A UDINE OMOSEX È UN PRODOTTO TIPICO … DI CIVILTÀ

Ha suscitato polemiche a non finire l’affissione in città di manifesti che ritraggono degli omosessuali nell’atto di baciarsi. In occasione della giornata mondiale contro l’omofobia, che si celebrerà il 17 maggio, l’amministrazione comunale ha pensato di accompagnare i manifesti con una scritta che propaganda la civiltà, e quindi implicitamente la tolleranza nei confronti delle coppie omosex, come “prodotto tipico friulano” accanto ai prosciutti, al vino e ai formaggi per cui questa regione è nota.

Niente da obiettare sul fatto che la civiltà sia un dovere di tutti i cittadini; ma in questo ritengo che non debbano primeggiare per forza i friulani. Se poi vogliamo essere sinceri, chi vive in Friuli-Venezia Giulia non può ignorare che siano esistite, e purtroppo non ancora sopite, diatribe tra i friulani e i giuliani. Quindi, a parer mio, un chiaro sintomo di civiltà dovrebbe essere rinunciare alle antiche e ingiustificate rivalità tra i friulani e i triestini. E lo dico con cognizione di causa, essendo io una triestina che vive da quasi venticinque anni in Friuli e che ha visto spesso degli atteggiamenti di insofferenza e sospetto da parte degli “autoctoni” non appena dichiaravo la mia origine.

Per molti anni ho dovuto fare i conti con i pregiudizi; ho rinunciato per lungo tempo alla mia identità, cercando di mascherare la mia origine per non essere emarginata, per essere considerata per quello che sono e non per la mia provenienza. Non è stato facile perché, sembra incredibile, ma l’intolleranza nei confronti dei triestini è sempre viva, si trasmette per via ereditaria. Il popolo friulano, popolo di emigranti, che ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza dell’emarginazione, non è ancora riuscito a mandar giù il “boccone amaro”. Più volte ho cercato di capire la ragione di questo atteggiamento, senza risultato. Ovviamente non mi è capitato spesso di sentirmi a disagio rivelando la mia origine, ma so che alla classica e scherzosa domanda “Chi vuoi buttar giù dalla torre: un extracomunitario o un triestino?”, molti sceglierebbero la seconda opzione.

Ma a parte questa mia esperienza personale, gli stessi pregiudizi sono ancora nutriti nei confronti dei meridionali: un paio di mesi fa aveva fatto notizia il licenziamento di un docente napoletano nel pordenonese. Ne avevo scritto questo post e i commenti che avevo ricevuto da due friulani doc avevano un tono molto diverso da quella “civiltà prodotto tipico friulano” che ora si vuol propagandare per combattere contro l’intolleranza nei confronti degli omosessuali.

Insomma, a me pare che ci siano molti modi per dire no ai pregiudizi e all’intolleranza, anche agendo in modo meno plateale, rischiando di urtare la sensibilità di chi, pur rispettando le scelte degli altri, non ha piacere di vedersi di fronte i manifesti descritti. Ad esempio, il presidente della Provincia di Pordenone, altra città in cui è stata diffusa questa campagna, Alessandro Ciriani, ha osservato: «È un’ostentazione pubblica fuori luogo di orientamenti sessuali privati e non è neanche trasgressiva, perché, considerate le immagini con le quali i media ci bombardano ogni giorno, ormai sarebbe più trasgressivo mostrare una famiglia normale».
Da parte sua, il direttore dell’Ufficio di pastorale della famiglia della Diocesi di Udine, don Giuseppe Faccin, ha definito “indecente” il patrocinio dato dal Comune di Udine alla campagna in questione.

A questo punto mi aspetto che prima o poi per la propaganda della “civiltà prodotto tipico friulano” siano affissi dei manifesti in cui un udinese (o pordenonese) baci un triestino. Anche omosex va bene.

[fonte della notizia e foto da Il Gazzettino]

POTETE LEGGERE ALTRI COMMENTI SULL’INIZIATIVA A QUESTO LINK DEL MESSAGGERO VENETO DEL 17/05/2010

5 pensieri riguardo “A UDINE OMOSEX È UN PRODOTTO TIPICO … DI CIVILTÀ

  1. E’ un post che stuzzica molte riflessioni. Vado a caso.

    Se Civiltà è un “prodotto”, io mi tengo “ Vino, formaggi e prosciutti”.

    Udine culla “Omosex”? Che se li accolga pure tutti.

    Dei soldi dei contribuenti, al Sindaco di Udine glie ne frega qualcosa?

    Voglio essere discriminato !!!! Mi piacciono le donne!!!

    Campanili pieni di rancore? Abbiamo fatto l’Italia, adesso dobbiamo fare gli Italiani. Ahimé, non c’è speranza.

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  2. @ frz

    Intanto complimenti: il tuo è il DUEMILLESIMO COMMENTO! Non vinci niente ma a me fa piacere che questa tappa te la sia aggiudicata tu! 🙂

    Quanto al contenuto del tuo commento, non so che dire. Che Udine sia una città aperta alla tolleranza, nei confronti degli omosex, non può che farmi piacere. Ma, come hai potuto leggere, io credo che discriminazioni, pregiudizi e intolleranza siano di casa qui, non solo nei confronti degli stranieri ma persino verso gli Italiani stessi, per di più vicini di casa!

    Insomma, sono altre le barriere da abbattere. Poi si può pensare anche agli omosessuali.

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