LA TRADIZIONE PASQUALE

Ripropongo questo vecchio post per AUGURARE A TUTTI I LETTORI UNA BUONA PASQUA.

Com’è noto, la Pasqua cristiana celebra la resurrezione di Cristo, ma dal punto di vista etimologico si collega al rito ebraico del Pèsach (parola che significa “passaggio”) ed il periodo in cui Gesù fu catturato, condannato, in seguito ad un sommario processo popolare, e crocifisso, per gli ebrei di Palestina era appunto la “pasqua”. Tale festività ricordava ai figli di Israele l’esodo dall’Egitto in cui essi erano ridotti in schiavitù, con cui aveva inizio il lungo viaggio verso la Terra Promessa.

La Bibbia racconta che gli ebrei egiziani furono salvati dalla tremenda punizione divina che si abbatté sugli egizi: l’Angelo di Dio aveva, infatti, decretato l’uccisione di tutti i primogeniti delle famiglie egiziane, dopo che il faraone aveva impedito agli ebrei di andarsene. Questi ultimi avevano scampato il pericolo cospargendo gli stipiti delle porte delle loro case con il sangue degli agnelli o dei capretti appena nati, le cui carni costituirono il cibo consumato durante la cena alla vigilia della loro partenza . Da ciò deriva anche la tradizione cristiana di consumare la carne di agnello o capretto durante il pranzo pasquale. Ma è evidente anche il legame tra l’Antico e il Nuovo Testamento quando nei Vangeli leggiamo che Gesù, morto in croce per salvare l’umanità dal peccato originale, è chiamato l’Agnello di Dio.
Gli ebrei, inoltre, per poter fuggire velocemente, guidati da Mosè, furono costretti a cuocere il pane senza farlo lievitare: nacque, così, la tradizione degli “azzimi” (o Mazzoth) che è strettamente collegata alla Pasqua ebraica.

Agli inizi, i Cristiani festeggiavano la Pasqua tutte le domeniche. Dopo il Concilio di Nicea, presieduto dall’imperatore Costantino nel 325 con lo scopo principale di condannare l’eresia di Ario (arianesimo), fu stabilito che la data della festività dovesse cadere la domenica successiva alla prima luna di primavera. Oggi la Chiesa calcola la data di Pasqua in modo scientifico: la festa “cade” la domenica successiva alla prima domenica di luna piena dopo l’equinozio di primavera. Per questo motivo la data della Pasqua è variabile ed è compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile. A seconda che la data sia più o meno vicina ai due estremi, si è soliti parlare di Pasqua Alta (quando è piuttosto in “ritardo”, quindi più vicina al 25 aprile) e Bassa (quando è in “anticipo”).

da vinci ultima cena

Durante la settimana santa, il giovedì la Chiesa celebra una Messa chiamata in cena Domini: per mezzo di questo rito si vuole ricordare l’ultima cena che Gesù consumò con i discepoli prima della cattura. Secondo la tradizione cristiana, inoltre, proprio durante questa cena Gesù avrebbe istituito il rito dell’Eucarestia: il pane rappresenta il corpo, il sangue l’anima e la divinità di Cristo, figlio di Dio.

Con il termine Pasqua, dunque, si ricorda la resurrezione di Cristo, quindi il “passaggio” dalla morte alla vita eterna; appare chiaro, quindi, il legame tra questa festività e il significato che essa assunse per gli Ebrei, nel senso che laddove il “passaggio” è riferito alla liberazione dalla schiavitù verso la libertà e la Terra che Dio aveva promesso ad Abramo, nel rito cristiano si celebra la liberazione dell’Uomo dalla schiavitù del peccato ed il cammino verso la vita eterna.

Una delle tradizioni “pagane” legate alla Pasqua è quella dell’uovo: essa ha origine dalla consuetudine dei contadini dell’antica Roma di sotterrare nei campi un uovo colorato di rosso, che simboleggiava la fertilità, quale rito propiziatorio per un buon raccolto. Entrato, poi, nella tradizione cristiana, l’uovo fu assurto a simbolo di rinascita non della natura ma dell’uomo, in stretta relazione con la resurrezione di Cristo. Nelle catacombe furono ritrovate delle uova di alabastro che confermano la tradizione di scambiarsi delle uova come dono pasquale.

