TUO FIGLIO SARÀ BOCCIATO? NON PRENDERTELA CON GLI INSEGNANTI: RISCHI UNA QUERELA

Leggo su Tuttoscuola.com una notizia che fa ben sperare in un ritorno del rispetto dovuto nei confronti degli insegnanti. La Cassazione, respingendo il ricorso di una mamma contro la sentenza del Tribunale che l’aveva condannata per ingiuria nei confronti dell’insegnante del figlio, ha stabilito che nella sentenza impugnata è ben sottolineato il carattere lesivo del decoro e della professionalità della persona offesa, nonché la portata offensiva dell’impiego dell’avverbio ‘sapientemente’, riferito alla mancata valorizzazione dei pretesi progressi del ragazzo, siccome volto a insinuare una volontà di ingiusto trattamento dell’alunno.

La signora, infatti, aveva inviato una lettera alla docente lamentandosi, con un tono piuttosto sarcastico, del fatto che aveva sapientemente dimenticato di tener conto dei progressi del ragazzo, del quale non era “degna” di essere l’insegnante.

Quando un figlio viene bocciato, nella maggior parte dei casi le famiglie non si chiedono, come dovrebbero, “Ma a scuola tutto l’anno cos’hai fatto?; piuttosto la domanda è “Ma gli insegnanti a scuola cosa fanno?”.
Eh, già. È facile prendersela con i docenti quando un figlio non ce l’ha fatta. Magari quando per tutto l’anno quegli stessi genitori non si sono mai fatti vedere, non hanno firmato i voti sul libretto e si sono bevuti tutte le balle che i figli hanno raccontato loro.
E poi, anche se l’allievo dimostra un certo progresso, magari impegnandosi, in maniera opportunistica, durante l’ultimo periodo, proprio per non rischiare la bocciatura, non è detto che abbia colmato le lacune in modo da affrontare con le competenze e le conoscenze minime lo studio di quella determinata materia (ma anche di altre, dato che è molto difficile bocciare per l’insufficienza in una sola materia, anche se grave) nell’anno scolastico successivo.

La domanda che io personalmente mi pongo è questa: perché i genitori credono che i loro figli vadano sempre difesi? Perché, invece, non tengono conto del fatto che è proprio l’esperienza dell’insegnante, nonché la sua professionalità, a determinare la decisione di respingere o promuovere gli allievi?
Certi genitori, e di conseguenza certi allievi, credono che i docenti siano nemici giurati dei loro studenti. Ma non è così, almeno non lo è nella maggioranza dei casi. E proprio quando attribuiscono la bocciatura del figlio alla scarsa competenza del docente, non sanno, i genitori, quanto si sbagliano: i docenti con la coda di paglia, quelli che “non insegnano”, o quantomeno lo fanno in modo approssimativo, sono portati a promuovere i propri allievi, proprio perché hanno la coscienza poco pulita e temono le proteste delle famiglie.

La giurisprudenza, quindi, sta facendo dei passi avanti, anche se c’è da dire che, nei numerosi ricorsi al Tar, la valutazione dei docenti non è messa in discussione. Semmai i giudici trovano dei vizi formali, ma l’insegnante viene ritenuto competente in ambito docimologico, anche perché nessun giudice potrebbe a sua volta esserlo.

Come osserva l’autore dell’articolo apparso su Tuttoscuola.com, ritorna il rispetto per gli insegnanti e, di conseguenza, viene riconosciuta la loro autorevolezza. Di questi tempi, almeno un punto fermo tra tante incertezze e quella sensazione di precarietà che sta investendo il mondo della scuola.

[l’immagine è presa da questo sito, ma non è un esempio da seguire!]

14 pensieri riguardo “TUO FIGLIO SARÀ BOCCIATO? NON PRENDERTELA CON GLI INSEGNANTI: RISCHI UNA QUERELA

  1. Tu sai che io tutte le ragioni agli insegnanti non le dò.

    Da sempre sostengo che dovrebbe esserci un sistema per “dare i voti” anche agli insegnanti, tenendo, in parte, anche conto del giudizio dei loro allievi. Sull’autorevolezza e sulla preparazione di alcuni di loro, forse ci sarebbe qualcosa da ridire..

    Detto questo, però, rimpiango i nostri tempi. Quelli di “Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore”.e “Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma te ne dava due”.

