correzione dei compiti per le vancanze è doverosa ma non deve stressare gli allievi già nei primi giorni di scuola che servono, invece, a riprendere il ritmo perduto durante la pausa estiva.
Per quanto concerne i lavori di gruppo, di solito si dà una valutazione complessiva ma il voto viene attribuito al contributo del singolo allievo che espone oralmente la sua parte. Almeno, io faccio così.
Concordo pienamente con la tua ultima affermazione: io non do tanti compiti – e per questo sono considerata buona da alcuni allievi e genitori – proprio perché per me la cosa più importante è lavorare insieme in classe. In questo modo, ho anche l’opportunità di rendermi conto delle difficoltà di ogni singolo allievo e i ragazzi sanno di poter contare su di me e su una spiegazione supplementare nel caso non abbiano ben capito qualche regola.
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i compiti delle vacanze sono la cosa più ingiusta dei professori e dovrebbero darci 6 mesi di scuola e 6 di vacanza e d’estate le prof e i prof sela spassano con il sesso e gli alcolici . mentre i ragazzi .stanno tutto il giorno a casa a studiare
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@ odiatori della scuola 2
Tutto il giorno a studiare ❓ Mi viene da ridere …
A parte che quello che facciamo in vacanza noi prof non deve interessare voi studenti, volevo precisare una cosa: io sono astemia! 😀
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Solo sesso? Doppio, allora. Eh, eh !!! 🙂
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@ frz
Chissà perché ma mi aspettavo da parte tua un commento … del genere. 🙂
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E’ la parte femmina che c’è in me. Che vuoi farci…. 🙂
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ritiriamo qello che abbiamo scritto l’ altro giorno
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@ odiatori della scuola 2
Bene, ora cominciamo a ragionare … anche perché un po’ di studio estivo ci vuole proprio. Un ripassino all’ortografia non sarebbe una cattiva idea: non si è mai vista una “q” senza la “u” (vocale di appoggio, appunto, perché se non c’è, la “q” è impronunciabile).
Questo era un assaggino. Se volete, potete ripassare un po’ di regole QUI. 🙂
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Ma i professori d’estate lavorano?
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Credo che l’assegnazione dei compiti dovrebbe essere personalizzata,ossia ogni bambino dovrebbe ,previo colloquio con la maestra ,dedicare gli ultimi 20giorni di vacanza al ripassodella materia in cui e’ carente.mi riferisco ai bambini delle elementari, in quanto credo che soprattutto in questa fascia di eta’siano un diritto il gioco ,il riposo e la spensieratezza delle vacanze.
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@ Savona Francesca
Come ho già detto, alle elementari non c’è bisogno di esagerare, proprio per i motivi che Lei stessa elenca. Eppure una mia amica maestra non dà quasi mai compiti ed è criticata dalle famiglie perché non assegna i soliti “libri delle vacanze”. Non solo: pare che i genitori, di propria iniziativa, li comprino ai figli dicendo che se non ci pensa la maestra, qualcuno ci deve pur pensare. 😯
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Sono convinta che i compiti a casa aiutino… ma senza esagerare! ho due figli, uno andrà in seconda elementare e svolge il suo libro delle vacanze, l’altro andrà in seconda media… ragazzi, è venuto a casa con la lista del SOLO prof di italiano e storia da far paura! Come riportava sopra Francesca Vannucci, le consegne di storia sono due capitoli NON svolti durante il programma scolastico, con relativi esercizi e mappe geografiche da compilare, una ventina di esercizi di grammatica, 8/9 letture di antalogia e relativi esercizi, 5 testi da scrivere di tot parole e un libro a scelta tra i titoli proposti. PS, scrive lui, studiate bene i verbi e i tempi perchè, con gli argomenti studiati in classe, saranno oggetto dei test di entrata; PS1: divertitevi. PS2: mi mancherete. beh, una bella presa in giro, nevvero? oh si certo, mancano anche il libro di Inglese e tedesco, circa una 60ina di esercizi di ogni unità di matematica (9 x 60…). Qual è in problema? Mio figlio ha una disturbo espressivo del linguaggio, non occorre che sia seguito da un insegnante di sostegno, bensì va dalla logopedista che gli sta INSEGNANDO a scrivere, perchè nei temi o esercizi lunghi lui non riesce a scrivere come un qualsiasi ragazzino della suà età. Sia chiaro che l’insegnante lo sa, ma il suo voto in pagella nella valutazione finale è diminuito, con tale sconforto di mio figlio, perchè si trova bene con lui finchè c’è da parlare e spiegare (è veramente un bravo insegnante) ma non si rende conto che non tutti sono al livello dei bravissimi. Non parlo solo di mio figlio, ma in classe sua ci sono due ragazzi dislessici e scometto che tanti altri i compiti non li termineranno proprio. Vedo intorno a me mamme sconfortate, perchè prima studiamo noi e poi spieghiamo ai nostri figli sempre e comunque, 365 all’anno, e poi c’è anche il lavoro. Cosa devo fare, prendere un insegnante per le materie lacunose e lo pago in nero? Ditemi voi se un ragazzino di 11/12/13 anni non abbia la possibilità di rilassarsi un attimo…
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3 mesi di vacanza contro 9 di scuola le sembrano troppi? Mi sembra che qui quello a diversi dare una regolata è lei, e non l’avvocato che da persona con un minimo di raziocinio tenta di venire incontro ai diritti dei ragazzi.
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