uova pasqua fabergé

L’usanza di scambiarsi delle uova in dono nel periodo pasquale viene diffusa in particolare nel Medioevo, per un motivo abbastanza pratico: non potendo essere consumate durante il periodo di Quaresima, per via del digiuno, le uova dovevano essere smaltite rapidamente, quindi venivano colorate, dopo essere state rassodate, e donate, una volta benedette in chiesa durante la Messa di Pasqua. Sempre al Medioevo risale la tradizione delle uova preziose, d’oro e d’argento, che poi fu riscoperta dall’orafo Peter Carl Fabergé, che, nel 1883, ricevette dallo zar Alessandro III l’incarico di preparare un dono speciale per la zarina Maria: Fabergé per l’occasione creò il primo uovo in platino smaltato di bianco, entro il quale era racchiuso un tuorlo dorato, che a sua volta conteneva un pulcino d’oro dagli occhi di rubino, dentro il quale era contenuta una riproduzione della corona imperiale. Da questo momento in poi si diffuse la tradizione dell’uovo con sorpresa.

uova-cioccolatoOggi, tuttavia, l’uovo più diffuso in veste di dono pasquale è quello di cioccolato: i primi a crearne uno furono i cuochi di Luigi XIV, il Re Sole, che più tardi pensarono anche di riempirlo con la sorpresa. Attualmente le industrie dolciarie ne producono di tutti i tipi e di tutti i prezzi. Questi ultimi possono variare a seconda della qualità del cioccolato (visti i recenti sequestri di uova fabbricate con materie prime scadute o di infima qualità è meglio andare sul sicuro e spendere un po’ di più) o della preziosità della sorpresa. In genere si tratta di piccoli oggetti di scarso valore, ma non mancano le sorprese più costose quali i monili d’argento.

Ricordo una Pasqua speciale in cui al posto del tradizionale uovo, mi ritrovai una campana di cioccolato. Avevo più o meno quindici anni e, nonostante fossi già abbastanza grande, non avrei rinunciato per nessun motivo al mondo al mio uovo. Certo, la campana non è la stessa cosa, ma non feci trapelare la mia contrarietà iniziale. Quando aprii la confezione, compresi anche il perché di quel dono pasquale poco tradizionale: la sorpresa era costituita da un anello d’oro con zaffiro e brillantini che mia nonna aveva voluto donarmi in occasione della Pasqua. Far entrare una sorpresa così nell’uovo sarebbe stato complicato (a meno che non lo si facesse confezionare appositamente dal pasticcere), mentre la campana, vuota nella parte inferiore, aveva facilitato molto l’operazione e l’abilità di mia mamma nel ricomporre la confezionare non aveva destato in me alcun sospetto. Inutile dire che quella fu una della Pasque più belle della mia vita.

E dopo aver ripercorso la tradizione e divagato sulla mia indimenticabile sorpresa pasquale, auguro a tutti una Felice Pasqua, invitando a pensare, tra banchetti luculliani e uova con sorpresa, anche al vero significato di questa festa, la più importante della tradizione cristiana.

Infine, come da tradizione, lascio ai miei lettori una bellissima poesia di Gabriele D’Annunzio:

campane_pasquaLA RESURREZIONE

Suono di campane,
voce che trasvola sul mondo,
canto che piove dal cielo sulla terra,
nella città sorda e irrequieta,
e nel silenzio dei colli
ove, nel pallore argenteo,
le bacche d’olivo maturano il dono di pace.
Suono che viene a te,
quale alleluia pasquale,
a offrirti la gioia di ogni primavera,
a chiamarti alla rinascita;
a dirti che la terra rifiorisce
se il tuo cuore si aprirà come un boccio,
che ripete un gesto d’amore e di speranza,
levando il mite ramoscello
in questa chiara alba di risurrezione
!

[FONTI: serbi.info, arcobaleno.net e agricolturaitalianaonline.gov.it; l’immagine sotto il titolo è tratta da questo sito; uova Fabergé da questo sito; uova cioccolato da questo sito; campane pasquali da questo sito]

15 pensieri riguardo “LA TRADIZIONE PASQUALE

  1. Caro frz,

    anche “raffreddadi”, i tuoi auguri sono sempre bene accetti! 🙂

    Auguroni anche a te e alla tua famiglia.

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  2. …. Senza raffreddore, ma con uguale simpatia e affetto…. mi unisco al suono di quelle “campane che piovono dal cielo” e alle “bacche d’olivo che maturano il dono di pace”…. Bellissima poesia, non la conoscevo,….. per inviare a te e famiglia i miei auguri di Buona Pasqua….
    Una Pasqua che “….ripeta un gesto d’amore e di speranza…”

    eli

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  3. Scusa, sto leggendo e noto adesso un errorone! Tu scrivi: “dopo che il faraone aveva concesso”, invece è dopo che aveva RIFIUTATO!!!