    Adesso poi che, a quanto pare, anche le povere prof dovranno lavorare fino a 65 anni…… 🙂

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  2. Caro frz,
    qualche giorno fa in prima, vedendo tutti gli allievi con la calcolatrice in mano, dopo aver ricevuto il voto dell’ultimo compito di latino, un po’ stizzita ho detto: “Voi fate i conti per vedere se al 6 ci arrivate, io mi chiedo, invece, che cos’ho prodotto in questi nove mesi”.

    Come vedi, io sono la prima a mettermi in discussione e non avrei timore di essere valutata, ma non solo dagli allievi e dalle loro famiglie. Ma di questo, mi pare, abbiamo già parlato altrove.

    Quanto alla pensione per le donne a 65 anni, meglio non toccare quel tasto. Mi chiedo: se parità dev’esserci, perché non madare in pensione gli uomini a 60?!?

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  3. sono la mamma di un ragazzino di seconda media che quest anno è stato bocciato ,lo sapevamo che sarebbe finita così gli indizi erano gia evidenti, ma il mio timore è che queta cosa non lo abbia scosso come pensavo i suoi insegnanti ci hanno sostenuto e sorretto in questa decisione che anche per loro non è stato facile prendere.Io sono molto preoccupata e non sò cosda fare e come spiegare a lui l importanza dello studio

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  4. @ Serena

    Spiegare l’importanza dello studio a chi manca di motivazione è un’impresa ardua. Provi ad aspettare qualche tempo e non gli faccia vedere la bocciatura come una sconfitta ma come un’opportunità per crescere. Si dice “sbagliando s’impara”: lo so che è difficile farlo capire ad un dodicenne ma sono certa che lo capirà presto.

    In bocca al lupo! 🙂

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  5. Mio figlio e’ stato bocciato in seconda media….. lo scorso anno ad aprile ci arrivo’ la lettera con l’avviso di tre insufficienze, matematica, inglese e francese…. e’ andato a ripetizione; la prof di inglese mi comunico’ che aveva notato il miglioramento….
    Mio figlio cercava di farsi interrogare specialmente in matematica ma puntualmente la prof. interrogava qualcun’altro… verso la fine dell’anno in una delle ultime interrogazioni, il ragazzino chiese alla prof di matematica se aveva recuperato la sufficienza (dato che non gli comunicavano mai i voti)…la risposta fu; “TANTO IO HO GIA DECISO”….
    Io lavoro come collaboratrice scolastica in un plesso dello stesso comprensivo al quale appartiene la scuola di mio figlio…spesso ero anche a scuola di mio figlio a sostituire dei colleghi, con mio marito non abbiamo mai perso nessuna udienza, riunione o opportunita’ di dialogo con gli insegnanti… mio figlio e’ un adolescente arrabbiato come la maggior parti dei ragazzini della sua generazione…. i prof. lo hanno e ci hanno tenuto sul filo del rasoio fino all’ultimo momento… sapevo che ai “bocciati annunciati ” era arrivata la lettera a casa…. a noi no.
    Pensavo che fosse la punizione per fargli capire che correva il rischio e quindi fargli tremare un po’ le gambe…. ok…
    a meta’ giugno.. il giorno degli scrutini… mi chiama la responsabile del plesso a casa… mi annuncia che intendono “fermare in ragazzo in seconda” poiche’ aveva 8 INSUFFICIENZE ( ma non erano 3?)…. di comunicare a mio figlio di non prenderla come una punizione ma come un aiuto a crescere e maturare (?)…. io a stento riesco a salutare e congedarmi al telefono….
    Mio figlio ha iniziato ieri la scuola… non ha voluto cambiare sede… o meglio dopo aver cambiato idea diverse volte su cosa fare alla fine ha scelto di restare…. ieri era K.O. depresso, piangeva… demotivato…
    L’insegnante di inglese lo ha chiamato in disparte e gli ha chiesto come stava, ha cercato di tirarlo su… lui e’ esploso in un pianto disperato ( e questo non se lo perdona… orgoglioso com’e’…); ho cercato di spiegargli che e’ normale quello che prova e che la sua reazione e’ piu’ positiva di quello che lui stesso crede… ma ha 13 anni… non lo vuole capire….
    La prof. di matematica invece ha esordito davanti a tutta la classe…. ALESSIO LO VEDO TRISTE, COME MAI?…. no comment…
    Io lavoro nella scuola… vedo i ragazzi e vedo gli insegnanti da un’ottica diversa… ma ci sono dentro comunque… l’insegnamento e’ una professione… ma alcuni lo fanno solo per mestiere e mi dispiace dirlo, sono piu’ professionale io con lo straccetto in mano a pulire i banchi…

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  6. @ Lina

    Mi dispiace per quello che è succeso a Suo figlio e sono d’accordo che nella scuola, ma anche in altri ambienti lavorativi, ci sia scarsa professionalità da parte di alcune persone che pensano solo allo stipendio – a volte esiguo- di fine mese.
    Vedrà che Suo figlio si riprenderà e saprà apprezzare chi dimostra interesse e preoccupazione per lui, come la prof d’Inglese.

    In bocca al lupo per il futuro!

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  7. Ciao,
    è naturale che si diano per scontate certe assunzioni e che da qui nascano commenti un po’ severi.
    Immagino che tu scriva sempre sul libretto il voto di una interrogazione, ma non è la regola.
    “non hanno firmato i voti sul libretto” forse perchè il bel libretto è bianco, come quello di mia figlia. Per fortuna abbiamo un pagellino intermedio che ci evita eventuali brutte sorprese, ma chi non ce l’ha? Scopre troppo tardi che le insufficienze sono 8 e non 3.
    Ti informo anche che è molto diffusa l’abitudine di non comunicare il voto allo studente dopo un orale, o di non concludere l’interrogazione protraendola in più sessioni.
    Anche la restituzione delle prove scritte a volte avviene con grande ritardo: capita di dover sostenere una seconda prova scritta senza avere ricevuto l’esito dello scritto precedente.
    Quasi mai gli scritti arrivano a casa.
    Colloquio con i docenti: nel liceo di mia figlia i docenti ricevono solo alcune settimane, non tutte, quindi ho 4 ore circa nel quadrimestre, solo su appuntamento. Tutte sparpagliate, così se una mamma lavora è costretta a prendere diverse mezze giornate di permesso. Non sempre i datori di lavoro acconsentono alla richiesta di ore di permesso, non sono obbligati se non in caso di visita medica.
    Però poi i docenti non commentino dicendo: ma i genitori non si sono accorti? Si sono bevuti tutto quello che il figlio racconta?
    La comunicazione docenti-genitori ha ancora molte aree di miglioramento.

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  8. @ Valentina

    Vedrò di replicare punto per punto.

    1. La trascrizione dei voti sul libretto non è un obbligo dei docenti. Caso mai è un obbligo dei genitori controllare il libretto e, constatando la presenza esigua di valutazioni in una data materia, recarsi al colloquio con i docenti interessati. Il controllo dei libretti da parte dei docenti è un carico di lavoro in più che, tra l’altro, non può essere svolto a casa (cosa che farei volentieri) in quanto i libretti degli studenti non si possono portare al proprio domicilio. Il tempo a scuola è quasi sempre impegnato nella didattica e, quando c’è un’ora buca, non sempre si riesce a controllare i libretti di un’intera classe, considerato anche il fatto che gli studenti sono sempre più numerosi. Io cerco, comunque, di controllare almeno quelli dei ragazzi insufficienti … ognuno conosce i suoi polli. 🙂

    2. Non comunicare il voto dopo una verifica orale o addirittura sospendere la stessa protraendola all’infinito è cosa grave. Così come il non restituire le verifiche fatte in precedenza prima della verifica successiva. In questo caso, il comportamento del docente è disdicevole ma anche poco professionale. Ogni scuola sul POF indica i tempi di restituzione degli elaborati e tali tempi vanno rispettati tranne casi particolarissimi.

    3. Sui colloqui con i professori tocchi un tasto dolente. E’ bene che si sappia che non è un obbligo il colloquio settimanale e che il tempo impiegato nei colloqui non ha una retribuzione. In teoria dovrebbe rientrare nelle quaranta ore che i docenti sono obbligati a spendere nelle riunioni (consigli di classe, collegi docenti, riunioni di dipartimento) ma spesso questa cifra non viene rispettata e le scuole non hanno i soldi per pagare gli straordinari. io cerco di accontentare tutti (e sono obbligata comunque a dedicare un’ora settimanale ai colloqui, più due pomeriggi di tre ore all’anno), anche ricevendo fuori orario. ma non tutti sono così disponibili e devo dire che spesso penso di essere proprio scema a dire sempre di sì. Il “volontariato” nella scuola è una prassi antica e consolidata; proprio per questo al ministero se ne approfittano (il nostro contratto è scaduto da più di tre anni e, con le recenti trattenute Irpef, è diminuito, mentre il carico di lavoro è aumentato in maniera abnorme). Ne va, comunque, della nostra professionalità perché il tempo è denaro ma per noi è gratis. Che dovremmo fare?
    In ogni caso, se un dato allievo è in difficoltà ritengo che non ci sia contratto scaduto che tenga: i genitori vanno chiamati e i colloqui devono essere fatti.