    Se l’avesse concesso, non ci sarebbe stata strage degli innocenti!

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  4. Cara Diemme, scusa ma ti stai confondendo. Il faraone in un primo momento non concede agli Ebrei di andarsene ma Dio manda le 10 piaghe. Terminata l’ultima calamità, il faraone ci ripensa e permette a Mosè di guidare il suo popolo fuori dall’Egitto. In realtà il piano del faraone è diverso, tant’è che, per vendicarsi, ordina l’uccisione dei figli maschi della tribù di Israele e fa inseguire il popolo ormai in fuga dall’Egitto. Poi, come saprai, proprio per evitare che Mosè e i suoi fossero presi, Dio apre un varco nelle acque del Mar Rosso e concede loro il passaggio, mettendo in trappola, invece, l’esercito regio. (cfr. Esodo 13)

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  5. Ma no, guarda, sono andata proprio al link che mi hai indicato, abbenché fossi già sicura, e trovo scritto testualmente:

    15 Poiché il faraone si ostinava a non lasciarci partire, il Signore ha ucciso ogni primogenito nel paese d’Egitto.

    E’ l’ultima piaga l’uccisione dei primogeniti, e poi, come avrebbe potuto il Faraone dare l’ordine di ucciderli mentre erano già in fuga?

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  6. 17 Quando il faraone lasciò partire il popolo, Dio non lo condusse per la strada del paese dei Filistei, benché fosse più corta, perché Dio pensava: «Altrimenti il popolo, vedendo imminente la guerra, potrebbe pentirsi e tornare in Egitto». 18 Dio guidò il popolo per la strada del deserto verso il Mare Rosso. Gli Israeliti, ben armati uscivano dal paese d’Egitto. Stesso link.

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  7. Preso da un sito di testimoni di Geova:

    Esodo 4: 22 E devi dire a Faraone: ‘Geova ha detto questo: “Israele è mio figlio, il mio primogenito. 23 E io ti dico: Manda via mio figlio perché mi serva. Ma se rifiuti di mandarlo via, ecco, ucciderò tuo figlio, il tuo primogenito” ’.

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  8. @ Diemme

    Ieri ho replicato ai tuoi commenti fra un pisolo e l’altro davanti alla tv. Non ho riletto il post e non avevo capito a cosa ti riferissi. Infatti, credo sia noto a tutti che Mosè venne lasciato libero di uscire dall’Egitto, alla fine. Poi, il tuo riferimento alla strage degli innocenti mi ha portato fuori strada, complice anche il sonno e la fretta. Quindi, hai ragione: leggendo il post mi sono accorta dell’errore (errorone, come dici tu) Ho provveduto a correggere.

    Quando scrivo questo tipo di post ci metto l’anima. Raccolgo le fonti, seleziono quelle che ritengo più affidabili, rielaboro il tutto secondo il mio stile, insomma ci perdo giornate intere e non faccio un semplice copia-incolla come la maggior parte di quelli che scrivono su un blog. Questo post è di tre anni fa e non posso sapere se l’errore sia stato mio oppure fosse contenuto nella fonte, in ogni caso, visto che sono io a pubblicare, la responsabilità è senza dubbio mia. Errare è umano, d’altronde. Però quando ricevo questo genere di commenti, la maggior parte delle volte acidi e con l’obiettivo di attaccarmi personalmente, mettendo in dubbio le mie competenze e anche la mia professionalità, ci sto davvero male. Per questo mi sono stupita del tuo commento e della tua insistenza. Avrei senz’altro preferito che tu mi facessi notare l’errore in una mail privata, come hanno fatto e fanno talvolta i miei lettori più affezionati.

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  9. Ciao Marisa,
    volevo lasciarti i miei auguri di cuore per la Pasqua. La storia della tua campana mi ha fatto rivivere una vecchia Pasqua, tanti anni fa. Avevo circa otto/nove anni e mia zia, che lavorava alla Lindt, quell’anno per Pasqua non venne in vacanza ma mandò a casa per tutti noi bambini degli enormi conigli di cioccolato. All’inizio ci rimasi decisamente male, l’uovo ha sempre avuto ‘quel fascino in più’… in fin dei conti (lo vedo dai miei figli) lo si rompe subito in virtù di una sorpresa; alla fine… anche quel coniglio nascondeva una sorpresa in più!
    Buona Pasqua Marisa, Buona Vita. Ti abbraccio.

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