    Infine, sono completamente d’accordo: la comunicazione docenti-genitori ha ancora molte aree di miglioramento. Però è bene che si conoscano i risvolti, come ho spiegato, prima di esprimere giudizi.
    Dico in generale, naturalmente.

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  9. Grazie per la bella risposta,comprendo il tuo punto di vista e le tue ragioni, sono motivazioni tutte sensate e condivisibili. Resta però il problema: una scarsa comunicazione porta a malintesi e complica problemi che sarebbero risolvibili, se solo si riuscisse a comunicare meglio; in fin dei conti docenti e genitori hanno lo stesso obiettivo.

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  10. Scusa, ho dimenticato di porti una domanda.
    Il caso di docenti di matematica, ad esempio, che non rendono la prova e ne fanno una nuova è piuttosto diffuso, almeno qui a Milano tra le mie conoscenze.
    Diffusa anche la brutta abitudine di non correggere la prova in classe, i ragazzi non capiscono dove hanno sbagliato.
    Ammesso che il POF stabilisca i tempi di restituzione e che questi siano disattesi, cosa consiglieresti di fare ai genitori, per far sì che i compiti siano resi prima della verifica successiva?

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  11. @ Valentinavale

    In caso che citi è abbastanza diffuso, a quanto ne so, da parte dei docenti di matematica. E dire che correggere i loro compiti non è impegnativo quanto correggere quelli di latino o italiano. Non correggere le verifiche in classe e non segnalare almeno gli errori più diffusi (essendo impossibile fare la correzione individuale), spiegando anche come un dato errore poteva essere evitato, è un dovere. Io a volte perdo due ore per consegnare i temi corretti individualmente agli studenti. Cosa che, invece, si può evitare con una versione di latino dove la correzione è per tutta la classe. In quel caso, tuttavia, perdo quasi sempre un’intera ora. Oddio, “perdere” non è il verbo giusto; “impiegare” va meglio, perché poi non è del tutto tempo perso, basta che i ragazzi ascoltino!

    Cosa fare qualora un insegnante operi in modo scorretto? Parlarne con lui/lei, prima di tutto. Se è “sordo/a”, delegare i rappresentati di classe a farne cenno , perlopiù velato, al consiglio; rivolgersi al preside come ultima spiaggia. Attenzione però: non è rara un’azione di copertura da parte del dirigente, specie se il docente in questione è fra i suoi prediletti. Non dovrei dirlo, lo so, ma purtroppo è così.

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  12. Un saluto a tutti i lettori, aiutatemi!!!!!! mio figlio frequenta la 1 media ,dopo un anno con problemi gravi in famiglia è stato bocciato . vi elenco tutto quello che mio figlio ha dovuto passare, a settembre la mamma è stata 1 settimana in coma a novembre la sorellina di tre mesi operata alle ovaie ,a gennaio è morto il nonno paterno in cui era affezionato,a febbraio il papà è stato operato al colonnper una peritonite grave con una operazione di 14 ore…… ma è giusto bocciarlo mentre altri della stessa classe pur avendo voti uguali sono stati promossi?????

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  13. @ Antonio Riccardi

    Comprendo bene il Suo sconforto ma da insegnante posso solo dire che, partendo dal presupposto che nella scuola media si evitino le bocciature, aver fermato Suo figlio non deve essere interpretato come la manifestazione di insensibilità nei confronti dei problemi familiari quanto una necessità dovuta alla preparazione carente che non avrebbe permesso al ragazzino di affrontare la seconda con i prerequisiti indispensabili e, quindi, con la serenità necessaria.
    Sul fatto che altri alunni con una valutazione simile a quella di Suo figlio siano stati promossi, non mi pronuncio perché ogni caso è a sé stante, non si può utilizzare un unico criterio, anche se mi rendo conto sia difficile accettarlo da parte delle famiglie che pensano di avere subito un’ingiustizia.

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